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Autore: ccharlotts    17/06/2012    2 recensioni
-- momentaneamente sospesa, riprenderà a breve :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Senti, io e mio fratello abbiamo organizzato una specie di festicciola per domenica sera dato che il resto della famiglia non è in casa. Se a Palermo ci giocate di sabato, potresti venire a fare un salto, no?”
Leonardo si voltò a guardarla dopo quella proposta e fu contento di notare che il viso della ragazza era sincero, sembrava davvero richiedere la sua presenza.
“Perché no. Mi farebbe davvero piacere! Ma spiegami un po’, che genere di festa è?”
“Niente di speciale eh! Non ti aspettare chissà cosa. Semplicemente organizzavamo spesso feste con i nostri amici a Parigi e ci piacerebbe continuare la tradizione qua. Un po’ di musica, chiacchiere, alcool, cibo e perché no, si potrebbe anche ballare un po’!”
“Tu hai una volontà d’organizzazione spaventosa, posso dirtelo?”
“Lo devo prendere come un complimento o come una critica?”
“Assolutamente come un complimento! Vorrei avere io questa grinta e questa voglia di organizzare. Ti invidio!”
Sofia ridacchiò e continuò a camminare sulla ghiaia del viale alberato del solito parco, dove ormai lei e Leonardo si incontravano spesso dopo gli allenamenti di quest’ultimo.
“Chi ci sarà? Oltre a te, tuo fratello e me?”
“Beh, a dire la verità io ho invitato solamente te e stasera sentirò un altro mio amico. E’ mio fratello quello che porterà tutta la gente. A questo proposito volevo proporti di invitare qualche tuo compagno di squadra, se ti va, non vorrei che ti annoiassi.”
“Chi è quest’altro tuo amico?”
“Non lo conosci, ma te lo presenterò domenica sera. Merita davvero come persona!”
Leonardo non si stupì troppo quando senti una punta di gelosia farsi spazio tra i suoi sentimenti. Sofia in quei giorni non aveva mai accennato ad un’altra conoscenza a Torino se non alcuni compagni d’università. Perché non aveva invitato anche questi alla festa? Perché solo questo ragazzo di cui lui non conosceva neanche il nome?
“Non vedo l’ora di conoscerlo allora!”
“Posso contare sul fatto che porterai qualcuno e che non dovremo stare in mezzo ad una massa di diciannovenni?”
“Puoi contarci!”
“Grazie!”
“E di che?”
Una prima goccia cadde sul naso di Leonardo che si portò il dito nel punto in cui sentiva bagnato, come a volere accertarsi che avesse sul serio iniziato a piovere. L’inizio di novembre era ormai alle porte, il caldo estivo aveva lasciato spazio prima ai venticelli freschi, ora quasi già al gelo della fredda Torino.
“Piove!”
“Stai scherzando, vero?”
“No, ti giuro che ho sentito una goccia!”
“Merda, ora anche io.”
“L’uscita del parco è dalla parte opposta, ci vorrà almeno un quarto d’ora per arrivarci e a giudicare dai nuvoloni neri non ce l’abbiamo un quarto d’ora di tempo!”
“Cosa aspetti Leo? Corri!”
Sofia aveva già stretto la mano intorno al polso del ragazzo e correva in direzione di alcune querce secolari ai lati del viale. Nel giro di pochi secondi le due gocce si trasformarono in un acquazzone e i rami degli alberi non bastavano a ripararli dall’acqua.
I due cominciarono a ridere, come in una scena da film perfettamente programmata, come se qualcuno avesse urlato –Ciak, si gira!- e qualcun altro avesse inserito l’effetto pioggia. E il loro copione era fatto di quelle semplici risate complici che stavano allietando quel momento nonostante i loro indumenti fossero ormai già completamente imbevuti di pioggia.
“Altro che festa, se non trovo subito qualcosa da mettermi addosso di caldo sarò costretta a letto per tutta la prossima settimana!”
“Non sia mai! Prendi la mia giacca intanto, è impermeabile e ti terrà un po’ più di caldo magari!”
