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Autore: Amor31    16/06/2012    4 recensioni
I riflettori del reality si sono spenti da alcune settimane, ma c'è ancora tempo per festeggiare la fine dell'ultima edizione, soprattutto se il conduttore ha deciso che il pubblico vuole una storia d'amore su cui nessuno avrebbe mai scommesso...
La mia prima fanfiction sulla coppia che più amo: la BrickXJo!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brick, Jo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - La vendetta dell'isola
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18. Scoop!

-Mamma, io esco! Torno per l’ora di cena-.
-Ancora con gli allenamenti? Ma non li hai fatti questa mattina?-.
-Certo, ma voglio solo fare una passeggiata per svagarmi un po’-.
-Porta James con te, così da staccarlo dai videogames: da quando si è alzato non ha fatto altro che giocare con la sua nuova console portatile e non mi stupisco se, dopo undici ore consecutive, il cervello gli si sta friggendo-.
-Non può venire. Scoccerebbe soltanto-.
-Va bene, allora puoi uscire da sola. Ma sii puntuale per le sette, d’accordo?-.
-OK. Io vado-.
Erano le quattro di quel lunedì di metà luglio e Jo si apprestava ad abbandonare la casa paterna per dirigersi al luogo dell’appuntamento fissato con Brick. Come al solito, però, si erano presentate le difficoltà dell’ultimo minuto ed in quel momento, a sbarrarle la porta, c’era James, curioso di sapere dove sarebbe andata la sorella.
-Perché non mi vuoi dire dove stai andando?-, chiese il ragazzo.
-Non sono affari tuoi. E lasciami passare, sono in ritardo!-.
-In ritardo per cosa?-.
-James, sparisci. Non farmelo ripetere una seconda volta…-.
-Come vuoi, sorellona… Vai pure-.
Il ragazzo le aprì la porta e Jo, dopo avergli lanciato un’ultima occhiata sospettosa, sgattaiolò fuori, pronta ad incontrare il suo soldato.
Il giorno prima, rispondendo al messaggio che le aveva inviato Brick, gli aveva scritto di farsi trovare vicino alla palestra della piccola cittadina; il ragazzo, pur non sapendo esattamente come arrivarci, si era impegnato a rispettare l’accordo ed ora Jo sperava soltanto di incontrarlo il prima possibile: non lo avrebbe mai ammesso apertamente, ma stare lontana da Brick la rendeva più intrattabile di quanto non fosse solitamente.
La bionda affrettò il passo per allontanarsi da casa. Nonostante fosse luglio, aveva deciso di indossare la sua adorata felpa, ma per un motivo ben preciso: non avrebbe dovuto farsi beccare dal resto della famiglia con una maglietta leggera a maniche corte che, fino al giorno prima, aveva dimenticato di possedere, altrimenti tutti avrebbero capito che qualcosa non andava. Il suo piano era quello di liberarsi dell’ingombrante e pesante felpa non appena fosse stata sicura di essere lontana da occhi indiscreti come quelli di James.
In meno di mezz’ora raggiunse il luogo dell’appuntamento: a quanto sembrava il soldato era in ritardo.
“Far aspettare al primo appuntamento… Questa è mancanza di rispetto!”, pensò incrociando le braccia ed accigliandosi.
Aspettò per minuti che parvero interminabili; ad ogni manciata di secondi la ragazza gettava un’occhiata all’orologio affisso poco distante, vicino alla fermata degli autobus. E poi, finalmente, lo vide: Brick, in un’insolita tenuta jeans e camicia, scese da un pullman e si guardò attorno per verificare se il posto raggiunto fosse quello giusto.
-Sono qui, soldato-, lo chiamò Jo alle sue spalle.
La recluta si voltò frastornato e ritrovandosi davanti alla ragazza sorrise come non mai.
-Ciao, Jo-.
Le si avvicinò lentamente, chinandosi quel tanto per sfiorarle le labbra, ma la bionda lo respinse con un secco e proibitivo: -Non qui, davanti a tutti!-.
Brick si scostò deluso e le sussurrò dolcemente se potesse almeno prenderla per mano.
-Ma sei matto? Ti ricordo che ci troviamo di fronte alla palestra che frequento di solito: se qualcuno dovesse vedermi, sarei spacciata!-.
-Allora mi spieghi perché hai fissato qui l’appuntamento?-.
-È stata la prima cosa che mi è venuta in mente!-. 
Brick sbuffò leggermente e seguì la ragazza lungo il marciapiede: con quel caldo, l’unica cosa da fare era ripararsi in un bar e magari prendere qualcosa di fresco.
-Quali gusti preferisci?-, chiese Jo entrando in una gelateria non molto distante dalla piazza principale.
