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Autore: Vi_    16/06/2012    5 recensioni
Le guardo tutte. Le persone che hanno reso la mia vita degna di essere vissuta. La mia famiglia. Il mio bene più grande. Ora sto per lasciarli, tutti quanti. E’ arrivato il mio momento, il momento di raggiungere mio marito, alcuni amici e lui. E’ arrivato il momento di passare a “miglior vita” o almeno così dicono i Babbani. Perché migliore poi? La mia vita era stata quasi perfetta, difficilmente avrebbe potuto migliorare.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Molly Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Le guardo tutte. Le persone che hanno reso la mia vita degna di essere vissuta. La mia famiglia. Il mio bene più grande. Ora sto per lasciarli, tutti quanti. E’ arrivato il mio momento, il momento di raggiungere mio marito, alcuni amici e lui. E’ arrivato il momento di passare a “miglior vita” o almeno così dicono i Babbani. Perché migliore poi? La mia vita era stata quasi perfetta, difficilmente avrebbe potuto migliorare.

Li guardo uno a uno, negli occhi, cercando di far capire loro quanto fossero stati importanti, quanto avessero reso la mia esistenza completa. Erano tutti lì, per me. Alcuni piangevano, altri avevano un’aria sconsolata altri erano rassegnati.

Li devo salutare uno a uno. Non posso lasciarli così. Non dopo tutto quello che hanno fatto per me.

“Bill caro- inizio con aria commossa- il mio primo bambino, il mio primogenito. Non dimenticherò mai quando ti accompagnai all’altare, il giorno del tuo matrimonio. Eri emozionatissimo e le cicatrici che ti sfigurano il volto sembravano scomparire dinnanzi a tanta gioia. Stavi per sposare la donna che amavi e nulla avrebbe potuto guastare quel momento. Eravamo in guerra, il pericolo era alle porte, la Morte tra noi: ma quel giorno, quel bellissimo giorno di Agosto, nulla sembrava sfiorarci.
Bill tu mi hai insegnato che anche nei momenti più bui c’è sempre una speranza. Grazie figlio mio.”

Bill mi guarda commosso, si piega su di me e mi scocca un bacio sulla guancia. Poi, ritrattosi, stringe forte a se la moglie Fleur che ha gli occhi pieni di lacrime. Si amano ancora come il giorno del loro matrimonio.

“Charlie, razza di scapestrato- mi rivolgo a lui con un sorriso- sei forse quello con cui ho condiviso meno. Tu è quel maledetto lavoro in Romania. Ma anche solo sapendoti felice, ero felice anche io. Ti vorrei fare tante raccomandazioni, prima tra tutte quella di trovarti una moglie, ma so che sono parole al vento quindi lascio stare. Tu mi hai insegnato che la lontananza non attenua l’amore.
Fammi solo una promessa però”

“Certo mamma- risponde Charlie con un sorriso tra il divertito e il preoccupato- dimmi pure”

“Promettimi che ti taglierai quei capelli, per Merlino sembri un cane bagnato!”

Tutti i presenti scoppiano in una risata collettiva.

“Sei la migliore mamma, ti voglio davvero tanto bene” mi dice il secondogenito.

Guardo Percy, il mio bambino che mi aveva fatta tanto soffrire. Poi era tornato. Aveva capito che la sua famiglia era più importante del successo.

“Mi dispiace mamma, per tutto quello che ti ho fatto passare, per il dolore che ti ho provocato. Ero giovane e non avevo ancora capito nulla della vita ma quello che ho fatto è comunque imperdonabile e io non smetterò mai…”

Lo interrompo. Percy è un fiume in piena, con le guancie bagnate dalle lacrime di disperazione piene di rimpianti, le spalle scosse dai singhiozzi.

“Figlio mio non piangere. Non pensare che me ne andrò senza averti perdonato. Io ti ho perdonato quel terribile giorno di tanti anni fa quando sconvolto e scarmigliato, sei spuntato nella Stanza delle Necessità. Nel momento stesso in cui ti ho visto ti ho perdonato. Per te ho sofferto molto, è vero, ma le gioie che mi hai regalato sono molto maggiori rispetto ai dolori che mi hai provocato. Figlio mio, non pensare mai, per nessuna ragione al mondo, che io ti abbia amato meno di quanto abbia amato tutti gli altri.

“Grazie mamma, non merito tutto questo, il tuo perdono così incondizionato ma non lo rifiuterò di certo. Sei la donna più gentile, altruista e generosa che abbia mai conosciuto. Nessuna ricchezza e nessun onore potrebbe mai competere con la gioia di averti come madre. Sono fiero di essere tuo figlio.”

“E io sono fiera di essere tua madre. Tu mi hai insegnato che non è mai troppo tardi per tornare indietro e farsi perdonare. Ti amo allo stesso modo in cui amo tutti voi.