Leonardo fece scivolare velocemente le mani sulla cerniera, si sfilò l’indumento e allargò le maniche aspettando che Sofia si facesse aiutare per indossarlo. Richiuse lui stesso la cerniera e per concludere l’opera le calò sulla testa anche il cappuccio per poi tirare forte i cordini, quasi a volerle fare un dispetto simpatico. Nuovamente scoppiarono a ridere entrambi.
“Giuro su me stessa che non uscirò mai più di casa senza un ombrello nella borsa!”
“E un po’ tardi ora per dirlo!”
“E’ una prevenzione per il futuro la mia.”
“Senti, almeno nella borsa hai la macchina fotografica?”
“No, oggi no!”
“Fa niente, uso l’iPhone.”
Si avvicinò a Sofia e senza spiegarle nulla alzò il cellulare all’altezza dei loro visi, entrambi guardarono lo schermo facendo due facce buffe. Leonardo aveva i capelli completamente bagnati, Sofia il cappuccio stretto sulla testa e qualche ciocca di cappelli che morbidamente le ricadevano sul volto.
Click!
 
“Oggi se possibile sei ancora più sorridente rispetto al solito, possibile?”
“E’ stata una bella giornata, e non potevo pensare ad una conclusione migliore. Sono contenta che ora tu tenga il bar aperto anche di sera, è suggestivo, sai?”
“Questo lo pensiamo solo io e te a giudicare dal fatto che ci siamo solo noi due, e io sono il barista, quindi in teoria non dovrei nemmeno contarmi.”
“Non essere così pessimista, ho in mente un’idea rivoluzionaria.”
“Proponi, accetto tutto!”
“Allora, che ne dici di assumermi?”
Darren abbassò per un attimo la testa, sapeva perfettamente che una Sofia dietro al bancone sarebbe stato perfetto, con la sua solarità avrebbe portato clienti e allegria nel locale.
“Cos’è quella faccia?”
“Ecco, vedi, mi trovo un po’ in difficoltà, non è facile da dire…”
“NO! Non ci pensare minimamente. Non voglio un centesimo per questo, voglio solo che tu sia d’accordo e che tu abbia fiducia in me. Il mio progetto potrebbe andare in fumo, ma bisogna crederci, okay?”
“Non posso assumerti gratis, non sarebbe giusto.”
“Non puoi assumermi con uno stipendio, primo perché sappiamo entrambi che ora non ci sarebbero le risorse per poterlo fare, e secondo perché te lo impedisco io. E ora fammi finire! Naturalmente io non riuscirei a lavorare ogni giorno, verrei qua però in ogni momento libero della giornata. E la mia idea era quella di riempire la città di pubblicità e di fare passaparola tra gli amici. All’università sto iniziando a conoscere un bel gruppetto di gente che non solo non riesce a studiare in casa, ma ultimamente neanche in biblioteca, quindi adopereremo il piano di sopra del bar per tutti quegli studenti che ricercano un po’ di calma e tranquillità. Ormai è inverno, c’è freddo, e figurati se durante il pomeriggio a qualcuno di loro non verrà voglia di una bella cioccolata calda insieme a dei fantastici biscottini? Può sembrare un’idea forse banale e infantile, ma ci ho pensato per una notte intera e mi sembra un buon punto d’inizio.”
“Tu per una notte intera hai pensato a come aiutarmi col bar?”
“Certo! E non solo. Domenica sera do una festa, a cui avevo intenzione di invitarti a prescindere da questa idea. E volevo farti una proposta. Perché non mi aiuti a preparare biscotti, dolci, pizzette e cibo vario per la festa come solo tu sai fare? Così possiamo iniziare a farti pubblicità. Ci saranno tantissimi amici di mio fratello, futuri universitari che sicuramente torneranno ad assaggiare le tue specialità qua. Ne sono certa! E poi sarebbe un modo anche per passare un pomeriggio insieme ai fornelli, ho tanto da imparare da te! Mio padre ama i pezzi di torta che gli porto da qui e morirebbe dalla voglia di avere in casa una figlia che glieli sappia preparare!”
Solo dopo avere terminato tutto il discorso Sofia si rese conto che gli occhi di Darren erano lucidi.
“Ho detto qualcosa che non va? Se l’idea non ti piace possiamo cambiare qualcosa o abolirla del tutto…”
“Assolutamente no. Il contrario. Mi fai commuovere, mi fa emozionare la tua grinta e la tua voglia di aiutarmi. Sei un’amica speciale Sofi, un grazie non basterà a farmi screditare nei tuoi confronti.”
