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Autore: Little_Lotte    15/06/2012    3 recensioni
Questa fanfiction altro non è che il seguito della mia precedente "Blaine's Turn". Ho semplicemente pensato che anche in questa terza stagione ci saranno un sacco di cose da approfondire sul personaggio di Blaine, e dal momento che è il mio preferito e che gli voglio un sacco di bene, ho deciso di continuare a scrivere su di lui.
Diciamo che il mio intento è quello di approfondire i suoi pensieri e far vedere tanti missing moments coi suoi amici Warblers (che mi mancheranno tanto) e con Kurt (perchè figuriamoci se i RIB ci faranno vedere TUTTO).
Gli aggiornamenti saranno più tardivi, visto che scriverò a mano a mano che le puntate usciranno (salvo magari qualche capitoletto di missing moments) e mi pare doveroso aggiungere la nota SPOILER!
Spero di fare un buon lavoro e rendere ancora una volta giustizia al nostro amato Blaine!
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Blaine's Turn'
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NOTE: Chiedo scusa per il ritardo clamoroso ma, come forse alcuni di voi già sapranno, il 28 ho dato un esame e subito dopo il mio computer è stato portato in manutenzione per più di una settimana, per cui mi è stato impossibile aggiornare.

Scusate ancora, buona lettura. :)







Dopo il ballo di fine anno e qualche breve giornata di riposo, l'ansia e la frenesia avevano ricominciato a farla da padrone all'interno del liceo McKinley e, soprattutto, fra i vari membri del Glee Club. Ovviamente, non si trattava semplicemente dell'euforia per l'imminente diploma della maggior parte di loro, ma vi era qualcosa di ben più grosso ed incredibilmente difficile da affrontare: le Nazionali.

Tutti cercavano di mantenere la calma, ma era assolutamente impossibile nascondere l'evidenza: le Nuove Direzioni erano letteralmente in preda al panico! Non vi era nessuno - neanche Rachel, la quale generalmente cercava sempre di mantenere tutta la sua calma ed il suo sangue freddo - che non avvertisse quella intensa preoccupazione ed il senso di disagio, quelle tipiche sensazioni febbricitanti che precedono qualsiasi gara o avvenimento importante.

Blaine, in particolar modo, era a dir poco terrorizzato, come non lo era mai stato in tutta la sua vita; proprio lui, che ogni volta che saliva su un palcoscenico sembrava essere in grado di spaccare il mondo intero con il semplice suono della propria voce, a pochi giorni dalle Nazionali si sentiva come un bambino piccolo, costretto ad andare a dormire con la luce spenta, nonostante la sua incontenibile paura del buio.

Neanche la presenza di Kurt era in grado di confortarlo, anch'egli inevitabilmente preoccupato per quell'evento così importante e fondamentale per la loro carriera scolastica e - soprattutto - per la loro vita; vincere le Nazionali sarebbe stato il successo più grande di sempre, e non solamente per i ragazzi del Glee, ma per tutti quanti: per il professor Shuester, che dopo tre lunghi anni, avrebbe finalmente raggiunto il suo momento di gloria - e se lo meritava davvero, dopo tutto ciò che aveva passato; per la Coach Sylvester, che non si sarebbe vista sottrarre i suoi Cheerios e avrebbe continuato ad allenare la sua squadra di cheerleaders in santa pace, senza nessuno che cercasse di mettersi in mezzo; per il preside Figgins, che finalmente avrebbe avuto un valido motivo per sentirsi orgoglioso del suo ruolo al liceo McKinley; per tutti gli studenti di quella scuola, che avrebbero finalmente compresto che coloro che per più di due anni avevano chiamato "perdenti", "sfigati", "buffoni" e "pagliacci", in realtà non erano altro che dei vincenti, dei veri e propri modelli d'ispirazione, dai quali non potevano fare altro che imparare.

Purtroppo, però, la strada per la vittoria era ripida e tortuosa, e il fatto la Coach Sylvester avesse offerto il suo aiuto per a preparazione dei ragazzi, di certo non aveva migliorato le cose; al contrario, aveva reso tutto molto più faticoso e difficile da sopportare.

Mancava ormai poco alle Nazionali di Chicago e dal momento che le lezioni stavano ormai finendo per tutti, il professor Shuester aveva deciso di protrarre le prove pomeridiane del Glee, così da avere abbastanza tempo per lavorare accuratamente ad ogni singolo passo della coreografia; le Nuove Direzioni avrebbero dovuto affrontare ancora una volta i Vocal Adrenaline, e se volevano essere certi di avere una qualche possibilità di batterli, avrebbero dovuto versare lacrime e sangue, su qui passi di danza.

<< Ecco la selezione delle canzoni! >> esordì il professor Shuester, quel venerdì pomeriggio ad appena una settimana dalle Nazionali << Per quanto riguarda il tema "Vintage", ci esibiremo con la leggendaria "Paradise By the Dashboard Light", di Jim Steinman. Rachel canterò l'assolo, che sarà.. >>

<< .. "It's All Coming Back To Me, Now". >> lo interruppe la ragazza, in tono quasi plateale << Una delle ballad più intense di Celine Dion, ispirata a " Cime Tempestose". >>

<< E lavoreremo anche su un nuovo numero delle "Troubletones". >> aggiunse la Sylvester << Sfruttando il talento della nostra artista di collaborazione, miss Porcelina Hummel. >>

<< Oh, non succederà Lady Dragone! >> ribattè Kurt, con una smorfia di orrore sul volto.

Blaine lo guardò con aria perplessa, cercando di trattenere una risata, per non sembrare troppo scortese; Kurt gli aveva raccontanto l'idea folle della Sylvester - far esibire Kurt vestito da donna durante le Nazionali, così da avere una perfetta arma di contr'attacco contro i Vocal Adrenaline e il loro cantante solista, Unique -  e sebbene sulle prime ne fosse rimasto letteralmente inorridito, non poteva certo nascondere di trovare qualcosa di stranamente esilarante in tutta quella faccenda.

<< Eseguiremo "What a Feeling", dal film "Flashdance." >> aggiunse poi la Sylvester, ignorando completamente le proteste di Kurt << Ovviamente conosco molto bene la coreografia, dal momento che facevo da controfigura a Jennifer Beals per il ballo. E a tal proposito, date un'occhiata sotto alle vostre sedie. >>

I ragazzi obbedirono, ed estrassero da sotto le loro postazioni una serie di scatole contenenti una serie di strani oggetti, fra i quali Blaine riuscì ad identificare una specie di elmetto spaziale ed un paio di scaldamuscoli di colore verde; le Nuove Direzioni si guardarono con espressione sdubbiata, per poi rivolgere alla loro coach lo stesso identico sguardo incuriosito.

<< Caschi da saldatura e scaldamuscoli?! >> esclamò Finn, esternando a voce alta lo stupore e le perplessità dei suoi compagni di squadra.

<< Il modo migliore per ottenere oggetti di scena è utilizzare oggetti di scena! >> replicò la Sylvester, mentre Sam utilizzava il suo caschetto per dilettarsi in un'imitazione di Darth Vader, ignorando completamente le parole della donna << Una salutare dose di oggetti di scena, assieme al nostro stupendo transessuale Porcelina, sono il metodo migliore per arrivare in cima! >>

Blaine fece una smorfia, rigirandosi il caschetto fra le mani.

<< Gli oggetti di scena non sono un tantino eccessivi? >> domandò con fare incerto.

Kurt gli rivolse uno sguardo di riconoscenza e Blaine sorrise: sapeva quanto, in quel momento, il suo ragazzo avesse bisogno di tutto l'appoggio possibile.

<< Ragazzi, ho chiesto l'aiuto di Sue perchè lei è una vincente. >> intervenne il porfessor Shuester << E - non mi vergogno ad ammetterlo - io voglio vincere! Ma non vi è una sola persona in mezzo a quel pubblico che non penserà a noi come a dei perdenti, che hanno avuto solamente la fortuna di arrivare alle Nazionali; l'anno scorso non siamo rientrati neanche nella top ten! Abbiamo un'ultima settimana per restare uniti e per cambiare le cose a nostro favore, per cui se c'è qualcuno qui che non ha intenzione di provare e di mettersi al lavoro, allora si alzì immediatamente e se ne vada. >>

A quel punto, in maniera del tutto inaspettata, Tina si alzò in piedi e si diresse verso l'uscita, sotto gli sguardi attoniti di tutti i suoi compagni.

<< Hey..hey...Tina! >> esclamò Finn, cercando di trattenere la ragazza << Dove stai andando? >>

<< Voi ragazzi non avete bisogno di me! >> replicò lei stizzita, voltandosi verso i suoi amici << Potete farcela anche da soli. >>

Blaine sollevò entrambe le sopracciglia e continuò a fissare la ragazza, incredulo. Un simile atteggiamento non era da Tina; lei era sempre stata disposta a sacrificarsi per la squadra, in qualsiasi occasioni, non si sarebbe mai e poi mai sognata di abbandonare i suoi compagni nel momento del bisogno, neanche durante la più critica delle situazioni. A che cosa era dovuto quell'improvviso e così inaspettato cambiamento di rotta?!

<< Tina, tu non capisci! >> intervenne Rachel << Io ho bisogno di tutto questo! >>

<< Perchè hai toppato ad un'audizione?! >> rilanciò l'asiatica, alterandosi << Questa non è una valida ragione per darti un assolo alle Nazionali! Magari anche gli altri ne vorrebbero uno! >>

Blaine si morse un labbro, restando in silenzio. 

Ecco spiegato il motivo della sfuriata di Tina: gelosia.

<< A me non dispiacerebbe averne uno. >> fece eco Rory, a bassa voce << Prima di venire deportato. >>

<< Io ne voglio uno! >> aggiunse Sugar, con la massima serietà << Anche se non so cantare. >>

<< Tina, Rachel è all'ultimo anno! >> intervenne ad un certo punto Mike, guardando Tina con sguardo severo; sperava in un modo o nell'altro di riuscire a tranquillizzare la sua ragazza, invece non fece altro che peggiorare le cose.