-Caffè e panna-, affermò convinto il soldato pregustando i dolci sapori del gelato.
-A me piace il limone. E la liquirizia-.
-Ma sono aspri!-, osservò Brick strizzando gli occhi.
-Lo so. È per questo che li scelgo io e non tu-.
-Spiritosa! Non vorrai sfidarmi anche su questo?-.
-No, per oggi no. Ti risparmio la figuraccia-, disse la ragazza avvicinandosi al bancone.
La folla di clienti aveva quasi svuotato le riserve della gelateria e i due giovani osservarono afflitti le opzioni che avevano davanti agli occhi.
-Mi dispiace, ragazzi, ma i gusti che avete scelto non ci sono più. Posso darvi altro?-, domandò la commessa esaminando i volti dei ragazzi.
-Prendiamo una coppetta gigante. Metta pure menta e cioccolato-, ordinò Brick facendo scivolare la mano sul portafogli.
-Eccovi serviti. Sono 5 dollari-.
Il soldato pagò e passò il gelato a Jo, che affondò il suo cucchiaino nella menta.
-Non ci è andata malissimo-, disse tranquillamente uscendo dal negozio.
-E ovviamente ti sei buttata sul gusto più amaro-.
-Bè, che c’è di male? Se preferisci il cioccolato…-.
Involontariamente la coppia urtò uno sconosciuto e a Jo scappò di mano il cucchiaino: per lei il gelato finiva lì.
-Ehi, la prossima volta guardi la strada, invece di camminare con la testa per aria!-, urlò Brick in direzione dell’uomo già scomparso tra la folla.
-Lascia stare, è tutto a posto. Mentre andiamo in piazza finisci il gelato: non vorrai lasciarlo tutto lì?-, disse Jo distogliendo l’attenzione del ragazzo da un punto impreciso alle loro spalle.
-Ma è troppo, non posso mangiarlo da solo!-.
-Mi dispiace: tu hai voluto il maxi gelato, tu lo ingurgiti. Anche a forza-.
Improvvisamente a Brick si illuminarono gli occhi e sorridendo propose: -Magari potresti prenderne un po’ con il mio cucchiaino-.
-Se proprio insisti… Da’ qua!-.
-Ma che hai capito? Sarò io ad offrirtene-.
Jo si fermò e lasciò fare al soldato alcuni passi davanti a lei. Quando Brick si voltò vide gli occhi della ragazza spalancati come se avesse appena visto un fantasma.
-Che ti prende? Qualcosa non va?-, chiese continuando a sorridere.
-Mi stai dicendo… che hai intenzione di imboccarmi come un poppante?-.
-Non come un neonato, ma come farebbero due fidanzati-.
Jo ingoiò a fatica il groppo che le si era formato in gola e, ripreso l’uso della parola, esclamò: -Non ci pensare nemmeno, Brick McArthur! Non mi umilierai in questo modo!-.
-Allora perderai questa sfida-.
-Chi ha parlato di sfida? Questa la chiamo disonestà!-.
-La Jo che conosco non si fa certo prendere da crisi isteriche come questa; avanti, non stiamo facendo niente di male-.
-Fai del male a me, Pisciolotto!-.
-Ti avevo detto di finirla con questi nomignoli…-.
-E io ti ordino di smetterla con questo gelato, d’accordo?-.
Alla fine Brick fu costretto ad arrendersi: per l’ennesima volta aveva vinto Jo.
-Che vuoi farci, sono sempre io la più forte!-.
-Certo, come no! Avresti dovuto vedere la tua faccia quando ti ho proposto la sfida-, disse il soldato continuando a camminare lungo la strada affollata.
-Che vorresti dire, scusa?-.
-Penso che se ti avessi detto di buttarti da un dirupo, l’avresti presa meglio-.
Finalmente raggiunsero la piazza, gremita di gente. La fontana che vi sorgeva al centro era stata presa d’assalto e i due ragazzi ripararono nei giardini pubblici, dove l’ombra degli alberi li avrebbe ristorati.
-È una bella città-, disse Brick guardandosi intorno. -E dista pochi chilometri dalla mia-.
-Stai pensando già alla prossima volta che verrai?-, chiese Jo guardandolo sospettosa.
-Non ancora. Piuttosto mi chiedevo come mai non ci siamo mai incontrati-.
-Ti riesce difficile crederlo?-.
-Un po’. Magari, se ci fossimo incontrati prima, avremmo avuto più tempo per conoscerci meglio-.
-Ecco perché sono contenta di averti visto per la prima volta a Wawanakwa-.
-Sono stato un buon rivale, non pensi?-.
-Non ho mai visto una schiappa peggiore di te, soldato-.
-Ma come? Il mio aiuto è stato fondamentale per la squadra!-.