“Ti ringrazio io Darren, questo posto è una seconda casa, e per prima casa io intendo la mia casa a Parigi, non quella a Torino. Quindi sono io che devo ringraziare te. Questo bar, tu, mi avete fatto ritrovare qui quell’angolo parigino che mi manca da morire. Ecco perché voglio aiutarti, voglio che questo luogo possa diventare per molti quello che ora è solo per pochi. Non mi ringraziare, okay?”
“Okay, come vuoi tu. E va benissimo per la festa, non vedo l’ora!”
“A proposito, sai che sei il secondo oggi che mi dice che sono una persona con tanta voglia di fare?”
“E’ la verità. Posso sapere chi è stato il primo?”
“Un amico!”
“Un amico?”
“Sì, un amico. Non pensare male, solo un amico!”
“Un amico che oggi ti ha resa particolarmente sorridente, a quanto ho il piacere di notare.”
“Può essere, ma pur sempre un amico.”
“Potrò avere il piacere di conoscere questa persona capace di renderti ancora più attiva del solito?”
“Certamente sì. E anche lui oggi ha detto che non vede l’ora di conoscerti.”
“Ottimo!”
“Quando posso iniziare a lavorare?”
“Quando vuoi!”
“Perfetto!”
Sofia sorrise e allungò la mano verso Darren, seduto di fronte a lei, come a volere stringere un accordo.
“Dobbiamo trovare una tenuta ufficiale per me e per la mia nuova assistente.”
“A questo ci penso io, ho già in mente qualche schizzo. Tu devi solo continuare a sfornare cibo e bevande come solo tu sai fare!”
 
“Leo! Mi ha detto Ale che avete vinto, dobbiamo festeggiare!”
Leonardo entrò seguito da una decina di suoi compagni di squadra. Sofia aveva aperto la porta e con la sua solita solarità aveva già convinto tutti che quella sarebbe stata una gran serata.
La ragazza li condusse giù, nella taverna, dove tutti i compagni di squadra di Alessandro erano già presenti, stessa cosa per i compagni e le compagne di classe.
“Dove la nascondevi una taverna del genere?”
“Scusa se non ti ho mai fatto fare il giro turistico della casa eh!”
“Posso trasferirmi qua?”
“Sì, ma solo tu. I tuoi compagni di squadra non mi sembrano tanto affidabili.”
“Tranquilla, sono dei cuccioli in realtà. Dov’è il tuo amico?”
“Darren? Vieni, te lo presento subito!”
Come solo pochi giorni prima Sofia strinse nuovamente la mano intorno al polso di Leonardo per condurlo tra la gente.
“Darren!”
“Dimmi Sofi!”
“Lui è Leonardo, il ragazzo di cui ti parlavo l’altro giorno. Leo, lui è Darren, il ragazzo di cui ti parlavo l’altro giorno!”
Scoppiò a ridere delle sue stesse parole e Leonardo si rese conto che doveva avere bevuto un po’, non troppo, giusto quel che bastava per essere un po’ allegra. Non l’aveva mai vista così, ma non gli dispiaceva troppo questa sua ilarità.
“Piacere.”
“Piacere mio!”
“Leo devi assolutamente provare tutto quello che Darren ha preparato per noi stasera, ti piacerà sicuramente. A dire la verità io l’ho aiutato, ma alla fine ha fatto quasi tutto lui! Tieni, prova questo!”
Sofia prese un trancio di pizza tra le mani insieme ad un tovagliolino di carta e lo porse al ragazzo continuando a sorridere.
“Sofi non ti ho presentata ai miei compagni di squadra!”
“Tranquillo, c’è tempo, la notte è giovane.”
Non fece in tempo ad aggiungere altro Leonardo, perché la ragazza si era già spostata dirigendosi verso il fratello. Notò che parlava con tutti senza farsi troppi problemi, non c’era il minimo imbarazzo sul suo volto.
“La conosci da molto?”
“Teoricamente sì, da quando siamo nati praticamente, in realtà stiamo imparando a conoscerci in queste ultime settimane. Tu? Da quanto la conosci?”
