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Autore: strifylover    15/06/2012    3 recensioni
Ed eccomi di ritorno, dopo così tanto tempo, mi sento quasi in colpa per aver appeso la tastiera al chiodo per così tanto tempo, ma ora mi sento meglio, dopo aver buttato giù un paio di righe. Spero che questa shot vi piaccia, come è piaciuta a me grazia all'aiuto di Francesca_Malfoy, perchè anche questa, come tante delle one- shot pubblicate da RenoLover, è frutto di role. Non vi accalcate, nel club c'è spazio per tutti. Spero vi piaccia :3
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dave Karofsky, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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YOUBECAMEFAMOUS

 

Francesca_Malfoy, strifylover

Il ricovero in ospedale era durato davvero poco e stare lì dentro per David era come stare dentro una prigione, lo faceva sentire più colpevole, più stupido per ciò che aveva fatto e in più si sentiva un peso per gli altri, per quei dottori che invece di curare lui avrebbero potuto curare persone in situazioni molto più gravi, che rischiavano la vita, e magari anche salvarle.
In quelle ultime settimane erano successi un sacco di eventi spiacevoli che avrebbe preferito rimuovere dalla sua mente, a partire dal rifiuto di Kurt il giorno di San Valentino, per poi arrivare a vedere un paio di assistenti sociali, proprio quella mattina e andare a parlare con i suoi genitori. Oh i suoi genitori, fare coming-out con loro era stato sicuramente l’evento più spiacevole, la cosa più brutta di quei giorni. David vedeva che la loro pelle diventare sempre più bianca ogni volta che gli si avvicinavano, ogni volta che pensavano all’omosessualità del loro bambino troppo cresciuto per rinnegare la sua natura.
Aveva notato subito un cambiamento sui loro volti e, per quanto la situazione fosse drammatica, suo padre non si era risparmiato nel palesare il suo disappunto, mentre sua madre era piombata in un grande silenzio, forse stava pensando che era quel disprezzo che le persone provavano verso di lui, verso Dave, che lo aveva spinto a provare il suicidio.


Una volta uscito dall’ospedale, non era stato così semplice non ripensare a tutto quello che aveva fatto, ma era d’obbligo, per mandare avanti la sua vita.
Decise di andare in un posto dove era sempre stato felice, dove tutti lo rispettavano o avevano paura di lui, dipende. Mise piede al McKinley con un sorrisino sulle labbra perché le vibrazioni che gli dava quel posto erano fantastiche. Ora che il suo segreto era stato scoperto si sentiva privato di una maschera che aveva tenuto per tutta la sua vita e la cosa orribile era che sapeva che quel liceo poteva riservargli una granitata in faccia da Azimio. Tutto questo lo faceva star male. Girò per i corridoi, finché non uscì e non arrivò in cortile e fu lì che il suo corpo decise di fermarsi di sua spontanea volontà. Era a due passi dal campo da football e lo assalì una fortissima nostalgia.  Era così assorto nei suoi pensieri che non si era neanche reso conto di chi gli stava attorno, di chi poteva rivolgergli la parola a causa della sua vicinanza.
Sebastian aveva visto una figura familiare appena uscito dal Lima Bean che andava in direzione del  liceo di Lima. Era tardi e non credeva che ci fosse ancora qualcuno all’interno dell’edificio. Quando riconobbe la figura un po’ goffa di Karofky, decise di seguirlo per vedere cosa avesse in mente. Per un secondo la bontà avvolse l’Usignolo e la coscienza di gridò di tornare indietro e lasciarlo ai suoi malumori serali, ma era Sebastian Smythe, non aveva mai ascoltato la sua coscienza.
Quando entrò di soppiatto dal portone principale rabbrividì all’idea di entrare in una scuola pubblica se non per una competizione che riguardasse gli Usignoli, ma poi si fece coraggio e decise di continuare a seguire Karofsky. Si fermò davanti al campo da football, alle spalle di David, almeno un po’ di paura doveva infliggergliela.
“Ciao Karofky, stai così bene da gironzolare per il McKinley?” non sapeva che approccio avere con lui, gli faceva solo una gran tenerezza e, no, non aveva intenzione di tirare in ballo il suo tentato suicidio.
David si voltò, riconoscendo il volto, ma non riuscendo ad associarlo ad un nome, forse perché non si erano mai presentati. Fu sconvolto dal fatto che la gente lo conoscesse giù come ‘colui che ha tentato il suicidio’.