<< Beh, lo sei anche tu! >> sbraitò lei << Ma vuoi scommettere che la sola cosa che farai sarà un passo a due con Brittany?! Anche le altre persone contano! >>

Disse quell'ultima frase rivolta al professor Shuester, in tono risentito; l'uomo inarcò un sopracciglio e spalancò la bocca, incredulo per la reazione così esagerata di Tina.

<< Tina, forse tu non riceverai continuamente assoli, ma sei un elemento chiave di questo Glee Club. >> disse, cercando almeno lui di mantenere la calma << Ti ho incaricata di occuparti dei costumi di scena. >>

<< Wow, come se questo fosse un premio! >> ribattè Tina con sarcasmo << Volete degli oggetti di scena? Beh, io sono un oggetto di scena vivente e sono stanca di esserlo! >>

<< Vai a farti un giro e datti una calmata, Asiatica Numero Uno. >> la freddò la Sylvester, in tono sprezzante.

Tina, a quel punto, andò su tutte le furie.

<< Il mio nome è Tina: Tina Cohen Chang! >> sbottò, scandendo per bene ogni singola parola; poi, senza aggiungere altro, abbandonò l'aula canto a passo svelto, immediatamente seguita da Mike, che le corse dietro cercando di farla ragionare.

La Sylvester guardò il professor Shuester curiosamente.

<< Lei non era quella che balbettava? >> chiese.

Il professor Shuester non rispose, mordendosi un labbro. Rachel alzò la mano, attirando l'attenzione su di sè.

<< Professore, le dispiace se vado anche io? >> domandò << Credo di dover fare qualcosa per provare a far ragionare Tina. >>

<< Sì, vai. >> rispose l'uomo atono << Ma torna presto, dobbiamo dare inizio alle prove; non abbiamo più molto tempo da perdere, lo sai. >>

<< Certo, non si preoccupi! >>

Rachel schizzò fuori dalla stanza e il professor Shuester sospirò profondamente, alzando gli occhi al cielo; la Sylvester fece una smorfia, scrollando le spalle.

<< Beh, non abbiamo bisogno di loro per dare ufficialmente inizio alle prove. >> disse, battendo le mani << Su Porcellana, alzati in piedi che ti insegno i passi della coreografia. >>

<< Assolutamente no! >> ribattè Kurt, inorridito << Santo cielo, in che lingua glielo devo dire che non ho alcuna intenzione di esibirmi vestito da donna?! >>

<< Oh, ma quante storie! >> replicò la donna, roteando gli occhi << Ma insomma, volete vincerle o no queste Nazionali?! Come diavolo pretendete di arrivare primi, se non avete neanche il coraggio di osare un po'?! >> 

<< Con tutto il rispetto, Coach.. >> intervenne Blaine, in difesa del suo ragazzo << Far vestire Kurt da donna mi sembra tutt'altro che osare, piuttosto è come.. >>

<< Con tutto il rispetto, Aladino, nessuno ha chiesto il tuo parere! >> lo freddo la Sylvester, con un'occhiata truce << Ora, se non ti dispiace, perché non vai a restituire a mio nonno i suoi vestiti, mentre io e Porcellana ci mettiamo al lavoro?! >>

Blaine storse il naso ed incrociò le braccia al petto, piegando in avanti il labbro inferiore in una specie di broncio; detestava quando la Coach Sylvester insultava il suo abbigliamento, come se vi fosse poi qualcosa di tanto strano o ridicolo nell'andare in giro con indosso un maglioncino colorato ed un cravattino in tinta.

<< Lascia stare, Sue. >> intervenne il professor Shuester << Temo che per oggi dovremmo lasciar perdere le prove, almeno fino a che non saranno ritornati tutti. >>

La Sylvester alzò gli occhi al cielo, spalancando le braccia con fare sconsolato.

<< Ecco, e poi uno dovrebbe domandarsi per quale motivo continuate a perdere?! >> bubbolò << Sei foste dei veri campioni, a ques'ora stareste già sputando sangue per tutti gli addominali che vi ho fatto fare! >> 

 << Pausa! >> strillò a quel punto il professor Shuester, esasperato << Ragazzi, andate tutti a farvi un giro; ci ritroviamo qui fra mezz'ora, d'accordo?! >>

I ragazzi fecero segno di sì con la testa e si diressero tutti fuori dall'aula, lasciando i loro oggetti di scena sulle loro sedie. Kurt e Blaine si allontanarono a braccetto, dirigendosi verso i loro armadietti e fermandosi a camminare nei corridoi.

<< Io giuro che prima o poi la uccido! >> ringhiò il controtenore, appoggiandosi al suo armadietto e sbuffando pesantemente << Ma come diavolo può esserle venuta in mente una sciocchezza del genere?! No, dico...ti sembra una cosa normale?! >>

Blaine sospirò profondamente, alzando gli occhi al cielo.

<< Lo so, è una cosa a dir poco assurda! >> rispose << Soltanto quella pazza della Sylvester poteva inventarsi una simile idiozia! >>

Kurt s'imbronciò ed incrociò le braccia al petto, con fare stizzito; Blaine lo guardò con aria di conforto ed abbozzò un sorriso, allungando una mano verso di lui e dandogli un leggero colpetto sulla spalla, cercando di tirarlo su.

<< Dai, non buttarti giù in questo modo. >> gli disse con voce morbida << Tanto il professor Shuester non glielo permetterà, vedrai che questa storia andrà a finire nel dimenticatoio come la gran parte delle sue irrealizzabili follie! >>

Kurt si morse un labbro e poi, finalmente, riuscì ad abbandonarsi ad un leggero sorriso.

<< Sì, forse hai ragione. >> rispose in un sospirò << Insomma, continuo a pensare che l'idea della Sylvester fosse terribilmente offensiva e sono ancora molto risentito per il fatto che abbia anche solamente pensato di propormela... ma in fin dei conti hai ragione, il professor Shuester non glielo permetterebbe mai! >>

<< No, decisamente non lo farebbe. >> echeggiò Blaine, ampliando il suo sorriso << Perciò mi prometti che non permetterai più a quella donna assurda di metterti di cattivo umore?! >>

Kurt sorrise ampiamente e fece segno di sì con la testa.

<< Promesso. >>

<< Benissimo! E adesso, basta parlare di lei. >> Blaine si avvicinò al suo ragazzo e gli mise un braccio attorno alla spalla << Domani dopo la scuola andiamo a fare un giro al centro commerciale, ti va? Potremmo provare quelle poltrone massaggiatrici che abbiamo visto la settimana scorsa e poi andare a un po' di shopping, che ne pensi?! O forse il massaggio è meglio farlo dopo lo shopping? >>

L'espressione sul volto di Kurt s'illuminò di colpo.

<< Dici davvero?! >> domandò con contenuta eccitazione, quasi incredulo << Ma io pensavo che dopo l'ultima volta avresti fatto passare almeno altre tre settimane, prima di tornare a fare spese con me! E' stato estenuante, non te lo ricordi?! >>

Blaine fece spallucce e sospirò.

<< Beh, penso di poter fare un sacrificio. >> rispose << Del resto, non ho più molto tempo a disposizione prima che tu parta per New York; voglio approfittarne adesso finchè ne ho ancora la possibilità! >>

<< Oh, quanto ti amo! >>  Il controtenore si gettò fra le braccia del suo ragazzo e lo strinse forte, rischiando quasi di farlo soffocare << Grazie, grazie, grazie! Non sai quanto mi hai reso felice! >>

<< Hey, fai piano.. >> tossì il giovane Anderson << Così mi strozzi! >>

<< Oh, scusami! >>

Kurt rise e si staccò dalle braccia di Blaine, guardando con un'espressione di pura adorazione.

<< Sai sempre come farmi tornare di buon umore. >> disse dolcemente << Grazie, Blaine. >>

Il moro sorrise di nuovo, gonfiandosi il petto d'orgoglio.

<< Beh, è il mio dovere! >> rispose allegramente << In fin dei conti, sono o non sono il tuo ragazzo? >>

Kurt poggiò la testa sulla spalla di Blaine, sospirando beatamente.

<< Il migliore del mondo. >> mormorò con voce morbida, sbattendo le ciglia con fare civettuolo << E magari questa sera potrei celebrarti come si deve, che ne pensi?! Sai, papà e Carole saranno via fino a domani, e in quanto a Finn...beh, non ci vuole poi molto a sbatterlo fuori di casa con una scusa qualsiasi! >>

Blaine ridacchiò e rivolse al suo ragazzo uno sguardo profondo, particolarmente allettato da quella proposta.

<< Come dirti di no, Kurt?! >> rispose briosamente << Immagino che sarebbe terribilmente scortese, non mi sognerei mai di farti un torto simile! >>

Il controtenore rise, stringendosi forte al braccio del giovane Anderson e posando poi un bacetto sulla sua spalla.

<< Ti amo. >> dichiarò, con estrema semplicità << Sei il migliore. >>

Blaine sorrise ampiamente e sospirò.

<< Che ne dici, torniamo in aula canto? >> propose << Lo so che abbiamo ancora un po' di tempo, ma credo che al professor Shuester farebbe piacere vedere quanto ci siamo impegnando per le Nazionali. >>

Kurt annuì: << Sì, credo che tu abbia ragione! Dai, andiamo! >>

Afferrò Blaine per un braccio e lo trascinò nuovamente in aula canto, ridendo e scherzando insieme a lui, mentre il giovane Anderson sorrideva ampiamente  e con soddisfazione. Voleva goderseli quegli ultimi giorni al McKinley, fino in fondo; voleva bearsi di ogni singolo istante che avrebbe trascorso assieme a tutti i suoi amici, ben consapevole del fatto che, nel giro di poco tempo, quei momenti sarebbero diventati solamente dei meravigliosi ricordi. Ma per adesso, non voleva tormentarsi con quei cattivi pensieri; almeno fino a che non fosse arrivato veramente il momento, Blaine voleva semplicemente vivere il presente, nel modo più semplice e spontaneo possibile.
 
 

*
 
 
 

Il giorno seguente, proprio come aveva promesso Blaine, lui e Kurt trascorsero l'intero pomeriggio al centro commerciale di Lima. 

