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Autore: Cabiria Minerva    17/06/2012    1 recensioni
Al suo risveglio Loki avrebbe visto la costa – ricoperta da una bassa vegetazione – e le onde del mare infrangersi su di essa. Avrebbe alzato lo sguardo e avrebbe visto pesanti nuvole grigie coprire il cielo, ed allora avrebbe capito qual'era il luogo che il fato aveva scelto per punirlo.
Genere: Generale, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II.

Do you know what's worth fighting for?
When it's not worth dying for?
Does it take your breath away
And you feel yourself suffocating?
Does the pain weigh out the pride?
And you look for a place to hide?
Did someone break your heart inside?

You're in ruins

 

21 Guns, Green Day


 

Un mormorio soffocato sfuggi dalle labbra sottili dell'uomo – letteralmente incassato nella strada – quando Kaja cercò di trovarne il battito per controllare che fosse ancora vivo, e la giovane donna sobbalzò. Si guardò attorno, ma nessuno passava mai per quella strada. Solo lei. Volse nuovamente lo sguardo verso lo sconosciuto e, rassicurata dal leggero movimento del petto e da quei borbottii che di tanto in tanto uscivano dalla bocca socchiusa, si accucciò accanto a lui per osservarlo. Indossava strani abiti: una sorta di casacca di pelle nera partiva da poco sopra le clavicole ed arrivava a coprire parzialmente i pantaloni, anch'essi di pelle scura. Il mantello – ora aperto a ventaglio sull'asfalto – era simile agli altri vestiti ma con degli inserti di stoffa verde e dei ricami d'oro lungo i bordi. Attorno agli avambracci, invece, aveva dei bracciali a fascia finemente decorati.

La giovane allungò nuovamente una mano, sfiorando appena la pelle cerea del volto dello sconosciuto. Malgrado la temperatura dell'aria, che in quel periodo dell'anno raramente superava i cinque gradi, la pelle sotto le dita di Kaja era tiepida e sembrava quasi che reagisse al suo tocco, diventando vagamente rosata. Con un gesto più curioso che tenero scostò una ciocca di capelli – capelli neri come le pietre laviche che ogni tanto riscopriva in anfratti lungo la costa – per osservare meglio l'arcata formata dalle sopracciglia, le lunghe ciglia chiuse su occhi ancora incolori.

Quando un braccio dello sconosciuto scattò e le afferrò la mano Kaja spalancò gli occhi, sorpresa, ma dalla sua bocca non sfuggì nemmeno una suono. Si studiarono silenziosamente, le mani bloccate a mezz'aria, poi Loki volse lo sguardo verso le ripide rocce a picco sul mare, verso i cespugli e gli arbusti che si trovavano sopra ad esse, ed infine verso la distesa increspata del Norskehavet. Lasciò andare la donna mentre una triste consapevolezza si impossessava della sua mente. No, non poteva essere...

«Dove mi trovo?» Loki si puntellò su un gomito per osservare meglio il paesaggio e la donna china sopra di lui. La sua voce tradiva non solo l'arroganza tipica di un principe, ma anche il tentativo di un ego ferito di riappropriarsi della propria potenza. La risposta di Kaja – che non proferì parola e chinò leggermente la testa da un lato come se lo stesse studiando – non fece che irritarlo ulteriormente. «Ti ho chiesto dove mi trovo, misera creatura mortale.» ripeté senza sforzarsi minimamente di celare il disprezzo che provava nei confronti di quelle creature dalla vita tanto breve, sprecata in inutili e vani gesti.

Kaja gli concedette un ultimo sguardo incuriosito prima di volgere gli occhi verso la linea dell'orizzonte. «Dove siamo...» Contemplò brevemente le onde più lontane, perdendovisi. «Siamo nelle terre di confine, nel luogo dove spiriti e vivi si incontrano, si scontrano. Siamo nelle terre dove solo i più coraggiosi hanno osato avventurarsi, ai limiti tra le lande ghiacciate e il mondo caotico.» Aveva una voce roca, quasi flebile, come se non fosse abituata a parlare. «Siamo nelle terre abbandonate.»

