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Autore: Kaylight    03/01/2007    13 recensioni
"Quanto può rivelarsi difficile badare a tre bambini?" Questa è la domanda che assilla i neo-genitori Ron e Draco che, in assenza delle mogli, si ritrovano costretti a rivestire il ruolo di baby-sitter di tre piccoli angioletti dagli occhioni innocenti. Peccato che i due padri siano così inesperti, e che "i tre piccoli angioletti" non abbiano proprio voglia di comportarsi come tali...
Genere: Generale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera, buonasera!! Allora, comincio col dirvi che questa è la mia prima fanfic, e quindi chiedo scusa in anticipo a tutti per i traumi che la lettura del racconto potrebbe causarvi. In secondo luogo, vi comunico subito la storia si suddivide in vari capitoli, in ciascuno dei quali Ron e Draco si “cimentano” in una nuova impresa per affrontare la propria missione di baby-sitter. Bè, ora non mi resta che ritirarmi umilmente nel mio angolino e lasciarvi alla lettura...ah, quasi dimenticavo: COMMENTATE!!! Sono ben accette anche critiche di ogni tipo: servono solo a migliorare, quindi...eccomi qua! Pronta ad ogni tipo di commento.

CAPITOLO I


«Insomma, perché proprio noi?» domandò Ron Weasley con voce lamentosa, osservando imbronciato sua moglie finire di riempire una valigetta sul letto con alcuni vestiti.
Erano in camera da letto. La loro camera da letto, per la precisione, della loro modesta e accogliente casetta di campagna. Era lì che loro erano andati ad abitare insieme dopo i giuramenti nuziali, secondo i quali si sarebbero amati e sostentati “nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, finché morte...” eccetera eccetera.
Eppure Ronald Weasley non poteva ancora credere che sua moglie, proprio quella moglie che aveva fatto con lui quei giuramenti, lo stesse abbandonando nel momento del bisogno.
«Te l’ho già detto e ripetuto» sbuffò Hermione Granger, la moglie in questione, per l’appunto, scoccandogli un’occhiata che lui sapeva benissimo significare “Guai a te se osi ribattere o ti Avada Kedavrizzo”.
Chiuse con un click metallico la valigia, voltandosi per affrontarlo a viso aperto «E’ da fin troppo tempo che Ginny ha questi strani malori ed Ambrosia, la nostra amica medistrega, è riuscita per puro miracolo a procurarci un appuntamento al San Mungo per oggi pomeriggio. Se non andiamo subito, rischiamo di non trovare un altro buco libero prima della settimana prossima, ed è meglio concludere al più presto. Non c’era tempo di cercare un’altra baby-sitter» concluse sbrigativa andando ad aprire l’armadio.
«Oh, sicuro» commentò sarcastico Ron, le braccia incrociate al petto ed un’aria quanto mai scocciata «tu e Ginny ve ne andate per una scampagnata gratuita al san Mungo, e a dover badare ai bambini devo proprio restare io con quel...quel...vampiro imbalsamato!»
«Ronald Weasley» Certamente nessuno come Hermione Granger sapeva chiamarti per nome e cognome con una ferocia tale da intimidire un leone. E Ron se ne era ricordato, forse, anche troppo tardi. Fece automaticamente un passo indietro, intimorito, quando la moglie si girò a fissarlo con un luccichio severo e irritato negli occhi.
«Punto primo» cominciò Hermione battendogli un dito sul petto «Ginny ed io non andiamo al san Mungo per una visita di cortesia, sia chiaro. Punto secondo: vorrei precisarti che quel -vampiro imbalsamato- è anche tuo cognato e datore di lavoro, quindi porta rispetto!»
Ron si parò le mani avanti, cercando di scostarla «Ma...ma...»
«Non balbettare, non sei un merluzzo» replicò seccamente sua moglie, afferrando la valigia con entrambe le mani e trascinandola pesantemente verso la porta.
Ron ebbe appena il tempo di riprendersi dalla semi-sfuriata prima di rendersi conto che sua moglie stava davvero per abbandonarlo nel momento del bisogno. Si gettò istintivamente davanti alla porta, bloccandole il passaggio, e la fissò con sfida.
«Eh no, mia cara» esordì deciso, ostentando un coraggio davvero ammirevole visto il caratteraccio della moglie che si ritrovava (e di cui aveva appena avuto la riconferma) «Prima di attraversare questa porta dovrai passare sul mio corpo»
Hermione inarcò un sopracciglio, mentre una strana luce le brillò gli occhi in maniera davvero poco rassicurante.

