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Autore: BeeMe    16/06/2012    2 recensioni
Una giornata qualunque. Una chiassosa giornata qualunque.
E' questo l'inizio della fine.
Incomprensioni, amori, cuori spezzati infrangono l'ordine delle cose a Jump City e i Teen Titans s ritrovano nell'occhio del ciclone.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi combatte il fuoco col fuoco di solito finisce in cenere.
Abigail Van Buren

 

Gli occhi fiammeggianti di una delle creature di Slador erano ameno di due metri da lui.

T-Rex

Il ragazzo verde strizzò gli occhi, aspettando il consueto cambio d’aspetto.

Che non avvenne.

T-Rex!

Niente.

Topo! Pterodattilo! Leopardo!

Non successe niente.

Ormai l’essere di fuoco aveva capito che quello che in passato era stato un degno avversario ora era poco meno di un insetto da schiacciare.

Un ghigno malvagio si dipinse sul suo volto e la creatura iniziò ad avanzare.

Era lenta, ma BB sembrava essere stato incollato al marciapiede. Non riusciva a muovere un solo muscolo, sentiva la sua voce sprofondare in un abisso.

Ormai c’era solo un metro tra lui e il mostro che stranamente si fermò.

Come se sapesse che il suo nemico non riusciva a muoversi iniziò ad attingere energia dal suo stesso corpo. In pochissimo tempo fra le sue mani si era formata una palla di fuoco che continuava a crescere.

Dietro l’angolo i bagliori stavano diminuendo. Magari qualcuno si sarebbe accorto che mancava.

Magari Corvina se ne sarebbe accorta. BB non l’avrebbe mai ammesso, ma provava qualcosa per quella misteriosa ragazza. Il suo cuore perdeva un battito ogni volta che lei entrava nella sua stessa stanza e un suo sorriso era il dono più grande che chiunque gli potesse fare.

Peccato che probabilmente non ne avrebbe più visto uno.

L’essere di fuoco era quasi pronto a lanciare la sua arma micidiale e il suo colorito rosso sembrava andare accentuarsi. Ora era più tendente ad un arancione sbiadito.

BB non poteva permettere che finisse così. Che una stupida creatura lo incenerisse senza lui riuscisse a muoversi.

E sopratutto senza riuscire nemmeno a parlare.

Cercò nel fondo della sua gola l’ultimo brandello di quella che era la sua voce e lo costrinse a tornare in superficie.

Urlò e, anche se quello che per lui era un grido in realtà era più un gemito strozzato, vide Corvina girare l’angolo.

La vide mentre il suo sguardo passava da determinato a terrorizzato.

Cercò di muoversi mentre la creatura di fuoco sollevava la gigantesca palla di fuoco sopra la testa.

Chiuse gli occhi aspettando la collisione con quell’arma micidiale.

Così facendo non vide un lampo viola mettersi in mezzo e cercare di creare una barriera.

Non vide arrivare il resto della squadra arrivare di corsa e osservare, a differenza sua, l’impatto che il fuoco ebbe su Corvina quando lei non riuscì a creare ciò che li avrebbe protetti.

Quando infine aprì gli occhi il mostro arancione sbiadito sogghignava felice, ma non fece in tempo a fare un passo avanti che un dardo verde lo fece esplodere.

Il ragazzo verde alzò lo sguardo verso i suoi compagni che, però, stavano guardando da un’altra parte.

Seguì il loro sguardo e un urlo di dolore uscì dalla sua bocca.

Corvina giaceva a terra con piccole fiamme che lambivano ancora il suo mantello.

Non era tanto bruciata, aveva solo delle piccole macchioline nere sul viso ancora più pallido del normale.

Era stata colpita, ma era riuscita a proteggersi almeno un poco.

Aveva gli occhi chiusi e non sorrideva.

-Cos’è successo? - domandò BB tremante ai suoi amici.

Nessuno gli rispose e nessuno staccò gli occhi dal corpo della ragazza stesa a terra.

Il ragazzo verde avanzò piano fino ad arrivare vicino a Corvina.

Le sfiorò con le dita il viso freddo e poi ripeté la domanda: -Cos’è successo?

Questa volta il tono era diverso: non era più curioso, ma arrabbiato con le persone che non gli rispondevano.

BB si alzò e si avvicinò a Cyborg: -Cos’è successo?

Era la terza volta che lo chiedeva e stavolta il robot sembrò riprendersi, anche se lievemente.

-Quell’essere... Era diverso dagli altri. Secondo i miei sistemi rifrangeva la magia. Corvina voleva proteggerti, ma non è riuscita a creare la barriera che desiderava...

Era colpa sua. Corvina era in quella situazione per colpa sua.

BB si accasciò a terra. Non riusciva a crederci.

Robin sembrò riscuotersi da quella momentanea trance in cui era caduto e si fiondò a fianco della ragazza.

-Corvina... Mi senti? - le domandò dolcemente, sperando ancora in una risposta.

Poi si girò e un lieve sorriso gli illuminava il volto: -Respira ancora!

Stella volò subito vicino ai due e, dopo aver accertato che il ragazzo-meraviglia avesse detto la verità, esplose in una risata tendente all’isterico.

Cyborg premette qualche tasto e poi annunciò agli amici che i soccorsi stavano arrivando.

In effetti un’ambulanza arrivò in un tempo record e caricò velocemente la ragazza su una barella immacolata.

Un’infermiera in camice bianco squadrò i Titans uno ad uno prima di domandare chi dovesse accompagnare Corvina in ospedale.

-Uno di noi deve accompagnarla?

La donna fece schioccare la lingua, infastidita: -Uno solo di voi deve assisterla durante il viaggio. Poi in ospedale, domani, potete ritrovarvi tutti. Ora, però, mi serve sapere chi viene. E in fretta, possibilmente.

BB stava per offrirsi volontario quando una voce familiare lo batté sul tempo: -Ci vado io!

Il ragazzo verde guardò Robin che saliva a fianco dell’amica svenuta con un misto di rabbia e gelosia, ma poi una nuova consapevolezza lo attanagliò.

Nessuno sa veramente quanto tengo a Corvina.

Lui aveva cercato di dimostrarlo, ma a quanto pareva nessuno se n’era mai accorto.

Magari pensavano che facesse solo il pagliaccio e invece lui voleva solo vedere nascere un piccolo sorriso sulle labbra dell’amica.

Ma lui ce l’avrebbe fatta. Le avrebbe fatto capire quanto l’amava.

Doveva farcela.

BB aveva deciso. Il giorno dopo, appena fossero andati a trovare Raven in ospedale, le avrebbe detto tutto.

Intanto, però, doveva trovare il modo in cui diglielo.

Soprattuto, doveva trovare il modo in cui diglielo e sopravvivere.

  
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