“L'ultima ed anche unica, volta che ci siamo parlati non mi sembra che ci siamo presentati nè che tu fossi così interessato a parlare con me!” disse tutto questo con un accenno di rimprovero nella voce. Nonostante tutto quello che era successo non poteva dire che non mi avesse dato fastidio quello che gli aveva detto quel ragazzo allo Scandals. Lo guardò dall’alto in basso come per esaminarlo attentamente, “E poi onestamente non mi sembri affatto un ragazzo che frequenta scuole pubbliche e se frequentassi questo liceo credo che mi sarebbe giunta la voce”.

Sperava di non fare alcun tipo di incontro durante la sua visita al liceo e quello, oltre che inaspettato, non era per niente gradito.
Forse aveva anche ragione, da un lato. Insomma non si erano mai parlati granché, non sapeva il nome da quella sera al Lima Bean, eppure aveva cantato per lui, tutti gli Usignoli avevamo cantato per lui. Di certo non poteva permettergli, durante il lor primo incontro, di prendersi un dito tirandosi il braccio e perciò decise di offenderlo gratuitamente, senza dargli possibilità di replica. Gli dispiaceva per quello che era successo, gli dispiaceva davvero, ma non credeva di essere il principale responsabile. Kurt lo era quanto lui, lo avevano fatto sentire poco accettato e a tutto questo avevano contribuito tutte le persone ignoranti che lo avevano preso in giro per la sua omosessualità. Tuttavia, mostrare compassione non era il migliore dei modi per farlo "guarire", dovevano tutti comportarsi normalmente ora che era uscito dall'ospedale, perciò replicò in modo diretto
“ Sai, con quello che è successo sei diventato famoso.”
Ok, forse come frase era rude, ma se voleva conoscere il vero Sebastian doveva abituarsi a queste battutine pungenti. Fece capolino con la mente e arrivò alla sua seconda frase: “Io, Sebastian Smythe, una scuola pubblica? Eresia! Certo che non vengo qui” disse sottolineando la negazione.
“Comunque perché sei qui?” gli chiese per cercare di cavargli qualche parola dalla bocca, non l'aveva di certo seguito per rimanere lì a guardarlo mentre lui pensava al suo passato da giocatore di football del McKinley!
A sentirei le parole di quel tipetto tanto snob, Dave si innervosì ancora di più. Era diventato famoso in un modo davvero macabro, ancora non riusciva a spiegarsi come la notizia si fosse diffusa così facilmente.
Che quel ragazzo non fosse del McKinley gli era sembrato palese fin dal primo momento, ma visto l'astio che sembrava provare al solo pensiero di far parte di una scuola, si chiedeva cosa ci facesse lì in quel momento. Ma non fece nemmeno in tempo a formulare quel pensiero, che decise di rispondergli in una maniera più adeguata.
“Beh io ho ho un vero motivo per stare qui, al contrario di te.”
Disse Karofky, ritrovandosi, per la seconda volta in quella discussione, ad ignorare una parte del suo discorso facendo solo caso alla sua domanda. “Beh, questa è la mia vecchia scuola.” disse semplicemente come se questa fosse la risposta ovvia alla domanda che l'altro gli aveva rivolto. Si rese subito conto che invece quello che aveva detto non spiegava nulla e continuò. “Non avevo nulla da fare e ho colto l'occasione per tornare a far visita ad un posto familiare” riprese con tutta onestà, in fondo non aveva proprio voglia di mettersi a litigare con un perfetto sconosciuto. Più avanti forse, ma non quel giorno. “Tu invece cosa ci fai qui?” enfatizzò l'ultima parola proprio come aveva fatto lui. Cercò di rimuovere più astio possibile dalla sua voce anche se l’ aria strafottente e superiore di Sebastian, lo infastidiva parecchio.
Solo in quel momento si accorse di non sapere nemmeno il suo nome e si divertiva a pensare che stesse parlando con un completo estraneo che, invece sapeva tutto di lui e sembrava davvero interessato al motivo della sua presenza in quel posto.
In tutti quei giorni si ero reso conto che non era mai stato interessato davvero a Kurt, nè tanto meno a quel ragazzo biondo, ma gli interessava sapere il motivo della sua presenza in quel luogo.
 