Era stata una mattinata particolarmente faticosa, soprattutto perchè la Coach Sylvester - incapace di accettare la risposta negativa di Kurt alla sua idea di farlo vestire da donna per le Nazionali - non aveva fatto altro che proporre al giovane Hummel abiti su abiti, tutti particolarmente vistosi ed eleganti, in perfetto stile vintage; sperava che, nonostante le sue iniziali reticenze, si sarebbe deciso a cedere alle sue volontà, ma ovviamente Kurt non aveva la benchè minima intentenzione di arrendersi e piegarsi al suo volere.

<< Quella donna è completamente pazza! >> sentenziò nervosamente il controtenore, seduto assieme a Blaine su una delle poltrone massaggiatrici che stavano provando, dopo una lunga ed estenuante sessione di shopping compulsivo << E' folle, completamente! Mi chiedo come sia possibile che le permettano ancora di lavorare con degli adolescenti! >>

Blaine sospirò profondamente, rilassandosi sulla sua poltrona e dando un sorso al frullato alla frutta che teneva in mano.

<< Dico, ma ti sembra normale?! Solo perchè sono gay, questo non significa certo che mi piaccia vestirmi da donna! E' sessista, oltre che assolutamente fuori di testa! >> 
Il moro annuì, mettendo da parte la sua bibita e chiudendo gli occhi.

<< Sì, sono d'accordo con te. >> disse << Voglio dire, essere gay non ti rende certo un travestito! >>

<< Ecco, appunto! >> esclamò Kurt, sollevando leggermente la testa e facendo attenzione a non far cadere il gelato che teneva in mano << Volevo arrivare proprio lì. >>

<< Dai, Kurt... non te la prendere troppo. >> disse Blaine, cercando di tranquillizzarlo << Lo sai che la Sylvester è una donna un tantino...hem...particolare! Non dovresti arrabbiarti così tanto, non ti fa certo bene. >>

Il controtenore sbuffò, dando una rapida leccata al suo cono gelato, come in cerca di conforto; poi, ad un tratto, il suo sguardo venne catturato da qualcosa all'orizzonte.

<< E' Tina quella? >> domandò, indicando le scale mobili.

Blaine si voltò e vide la loro compagna di scuola mentre veniva già dalle scale con un ingombro di buste fra le braccia, il telefonino fra le mani ed un'espressione visibilmente irritata sul volto.

<< Hey, Tina! Che ci fai qui? >> domandò il moro, non appena quella gli si avvicinò.

Tina sospirò, cercando di sistemarsi meglio tutte quelle buste fra le braccia, facendo bene attenzione a non farle cadere.

<< Sto adempiendo ai miei doveri di addetta ai costumi. >> spiegò << E sto litigando con Mike via sms, perchè secondo lui la mia sfuriata al Glee Club è stata del tutto irragionevole! >>

Kurt e Blaine si guardarono silenziosamente, trattenendosi dal fare qualsiasi tipo di commento.

<< Beh, noi fra poco andiamo a prenderci un prezel caldo. >> disse poi Kurt << Puoi unirti a noi, se ne hai voglia. >>

<< Non posso, devo trovare un tessuto che non contrasti con la carnagione giallognola di Rachel Berry. >> replicò l'asiatica, con una punta di acidume.

Blaine sollevò un sopracciglio, mordendosi un labbro; la gelosia di Tina stava decisamente peggiorando, non vi era alcun dubbio. La ragazza se ne andò senza neanche salutare, litigando furiosamente con il suo cellulare.

Tutto ciò che avvenne dopo fu talmente rapido che Kurt e Blaine fecero a malapena in tempo ad accorgersene: Tina, troppo impegnata a scrivere al cellulare per guardare dove stesse andando, si diresse distrattamente verso la fontana del centro commerciale e vi piombò dentro, sotto gli sguardi attoniti dei presenti.

<< Oddio, Tina! >>

Kurt e Blaine saltarono giù dalle loro poltrone e corsero in soccorso della loro amica, la quale sembrava non essere in grado di uscire fuori dall'acqua.

<< Tina...Tina, stai bene? >> strillò Blaine, piuttosto ingenuamente, allungando un braccio dentro la fontana e cercando di afferrare la ragazza << Tina? >>

<< Prendila...prendila, Blaine! >> fece eco nervosamente Kurt, tenendosi a debita distanza dall'acqua, per paura di bagnare i suoi vestiti.

<< Ci sto provando, ma è veramente pesante! >> replicò il moro, sbuffando << Credo che sia svenuta, speriamo solamente che non affoghi! >> 

<< Beh, non affogherà se tu riesci ad afferrarla per tempo! >> rilanciò Kurt, con fare saccente.

<< E io non riuscirò a prenderla se tu continui a strillarmi nelle orecchie! >> protestò Blaine, cercando di tirare Tina fuori dall'acqua.

Alla fine, dopo qualche tentativo, il giovane Anderson riuscì ad estrarre la ragazza dalla fontana, la quale ci mise appena qualche istante prima di riprendersi, boccheggiando e tossendo, guardandosi freneticamente intorno con aria frastornata.

<< Tina, stai bene? >> domandò nuovamente Blaine, una volta che la ragazza fu ormai in salvo, seduta sul bordo della fontana.

<< S-sì. >> balbettò lei << B-bene, io...sto bene. >>

Blaine tirò un sospiro di sollievo, guardando prima Tina e poi Kurt; era la prima volta che si trovava coinvolto in un'operazione di salvataggio, e doveva ammettere di esserne piuttosto eccitato.

<< Doveva proprio portare quei campioni di tessuto con sè?! >> farfugliò Kurt, estraendo dalla tasca un fazzoletto di carta << Quella seta di charmeuse costa almeno 25 bigliettoni a cottimo. >>

Tina ridacchiò e poi sospirò profondamente, mentre Blaine le porgeva il fazzoletto di Kurt per asciugarsi il viso.

<< Tina, credo che tu abbia battuto la testa; dovremmo portarti al pronto soccorso, potresti avere un trauma cranico. >> aggiunse poi Blaine, preoccupato.

<< Oddio, sembra quasi di essere in un episodio de " I giorni della nostra vita". >> fece eco Kurt, con una punta di eccitazione, ricevendo in cambio un'occhiataccia da parte di Blaine e Tina << Ok, chiedo scusa...stavo solo cercando di sdrammatizzare. >>

Tina storse il naso, passandosi nervosamente una mano fra i capelli bagnati.

<< I-io credo di stare bene. >> rispose con una vocina << Non è necessario che mi portiate al pronto soccorso. >>

<< Ma sei svenuta prima, potresti aver battuto la testa ed esserti fatta molto male! >> insistette Blaine << So che ora ti sembra di stare bene, ma non si può mai sapere! Infondo... >>

<< Blaine, tesoro... così non la stai certo facendo sentire meglio. >> replicò Kurt, sollevando un sopracciglio e facendolo arrossire. >> 

La ragazza sorrise.

<< Beh, tanto immagino che questa roba sia rovinata, ormai . >> disse con fare sconsolato << Di certo non sprecherò un pomeriggio di lavoro! >>

<< Esattamente! Dai, ho la macchina parcheggiata qui vicino; ci metteremo un attimo ad arrivare. Kurt, non è che potresti prestare il tuo poncho a Tina, così da non farle prendere freddo? >>

Kurt sollevò entrambe le sopracciglia, in un'espressione quasi terrorizzata.

<< I-il mio poncho? >> balbettò << E'..è proprio necessario?! >>

Blaine scosse la testa con fare sconsolato.

<< Kurt! >> lo ammonì << Vuoi farla ammalare, per caso?! >>

Kurt fece segno di no con la testa e si decise a sfilarsi l'indumento, porgendolo a Tina, la quale vi si avvolse completamente, sorridendo e rivolgendo lui un'espressione colma di gratitudine. Blaine sorrise ampiamente, mentre il controtenore lo fulminava con lo sguardo.

<< Te ne comprerò uno nuovo. >> promise Blaine, cercando di confortare il povero Kurt, palesemente irritato da tutta quella assurda situazione.

Il giovane Hummel non rispose e si limitò a fare una smorfia, facendo ridere sotto i baffi il suo ragazzo.

Poi tutti e tre si diressero verso la macchina di Blaine e raggiunsero rapidamente il pronto soccorso, dove Tina venne immediatamente visitata da una giovane dottoressa. Fortunatamente la situazione era molto meno grave di quanto Blaine avesse temuto: non vi era alcun truama cranico, Tina aveva semplicemente battuto la testa, procurandosi un leggero bernoccolo che sarebbe andato via nel giro di appena pochi giorni.

Una volta conclusa la visita, Kurt e Blaine riaccompagnarono Tina a casa, con la raccomandazione di fare molta attenzione e di tenere del ghiaccio sul bernoccolo, così da essere certa che si sgonfiasse al più presto.

<< Wow, che giornata assurda! >> commentò Blaine, dopo essere montato nuovamente in macchina con Kurt << Chi avrebbe mai detto che sarebbe successa una cosa simile?! >>

<< Nessuno! >> replicò stizzito Kurt << E scommetto che nessuno avrebbe mai potuto prevedere che fine avrebbe fatto il mio poncho. >> 

Blaine rise: << Eddai, è stato sacrificato per una buona causa. >>

<< E' stato semplicemente sacrificato. >> sbuffò il giovane Hummel << E' ingiusto, sai quanto io sia attaccato ai miei vestiti! >> 

Blaine sospirò.

<< Sì, lo so. >> disse, posando gentilmente una mano sulla spalla di Kurt << Ma non ti fa sentire bene sapere che oggi abbiamo compiuto una buona azione? >>

Kurt si morse un labbro, facendo spallucce.

<< U-un po'. >> rispose a mezza voce << D'accordo, sì. >>

<< E non credi che l'eterna riconoscenza di Tina valga molto più di un poncho, per quanto costoso questo potesse essere? >>

Kurt annuì silenziosamente e il sorriso sul volto di Blaine si ampliò con soddisfazione.

<< Beh, io ho ancora voglia di quel prezel caldo. >> disse quest'ultimo << Che ne dici, siamo ancora in tempo per prenderne uno? >>

Kurt finalmente si lasciò andare ad un vero e proprio sorriso.