Mi volto verso il mio bambino più coraggioso, quello che più mi aveva fatta preoccupare ma che alla fine mi aveva resa fierissima di lui. Il figlio che aveva combattuto da eroe nella Seconda Guerra Magica contro il Signore Oscuro e che era sempre stato il migliore amico del Prescelto. E oggi, dopo tanti anni e tanti cambiamenti, erano ancora inseparabili.
Lo vedo stringere una bellissima strega dai capelli ricci. L’aveva sempre amata e io, da buona madre lo avevo saputo fin dall’inizio, ora lo sapeva anche la strega. C’era voluto tanto tempo per far ammettere a quel testone i suoi sentimenti ma alla fine si era dichiarato, rischiando per lei la sua vita. Avevano formato una famiglia insieme ma per me sarebbero sempre rimasti quei ragazzi che si chiudevano in camera loro a confabulare e preparare piani per salvare il Mondo Magico.

“Ronald Bilius Weasley- lo guardo alzare gli occhi al cielo- il mio piccolo eroe. Mi hai resa così fiera di te Ron quando ti ho visto combattere nel castello di Hogwarts, per difendere la ragazza che amavi, il tuo migliore amico e la tua famiglia. Hai combattuto contro mostri orribili e nemici terribili. Ma soprattutto per noi hai sconfitto le tue paure più grandi. Hai protetto le persone che amavi di più con tutte le tue forze ed eri pronto a morire per loro. Sapere che stavi combattendo in prima linea per la nostra salvezza mi ha dato la forza per andare avanti in quei terribili mesi di guerra.
Tieniti stretti i tuoi amici, sono una delle cose più preziose che hai. Tratta bene Hermione perché lei è sicuramente la cosa migliore che ti sia mai capitata.
Grazie Ron, tu mi hai insegnato il valore dell’amicizia. Resterai sempre il mio piccolo eroe però”

“Mamma, grazie di tutto. Anche quando sbuffavo per i tuoi maglioni e tremavo per le tue Strillettere, sei sempre stata la mia guida. Mi hai insegnato a combattere fino in fondo per le persone che amo. Sarai sempre la prima donna della mia vita. Grazie”.

Questi adii commoventi mi uccideranno prima del previsto.

I grandi occhi castani di mia figlia aspettano il mio addio colmi di lacrime. Era stretta all’uomo della sua vita, il ragazzo che aveva salvato la mia famiglia e il nostro Mondo. La stretta di Harry è forte e salda, come sempre. Ma nei suoi occhi vedo la disperazione di una grande perdita.

“Oh Ginevra, la mia unica bambina. Il mio tesoro più dolce. Ti ho aspettata tanto sai? Ti sei fatta desiderare. Ma io ti volevo così tanto, una bambina, una femmina, con cui condividere tutto. Mentre ero incinta di te, mi accarezzavo il pancione e pensavo alle torte che avremmo cucinato insieme e alle chiacchierate tra donne fino a notte tarda. Poi sei nata e ho scoperto che sarebbe stato più probabile fare torte con Voldemort in persona piuttosto che con te. Hai vissuto circondata da fratelli dispettosi e impertinenti che però ti hanno sempre amata, sempre. Sei cresciuta forte e determinata. Determinata a farti valere, a fare qualcosa di grande, determinata a non essere la più piccola di sette fratelli maschi. E poi hai incontrato lui, il tuo Harry, in un’affollata stazione il 1 Settembre di tanti anni fa. E te ne sei innamorata. Perdutamente. Definitivamente. E lo hai amato sempre, quando non ricambiava mai il tuo sguardo, quando tutti avevano paura di lui, quando sapevi che amarlo ti avrebbe fatto solo soffrire. Hai combattuto, nel vero senso della parola, per il suo amore e per il futuro insieme che meritavate entrambi. E sappi che la cosa più struggente che io abbia mai udito in vita mia è stato il tuo urlo alla vista del suo corpo esanime tra le braccia di Hagrid. Ti amo figlia mia. Ti amo perché non sei quello che mi aspettavo, sei molto meglio. Ti amo per la forza con cui hai combattuto. Ti amo per le torte che hai mangiato invece che cucinato. Ti amo infinitamente. Ti amo al punto da essere diventata un’assassina per te.
Mi hai insegnato a credere nell’amore, anche in mezzo alle difficoltà, e mi hai insegnato a combattere per ciò che amo.”

Ginny mi guarda e non riesce a parlare. Sente la gola chiusa e la bocca impastata di lacrime salate. Il petto scosso dai singhiozzi e per un attimo è ancora una bambina che ha paura dei temporali e piange disperata in camera sua, senza avere il coraggio di andare a rifugiarsi tra le braccia della madre per paura di essere presa in giro tra i fratelli. Ma ormai è grande, è una donna affermata, una giornalista di successo e finalmente non ha paura di gettarsi tra le braccia della madre e posarle un bacio sulla guancia, sussurrando alla sua pelle una sola parola “Grazie” in modo che unicamente la madre la possa sentire e per far si che anche loro abbiano un piccolo segreto tra madre e figlia.

Guardo Harry, sconvolto e disperato e sento le lacrime pizzicarmi gli occhi. Quello è il mio ottavo figlio, anche senza capelli rossi. Lo amo come tale, incondizionatamente. E per quanto io sia affezionata a Hermione, a Fleur, ad Angelina e le altre, nulla può competere con l’amore per Harry. Sto per aprire la bocca per ringraziarlo per tutte le volte che ha salvato la mia famiglia e l’ha resa felice ma lui mi precede.