“Da settembre, è capitata per caso nel mio bar in centro e ci siamo da subito trovati in sintonia. Abbiamo molti interessi in comune. Sofia è una persona davvero speciale, trasmette allegria e gioia a chiunque.”
“Già. Ma… Voi due… Beh… Insomma…”
“Chi? Io e Sofia? Assolutamente no, e a dire la verità stavo per farti la stessa domanda!”
“Io e Sofia? No, no, no, assolutamente no. Stiamo solo diventando amici, tutto qua.”
“Se posso darti un consiglio, da amico, non lasciartela scappare!”
Darren gli diede una pacca sulla spalla e si voltò. Leonardo rimase stupito dalle sue parole e dal suo tono di voce, tutto si sarebbe aspettato, meno che quel consiglio. Era ovvio che il ragazzo stesse mentendo, ma doveva ammettere che aveva l’arte del sapere raccontare bugie nel sangue. Era stato davvero convincente.
La ritrovò circa un quarto d’ora dopo, stava parlando con due suoi compagni di squadra e ne fu sorpreso. Non glieli aveva presentati, eppure stava parlando con loro senza farsi alcun problema. Sicuramente l’alcool doveva avere contribuito, Sofia aveva un bicchiere in mano. Anche lui però non era rimasto a secco e la sua testa iniziava a girare.
“Sofi!”
“Leo!”
“Siamo molto allegri, o sbaglio?”
“No, non sbagli affatto.”
La ragazza gli appoggiò una mano sulla spalla e Leonardo senza esitazioni posò il braccio attorno alla sua vita con la scusa di aiutarla a reggersi in piedi.
“Canti con me?”
“Stai scherzando?”
“E dai! C’è il karaoke già montato, troviamo una bella canzone e la si fa!”
“No, non se ne parla. Non posso sputtanarmi davanti a tutti in questo modo!”
“Oh, come sei palloso Leo! Troverò qualcun altro!”
E detto ciò si staccò e andò verso una parte rialzata della mansarda dove c’erano alcuni microfoni già montati sulle aste. Sofia aveva organizzato tutto alla perfezione.
“Darren! Vieni subito qui! Leo non vuole cantare con me, quindi voglio un duetto con il mio londinese preferito! Facci sentire un po’ del tuo accento molto british!”
Leonardo si posizionò comodo in mezzo a due suoi compagni di squadra su di un divanetto, pronto a gustarsi la scena.
Sofia fu accontentata, Darren fu accanto a lei nel giro di pochi secondi e aveva già il microfono in mano.
“Con cosa possiamo allietarvi la serata? Darren scegli tu?”
“Mmm, beh, un classico del passato? Don’t you want me?”
“Oddio, perfetta. Ale, fai partire la base. Qualcuno spenga le luci!”
Gli occhi di Leonardo erano fissi su Sofia, nonostante fosse decisamente più ubriaca che sobria riusciva quasi a fingere di essere normale, o forse semplicemente non era molto diversa da quando era a secco. La voglia di fare e di essere attiva era sempre la stessa.
La base partì e il ragazzo scoprì che tra le tanti doti di Sofia c’era anche il canto. Anche Darren non se la cavava male e i due sembravano così affiatati mentre cantavano e saltavano. Nuovamente Leonardo provò una scossa di gelosia nel vedere certi sguardi tra i due. Lei soprattutto sembrava troppo presa, non aveva degnato del suo sguardo nessuno se non il suo compagno di canto.
La gelosia prese però il massimo sopravvento quando a fine canzone Sofia, forse per il troppo alcool nell’aria, forse presa dall’euforia, scocco un bacio sonoro sulle labbra di Darren seguito da una risata sempre della ragazza.
“Ahia Leo! Pensa se ci fossi andato tu a cantare con lei! Che occasione che hai appena perso.”
“Sta zitto Marco!”
Stava andando su tutte le furie e non era un bene rimanere in mezzo alla gente, soprattutto perché la testa ora girava decisamente forte e voleva evitare scene sconcertarti davanti a tutti. Così si alzò e salì le scale che riportavano al piano terra. Trovò la porta che dava nel giardino sul retro dritto davanti a se, la aprì e uscì all’aria aperta. Pochi secondi dopo era già seduto sull’erbetta tagliata del prato.