* * *


«Uff» Draco Malfoy sbuffò annoiato, infrangendo così anche l’ultimo, sano principio di Malfoysmo che gli era stato impartito sin da piccolo. Perché si sa, sbuffare è segno di grande insofferenza, e non si dica mai che un Malfoy sia insofferente a qualcosa!
Ma probabilmente, pensò Draco con sarcasmo, rispettare le care regole di casa Malfoy sarebbe stato alquanto contraddittorio in quel momento, dato che le aveva infrante molte altre volte. Tre, per la precisione, e tutte in modo definitivo e irrimediabile.
La prima volta quando, ai tempi di Hogwarts, aveva baciato Ginevra Weasley sotto il vischio in occasione del ballo di Natale.
La seconda quando aveva sposato Ginevra Weasley, causando il ricovero immediato di suo padre al San Mungo e i primi capelli bianchi di sua madre dallo shock.
La terza quando, sempre con quella stramaledetta rossa di Ginevra Weasley, ci aveva addirittura fatto due figli. E lì credeva di aver toccato il fondo.
Ma evidentemente si sbagliava, pensò scocciato Draco. Perché oltre a rischiare di essere scannato da un’intera e agguerrita famiglia Weasley solo in occasione del fidanzamento ufficiale, l’unica cosa peggiore che poteva capitargli era appena avvenuta.
E così, in quel gioioso (e afoso) pomeriggio di fine luglio, la sua carissima moglie era venuta allegramente ad annunciargli che, dato che lei sarebbe uscita, lui avrebbe fatto da baby-sitter non solo ai loro bambini, ma anche a quella piccola scimmia pulciosa della figlia della Granger. Il tutto in compagnia di Lenticchia, alias Ron Weasley.
Decisamente, si disse Draco dando un altro sbuffo esasperato, la giornata non sarebbe potuta andare peggio.
«Per Merlino, Draco, la smetti di sbuffare come un cammello?» il richiamo seppur bonario di sua moglie lo distolse dai suoi pensieri cupi, facendolo voltare verso di lei con espressione accigliata.
«Mi stai paragonando ad un cammello?» chiese in un soffio, assottigliando lo sguardo. Una qualunque persona sana di mente si sarebbe certamente dato alla fuga alla velocità della luce a quel tono gelido, ma di sicuro non Ginny Weasley in Malfoy che, dopo un anno e mezzo di matrimonio, era ormai perfettamente in grado di gestire il proprio marito.
«Non fare il difficile» sorrise infatti la donna in tono conciliante, appoggiandogli dolcemente la testa su un braccio (gli sfiorava appena una spalla), e si voltò a controllare l’ora sul pendolo dell’ingresso «Mi chiedo quanto ancora ci farà aspettare Hermione...»
Ebbe appena il tempo di pronunciare la frase che un urlo agghiacciante, subito seguito da un tonfo al piano di sopra, li fece sobbalzare, mentre una porta sbatteva con fragore.
«Per Merlino!» esclamò Ginny aggrappandosi al braccio del marito, che cercava di non dare a vedere la propria sorpresa «Cosa accidenti stanno combinando quei due? Hanno intenzione di demolire la casa?»
La spiegazione di tanto chiasso si presentò dopo qualche attimo in cima alla scale nella minuta figura di Hermione che, serena più che mai, trascinava dietro di sé una pesante valigia da viaggio; nella sua scia arrancava invece, ammaccato e dolorante, Ron, che saltellava malamente su un piede solo mormorando “Ahi” ad ogni passo.
Draco non impiegò molto a riacquistare la propria calma indifferente. «Qualsiasi cosa sia successa» disse pacatamente mentre osservava la coppia raggiungere il pianerottolo «ho proprio l’impressione che, come sempre, tu te la sia andata a cercare, Weasley.»
Il ragazzo borbottò qualcosa di incomprensibile che suonava molto come un “dannato furetto”, e la moglie sorrise giovale «Nulla di grave, un breve diverbio sul vostro ruolo di baby-sitter. Andiamo, Gin?»