Perché era lì? Sebastian non lo sapeva. In realtà l'aveva visto camminare in direzione del liceo e non aveva resistito
“Io? Mi andava di passare in questa scuola scadente per vedere come se la cavano!” disse Smythe, tenendo lo sguardo alto, ero un professionista nel mentire e guardare negli occhi, un dono naturale. Riusciva tranquillamente a inventare storie su di sé e sul suo modo di essere mentre diceva delle cattiverie gratuite. “Sarà anche la tua vecchia scuola, ma non ti fa di certo bene venire qui e ricordare” gli disse dopo una pausa di pochi secondi. Cambiò completamente discorso perché gli faceva tenerezza. Quel ragazzo robusto, tanto robusto da ricordare un armadio a due ante, era ceduto psicologicamente provando addirittura a suicidarsi.
“Cosa ti ha portato a fare quello che hai fatto?” gli chiese avvicinandosi con il suo solito andamento. Sapeva di essere una delle cause di quell’atto efferato, ma voleva sentirlo dalla sua bocca. Quel peso era troppo grande anche per il suo cuore, aveva bisogno di capire se stava o no incolpando anche lui. Non voleva riprendere quel discorso, sapendo che poteva ferire entrambi, ma la curiosità di sapere, la curiosità di una conferma da parte sua era davvero troppa.
Si appoggiò con la schiena alla pila di armadietti prima del portone che portava al campo da football e aspettò una sua risposta, voleva sapere e non poteva negarmi nulla.
Il tono di Dave cambiò radicalmente rispetto all'inizio della conversazione, ma si rese conto solo in quel momento che anche lui aveva abbassato il tiro. Sperò che calando il tono perdesse anche l'interesse su quell'argomento, ma a quanto pareva le sue erano solo speranze vane. Soppesò attentamente tutte le sue parole, il suo tono faceva credere a Dave che Sebastian stesse dicendo la verità, ma non riuscì a crederci. Per quale motivo una persona che sembrava tanto disprezzare le scuole pubbliche doveva mischiarsi tra la “plebaglia?” Eppure si ritrovò a perdere completamente l'interesse verso quelle domande quando il moro continuò il suo discorso.
“Sarà anche la tua vecchia scuola, ma non ti fa di certo bene venire qui e ricordare.” le parole del ragazzo gli rimbombavano nelle orecchie...cos'è? Ora si interessava di come stava? Inutile dire che non riusciva proprio a comprendere Sebastian, stava facendo esattamente l'opposto di quello che si aspettava da lui, ma evidentemente gli faceva fin troppa pena per trattarlo come aveva fatto la prima volta che avevamo parlato. Proprio in quel momento gli balenò nella mente una cosa a cui non aveva mai pensato nel giro di tutta quella discussione. Per caso quel ragazzo si sentiva colpevole del gesto che aveva commesso? Anche solo pensarlo gli sembrava strano, ma ancora più strana fu la domanda che Sebastian pose a Dave, quasi come se stesse confermando tutti i suoi pensieri. Quella domanda però gli faceva male e non era certo di volerne parlare, almeno era certo di non volersi aprire con una persona di cui non sapeva nemmeno il nome.