<< Credo di sì. >> disse << Se partiamo subito. >>

Blaine rise e, senza indugiare oltre, mise in moto l' auto alla volta del centro commerciale.
 
 
 

*
 
 
 

<< Allora, come vanno le prove per le Nazionali? >>

Erano già trascorsi un paio di giorni dall'incidente di Tina al centro commerciale e le cose all'interno del Glee Club non stavano andando affatto bene; non solo la Coach Sylvester non la smetteva con i suoi metodi da terrorismo psicologico, ma i ragazzi adesso dovevano anche affrontare il fatto che - come aveva mostrato loro Kurt, dopo essere andato a spiare i Vocal Adrenaline - battere i loro avversari sarebbe stato ancora più difficile di quanto avessero mai pensato.

<< Un disastro, Wes! >> esclamò con disperazione Blaine, fissando lo schermo del suo computer sintonizzato su Skype << I Vocal Adrenaline sono a dir poco micidiali,  e quell'Unique è un vero e proprio fenomeno! E' pazzesco, è... è un vero e proprio animale da palcoscenico! >>

Wes sollevò un sopracciglio, guardando il suo amico curiosamente dalla webcam.

<< Molto più di quanto lo sia tu? >> chiese << E' davvero così incredibile?! >>

Blaine sospirò profondamente.

<< E' come me, Kurt, Mercedes e Rachel messi assieme. >> rispose.

Wes fischiò.

<< Cavolo, se è così siete davvero fottuti! >>

<< Grazie, Wes! >> bubbolò acidamente Blaine, storcendo il naso << Me ne ero accorto anche da solo, sai?! >>

Wes fece spallucce, abbozzando un sorrisetto contrito.

<< Che cosa pensate di fare? >> domandò, come se veramente non riuscisse ad immaginare quale potesse essere la risposta del suo amico.

<< Che cosa pensi che faremo, Wes?! >> sbraitò quest'ultimo, irritato << Ci alleneremo fino allo sfinimento, mi pare ovvio! Abbiamo pochissimo tempo a disposizione, dobbiamo assolutamente metterci sotto se vogliamo riuscire a batterli. >>

Wes fece segno di sì con la testa.

<< Sì, lo capisco. A questo punto immagino che il numero della Drag Queen salti, dico bene? >>

<< Vuoi scherzare? >> Blaine guardò l'altro ragazzo come se avesse appena pronunciato chissà quale eresia << Kurt non ci pensa neanche a vestirsi da donna - e come dargli torto, del resto?! Puck ha provato a prendere il suo posto, ma la Coach Sylvester si è opposta, e alla fine il professor Shuester ha deciso di cancellare del tutto il numero. >>

Wes si portò una mano alla bocca, cercando di trattenere le risate.

<< P-Puck vestito da donna?! Stai scherzando?! >> 

<< Assolutamente no. >> rispose Blaine seriamente << E ti posso assicurare che non era un bello spettacolo! Beh, a parte per le gambe: quelle erano veramente fantastiche! >>

Wes scoppiò in una risata fragorosa.

<< Oddio, non ce la faccio! Non riesco a respirare, aiuto! >>

Blaine, nel vedere il suo amico così divertito, non potè fare a meno di ridere a sua volta, realizzando quanto ridicola fosse tutta quella faccenda: far vestire un ragazzo da donna per le Nazionali... la gravidanza doveva aver proprio dato alla testa alla Sylvester!

<< In ogni caso, non credo che dobbiate abbattervi. >> disse ad un tratto Wes, dopo aver placato le risa << E' vero, i Vocal Adrenaline sono spaventosamente bravi e le vostre possibilità di vittoria non sono così alte come speravate - di certo non come quando avete gareggiato contro i Warblers e i D­olci Diesis - ma questo non vuol dire che voi siate destinati a perdere! Di certo non vi dovete arrendere proprio adesso. >>

<< Sì, questo lo so. >> bubbolò Blaine << E' solo che...Oh, Wes! Sono così spaventato! >>

Il giovane Anderson si interruppe e si portò entrambe le mani alle tempie, con disperazione.

<< Questi sono i miei primi campionati nazionali. >> proseguì << Hai idea di quanto io possa sentirmi sotto pressione?! Voglio dire, so bene che non mi è stato assegnato nessun assolo e che, salvo un paio di frasi, tutto quello che farò sarà cantare nel resto del coro e ballare sullo sfondo, ma... >>

<< Hey, fare i cori e dondolare sullo sfondo è un lavoro duro! >> lo interruppe Wes, con una smorfia << Ed è assolutamente dignitoso, molto più di quanto ti creda. >>

Blaine ridacchiò.

<< Guarda che lo so. >> rispose << Il punto è proprio questo: per quanto io possa essere solo un elemento secondario, faccio comunque parte della squadra! E se dovessi sbagliare i passi, dimenticare le parole o commettere chissà quale altro errore a causa della mia ansia?! Finirei per rovinare tutto il nostro lavoro, i ragazzi perderebbero per colpa mia e... >>

<< Frena, frena...frena! >> lo zittì Wes, sbracciando in direzione dello schermo << Blaine, sei sicuro di stare bene?! Perchè io faccio davvero fatica a riconoscerti, ho come la sensazione che tu sia stato rapito dagli alieni; il Blaine Anderson che conosco non è il tipo da lasciarsi prendere dal panico per una competizione di canto, regionale, nazionale o internazionale che sia! >>

<< Beh, sono solo molto bravo a nasconderlo. >> rispose Blaine, abbozzando un sorriso << In genere mi riesce molto facile confortare gli altri e questo mi permette di non pensare troppo alla mia ansia da palcoscenico. E' molto utile: curandomi di ciò che preoccupa gli altri, non ho il tempo per pensare a ciò che preoccupa me. >>

<< E ogni volta che sali sopra un palcoscenico, diventi improvvisamente il re del mondo! >> concluse Wes, sorridendo ampiamente << Non ti ho mai visto cedere, neanche una volta; non un passo fuori posto, non una nota stonata o troppo incerta, sei sempre stato assolutamente perfetto! Sono certo che anche questa volta non sarai da meno, ne sono assolutamente convinto! >>

Blaine sospirò profondamente: << Lo spero davvero. >>

<< Tranquillo, Anderson. >> lo rassicurò l'altro << Non so se sarete abbastanza forti da battere i Vocal Adrenaline, ma sono sicuro che non rovinerete proprio niente; sarete splendidi, come sempre. Me lo sento. >>

Blaine sorrise.

<< Anche se non sarò io il solista? >> chiese scherzosamente.

<< Beh, immagino che a Rachel Berry quel ruolo spetti molto più che a te. >> rispose Wes, facendo spallucce << Del resto è il suo ultimo anno, no? Il prossimo toccherà a te, tranquillo. >>

Blaine rise, per poi tirare un sospiro profondo.

<< Credo che sia molto più di una semplice competizione, per lei. >> disse << So che sta cercando di convincere Carmen Tibideaux ad assistere alle Nazionali, vorrebbe sfruttare il suo assolo per fare una specie di seconda audizione per la NYADA. >>

<< Beh, buona fortuna! >> esclamò Wes, con una punta di sarcasmo << Non sarà facile, dubito che Madame Tibideaux accetterebbe di riservarle un trattamento speciale rispetto a tutti gli altri ragazzi che ha rifiutato durante l'anno. >>

Blaine annuì.

Sì, Wes aveva ragione, ed era certo che anche Rachel ne fosse perfettamente al corrente; ma è davvero così sbagliato continuare a lottare per i propri sogni, anche quando essi sembrano essere ormai del tutto sfumati? E'  così sbagliato andare alla ricerca di un appiglio, persino quando tutto il mondo continua ad accanirsi contro di noi?! No, Blaine non lo credeva affatto.

<< Io penso che sia giusto almeno tentare. >> disse, con voce flebile << Voglio dire, Rachel sa quanto siano basse le sue probabilità di farcela, ma tiene così tanto al suo sogno da non volervi rinunciare neanche adesso! Non vuole arrendersi, non vuole accontentarsi; io trovo che sia davvero ammirevole. >>

Wes sorrise ampiamente e fece segno di sì con la testa.

<< E' una ragazza ambiziosa e piena di talento. >> sentenziò << E sono certo che farà molta strada, qualsiasi cosa il destino abbia in serbo per lei. >>

Blaine non rispose, limitandosi semplicemente a sorridere a sua volta e a fare un lieve cenno con il capo. Wes guardò la sua espressione nel monitor ed allargò il proprio sorriso.

<< Ovviamente questo vale anche per te, Blaine. >> aggiunse << Io mi aspetto grandi cose dal nostro Warbler numero uno! >>

L'altro rise allegramente, gonfiando il petto con orgoglio.

<< Farò del mio meglio. >> commentò << Non ti deluderò Wes, te lo prometto. >>

<< Oh, su questo non ho alcun dubbio. >> ribattè con fierezza Wes << Piuttosto, che cosa ne pensano i tuoi genitori di tutta questa storia? Immagino che sappiano ormai da tempo della tua partenza per Chicago. >>

Blaine sospirò, ed il suo sguardo si rabbuiò di colpo; ultimamente non aveva avuto molto tempo per pensare ai suoi genitori, e avrebbe tanto sperato di poter rimandare quella questione ulteriormente. 

<< Sì, beh.. ovviamente lo sanno da quando abbiamo vinto le Regionali, anche se credo che ormai se lo siano dimenticati. >> bubbolò << Non ne abbiamo più parlato da allora, se non un paio di volte e diverso tempo fa, e se non ricordo male non sono stati di troppe parole; non mi erano sembrati granchè entusiasti, se devo essere sincero. >>

<< Non avrete mica litigato, spero! >> fece Wes allarmato.

<< No, quello no. >> lo rassicurò Blaine << E' solo che... beh, tu sai come sono fatti i miei: mio padre non parla mai con me del Glee Club, e mia madre non è in grado di prendere decisioni senza il suo consenso. >>

<< Temi che non ti lascerebbero partire? >>

<< No, questo lo escludo. Però ho come la sensazione che non sarà una chiacchierata piacevole. >>

Wes sollevò leggermente le spalle, storcendo il naso.