-Sì, per la squadra avversaria!-.
-Non ricominciare…-.
-Sei stato tu ad iniziare il discorso-.
-Va bene, basta così; non ho voglia di litigare. Però prima o poi dovrai farmi conoscere la tua famiglia-.
Jo strabuzzò gli occhi. Ma che cosa passava per la testa di quel ragazzo?
-No, no, no, non se ne parla. Anzi, meno sei coinvolto, meglio è-.
-Ma abbiamo deciso di stare insieme! O non te lo ricordi?-.
-Che c’entra questo con la mia famiglia?-.
-Come puoi pretendere che non lo sappiano?-.
-Ma perché vuoi conoscerli?-.
-Perché è importante. Ovviamente la stessa cosa vale per te-.
-Prego?-.
-Quando ti sentirai pronta incontrerai la mia famiglia-.
-OK, mi hai appena confermato di esserti bruciato il cervello con le sostanze tossiche dell’isola-.
-Jo, non sto scherzando. Dico sul serio. Ci tengo veramente a te; come devo ripetertelo?-.
La ragazza sbuffò, ma non poté nascondere un sorriso compiaciuto: anche lei provava gli stessi sentimenti per il soldato.
-D’accordo. Accetto la tua proposta. Ma sia chiaro: dovremo essere pronti entrambi per il grande passo. Altrimenti sarebbe la fine-.
Brick si accostò alla bionda e le cinse le spalle con il braccio destro; questa volta, con suo sommo piacere, non venne respinto.
Rimasero così per un paio di minuti, senza dire una parola. Poi Jo guardò l’orologio che teneva al polso e scattando improvvisamente in piedi disse: -Si è fatto tardi, soldato. Mi aspettano a casa e non voglio destare sospetti-.
-Ma sono le sei e un quarto!-.
-Il mio coprifuoco è fissato alle sette in punto. Non un minuto di più-.
Il ragazzo storse la bocca in segno di dissenso e prendendo per mano la compagna uscì dai giardini, attraversando la piazza e immettendosi di nuovo lungo il corso principale. Il tragitto di ritorno sembrò ai due molto più rapido: presto sarebbero stati di nuovo lontani.
Raggiunsero la fermata degli autobus e Jo aspettò l’arrivo del mezzo insieme a Brick, che notò una vicina edicola e informò la ragazza di voler comprare un fumetto.
-È necessario che tu lo prenda adesso? E se passasse il bus?-.
-Tranquilla, è già in ritardo. Ci metterò meno di un minuto; vieni con me, dai-.
I due attraversarono la strada e si ritrovarono sul marciapiede opposto, esattamente di fronte all’edicola. Il soldato entrò salutando allegramente la commessa al bancone e Jo diede un’occhiata alle prime pagine in bella mostra.
-Ecco i suoi sette dollari, signora. Arrivederci-.
-Arrivederci-, salutò anche Jo, già pronta ad uscire.
-Aspettate un secondo, ragazzi-.
I due si voltarono simultaneamente e videro la donna farsi strada da dietro il bancone. Quando fu a poco meno di due metri dalla coppia, la signora chiese: -Non avete forse partecipato all’ultima edizione di quel reality, Total Drama?-.
-Cosa?-.
-Ma sì, siete voi! Vi ho riconosciuti!-.
-Ha seguito lo show, signora?-, domandò Brick sorridendo cordiale.
-No, non è il mio genere di programma. Ma le vostre facce erano su tutti i giornali di oggi-.
Jo impallidì. Il poco sangue che le coloriva le guance scomparve del tutto.
-Come dice?-, disse tremando.
-Guardate, se non mi credete. Ecco la copertina di “Gossip Today”: ne sono arrivate decine di copie, stamattina, e sono andate a ruba-.
Jo strappò di mano alla donna il giornale ed esaminò la foto che troneggiava davanti ai suoi occhi: quello era il suo peggior incubo che prendeva forma.
-Mi dici che succede? Fa vedere anche me!-, la supplicò Brick appropriandosi finalmente del settimanale.
-Oh, no! Maledizione!-.
Lo scatto non poteva essere frainteso: i due ragazzi, seduti sul molo, si baciavano con passione, dimentichi delle telecamere nascoste ovunque. Dai volti di entrambi traspariva gioia, pura felicità, la consapevolezza di aver realizzato un sogno. Che ora era infranto.
Brick, sconcertato, scorse il sommario in seconda pagina e vide in grassetto il titolo dell’articolo che gli interessava: “Il primo bacio è per sempre”; giunse in fretta a pagina 20 e lesse le prime righe del pezzo, affiancato da numerose foto inequivocabili.