Il suo corpo sembrò reagire d'istinto a quella domanda e senza nemmeno accorgersene si ritrovò a ridere.
“Certo che tu sei proprio un tipo diretto, eh?” lo disturbava davvero la domanda che gli aveva fatto,  ma allo stesso tempo non voleva che ciò trapelasse. “Io al posto tuo avrei iniziato il discorso presentandomi, non credi? In fondo tu sai il mio, ma io non conosco il tuo.” aveva seriamente voglia di andarsene ed uscire, finire quel discorso. Andare in quel liceo era stato un errore, anzi, era stato uno sbaglio proprio uscire di casa, avrebbe fatto meglio a rimanere a casa, ma la solitudine di quella stanza gli faceva venire l'ansia. Al tempo stesso decise di non andarsene, non voleva dargli nessuna soddisfazione. Parlare con qualcuno di quello che era accaduto, lo impauriva molto, ma magari gli avrebbe fatto bene farlo con uno sconosciuto.
Come faceva a non sapere il nome se si erano incontrati tante volte al Lima Bean?
“Devo ricordarti che tu ci hai provato spudoratamente con me anche senza sapere il mio nome?” chiese istintivamente, di getto. Non sopportava questo vittimismo, il gesto che aveva fatto era stato davvero egoista. Il dolore di uno, se messo su una bilancia vale molto meno rispetto al dolore di tutta una famiglia. Era stato egoista e non meritava neanche di saperlo il nome di Sebastian, soprattutto perché ora gli stava rinfacciando la sua pecca di iniziale di non averglielo chiesto.
“Sebastian Smythe, comunque” gli disse in modo freddo, senza neanche porgergli la mano in segno di cortesia. Era davvero ridicolo, se aveva flirtato con lui senza sapere il mio nome, perché ora lo pretendeva? Oltre alla domanda sul suo nome, lui sembrava ridicolo. Voleva fare il forte davanti a Sebastian, anche se non ci riusciva. Aveva appena tentato il suicidio e gli rideva in faccia? Doveva avere qualche problema di personalità, crisi d'identità o cose del genere. Allungò il braccio verso la propria testa per fare il classico gesto delle rotelle, sperando di non fargli troppo male.
Notò che non gli aveva risposto e perciò, prima si affiancò a lui e poi ripose alla domanda, la stessa di prima, con un tono più esclamativo che interrogativo. “Sono stato io, no?” chiese Sebastian sbuffando, prendendolo poi a braccetto, per stimolarlo a rispondergli, non poteva lasciarlo di nuovo a bocca asciutta. Non poteva non rispondergli. Doveva sapere, perché se non era colpa sua, avrebbe finito per sentirsi in colpa in modo inutile.
Appena sentì quelle parole l’espressione di David cambiò totalmente, invece di sorridere si morse il labbro. Quel ragazzo, quel Sebastian, aveva fatto un’uscita decisamente sgradevole, non che si aspettasse di meglio da un tipino come quello che aveva di fronte. Come poteva paragonare la sua richiesta, alla ricerca di uno scopamico in un bar? David non riusciva a capire quella situazione, gli era tutto così strano.