<< Beh, non ti invidio per niente. >> disse << Quando pensi di parlargliene? >>

<< Domani il professor Shuester consegnerà i permessi per partire. >> rispose Blaine << Mamma e papà dovranno firmarli, per cui immagino che gliene parlerò subito dopo la scuola. >>

<< Sì, direi che è un'ottima idea. >> approvò Wes, sorridendo << Tranquillo, Dapperson; te la caverai anche questa volta. >>

Blaine rise, immediatamente seguito dal suo amico.

<< Grazie, Wes. >> disse poi, dopo aver ripreso fiato << E' bello sapere che ho sempre il tuo supporto. >>

<< Beh, mi sembra il minimo! >> esclamò l'altro << In fin dei conti sono stato io a farti entrare nei Warblers, si può dire che io abbia dato il via alla tua carriera musicale! Sono il tuo talent scout, è naturale che io mi preoccupi del tuo successo. >>

Blaine rise di nuovo.

<< Vorrà dire che ti assumerò come manager quando diventerò famoso. >> commentò allegramente.

<< Oh, io ci sto! >> acconsentì l'altro << A che cosa mi serve una laurea in economia, dopo tutto?! >>

<< Già, potresti campare semplicemente prendendoti cura della mia carriera di artista! >>

Vi fu un'altra risata, poi i due ragazzi si ricomposero, rivolgendosi nelle rispettive webcam uno sguardo ed un sorriso complici.

<< Adesso devo staccare. >> annunciò Wes << Ho promesso a Jenny che le avrei telefonato alle sei e sono già in ritardo, non posso rischiare di essere fatto fuori. >>

<< Oh, allora vai! >> rispose Blaine ridacchiando << Non voglio essere responsabile della tua morte! >>

<< Tranquillo, mi perdonerà! So essere molto persuasivo quando voglio. >> 

Blaine non potè che scoppiare a ridere ancora una volta, di fronte all'espressione sorniona e maliziosa del suo amico.

<< Ciao Wes, a presto. >>

<< Ciao Bi, stammi bene! E non preoccuparti per i tuoi, vedrai che ce la farai. >>

Blaine annuì e, dopo un ultimo saluto, interruppe la comunicazione, cliccando con il mouse sul pulsante di spegnimento di Skype.
 
 
 

*
 
 
 

Il giorno seguente, proprio come Blaine aveva anticipato a Wes, il professor Shuester distribuì i permessi per la partenza per le Nazionali, e quella sera stessa il giovane Anderson si presentò dai suoi genitori con in mano una penna ed il documento, una profonda sensazione di ansia che lo avvolgeva e lo consumava completamente. Non capiva neanche la ragione di tutta quella tensione, in fin dei conti suo padre e sua madre sapevano da mesi ormai che Blaine e i suoi compagni di scuola sarebbero andati fino a Chicago per gareggiare alle Nazionali; eppure, dentro di sè, il ragazzo aveva le netta sensazione che qualcosa sarebbe andato inevitabilmente storto e, purtroppo, non ci mise poi molto a rendersi conto che i suoi sospetti non erano poi del tutto infondati.

<< M-mamma? P-papà? >>

I signori Anderson, seduti sul divano del salottto, abbandonarono le loro letture e si voltarono verso il figlio, il quale se ne stava in piedi sull'uscio, quasi paralizzato dalla paura.

<< Che c'è, tesoro? >> domandò dolcemente sua madre << Hai bisogno di qualcosa? >>

Blaine tirò un enorme sospiro d'incoraggiamento e si avvicinò a passo lento ai suoi genitori, porgendo loro il foglio spiegazzato e la penna stilografica.

<< V-volevo ricordarvi che fra cinque giorni il Glee Club andrà alle Nazionali di Chicago. >> disse timidamente << C-con il fatto che si tengono in un altro stato, c'è bisogno del permesso di entrambi i genitori per partire. >>

<< Oh, giusto! >> esclamò allegramente la signora Anderson, afferrando il foglio e la penna, e leggendo rapidamente il contenuto del documento << Chicago, eh? Ci sono stata un paio di volte da ragazzina; non è certo la mia città preferita, ma ho assistito a qualche delizioso spettacolo teatrale quando ero laggiù. Mi auguro che arriviate primi, tesoro; sarebbe una gran bella soddisfazione per me e tuo padre. >>

Firmò rapidamente il permesso e lo porse di nuovo a Blaine, il quale stava fissando nervosamente suo padre, seduto in silenzio nella stessa, identica posizione in cui lo aveva trovato quando aveva messo piede nella stanza.

<< D-dovresti firmarlo anche tu. >> tartagliò il ragazzo << E' necessario il consenso di entrambi i genitori. >>

Il signor Anderson non rispose, ma allungò lentamente un braccio nella sua direzione e gli strappò il foglio dalle mani, senza neanche degnarlo di uno sguardo; Blaine si mise istintivamente sull'attenti, messo chiaramente in soggezione da quel suo gesto repentino.

<< E'...è tutto scritto lì. >> mormorò << Partiremo di mattina e arriveremo... >>

<< Sto leggendo. >> lo freddò suo padre, in tono burbero.

Blaine si zittì ed arretrò leggermente, intimorito. Richard Anderson sollevò appena appena lo sguardo dal foglio, un sopracciglio inarcato ed un'espressione quasi irritata.

<< Quando la smetterai con queste sciocchezze, Blaine? >> domandò severamente << Quando capirai che questa non è la tua strada? >>

Blaine impallidì, un'improvvisa sensazione di vuoto che andò ad opprimergli lo stomaco. 

Perchè, si domandò, suo padre doveva essere sempre tanto duro con lui? 

<< Non mi sembra di chiedere tanto, papà. >> disse a mezza voce << Ho solo bisogno che tu mi firmi quel permesso. >>

<< Sai che non ti porterà da nessuna parte, vero? >> insistette l'uomo, ignorando completamente le sue parole << Vincere questa stupida gara, anche solo parteciparvi, non porterà mai a nulla di buono! Non ti farà vincere una borsa di studio in alcun college prestigioso, non ti fornirà crediti extra per la tua carriera scolastica. >>

Blaine sbuffò; suo padre lo stava facendo di nuovo, stava completamente ignorando la questione di partenza e la stava rigirando a suo favore, facendone semplicemente la perfetta scusa per mettere per l'ennesima volta in discussione le scelte di suo figlio e tutto ciò che egli riteneva essere veramente importante per sè stesso e per la propria vita.

<< Questo che cosa diavolo c'entra? >> bubbolò Blaine, cercando di mantenere la calma.

<< Blaine, non rispondere a tuo padre! >> lo ammonì la signora Anderson, guardandolo di traverso.

Blaine si morse un labbro, sforzandosi di rimanere in silenzio, sotto lo sguardo colmo di disappunto di suo padre.

<< Non ti importa del tuo futuro, Blaine? >> sbraitò il signor Anderson << Non vuoi essere ammesso ad Harvard, o a Yale, o a Princeton?! Non hai alcun tipo di ambizione?! >>

<< Cooper non è andato al college, eppure non ti sei mai lamentato di lui! >> rispose Blaine a tono, non potendo più trattenersi dal rispondere a quelle provocazioni.
Suo padre sbuffò.

<< Tuo fratello è un artista. >> ribattè con fare sprezzante << Ha sempre fatto tutto ciò che gli passava per la testa, sin da quando era solamente un bambino. Ma non ci ha mai delusi e io non posso che ritenermi soddisfatto per come sono riuscito a tirarlo su. >>

<< Stai forse dicendo che io non ti ho mai dato alcuna soddisfazione?! >> saltò su Blaine, adirandosi ulteriormente << Che non sei fiero di me?! Oppure pensi che io non possa essere all'altezza di Cooper?! Che non sia un artista e che mio fratello sia il solo ad avere talento, in questa famiglia?! Magari  se avessi assisito ad almeno una delle mie esibizioni, avresti capito che non è così! >>

<< Blaine! >> lo implorò sua madre << Ti prego... >> 

<< Lo stai facendo di nuovo, vedi?! >> continuò il moro, rivolgendosi a suo padre << Continui a trattarmi di merda, a farmi credere di essere un fallito e di non valere niente! Chissà, forse la penseresti diversamente se fossi io il figlio etero! >> 

Il silenziò piombò di colpo nella stanza e le guance di Blaine si infiammarono violentemente, quasi come se il ragazzo si fosse improvvisamente pentito di ciò che aveva appena detto e se ne vergognasse profondamente; sentiva davvero tutto quello che aveva rinfacciato a suo padre, provava simili sentimenti da anni ormai, ma forse non era esattamente quello il momento ed il modo migliore per liberarsi da quell'enorme macigno che gli opprimeva il petto. 

L'uomo, tuttavia, sembrò non essere colpito più di tanto da quell'improvviso quanto inaspettato spasmo di rabbia, e si limitò semplicemente a sollevare leggermente le spalle, storcendo il naso con arroganza.

<< Blaine. >> disse in tono cupo << Ne abbiamo già parlato. Sai molto bene quanto io creda nelle tue capacità, ma preferirei che tu impiegassi il tuo tempo in qualcosa di più costruttivo, come ad esempio il football o.. >>

<< Certo, perchè cantare ed adorare i musical non è abbastanza virile! >> lo interruppe Blaine, con pungente astio << Riesci ad accettarlo solamente quando è Cooper a farlo, quando si tratta di me cambi immediatamente opinione; non ti va giù il fatto che tuo figlio sia un finocchio, vero?! Beh, ma è proprio ciò che sono e tu dovresti imparare ad accettarlo una volta per tutte! Io sono così, questo sono io. E queste sono le mie passioni, tu non hai alcun diritto di dirmi cosa posso o non posso fare! >>

La signora Anderson trattenne il respiro, guardando prima suo marito e poi Blaine, con sguardo timoroso.

