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Autore: Jo_The Ripper    17/06/2012    17 recensioni
[Terza classificata al contest: "Chi è il mostro?" Indetto da MisticSword]
La sua vita era sfumata, andando alla deriva ogni giorno di più.
La vita del bambino minuto e gracile nato nell’odio della guerra, che portava sulle spalle il peso dei torti della sua gente. Essere malvagio era ciò che tutti si aspettavano da lui. Doveva interpretare il ruolo del mostro dal quale i genitori mettevano in guardia i propri figli prima di andare a dormire...
Ma nell’arazzo del destino tessuto dalle Nornir, può un dio rinnegato, subdolo, falso doppiogiochista senza possibilità di redenzione, la cui mente è ottenebrata dalla ricerca di vendetta e riscatto, diventare vittima del suo stesso inganno?
“Skuld, non vorrai mica rivelargli il futuro?”
“Il futuro… certo che no! Ho guardato il suo, ed è proprio quello che mi aspettavo.”
“E allora cosa hai intenzione di fare?” chiese Urðr.
“Vedrete. Stavolta il nato Jötunn imparerà una grande lezione, e compirà il suo destino.”
Skuld sorrise. Lei aveva visto il futuro che attendeva il giovane principe di Asgard.
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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I don’t know how it happened
it all took place so quick

but all I can do is hand it to you
and your latest trick

Dire Straits – Your latest trik

[Non so come sia successo/ è accaduto così in fretta/ ma tutto quello che posso fare/ è fare i miei complimenti a te/ e al tuo ultimo scherzo]

 
“Buongiorno, turista!” Gil allegra mi saluta da lontano, sfoggiando un sorriso smagliante.
“Buongiorno”
“Allora, tutto pronto? Oggi farai lo scolaretto alla Stark Tower…” nasconde una risata dietro la mano.
Inarco un sopracciglio, infastidito “Posso sempre andare da solo, se ti annoia fare da balia ad uno scolaretto. Ma la cosa curiosa è che l’altro giorno, quando ci siamo incontrati al caffè, proprio tu mi hai chiesto di accompagnarmi…” prendo a camminare con le mani in tasca, tranquillo. Tre secondi netti e me la ritrovo di fianco, imbronciata.
“Piantala di fare il musone, dovresti imparare a divertirti di più!” mi spinge leggermente con la spalla.
Davvero, non capisco come faccia ad essere sempre e costantemente così di buon umore, riesce ad irritarmi con una facilità impressionante.
“Non faccio il…musone, mi limito ad assumere espressioni facciali idonee al contesto che mi si presenta”
Mi guarda storcendo la bocca in una smorfia sospettosa “Quindi stai dicendo che è colpa mia se metti il muso?”
“Non mi permetterei mai di dire una cosa del genere…” le rispondo pungente, continuando a camminare.
“Oh, ho scoperto il tuo gioco, carino, non puoi imbrogliarmi tu!” mi sventola l’indice davanti agli occhi.
“Davvero? E quale sarebbe il mio gioco, di grazia?”
“Non lo so con certezza, ma stai macchinando qualcosa in quella tua testolina” incrocia le braccia al petto, continuando a camminare con aria solenne.
“Bene, quando lo scoprirai, premurati di informarmi” commento graffiante, schernendola. Lei mugugna qualcosa, ma non approfondisco la questione. Questa battaglia l’ho vinta io, con sommo piacere, aggiungerei.
Dopo aver camminato tra la folla dei marciapiedi newyorkesi e le loro caratteristiche esalazioni fumose, scorgo finalmente l’edificio che solo pochi mesi prima era stato sfondo di una caduta vertiginosa dal successo, alla disfatta. Quel ricordo mi riempie il cuore d’ira, quanto vorrei fare esplodere tutto qui e adesso, dentro di me la vocina  che ha preso il posto della fantomatica coscienza grida a pieni polmoni vendetta. Ed io voglio seguirla, voglio lasciarmi condurre da lei, riprendermi la rivincita su queste creature, scarti dell’universo.
“Tutto ok?”
“Come?”
Gil mi fissa, incerta. “Ti ho chiesto se è tutto ok. Ti sei irrigidito, e stai lanciando occhiate alla torre quasi volessi incenerirla”
“Bruciarla…con tutti i vendicatori sigillati all’interno… sì, è un’idea da prendere in considerazione…” scuoto la testa in diniego, non è il momento.
“No, niente di tutto questo. Mi limitavo ad osservare con ammirazione questo esempio di architettura moderna” abbozzo un sorriso cercando di mettere quanta più convinzione possibile in quelle parole del tutto finte.
“Ok…” lei non sembra completamente certa, ma accetta senza fare storie.
Siamo dentro, lo spettacolo è iniziato. Ho letto abbastanza da apprendere nozioni di base su questo posto, ora non mi resta solo che studiarlo attentamente. La Stark Tower è uno degli edifici con i livelli di sicurezza più avanzati esistenti su questo pianetucolo. L’interno dell’azienda è completamente gestito da una rete informatica, con una sorveglianza praticamente ininterrotta. Infatti il vigile occhio onnisciente delle telecamere è ben fisso su di noi. Ho dovuto alterare impercettibilmente la mia fisionomia, quel tanto che basta a non far scattare i meccanismi di difesa dei programmi di riconoscimento facciale. Non sono così stupido da credere che l’uomo di metallo non mi abbia inserito in ogni database esistente nella speranza di riuscire a scovarmi.
Le porte si aprono solo con appositi tesserini e codici di riconoscimento, che io non possiedo. Gli unici esterni che possono entrare negli altri livelli, sono gli addetti alla manutenzione e alle pulizie, scortati sempre da membri dello staff di Stark.
La nostra guida ci conduce alle ascensori, ce ne sono due: per dipendenti, e per turisti, infatti lei non ha bisogno di inserire un codice.
“…ed al livello superiore, dove siamo diretti, si trovano l’ufficio del signor Stark, ed i laboratori di ricerca e sviluppo…”
“Non è dove lavora la tua amica Jane?” chiedo piano a Gil.
“Sì, esatto. Prima ho provato a chiamarla per avvertirla che ero qui, ma è scattata la segreteria, e quindi non potrò incontrarla” dispiaciuta torna a fissare le porte dell’ascensore che si sono aperte.
La nostra guida ci fa segno di seguirla, passando dalla sala conferenze.
“Chiedo scusa, il signor Stark sarà presente al nostro giro?” domando cortese.
“Oh no, lui è sempre molto impegnato, non esce molto dai piani superiori…ma è normale il desiderio di voler incontrare un uomo nella sua posizione…qui è pieno di suoi fans” commenta come se avessi detto la più grande sciocchezza del mondo, assumendo un’aria trasognata.
“Non avevo dubbi” rispondo. Un’altra donna dal quoziente intellettivo di un anellide, ma la notizia che Stark non ci sia mi serviva solo da conferma, un megalomane come lui che si mischia con la volgare plebaglia non è ammissibile. Troppo misantropo per comportamenti da umano normale.
 