“Beh, credo che queste siano due cose completamente di....” David si fermò, non riusciendo a continuare la frase, appena si rese conto delle parole che Sebastian gli aveva rivolto. Ora finalmente poteva riunire tutti i pezzi e l’ultimo pezzo glielo aveva fornito proprio Sebastian. Si sentiva in colpa, ecco perché lo torturava. Credeva davvero di essere così importante? Credeva davvero che il suo rifiuto l’avesse spinto ad una cosa così pesante, così… estrema?
“Ti reputi davvero così importante? Credi che il tuo rifiuto, o quello di qualcun altro, potrebbero spingere una persona a un atto così masochista come il suicidio? Dio mio..il pazzo qui non sono io ma tu!” sputò quelle parole con rabbia mentre alludeva al gesto che prima aveva fatto Sebastian. “Vuoi davvero che io ti racconti i motivi del mio gesto? Che io faccia la vittima con te?” quella domanda era ovviamente retorica, perché non gli diede nemmeno il tempo di parlare che subito continuò “Nessuno sapeva di me e quando la notizia si è diffusa tutto il mio mondo è crollato. Non credo proprio che un figlio di papà come te possa capire come ci si sente…” il tono della sua voce calò drasticamente, ma la rabbia era ancora percettibile attraverso le sue parole. “Ora sei contento, no? Ti ho assolto da tutte le tue colpe ed ora puoi andartene con la coscienza pulita. Almeno questa conversazione è servita a far star meglio uno dei due.” sfortunatamente però quella persona non ero Dave. Sarebbe dovuto passare del tempo prima di farlo riprendere completamente, di quello ne ero certo.
Quindi tutto quello che aveva fatto per lui veniva buttato dalla finestra in questo modo? Non era servito a niente? Ci rimase un po' male e si ricordò le parole che gli aveva detto qualche sera prima che tentasse il suicidio ed in effetti gli aveva soltanto detto che era troppo grasso per provarci con lui, niente di particolarmente cattivo, ma ero stato colto da un momento di bontà e per questo decise di organizzare la raccolta fondi. “Sai, forse hai ragione, ho creduto troppo in me stesso. Ho davvero creduto che tu potessi avere buon gusto, ho davvero creduto che tu avessi tentato il suicidio per un motivo serio come una delusione d'amore, piuttosto che per il fatto che tutti avevano scoperto la tua omosessualità, ma ho evidentemente preso un granchio” gli disse tutto d'un fiato.
Era gay dichiarato, Blaine Anderson era gay dichiarato, perfino quella checca di Kurt era gay dichiarato, anche se si capiva lontano un miglio, e la loro vita era andata avanti di pari passo con lo svilupparsi della mente delle persone attorno a loro che ancora li riempivano di sguardi assassini, che avevano pregiudizi nei loro confronti e, nel caso di Sebastian, credevano che fosse attratto sessualmente da qualsiasi cosa si muoveva, ok forse era anche vero, ma non bisognava rinfacciarglielo.
“Se proprio vuoi, me ne vado, ma dopo non finire di nuovo a ciondolare in mezzo alla tua stanza con una cinghia stretta al collo, faresti una magra figura, ancora una volta” disse di getto anche stavolta, voltandogli le spalle e incamminandosi verso il percorso già svolto una volta, ma quella volta fiero di sé e della sua risposta. Si mise le mani in tasca senza neanche abbassare lo sguardo e senza girarsi per non dare l'occasione a Dave di commentare. Ora doveva sopportare il fatto che era rimasto lì con un palmo di naso, schiacciato dalla superiorità delle sue parole.

 

ANGOLO DELL'AUTRICE

Mi sento quasi triste a ritornare con questa one-shot, visto che ho in cantiere un paio di Kurbastian e tante role con la mia fidata RenoLover.
-          Ringrazio Manukaikan per aver betato questa one-shot e perché mi sta sopportando negli ultimi giorni, è sempre un piacere romperti le scatole.
-          Ringrazio Francesca_Malfoy, perché all’interno della role ha svolto un perfetto David Karofsky e perché, anche se non la sento da parecchio, ricordo che è fantastica *.*
-          Ringrazio infine la mia adorata RenoLover, che non ha fatto nulla per questa one-shot, ma mi fa ridere e mi fa riposare gli occhi con le sue beneamate stronzate, la amo <3 
A presto, prestissimo, vi adoro 
strifylover <3

   
 
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