 
Chi non ricorda la prima cotta? Chi non ricorda con piacere il primo bacio strappato alla persona del cuore? Ebbene, dopo settimane di voci e smentite, ecco arrivare la notizia bomba: alla fine anche Miss Cuore di Pietra ha ceduto alle gioie dell’amore.
Sabato scorso, durante la festa in onore di Cameron Smith,  vincitore del popolarissimo show Total Drama, due dei più amati protagonisti dell’edizione appena conclusa hanno finalmente confessato al mondo intero il sentimento che li unisce. Joanna Jones, agli occhi del pubblico semplicemente Jo, e Brick McArthur, cadetto presso l’Accademia militare, hanno rivelato apertamente l’attrazione reciproca, che da tempo era stata ipotizzata sulle pagine di questo stesso giornale.
La love story è stata resa pubblica dal conduttore del programma, Chris McLean, che ci ha spiegato di quanto fosse sicuro che “tra i due la scintilla sarebbe prima o poi scoppiata”; il suo merito è stato quello di averli fatti rincontrare in un contesto diverso, in cui i ragazzi si sono abbandonati alla passione.
“Sono felice per loro, ma soprattutto per me”, ha affermato domenica pomeriggio McLean mentre diffondeva la notizia alle principali testate rosa del Paese. “Ho voluto rischiare con una storia su cui nessuno avrebbe mai puntato. Ma io vinco sempre le scommesse e questo è stato il mio ennesimo successo”.
Le foto dei ragazzi parlano chiaro: la cosa diventa seria. Ma le famiglie come prenderanno lo scoop dell’ultim’ora?
“Saranno felici, ne sono sicuro”, ha detto ancora McLean. “La bomba che ho fatto scoppiare rimpinguerà non solo le casse mie e dello show, ma anche le finanze dei due ragazzi. Verranno ricoperti d’oro per rilasciare una singola intervista”.
 
Il soldato non proseguì oltre nella lettura, tanto era sdegnato a causa del comportamento del conduttore.
-Stavolta ha oltrepassato il limite-, disse riconsegnando il giornale alla commessa. -Ce la pagherà. Sei con me, Jo?-.
La bionda non rispose. Era rimasta semplicemente senza parole, con la testa che le vorticava incredibilmente ed un terribile senso di nausea. Quello che aveva creduto essere il suo paradiso fino a cinque minuti prima si era trasformato nell’inferno tanto temuto e detestato.
-Jo? Ti senti bene?-.
Brick le si avvicinò di più, ma lei lo allontanò con un gesto infastidito della mano.
-Andiamocene, soldato. Non voglio rimanere qui un secondo di più-.
La ragazza uscì di corsa dall’edicola e si precipitò alla fermata degli autobus, lì dove stava sostando il mezzo che avrebbe riportato Brick a casa.
-Il bus è arrivato. Vattene-.
-Non fare così… Quando possiamo rivederci?-.
-Stai scherzando, spero-, ribatté stizzita la bionda. -Dopo quello che hai letto hai ancora intenzione di continuare a uscire con me?-.
-Ma che domande sono? Certo, Jo. Sei la mia ragazza, adesso; perché non dovrei voler stare con te?-.
-Perché d’ora in poi sarà un calvario, se non chiudiamo la nostra storia-.
-Ti ricordo che ci siamo messi insieme sabato sera. Come fai a desiderare di mettere fine a qualcosa che ha appena gettato le basi?-.
-Tu non capisci. Non voglio che gli occhi di tutti siano puntati su di noi; ciò che sogno è un po’ di privacy, soprattutto se si parla di romanticismo. E… odio essere presa in giro-.
Brick le afferrò le mani e se le portò al petto, all’altezza del cuore, dicendo con dolcezza: -Non hai nulla di cui preoccuparti. Insieme supereremo qualsiasi difficoltà; ci sarò io a proteggerti-.
La ragazza, che aveva abbassato gli occhi, alzò lo sguardo e con uno dei suoi soliti sorrisini rispose: -Allora sì che sarò in buone mani-.
Il soldato replicò alla piccola provocazione avvicinando il volto a quello di Jo e poggiando le labbra sulla bocca di lei, che non cercò di trattenerlo in alcun modo, al contrario di quanto avesse fatto fino a quel momento. Quando si distaccarono, la ragazza lanciò uno sguardo all’autobus e sussurrò: -Faresti meglio ad andare, soldato. Stai per perdere il mezzo-.
Brick si girò di scatto, vide il bus pronto a chiudere gli sportelli e con una mini corsa si lanciò verso l’entrata, esclamando un “Aspetti un secondo!” rivolto all’autista; poi guardò ancora la ragazza amata e con un cenno della mano la salutò, riservandole un ultimo sorriso prima di partire.
 
   
 
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