E poi d’improvviso lo sento, il mio scettro, è qui. La sua magia mi richiama a sé, non posso trattenermi ancora per molto prima che vedano la sua reazione nel laboratorio dove lo stanno passando al microscopio. Ora che so dove trovarlo non mi resta altro da fare che venirlo a riprendere, ho appreso abbastanza oggi da capire come muovermi in questo labirinto. Devo solo mettere in scena un piccolo diversivo.
“Ho bisogno di uno spuntino, mi accompagni? Dai, ti offro qualcosa”
Non posso negare che necessito anche io di sostentamento, quindi mi conviene accettare la proposta dell’umana post gita alla torre.
 

***

“Allora, ti è piaciuta la Stark Tower?” mi chiede prendendo della sottospecie di cibo che chiamano hot dog.
“Sì, è stata un’esperienza molto istruttiva” rispondo guardando con una certa riluttanza l’alimento che invece lei addenta avidamente.
“Spero che ti sia servito a trovare ciò che cercavi”
Mi volto a guardare nella sua direzione, serena continua a mangiare il suo panino. Non capisco come faccia a capire certe cose, è un essere inferiore a me per intelligenza, ma ha un intuito davvero spiccato. Fin troppo spiccato.
“Tu invece non hai potuto incontrare la tua amica…” devio l’attenzione su altro.
“Sì, ma la incontrerò in questi giorni, grazie per l’interessamento”
Guarda poi l’orologio, visibilmente spazientita “Per me è tempo di andare, mi avrebbe fatto piacere rimanere ancora un po’…”
“No vai, non voglio essere causa del tuo ritardo al lavoro”
Sorride contenta “Oh non preoccuparti, non se la prenderebbero se sapessero che arrivo in ritardo a causa tua. Forse…”
“Cosa?” chiedo, ma lei veloce mi stampa un bacio sulla guancia, strizzandomi l’occhio, e poi corre via salutandomi.
Non so davvero cosa pensare, oltre al fatto che quella ragazza sia indiscutibilmente una persona molto disturbata.
 