“No Molly, non parlare. Altrimenti cominceresti a ringraziarmi e io non lo sopporterei perché qui l’unico che deve ringraziare sono io. E non dovrei ringraziare solo te ma tutti voi, che mi avete dato una famiglia, mi avete accolto nella vostra, quando io una famiglia non ce l’avevo. Avevo undici anni ed ero un bambino spaventato. Era la mattina di Natale e per tutti era un momento di gioia, tranne che per me. Non avevo mai ricevuto regali a Natale e non credevo che sarebbe cambiato quell’anno. Ma appena sveglio trovai sul mio letto un grande pacco informe che conteneva un maglione fatto in casa. E per la prima volta in vita mia mi sentii di far parte di una famiglia che mi amava. Molly tu mi hai cresciuto come un figlio e io in cambio ho messo in pericolo i membri della tua famiglia. E nonostante questo tu non mi hai abbandonato, anzi. Mi hai ospitato, mi hai nutrito, mi hai fatto regali su regali, ma soprattutto mi hai fatto sentire amato. E per questo nessuna parola, nessun gesto, sarà mai abbastanza. Ed ora è come veder morire tua madre un’altra volta. Perché, benché sia stata Lily a darmi la vita, tu mia hai cresciuto e amato quando lei non ha potuto farlo. Grazie Molly, grazie di avermi reso felice ad undici anni, a tredici, a diciassette e per il resto della mia vita. Ti voglio bene mamma.”

Piango. Sento le lacrime bagnare le mie guance e non faccio nulla per nasconderle. Perché so che ormai manca poco alla mia fine. Perché mi mancheranno tutti, enormemente. E perché ora mi aspetta il saluto più difficile.

Osservo George, che ha lo sguardo perso e vacuo. Sono ormai quasi venticinque anni che spesso lo vedo con uno sguardo perso. Vuoto. Perché il vuoto è dentro di lui e nulla, nulla, potrà colmare la sua assenza.

“George, guardami- si volta verso di me- sto per andarmene.” Lo vedo annuire con aria afflitta. “Sto per raggiungerlo, vedi? Papà è già con lui e ora ci sarò anch’io e lui non sarà mai più solo. George, lui non ti ha abbandonato, lo sai? E’ sempre stato con te, nel tuo cuore, nei tuoi ricordi. George, figlio mio, tu sei George Weasley. C’è stato il tempo in cui eravate Fred e George, ma ora lui è andato via e tu devi essere solo George. Perché lui vorrebbe che tu continuassi a ridere e a scherzare. Lui è dentro di te George ma tu devi vivere anche per lui.”

Vedo il suo sguardo snebbiarsi, i suoi occhi riprendere vita e un sorriso increspare le sue labbra. E’ tornato ad essere il mio George, quello che nonostante il vuoto dentro di se è andato avanti. Ha un negozio splendido, che fa invidia a tutta Diagon Alley, una moglie che lo ama e due figli che sono due perfetti birbanti. E quello è il mio George, il bambino di cui sono tanto fiera, il bambino che mi ha insegnato l’importanza dell’unicità.

“Vai mamma, ti sta aspettando. Ti ho trattenuto anche troppo qui, è il momento che tu vada da lui. Digli che ho lanciato una nuova serie di Merendine Marinare e che Angelina dice che io so ballare molto meglio. Digli che anche se mio figlio si chiama come lui ha il mio fascino, per questo ha tanto successo con le ragazze. Digli che ho imparato a dire ‘Balbettante bambocciona banda di babbuini’ molto velocemente. Digli che ho visitato Roma e il suo Foro, e quindi ora sono Romano a tutti gli effetti. E mamma…”

“Dimmi George caro”

“Digli che mi manca, enormemente. Digli che non c’è giorno che io non pensi a lui. Digli che ci dovevo morire io in quella esplosione, perché lui sarebbe stato sicuramente più bravo di me ad andare avanti da solo. Digli che faccio il possibile per vivere per entrambi, ma a volte il vuoto mi sembra troppo grande per poterlo colmare. Digli che è sempre la mia guida, in tutto ciò che faccio. E digli che lo amo, più della mia stessa vita.”

“Lo farò amore. Ti prometto che lo farò. E sono sicura che lui, ovunque sia, è fiero di te quanto lo sono io. Sei l’uomo più forte e coraggioso che io abbia mai conosciuto e Fred- lo vedo sussultare quando pronuncio il suo nome- è stato fortunato a condividere la sua vita con te, perché l’hai resa, per quanto breve, assolutamente splendida.”

Gli stringo la mano e guardo per l’ultima volta la mia famiglia. Sorrido appena, appoggio la testa al cuscino e un attimo prima di chiudere gli occhi per sempre mi sembra di sentirmi sfiorare la mano che non è stretta tra quelle di George e sento una voce che, come un sospiro, mi soffia in un orecchio.

“Vieni con me mamma, mi sei mancata tanto.” 

  
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