<< Blaine, quello che tuo padre sta cercando di dirti è che... >>

<< So bene che cosa sta cercando di dirmi. >> la freddò Blaine << Come al solito, non gli sta bene niente di quello che faccio, e pretende di avere sempre la migliore soluzione a qualsiasi cosa. Ma la vuoi sapere una cosa, papà?! Non mi importa. >>

<< Blaine... >>

<< Non mi importa, perchè io non andrò in nessuno di quelli stupidi College che a te piacciono tanto. Nè a Yale, nè ad Harvard, nè a Princeton...da nessuna parte! Dei tuoi progetti non mi importa un fico secco, io andrò a vivere a New York e... >>

<< New York?! >> 

Suo padre lo guardò con espressione sconcertata, le pupille completamente dilatate proprio come le sue narici, uno sguardo di pura rabbia che si rifletteva nei suoi occhi. Blaine deglutì, leggermente tremante.

<< S-sì. >> rispose con decisione << New York. >>

Il signor Anderson storse il naso e fece una specie di boccaccia.

<< E' stato lui a metterti questa ridicola idea in testa. >> sbraitò << Quel...coso... ti ha fatto il lavaggio del cervello, come sempre! >> 

<< Non osare parlare di Kurt in questo modo! >> strillò Blaine, furente << Tu non capisci, non hai mai capito niente! Sei solamente uno stronzo, un.. >>

Il signor Anderson interruppe le sue parole con uno schiaffo in pieno viso, alzandosi di scatto dal divano; la signora Anderson si portò entrambe le mani alla bocca e Blaine si morse un labbro con forza, trattenendo le lacrime e massaggiandosi lentemente la guancia colpita.

<< Non azzardarti mai più a rispondermi in questo modo. >> sibilò a denti stretti Richard, continuando a fissare il figlio con occhi pieni di rabbia e delusione << Sono tuo padre, ed esigo rispetto. >>

Blaine tirò col naso, respirando affannosamente.

<< E non credi che anche io meriti un po' di rispetto? >> mormorò << Forse non sono Cooper e per te non sarò mai alla sua altezza, ma anche io sono tuo figlio. Prova a dimostrare di tenere anche a me ed ai miei sogni, invece che provare a trasformarmi nel figlio perfetto che non sono. >>

<< Blaine.. >> echeggiò sua madre, quasi sull'orlo delle lacrime << Per favore, adesso calmati. >>

<< Perchè, altrimenti che cosa succederà?! >> domandò Blaine, ridendo quasi istericamente << Si rifiuterà di firmare il permesso per mandarmi a Chicago? Oppure mi obbligherà ad iscrivermi ad uno di quei fottutissimi College che gli piacciono tanto?! Magari proverà a colpirmi un'altra volta, magari con uno schiaffo ancora più violento. >>

Si voltò verso suo padre e lo guardò con aria di sfida.

<< Non ho paura dei tuoi schiaffi, papà. >> disse con voce ferma << Tu credi che facciano male, ma ti assicuro che non sono assolutamente niente in confronto al dolore che ho provato a causa tua in tutti questi anni. Non mi farai cambiare idea sul mio futuro, non sarai certo tu a farmi venire dei dubbi; io andrò a New York e diventerò un artista, che a te piaccia o no. Non mi importa se per te sarà un' ennesima delusione, io non ci sto a farmi trattare in questo modo da te, non più. >>

Il signor Anderson aggrottò un sopracciglio e sbuffò, strappando la penna stilografica dalle mani di sua moglie e firmando rapidamente il foglio del permesso di Blaine.

<< Ecco qua. >> disse, porgendo il foglio al ragazzo << Vai pure a divertirti con i tuoi amici, tutto ciò che farai non mi riguarda più. >>

Si alzò dal divano e si precipitò fuori dalla stanza, borbottando qualcosa di incomprensibile; la madre di Blaine scosse la testa con fare sconsolato e rivolse a suo figlio uno sguardo di disappunto.

<< Oh, Blaine! >> disse lei << Mi spieghi per quale assurda ragione ti diverti così tanto a provocarlo? >>

<< Io lo provoco?! >> replicò nervosamente Blaine << Ma non vedi come mi tratta?! E io dovrei semplicemente chinare la testa e lasciarlo fare, permettere che sia lui a fare le scelte che dovrei fare IO riguardo alla mia vita?! >>

Sua madre sospirò profondamente.

<< Lo so che a volte tuo padre utilizza un modo un po' troppo..hem....diretto, per dire le cose. >> ribattè << Ma tutto ciò che dice e fa, è per il tuo bene. Lui si preoccupa per il tuo futuro, e... >>

<< A lui non importa un bel niente del mio futuro! >> bofonchiò Blaine << Se così fosse, proverebbe almeno ad ascoltarmi, metterebbe da parte l'orgoglio e tenterebbe di venirmi incontro! Invece si preoccupa esclusivamente di sè stesso e di quanto lo farebbe sentire fiero di sè stesso avere un figlio che frequenta uno dei migliori College di tutta la Nazione; credi che non sappia quanto muore dalla voglia di vantarsene con i suoi colleghi a lavoro?! >> 

<< Smettila di essere così ingiusto, Blaine. >> lo interruppe sua madre << Lui stava solamente... >>

<< ... cercando di dirmi che non merito il suo appoggio. >> concluse Blaine al posto suo << Evidentemente, io non sono abbastanza bravo da farcela; non per lui, almeno. Del resto è sempre stato così, dico bene? E' sempre stato Cooper il figlio perfetto, il suo preferito! Bello, popolare, sempre all'apice del successo...etero. Io non sarò mai alla sua altezza, non per papà. >>

<< Blaine, ascolta... >>

<< La verità è che a lui non sta bene ciò che sono! E' per questo che sta cercando di trasformarmi nel figlio perfetto che ha sempre sognato, sta cercando di fare di me il suo burattino, quello che lui avrebbe tanto voluto da parte mia. Ma non succederà mai; io non mi piegherò al suo volere, da adesso in poi farò solamente di testa mia. >> 

Judit Anderson sospirò per quella che fu come minimo la decima volta, sempre più esasperata.

<< Non riesci proprio ad essere un po' più comprensivo, eh?! >>

Blaine storse il naso.

<< Non mi va di essere comprensivo. >> disse << Adesso, se non ti dispiace, vorrei solamente restarmene un po' per conto mio. >>

Senza aggiungere altro, si diresse rapidamente in camera sua, sbattendo violentemente la porta e gettandosi sul letto, scoppiando in un pianto a dirotto; per quanto non potesse che riternersi estremamente soddisfatto per essere riuscito ad ottenere il suo permesso per partire - c'era stato un attimo in cui Blaine aveva avuto seriamente il terrore che suo padre si sarebbe rifiutato di firmare - si sentiva ferito ed addolorato come ormai non gli accadeva più da tempo. 

Per l'ennesima volta in tutta la sua vita, suo padre era riuscito a farlo sentire come un vero e proprio fallito, e quella era una cosa che Blaine detestava con tutto sè stesso; ogni volta che credeva di essere abbastanza forte da poter superare qualsiasi cosa, ogni volta che il suo cuore gli diceva di essere diventato ormai abbastanza resistente da non lasciarsi scalfire da tutto quel disprezzo, suo padre riusciva chissà come a far crollare completamente tutte le sue difese, come un minuscolo castello di sabbia di fronte ad una violenta tempesta di vento. 
Per quanto tempo ancora sarebbe stato in grado di resistere a tutto questo? Non molto, pensava Blaine; non era facile fingere che tutto quel dolore non fosse poi così terribile, per quanto fosse particolarmente bravo a farlo.

Non era bello dover convivere con la continua sensazione di non valere abbastanza, di non essere così speciale come avrebbe voluto, di essere qualcosa di cui suo padre pensava di doversi vergognare, piuttosto che esserne fiero. Quante volte Blaine aveva cercato di compiacerlo, quanti tentativi aveva fatto per rendersi speciale ai suoi occhi, esattamente come lo era suo fratello Cooper; ma non era mai servito a niente.

" Tu non sei come Cooper, Blaine; mettitelo bene in testa, non potrai mai essere alla sua altezza. Non per lui. "

Blaine tirò su col naso, asciugandosi le lacrime e cercando lentamente di placare i singhiozzi; quella ferita così provonda e ancora fresca bruciava tremendamente dentro di lui, ma la sua forza di volontà e la sua voglia di riscatto erano sufficientemente forti da permettergli di reagire.

" Non ti lascerò vincere stavolta. " si disse mentalmente " Andrò a Chicago e vincerò quel trofeo! Le Nuove Direzioni batteranno i Vocal Adrenaline e io ti dimostrerò finalmente quanto valgo, quanto è giusto che tu sia orgoglioso di me. Non mi butterai giù, papà, non questa volta; io sono più forte di te. "

Sollevò la testa e serrò i pugni con forza, inspirando ed espirando profondamente e con lentezza; sapeva di potercela fare, era abbastanza deciso e determinato da poter arrivare fino in fondo, ed era esattamente ciò che avrebbe fatto. Fino alla fine, Blaine avrebbe continuato a combattere, così da poter dimostrare a tutta la sua famiglia quanto valesse, quanto potesse essere brillante, tenace e pieno di talento.

Forse persino più di suo fratello Cooper.
 
 
 
*
 
 
 
 
Mancavano appena tre giorni alla partenza delle Nuove Direzioni per Chicago e l'atmosfera al McKinley si stava facendo sempre più febbricitante, tra le imminenti gare ed il giorno del Diploma, ormai alle porte. 

I ragazzi del Glee Club erano esausti: il professor Shuester e la Coach Sylvester non avevano alcuna pietà di loro, li costringevano a provare per ore ed ore - anche dopo la fine delle lezioni - e non perdevano mai l'occasione di ricordare loro quanto importanti fossero quelle gare e quanto potesse essere difficile riuscire a battere i Vocal Adrenaline.

" Se state cercando di motivarci " pensava Blaine " Non state facendo proprio un ottimo lavoro! "

Fortunatamente, tra una prova e l'altra, i ragazzi riuscivano comunque a trovare un po' di tempo per svagarsi e distrarsi dalla tensione delle gare e della scuola, ridendo e scherzando assieme, raccontandosi tutte le loro ultime novità e i più interessanti pettegolezzi della giornata. Erano gli ultimi giorni ancora a disposizione per stare insieme e non avevano alcuna intenzione di sprecare neanche un solo istante del loro tempo.