***

Sembrerà il banale cliché di un criminale qualunque, ma le operazioni notturne sono sempre le migliori. Di certo non avrei potuto colpire la Stark Tower in pieno giorno, con il massimo della sorveglianza attiva. La notte è mia alleata, e adesso devo iniziare il mio piccolo show. Le porte della Torre sono sigillate dall’interno, ho bisogno quindi di qualcuno che le apra per me, inoltre devo far saltare la corrente quel tanto che basta per disattivare momentaneamente i sistemi di sicurezza, e devo infine accertarmi che la lattina che abita al piano di sopra, ci resti. Anche se avendo inquadrato il soggetto, starà sicuramente combinando qualcosa nel suo laboratorio privato. Chissà, magari sta proprio cercando di costruire qualcosa per bloccare me. Sarebbe estremamente ironico!
 
Fase 1: diversivo
 
Nei vicoli trovi le migliori risorse di tutta New York, sono infatti raggruppati vari senzatetto, tossicodipendenti, e qualche ladruncolo. So bene che senza scettro la magia ipnotica non durerà a lungo, ma un tempo limitato mi basta.
“Voi adesso verrete con me” comando tendendo una mano davanti a me, ad un gruppo riunito attorno ad un fuoco improvvisato in un barile vuoto. Uno membro della comitiva si stacca, e viene verso di me tracotante.
“E tu chi diavolo saresti?” domanda spavaldo.
“Qualcuno di cui non avrai memoria”
La fiamma comincia a sollevarsi facendo diventare l’aria una massa tremolante. Un caldo oppressivo si diffonde tutti’intorno, creando un’immagine ondeggiante e distorta dinanzi agli occhi dei miei nuovi servi, come un miraggio dovuto al troppo calore nel deserto. Li vedo portarsi le mani alla testa, cercando di combattere la mia influenza, ma non sono forti abbastanza, falliscono miseramente. Si rialzano e i loro occhi sono inespressivi, il loro sguardo è spento, vitreo, vacuo. Sono completamente assoggettati al mio volere.
Cominciano a camminare come zombie, è stato veramente facile.
Quando il mio piccolo esercito è ben nutrito e completamente sottomesso, ritorno alla torre. I miei schiavi cominciano a tirare pietre contro i vetri, provando ad aprire a spalla le porte ermeticamente chiuse. In disparte assisto all’attacco, posizionandomi in un punto cieco della telecamera esterna. Vedo i guardiani uscire e tentare di sedare la rivolta, ma uno dei miei riesce a rubare la pistola dalla fondina di un custode, prendendo a sparare alla cieca, colpendo infine un uomo. L’eco degli spari è coperto dal solo rombo del tuono del temporale che si sta avvicinando.
Le porte sono aperte, velocemente aggiro quel gruppo di uomini intenti ad azzuffarsi, scavalcando con eleganza il cadavere della guardia che giace stesa sul marciapiede ormai tinto di rosso. Posso vedere la macchia cremisi che gli si allarga sul petto. Mi abbasso, e prendo il suo pass.
“Grazie Kevin” sorrido mentre varco la porta della torre.
In lontananza sento il suono delle sirene delle auto della polizia.
 
Fase 2: trasformismo
 
Sento la magia come una morbida carezza calda e voluttuosa sulla mia pelle, piano il mio corpo sta cambiando. Il buon Kevin mi sarà d’aiuto anche da morto, ormai ho assunto le sue sembianze, ma la trasformazione non durerà a lungo. Adesso devo fare in modo che il mio scettro non reagisca troppo alla mia vicinanza, e per questo devo disattivare il sistema di sicurezza. Se vedessero la sua strana attività potrebbero insospettirsi, e andare a chiamare l’ammasso di ferraglia. Con il pass del custode apro le porte per i livelli superiori, dopo aver recuperato i codici appena cambiati.
Fuori comincia ad infuriare una tempesta.
La torre è deserta, troppo silenziosa, ma io sono solo un sorvegliante impegnato nel suo giro di ronda, che cammina per corridoi dall’anonimo colore beige. Giunto alle ascensori, digito il codice di sicurezza, e premo per i piani superiori. Bene, è giunto il momento di togliere la visuale.
Si dice che un fulmine non colpisca mai due volte nello stesso punto, vediamo se questa teoria è scientificamente provata. Sorrido malvagio:
“Chissà se i sistemi reggeranno a delle scariche elettriche da 200 kiloampere, ad una velocità di 50.000 km al secondo” una risata tagliente mi nasce spontanea mentre mi preparo per il prossimo incantesimo.
 
