Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Segui la storia  |       
Autore: xCyanide    16/06/2012    2 recensioni
La storia che sto per raccontarvi vi rattristerà, ne sono consapevole. Vi farà ripensare a quello che le persone intendono per amore e a quello che invece intendevano loro. Vi farà rivalutare la pazzia.
La storia che vi sto per raccontare parla di loro.
Di Gerard e Frank.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Entrammo in casa e ci chiudemmo velocemente la porta alle spalle. Guardai verso la direzione di Frank, per vedere se sulla sua pelle era comparso anche solo un graffio. Se quei figli di puttana lo avessero toccato, li avrei ammazzati senza problemi uno per uno.
Mi appoggiai alla porta, ancora con il fiatone. –Cazzo - sussurrai.
Sentii il suono della macchina della polizia avvicinarsi alla nostra via, il mio cuore aumentò notevolmente velocità. Se ci avessero preso, ci avrebbero diviso e ci avrebbero dato l’ergastolo. E io non volevo rimanere senza Frank. Feci strisciare una mano sul legno della porta e la strinsi con la sua, guardandolo in faccia. Aveva gli occhi lucidi e la faccia in un misto tra esausta e terrificata. Quella maledetta volante, infatti, ancora stava girando intorno casa nostra.
Di positivo c’era, però, che non sapevano di preciso dove ci trovavamo, anche perché ci piaceva variare. Cambiavamo almeno una volta al mese residenza, cercando di fare spostamenti sempre più grandi, e una volta alla settimana rubavamo una macchina nuova, cambiando addirittura la targa. Eravamo bravi, questo ce lo concedo. Erano tre anni che ci consideravano latitanti e ancora non ci avevano preso. C’era anche da dire, però, che l’ispettore Melvich fosse poco furbo. Io ero stato in galera, si, ma ero riuscito a scappare e lui non aveva potuto fare niente di niente se non starmi a guardare mentre me ne tornavo a casa per continuare a fare quello che facevo prima che mi mettessero in gattabuia.
La volante svoltò verso il centro città e la sentii allontanarsi sempre di più da noi.
Frankie, stupito,  mi guardò negli occhi e mi saltò tra le braccia. –Non ci hanno preso nemmeno stavolta, Gee! – esclamò, contento. Lo strinsi a me, quasi a inglobarlo tra le mie braccia e gli baciai la testa. –Ti amo, te l’ho mai detto? – continuò, saltellando.
-Si, Frankie, me l’hai detto – gli risposi, tirando su il suo mento e baciandolo delicatamente. Era così fragile che a volte che mi chiedevo come potesse condurre una vita come la nostra. Eravamo rapinatori, assassini, Cristo! Eppure, lui aveva sempre quel faccino così adorabile da eterno bambino che, anche a me che l’avevo visto sparare a una persona senza paura, sembrava strano. –Ti amo anche io – Sorrisi.
-Dobbiamo organizzare un’altra rapina – disse deciso. –Non lo so, ho soltanto voglia di farla. Questa è andata talmente tanto bene che sono sicuro andrà bene anche la prossima! – esclamò.
-Stai calmo, Frankie. Dobbiamo ancora mettere a posto tutto quello che abbiamo preso oggi, dobbiamo cambiare casa e macchina e poi vorrei un po’ di tempo per noi due. Insomma, tra due giorni facciamo tre anni, che ne dici di starcene calmi per un po’, mh? – gli carezzai una guancia.
-Hai ragione, hai ragione – sbuffò. –Mi faccio prendere subito dalle situazioni e ti trascuro, mi dispiace.
-Non ti preoccupare – lo rassicurai. –E’ normale, anche io sono eccitato, lo sai – lo guardai negli occhi. –Che ne dici se ci stendiamo al letto e ci mettiamo a contare i soldi?
Lui annuii e ci prendemmo per mano, salendo le scale lentamente e con stanchezza. Lo vidi sfilarsi la cinta e buttare la pistola in un angolo della camera. Sembrava così maledettamente inadeguato a quel ruolo. Poi si tolse la maglia e i pantaloni e si accomodò sotto le coperte.
-Non vieni? – mi chiese, con gli occhi innocenti.
Mi riscossi dai miei pensieri e mi svestii, raggiungendolo nel letto. Mi porsi verso il comodino e tirai fuori le nostre mazzette, ben conservate e divise per generi, e le poggiai in mezzo a noi.
-Cavolo, abbiamo racimolato molto – osservò, prendendone in mano una e cominciando a contare le banconote da cinquecento. I suoi occhi brillavano davanti a tutto quel denaro.
-Quanto tempo è che facciamo questa vita? – domandai, retorico.
-Okay, si, sono quasi tre anni che racimoliamo soldi – acconsentì.
-E sono tre anni che ci considerano “latitanti” – ci pensai. –E la cosa bella è che nemmeno sospettano niente di noi.
-Si, infatti – rifletté. -Dici che non si vede così tanto come crediamo? – mi chiese, sporgendosi verso di me.
-Sai che ti dico? Che si fottano – lo presi per le spalle e feci incontrare le nostre labbra.
 
Ricordare mi fa male, pensare  a te mi fa male. Vorrei solo averti ancora qui vicino a me, come sempre.
Il ricordo di quelle notti, di quei giorni mi logora come se stessi bruciando dall’interno.
Guardo il poliziotto davanti a me.
-Io non dirò una parola – annuncio.
-Oh, dovrai. Vi abbiamo cercato per anni, ora c’è qualcuno che vuole che tu spieghi tutto – dice, senza ammettere discussioni.
-No – ribatto lo stesso. Molto probabilmente è lui uno di quelli che ti ha portato via da me, io non parlerò mai, che si fottano!




-------------------------------------------
xCyanide's Corner

Vi avevo detto che avrei postato il nuovo capitolo entro sera ed eccomi, anche se so che non è sera.
AnyWay, ripeto, fatemi sapere che ne pensate, una piccola recensione non fa mai male :)

Alla prossima, xCyanide

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: xCyanide