<< Wow, allora la professoressa Doosenberry ti ha veramente concesso una seconda possibilità?! >>

<< Puck, ma è fantastico! Spero che almeno questa volta tu riesca a passare quel test. >>

Erano appena finite le lezioni e Blaine aveva deciso di trattenersi per qualche minuto con i suoi amici in aula canto, per scambiare  quelle che Puckerman amava solitamente definire "quattro chiacchiere fra uomini"

<< Beh, devo farcela. >> disse Puck << Superare quel test di geografia è la mia unica occasione per potermi diplomare, non posso assolutamente permettermi di sprecarla! >>

Blaine sorrise ampiamente, particolarmente compiaciuto dalla determinazione del suo amico.

<< Sono certo che ce la farai! >> disse allegramente << Tu sei un tipo tosto, puoi superare qualsiasi cosa! >>

Puck abbozzò un sorriso, sollevando un sopracciglio.

<< Qualche volta anche io mi lascio prendere dal panico. >> disse mestamente << E non sono così forte come sembro; ci sono cose, nella vita, che riescono a piegare anche me. >>

<< Beh, ma ogni volta riesci sempre a rimetterti in piedi. >> gli rispose Finn, sorridendo << Sei indistruttibile, Puck; possono scalfirti, ma non ti spezzeranno mai. >>

Puck ampliò il suo sorriso e i suoi amici lo imitarono; si respirava un'atmosfera meravigliosa - Blaine non potè fare a meno di sentirlo - ed era triste pensare che, di lì a breve, i ragazzi avrebbero dovuto dirsi addio, almeno in parte.

<< Ma ci pensate? >> disse ad un tratto Sam << Fra pochi giorni sarà tutto finito: la scuola, il Glee Club...tutto quanto! >>

<< Hey, non dire così! >> intervenne Blaine, guardandolo di traverso << Non finirà proprio tutto; la nostra amicizia durerà per sempre...dico bene? >>

I ragazzi lo guardarono e sorrisero; era buffo come proprio lui - uno degli ultimi arrivati, colui che un tempo veniva visto come un rivale, piuttosto che come un compagno - sentisse così vivo quel sentimento di stima, affetto e complicità che teneva legati lui e i suoi compagni.  E dire che, all'inizio, aveva fatto così tanta fatica a sentirsi accettato in quella nuova scuola e da quelli che, adesso, erano diventati i suoi migliori amici; ora, a così pochi giorni dalla fine della scuola,  non riusciva neanche a trovare il coraggio di dir loro addio.

Finn, seduto di fianco a lui, posò una mano sulla sua spalla e diede lui un leggero colpetto affettuoso.

<< Giusto, Blaine. >> rispose con voce morbida << La nostra amicizia non potrà mai, mai finire. >>

Blaine sorrise beatamente e fece segno di sì con la testa, guardando i suoi amici con adorazione.

<< E' davvero triste non poterci diplomare tutti assieme. >> disse Artie, con velata malinconia << Detesto essere solamente al terzo anno! >>

<< Già, a chi lo dici! >> fece eco Rory << Mi sembra di aver perso così tanto tempo! Vi conosco da pochi mesi, ma mi sono affezionato così tanto a voi! Avrei voluto poter trascorrere più tempo in questa scuola. >>

<< E io, allora?! >> aggiunse Joe << Io sono l'ultimo arrivato, praticamente quasi non vi conosco! >>

<< Oh, ma che importa da quanto tempo siamo qui?! >> esclamò ad un tratto Blaine, alzandosi in piedi << Ciò  che conta è quello che siamo diventati, quello che abbiamo vissuto assieme... che importa quanto tempo ci abbiamo messo ad arrivare fino a qui?! In un modo o nell'altro, lo abbiamo fatto insieme. >>

Guardò tutti gli altri presenti ad uno ad uno.

<< Quando sono arrivato al McKinley, non credevo che sarei mai riuscito ad ambientarmi. >> disse << Volevo semplicemente stare vicino a Kurt, e inoltre speravo che tornare in una scuola pubblica mi avrebbe aiutato a superare tutte le mie vecchie paure, in qualche modo. Ma i primi tempi sono stati davvero duri: ero solamente un estraneo, un rivale, e sentivo di non essere veramente al mio posto, in questa scuola. >>

Il suo sguardo si soffermò per qualche istante su Finn, il quale gli rivolse un sincero sorrisetto contrito, mortificato.

<< Ma poi le cose sono cambiate. >> proseguì il giovane Anderson << Voi avete imparato ad accettarmi, mi avete fatto entrare nel gruppo a tutti gli effetti e avete permesso che mi sentissi finalmente in pace con me stesso, e con tutti voi. >>

Fece una pausa, tirando su col naso e deglutendo rapidamente, in preda alla commozione.

<< Sapete, io... io mi sono sempre sentito al sicuro alla Dalton. >> disse << Dopo l'incidente al ballo scolastico della mia vecchia scuola e tutti quei mesi di tortura trascorsi fra una lezione e l'altra, mi ero convinto che quella fosse la mia casa, il solo luogo a cui appartenessi veramente! Ma mi sbagliavo: la Dalton non era una casa, ma solamente la mia gabbia dorata; mi custodiva e mi proteggeva, ma lì dentro non ero poi così libero come credevo di essere. >>

<< Aspetta, sono confuso. >> lo interruppe Artie << Credevo che tu fossi felice con i Warblers e che la Dalton fosse davvero un luogo perfetto e meraviglioso, una specie di "Paradiso scolastico" o roba del genere! >>

Blaine ridacchiò.

<< Oh, lo è... lo è davvero. >> rispose, accennando un sorriso << Forse lo è fin troppo. La verità è che, dopo aver conosciuto Kurt ed essermene innamorato, ho compreso quanto effettivamente io mi stessi perdendo dalla vita, quanto la Dalton mi stesse tenendo prigioniero, impedendomi di vivere al meglio la mia esistenza.  Sì, quella scuola è stata il mio rifugio quando sono scappato dal Jefferson ed avevo bisogno di sentirmi protetto, di stare lontano da tutti coloro che non erano in grado di capirmi e di accettarmi; mi ha tenuto al sicuro, mi ha accudito, ma non mi ha mai aiutato a crescere e superare le mie paure. Del resto, come avrebbe potuto? Non ho mai avuto la possibilità di affrontarle nuovamente, la Dalton ha sempre fatto in modo di tenermi lontano da esse. >>

Altra pausa; i suoi occhi si riempirono lentamente di lacrime, lacrime che - questa volta - non fu assolutamente in grado di trattenere.

<< Trasferendomi al McKinley, ho finalmente avuto la possibilità di affrontare tutti quegli ostacoli che la Dalton era solita affrontare al posto mio. E' stato difficile, non lo nascondo, ma sono fiero di averlo fatto! Sapete, all'inizio credevo di aver preso questa decisione prevalentemente per Kurt, ma poi ho capito che lo stavo facendo soprattutto per me stesso, per uscire da quella prigione e permettermi finalmente di tornare a vivere nel mondo reale. >>

Finn lo guardò e sorrise, intenerito.

<< Quindi tu non rimpiangi di essere venuto qui al Mckinley? >> chiese.

Blaine scosse la testa, sorridendo a sua volta.

<< E' qui che ho capito veramente chi sono e che cosa voglio dalla vita. >> dichiarò << Ho imparato a far fronte a tutti i pericoli che, ingenuamente, mi ero lasciato alle spalle trasferendomi la prima volta e ho capito che il modo migliore per superare le proprie paure non è fingere che esse non esistano, ma avere il fegato di affrontarle a muso duro. >>

Il sorriso di Blaine si estese lungo tutto il suo viso ed un intenso bagliore di orgoglio guizzò nelle sue iridi.

<< La verità è che non appartengo a nessun luogo; appartengo solamente a me stesso, ed è proprio qui al McKinley che ho ritrovato finalmente il coraggio di esserlo. >>

I suoi amici sorrisero e corsero verso di lui, intrappolandolo in uno stretto abbraccio collettivo. Blaine rise di gusto, beandosi di quella splendida sensazione di affetto e complicità che lo stava completamente avvolgendo; non si era mai sentito così felice ed a suo agio con qualcuno che non fosse Kurt, ed era incredibilmente felice che stesse succedendo proprio in quel momento, con i suoi compagni si scuola, i suoi veri migliori amici. Per la prima volta dopo anni, Blaine sentiva di avere veramente ritrovato sè stesso; non era più il ragazzino spaventato che veniva preso continuamente di mira dai bulli, nè quel ragazzo fin troppo perfetto, composto e sempre maledettamente impeccabile che era quando frequentava la Dalton.

Era semplicemente Blaine e poteva finalmente ricominciare a brillare con tutto il suo splendore, lasciare nuovamente risplendere senza alcun timore tutta la sua meravigliosa luce; una luce che, per troppo tempo, era stata così brutalmente affievolita dall'ombra e dall'oscurità delle sue paure.
 
 
 


*
 
 
 


La sera della vigilia della partenza per Chicago, Blaine la trascorse a casa di Kurt; dal momento che lui e suo padre non si parlavano ormai da giorni e che sua madre faceva una tremenda fatica a mantenere l'equilibrio in casa, il giovane Anderson aveva pensato che quella fosse la soluzione migliore, almeno per garantire a sè stesso un po' di serenità e di tranquillità prima del grande evento.

Erano ormai quasi le undici e Kurt e Blaine non riuscivano a prendere sonno, nonostante la consapevolezza che, il giorno dopo, avrebbero dovuto alzarsi molto presto per la loro partenza.

<< Sei nervoso? >>

Kurt, avvinghiandosi fra le braccia del suo ragazzo, sollevò leggermente la testa e lo guardò con un leggero sorriso sulle labbra; Blaine sorrise a sua volta, un po' impacciatamente.