Fase 3: recupero
 
Esco fischiettando dall’ascensore nell’esatto momento in cui la scarica elettrica si abbatte sulla torre. Tutti i sistemi saltano, le luci si spengono una ad una, e le porte automatiche si aprono per consentire la fuga del personale. Ma a questo livello non c’è nessuno, solo io, che con passo cadenzato percorro il corridoio dei laboratori.
Finalmente rieccolo, il mio scettro, il mio alleato. La magia si dissolve, sono tornato alle mie vere sembianze. Adesso posso anche uscire dalla torre senza essere visto, ma prima voglio lasciare un piccolo ricordino a tutti i Vendicatori.
Un promemoria, oserei dire.
 

***

“Ma che diavolo sta succedendo stasera?” Tony Stark sbuffò visibilmente all’improvvisa mancanza della corrente. “Jarvis, situazione”
“Signore, a parte dei disordini al livello base, pare che una scarica di fulmini abbia arrecato danni ai generatori”
“Impossibile, la torre è autoalimentata, ha riserve energetiche, ho controllato io stesso! E poi quali disordini ci sono stati? Perché non mi hai chiamato?”
“Mi dispiace signore, ma è così. Abbiamo avuto problemi all’esterno con un gruppo che ha assaltato la torre con pietre ed altri oggetti. Lei mi aveva ordinato di non disturbarla.”
Tony sbuffò: quell’interfaccia virtuale prendeva troppo seriamente i suoi ordini. Si poggiò al tavolo pensieroso.
“Non è una semplice coincidenza, qui sta succedendo qualcosa. Ripristina il sistema”
“Sì signore”
Un bussare alla porta fece sobbalzare il magnate, i cui nervi erano tesi come la corda di un violino.
“Signor Stark, polizia, apra la porta”
“E adesso che altro c’è ancora!” brontolò impaziente aprendo la porta “Buonasera agenti, cosa posso fare per voi?” di fronte a lui c’erano due uomini visibilmente provati da un eccessivo sforzo fisico. “Corrente saltata, ascensori bloccate, scale” intuì l’uomo di metallo.
“Era un suo dipendente Kevin Mckid?” disse uno dei due uomini, con voce ancora pesante.
Il respiro gli si gelò in gola
“Jarvis…”
“Sì signore, è un nostro dipendente”
“Cosa è successo” chiese in un sussurro, intuendo la tragica notizia in cuor suo.
“È stato assassinato poc’anzi in quella specie di rivolta avvenuta in strada”
“Mio Dio…”
“Possibile che lei non abbia sentito niente? Questo posto è più controllato del Pentagono…” chiese sospettoso l’altro agente.
“Io… avevo disattivato i sistemi per non essere disturbato, stavo lavorando…” colpevole Tony strinse i pugni, chinando il capo.
“Controlli i suoi sistemi di sicurezza, noi andiamo a risolvere questo casino”
“Aspettate, scendo con voi”
 
Quando i sistemi furono ripristinati, e la situazione al livello inferiore placata quasi come per magia, Tony tornò al livello superiore, molto inquieto. Sentiva che quell’ evento non era una coincidenza.
La battaglia in strada, i sistemi impazziti, la scarica di folgori…la consapevolezza di ciò che era accaduto gli strinse lo stomaco, stringendolo in una morsa di gelo. Quanto sperava di sbagliarsi.
Corse nei laboratori di ricerca con la gola secca, il cuore aveva ormai accelerato i battiti quasi volesse fuoriuscirgli dal torace.
Ma Tony non trovò quello che stava cercando.
Lo scettro era sparito, ed al suo posto vi erano solo un bigliettino, ed un bicchiere con qualche goccia di whiskey all’interno.
“Sono tornato, grazie per il drink” lesse con un groppo alla gola che si tramutò presto in un grido di rabbia e frustrazione.
Accartocciò il foglio scaraventandolo con violenza al suolo.
“Maledetto figlio di puttana” ringhiò tornando ad ampie falcate nel suo studio.
Doveva chiamare a raccolta i Vendicatori, Loki era definitivamente tornato in pista.
 

***
Signore e signori, oggi Loki è tornato in sé, ha smesso di giocare a scacchi e fare il turista l’ha annoiato presto. Ha preferito andarsi a riprendere il suo scettro delle meraviglie XD
Ma ditemi, sto diventando noiosa, la tiro troppo per le lunghe? Vi ho visto meno partecipi nel precedente capitolo, quindi mi chiedevo se vi andrebbe di dirmi se c’è qualcosa che non va, in modo da non ripetere gli errori :D ci tengo a fare le cose perbene ;-)
Detto questo non mi resta altro che augurarvi buona domenica, e vedervi la settimana prossima!
Nel frattempo vi lascio un bel ricordino(anche se sono convinta che come me, avete una cartella di immagini strapiena nel pc): un dio ed il suo scettro
 
 
  
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