Senza riuscire a trattenere un sorriso, Ginny estrasse la bacchetta da sotto il mantello e si avvicinò all’amica per smaterializzarsi assieme a lei, ma Draco la bloccò per un braccio.
«Mi rifiuto categoricamente di badare insieme alla donnola a tre mocciosi piagnucolanti, capito?» scandì accigliato lasciando la presa, come a volerle lasciare intendere che la questione non era ancora chiusa.
«Ti ricordo che due di quei mocciosi piagnucolanti sono anche figli tuoi» gli rimbeccò Ginny scoccandogli un’occhiata truce.
«E io vorrei farti presente» soggiunse Hermione in tono minaccioso «che l’altra bambina è figlia mia. E che se quando torno scopro che le hai torto anche un solo capello, sconterai il resto dei tuoi giorni rinchiuso nel reparto Lesioni Celebrali da Incantesimo del San Mungo, nella ferma convinzione di essere un Bubotubero»
Ora, Draco Malfoy non era certo il tipo da lasciarsi impressione molto facilmente, in particolare da due donne. Ma se si teneva in conto che una delle due donne era sua moglie, e che l’altra lo stava letteralmente minacciando di morte sicura in caso di guai, nessuno si sarebbe stupito del suo silenzio attonito.
Anche perché, prima che lui o Ron potessero replicare una qualunque cosa, Ginny gli si avvicinò stampandogli velocemente un bacio sulla guancia, commentando «Sarete bravissimi, ne sono sicura», e in un batter d’occhio lei ed Hermione si erano smaterializzate, lasciandoli soli nell’ingresso.
Seguì un breve silenzio, rotto dal gongolare dei bambini da dentro i loro box.
Ron e Draco si voltarono a guardarli, scambiandosi a vicenda un’occhiata indispettita, e li squadrarono come se fossero tre piccoli Ungari Spinati pronti all’attacco.
I piccoli gemelli Malfoy, Elis e Jason, ricambiavano i loro sguardi sospettosi con delle espressioni languide e placide che, grazie ai corti capelli biondi e ad i grandi occhi azzurri, davano esattamente l’idea di due angioletti. Accanto a loro, con un sorrisetto vispo, la piccola Jenis li guardava con gli allegri occhioni nocciola, incorniciati da alcuni ciuffetti della corta chioma rossiccia che le copriva la testolina rosea.
«Allora...ehm» Ron si passò distrattamente una mano tra i capelli, incerto, e si voltò a guardare Draco «Che si fa?»
Draco roteò gli occhi, senza però perdere di vista i tre bambini «Che domanda intelligente, Weasley, davvero degna di te. Cosa vuoi che ne sappia io?». Si avvicinò a passo rapido al mobiletto della sala, prendendo un foglio piegato con cura che vi era stato posato sopra.
Lo tese a Ron con fare spazientito «Comunque, ecco la soluzione ai nostri problemi: Ginny ha lasciato questo. A quanto pare quelle due ci ritengono così incapaci di badare a tre mocciosi tanto da stilarci una lista di cose da fare durante il pomeriggio»
«Perfetto» si limitò a commentare Ron, atono, mentre scorreva punto per punto la lunga lista «Non ci rimane che iniziare»
Un’altra, incerta occhiata venne gettata da entrambi ai bambini. I placidi sorrisini che arrivarono loro in risposta avrebbero potuto sembrare rassicuranti, certo, ma entrambi i padri non poterono non porsi una domanda: quanto può rivelarsi difficile badare a tre innocui bambini?
“Sicuramente poco” si disse con scetticismo Draco.
“Forse solo un po’” si ritrovò a pensare Ron “Forse”.
Probabilmente, nessuno dei due immaginava che strano risvolto avrebbe presto preso la loro giornata nelle vesti di baby-sitter.

  
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