Come previsto quel ragazzo aveva saputo mentire decisamente bene, ma anche Sofia non era stata da meno. Che l’avesse illuso? Preso in giro? Ma poi si rese conto che lei non gli aveva mai dato alcun segnale, perché si aspettava qualcosa?
“Leo! Che ci fai qui tutto solo soletto?”
Il ragazzo si voltò di scatto, Sofia veniva verso di lui barcollando leggermente e tenendo i tacchi sospesi in aria con una mano.
“Niente, faceva troppo caldo lì dentro!”
“Ti ho portato una giacca, non so se è la tua, ho preso le prime due che mi sono capitate sotto mano. Non ci sto capendo molto in questo momento, mi gira fortissimo la testa!”
“Ho notato!”
“Che c’è? Che succede?”
Intanto si era seduta accanto a Leonardo e lo stava fissando quasi come se davanti a lei ci fosse un alieno.
“No, niente. Tranquilla!”
“Ti ho fatto qualcosa? La festa non ti piace?”
“No, è splendida, davvero.”
“E allora che bisogno c’è di venire qui da solo?”
“Non ho trovato nessuno che mi facesse compagnia?”
“E perché non mi hai chiamata?”
“Mi sembravi impegnata con il tuo amichetto londinese…”
“AH!”
Leonardo alzò la testa di scatto, giusto un secondo prima che Sofia iniziasse a ridere. Una di quelle risate isteriche che le donne fanno da ubriache.
“Cos’hai da ridere?”
“Gelosone!”
“Eh?”
“Sì, sei geloso perché ho baciato Darren. Ecco perché sei venuto qui, non sopportavi l’idea di vederci insieme.”
“State insieme?”
“Ma che? Sei matto?”
“Ah, non lo so. Sei tu quella che l’ha baciato dopo avere cantato guardandolo dritto negli occhi!”
“Sì sì, sei proprio geloso!”
“Se se, vabbè, come vuoi tu.”
“Lo vedi? L’hai anche ammesso. E se sei geloso vuol dire che provi qualcosa?”
“Ora stai farneticando Sofia. La tua testolina sta viaggiando davvero troppo!”
“Io sarò anche ubriaca, ma tu sei decisamente geloso. Tranquillo, magari ne parliamo un’altra volta, quando mi passa questo mal di testa. Ora taci, non ti preoccupare, non sto con Darren anche se devo ammettere che ha un certo fascino quel ragazzo. Ma no. Non mi interessa. Piuttosto, guardiamo le stelle?”
Leonardo sapeva perfettamente che non avrebbero mai ripreso quel discorso, Sofia non si sarebbe ricordata nulla ed era decisamente meglio così.
“Sì, però prima mettiti entrambe le giacche o ti ammalerai.”
“Scherzi? Una tu e una io! Ci sono altri modi per scaldarsi!”
“Addirittura?”
“Ma che hai capito? Sempre a pensare male voi ragazzi! Basta avvicinarsi un po’, un po’ tanto, tipo così!”
Si ritrovò la testa di Sofia appoggiata al petto e sentì il suo profumo espandersi nei suoi polmoni lentamente. La strinse forte a sé come a non volerla più lasciare andare e affondò le mani nei suoi capelli. Poi si addormentò. 

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scusate l'assena ma questa maturità mi distrugge D: e voi come state? iniziate le vacanze (maturande come me a parte)? tutto bene? spero di sì :) intanto spero vi sia piaciuto questo capitolo almeno un quarto di quanto io mi sono divertita a scriverlo :3 ah, per chi guarda Glee ovviamente la scena della canzone sul palco sarà ben nota e familiare (datemi pure della copiona, ma quella esibizione a me piace troppo, non potevo non metterla). per chi invece non ha la più pallida idea di ciò di cui sto parlando, beh, non potete non guardare questo video. okay? mmm, che altro dire? ah sì, ci sono ancora troppe poche recensioni, sigh! so che non è colpa vostra eh, tranquille, ma mi piacerebbe avere più pareri. boh, voi consigliatela, ahah fate pubbbbbblicità che male non fa se si va! :) vi saluto mie care lettrici, "la notte è giovane" e ora voglio cimentarmi nella lettura di un nuovo libro!
un bacione!
  
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