<< Un po'. >> ammise quest'ultimo << Sai, questa è la prima volta che partecipo ad una competizione Nazionale e ho paura di non essere ancora pronto. >>

Kurt rise: << Ma che stai dicendo? Tu sei nato pronto! >> 

<< Sì, beh... >> Blaine sospirò profondamente e si strinse con maggiore intensità nell'abbraccio del suo compagno << Forse è così, ma non riesco proprio a smetterla di agitarmi! Chissà, forse sono ancora nervoso per il modo in cui io e mio padre abbiamo discusso, oppure sono solamente terrorizzato per come potrebbero andare le Nazionali. Ti rendi conto di quanto importante sia questo momento, per tutti noi?! Si tratta del nostro destino, di quello di Rachel soprattutto! Come puoi essere tanto tranquillo?! >>

Il controtenore ridacchiò, tirando un enorme sospiro profondo.

<< In realtà anche io ho paura. >> confessò << Davvero tanta, e sono certo che una volta arrivati a Chicago incomincerò a dare i numeri come al solito! Ma adesso mi sento sorprendentemente bene. >>

Blaine sorrise ampiamente, accarezzando il viso di Kurt con il dorso della mano.

<< Beh, allora potresti provare a trasmettere un po' della tua tranquillità anche a me. >> disse dolcemente, facendo scorrere le sue dita lungo la pelle morbida dell'altro << Penso che potrebbe farmi bene, sai? >>

Kurt sorrise maliziosamente e si staccò dall'abbraccio di Blaine.

<< Oh, beh... >> disse, afferrando i polsi dell'altro e mettendosi a cavalcioni sopra di lui << Se vuoi io conosco un metodo infallibile per farti passare l'ansia; vogliamo provare?! >>

Blaine rise, mentre Kurt si sporse verso di lui e fece scontrare i loro nasi, guardandolo negli occhi con un bagliore di lussuria negli occhi.

<< Hey, Kurt... >> sussurrò Blaine, sfiorando le labbra del controtenore con le proprie << ..stai davvero pensando a ciò che penso io? >>

<< Beh, tu che ne pensi? >> rispose Kurt, passando una mani fra i capelli ricci di Blaine, il quale sorrise con soddisfazione.

<< E tuo padre e Finn? >> chiese il giovane Anderson << Non credi che potrebbero sentirci? >> 

<< Oh, ma noi faremo molto piano. >>  gli rispose Kurt, per poi catturare le sue labbra in un morbido bacio appassionato.

Blaine cinse la vita dell'altro con le sue braccia e lo tirò a sè, ricambiando il bacio con ardore e stringendolo con fare possessivo.

<< Domani mattina saremo molto stanchi. >> bisbigliò il moro fra le labbra di Kurt << E avremo delle occhiaie terribili! >>

<< Oh, basterà un po' di correttore! >> replicò Kurt, mordicchiando la bocca di Blaine << E poi, il viaggio per Chicago è lungo; potremo dormire sull'autobus. >>

Blaine si lasciò convincere e ricominciò a baciare il suo ragazzo, facendo scorrere le dita lungo la sua schiena, mentre questi infilava una mano sotto la sua canotta, accarezzandogli gentilmente gli addominali.

<< Sono davvero fiero di noi. >> disse a bassa voce Kurt, muovendo la mano lungo il petto del suo ragazzo << Chi avrebbe mai detto che saremmo arrivati fino a questo punto? >>
Blaine si staccò dalle labbra di Kurt e rimase per qualche secondo a fissarlo, senza smetterla di accarezzare la sua schiena e il suo sedere.

<< Io l'ho sempre saputo. >>  disse << Ho sempre saputo che saremmo arrivati lontano. Anche se, in effetti, non credevo che saremmo arrivati così lontano. >> 

Kurt rise, disegnando dei piccoli cerchi immaginari attorno all'ombelico di Blaine.

<< Sono contento che anche tu ne faccia parte. >> dichiarò << E' bello gareggiare con te e non contro di te! Credo di non essere mai stato così felice in tutta la mia vita. >>

Blaine sospirò beatamente, vibrante di soddisfazione.

<< Quando mi sono trasferito al McKinley non avrei mai creduto che le cose sarebbero andate in questo modo. >>  ammise << Temevo che avrei trascorso l'intero anno scolastico come un pesce fuor d'acqua e che tu saresti stato l'unica persona in grado di farmi sentire a casa. Ma mi ero sbagliato; il McKinley è stato la mia salvezza, è diventato il luogo più importante della mia vita e sono felice di potervi trascorrere anche il mio ultimo anno. >>

<< Non pensi che sentirai la mia mancanza? >> domandò Kurt ridacchiando.

Blaine sorrise.

<< Da morire. >> rispose sinceramente << Ma almeno non sarò da solo, avrò ancora i ragazzi a farmi compagnia. Starò bene con loro, sarà come avere ancora un piccolo frammento di te dentro al mio cuore. >> 

Il sorriso sul volto di Kurt si ampliò e il ragazzo tirò leggermente su col naso, visibilmente commosso.

<< S-sono felice di sentirtelo dire. >> farfugliò << Anche se spero che non sia necessario il Glee Club, per ricordarti di me. >>

Blaine sorrise nuovamente e, in risposta, posò un ennesimo bacio sulle labbra di Kurt, stringendosi a lui più che potè, mentre il controtenore faceva scivolare la sua mano fino al bordo dei suoi pantaloni; entrambi sapevano che, il giorno seguente, sarebbero stati fin troppo stanchi per fare qualsiasi cosa, ma non gliene importava poi così tanto. 

Almeno, pensò Blaine, quello sarebe stato un ottimo modo per mandare via tutta l'ansia e la preoccupazione per le Nazionali.
 
 
 



*
 
 
 

<< Blaine, muoviti! Siamo in ritardo! >>

<< Kurt, di' al tuo ragazzo di spicciarsi; l'autobus partirò fra pochi minuti, non possiamo permetterci di tardare! >>

Blaine cercò disperatamente di stare al passo con Kurt e Finn, trascinandosi dietro la pesantissima valigia nella quale aveva ordinatamente riposto tutti i suoi vesiti ed accessori, quasi avesse dovuto star fuori per settimane, piuttosto che per pochi giorni.

<< Sto arrivando! >> ansimò, arrancando dietro di loro fino al pulmino scolastico parcheggiato nel cortile del McKinley, unico mezzo che il professor Shuester era riuscito ad ottenere dal preside Figgins per andare a Chicago << Questa cosa è pesante, potreste almeno darmi una mano! >>

Finn, mosso da pietà, accorse in soccorso dell'amico, dopo aver portato la propria valigia fino all'autobus.

<< Amico, certo che per essere uno che tira di boxe sei incredibilmente fiacco! >> commentò << E questa valigetta sarebbe pesante, per te?! >>

Blaine fece una smorfia, lasciando che il giovaner Hudson prendesse possesso del suo bagaglio.

<< Certo, dici bene tu! >> bofonchiò << Hai almeno venti centimetri di altezza e circa una decina di chili in più del sottoscritto! >> 

<< Insomma, volete smetterla voi due? >> strillò Kurt, dall'altro lato del cortile << Non abbiamo tutto il giorno! >>

Blaine e Finn sospirarono profondamente e finalmente raggiunsero tutti gli altri, caricando la valigia del primo assieme a tutte quelle dei loro compagni, per poi salire a bordo del mezzo.

<< Allora? >> disse Kurt, accomodandosi sul sedile dietro a quello dove si era appena seduto il moro << Sei ancora nervoso? >>

Blaine sorrise e fece segno di no con la testa; i postumi della nottata precedente erano ancora troppo forti per permettergli di esserlo veramente.

<< Sto bene. >> disse << E non vedo l'ora di vincere quel trofeo. >>

Kurt sospirò beatamente e avvolse le spalle di Blaine con le proprie braccia, posando un rapido bacio sulla sua guancia.

<< Amo il tuo entusiamo. >> disse con voce morbida << E' una delle tue doti migliori, e non hai idea di quanto ti renda sexy! >>

Blaine rise e si rilassò fra le braccia di Kurt, socchiudendo gli occhi; sì, sentiva di essere decisamente pronto per affrontare anche questa nuova sfida.

<< Bene, ragazzi...ci siamo tutti? >> domandò il professor Shuester, guardando ad uno ad uno tutti i suoi studenti, i quali risposero in coro con un deciso "Sì".

<< Benissimo, allora possiamo andare: Nazionali, stiamo arrivando! >>

Le Nuove Direzioni levarono un grido di esultanza e la Coach Beiste, autista designata, mise finalmente in moto verso la loro destinazione. Blaine si voltò verso Kurt e gli sorrise dolcemente, mentre questi strinse forte la sua mano ed andò ad intrecciare le dita con le sue; il giovane Anderson chiuse di nuovo gli occhi, ampliando il suo sorriso con soddisfazione.

" Vedrai, papà: tornerò a casa da vincitore e ti dimostrerò veramente quanto valgo! Nessuno potrà mai negare il mio talento e la mia forza, lo giuro. Neanche tu. "











N.d.A: I' am baaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaack! ^_^

Oddio, quanto mi era mancato scrivere e aggiornare questa fan fiction!!! Spero che non succeda mai più nulla del genere, perchè penso proprio che finirei per impazzire! Mi dispiace tanto per l'attesa, ma spero che per questo capitolo ne sia valsa la pena; prometto che sarò più celere con i prossimi - che poi saranno quelli finali - anche se, avendo un esame martedì, dubito che il seguente possa arrivare prima di venerdì prossimo...comunque, farò il possibile. :)

Riguardo a questo capitolo... beh, l'episodio mi è piaciuto, ma c'era pochissimo Blaine, per cui ho dovuto inventare quasi tutto e questo mi ha portato ad un po' di Blangst... ho già detto che adoro il Blangst? Ok, sapete quanto amo Blaine...però mi piace scrivere delle sue difficoltà e del modo in cui riesce a superarle, proprio perchè sono una Blainer e perchè trovo che lui sia un personaggio meraviglioso! *O*

Per altro, io insisto nel voler dipingere il padre di Blaine in questo modo bastardo...ma non mi stupirei se un giorno i RIB si svegliassero e decidessero di farlo diventare l'uomo più pacioso del mondo! xD

Ah, e il discorso che ha fatto Blaine sulla Dalton...beh, io la penso esattamente così, per cui non credo che sia necessario aggiungere altro. 

Beh, al prossimo aggiornamento....grazie infinite per la pazienza, vi adoro! x3
  
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