Loki la osservò inarcando un sopracciglio. Perfetto, caduto in questo misero mondo mortale, popolato da esseri inferiori, deboli. Non era una punizione abbastanza grande anche senza questa folle? Le lasciò andare la mano e si rimise in piedi, scrollandosi di dosso la polvere ed i detriti. Il nodo alla gola che l'aveva accompagnato durante la caduta ricomparve con più vigore, e Loki cercò di scioglierlo concentrandosi sul problema – decisamente più pressante – posto dal suo essere sulla Terra. Ma quel paesaggio, che ad altri avrebbe mozzato il fiato, non faceva che rendere più dolorosa ed umiliante la sua situazione. Si sentiva abbandonato, solo in quel mondo cui non apparteneva. Era un cumulo di rovine tenute assieme solo dalla rabbia, dall'odio che tingeva di nero quello che una volta era stato amore, affetto. Era un ammasso di macerie che lottavano contro l'inevitabile sgretolamento, e quel luogo... quel luogo non era che l'ennesima infida tormenta.

Se Loki non fosse stato un dio, sarebbe sicuramente crollato sotto lo sguardo attento di quella strana donna dagli occhi grigi. Se Loki non fosse stato un dio, si sarebbe gettato sugli scogli, tra le onde, sperando di trovare la pace. Ma Loki era un dio rinnegato: niente in quel gretto mondo avrebbe potuto dargli la pace. O la morte.

La voce – quasi impercettibile – di Kaja lo riscosse dai suoi pensieri tormentati: «Non passa mai nessuno da questa strada dimenticata dagli uomini e dagli dei.» Loki notò una sorta di tristezza sotto la superficie delle parole, eppure gli occhi grigi non ne mostrarono i segni. «Nessuno passa mai nella terra maledetta. C'è solo la mia casa, qui,» indicò con un gesto distratto un luogo dietro un promontorio. «e nient'altro per almeno tre giorni di cammino.» Il suo sguardo divenne vacuo, ma fu solo un istante. «Non passa mai nessuno.»

Loki la guardò, interdetto. Era forse un invito a soggiornare nella sua casa? Oppure una semplice osservazione, quasi un'espressione di stupore nel vedere un altro essere vivente? Per la prima volta nella sua vita, Loki si confrontava con una persona che non riusciva a leggere completamente, che non comprendeva appieno. Anzi, dovette ammettere con se stesso che quella donna gli sfuggiva come olio tra le dita. Le parole sibilline, la figura che quasi scompariva, inglobata nel paesaggio nordico... «Sei veramente umana?» Le parole gli sfuggirono dalle labbra quasi senza che se ne accorgesse. Anche questa domanda ricevette in risposta solo uno sguardo indecifrabile ed il silenzio interrotto dal rumore delle onde che s'infrangevano sulla roccia. Forse l'ho offesa, pensò tra sé e sé.

La donna si voltò con lentezza, quasi con grazia, e s'incamminò lungo la strada. I suoi movimenti erano strani: a Loki pareva che fossero fluidi, ma avevano, al contempo, qualcosa di innaturale; sembravano quasi impacciati, come se la donna non avesse potuto imparare come ci si muove, come si cammina, da altri esseri umani. Loki la osservò camminare qualche metro, poi si guardò attorno, leggermente confuso. Cosa avrebbe dovuto fare? Seguirla, o lasciarla in quel suo mondo di follia ed andare a cercare una soluzione al suo problema?

La risposta ai suoi dubbi, questa volta, arrivò ancora prima che le sue labbra potessero pronunciarli. La giovane si fermò e la sua testa si volse appena, lasciando intravedere la linea del volto attraverso la cascata di ricci fulvi. «La scelta è tua, uomo caduto dal cielo: puoi incamminarti verso sud e cercare le grandi città, popolate da una razza che tanto disprezzi. È quello che chiunque ti consiglierebbe.»

«È quello che mi consigli anche tu?» inquisì Loki.

Kaja increspò appena il labbro.

«Qual è l'alternativa?» chiese, ben sapendo la risposta.

I capelli della donna ondeggiavano pacatamente nel vento. «L'alternativa è la scelta che nessuno ti consiglierebbe: puoi seguire una Strega del Nord nella sua dimora ed attendere che il destino compia il suo corso.» Loki percepì ancora quella nota di tristezza che velava le parole della donna.

Una Strega del Nord? Le lanciò uno sguardo a metà tra lo stupito e lo scettico, ma i suoi piedi si mossero seguendo la direzione dettata dalla donna.

 



Bentornati a tutti! Sarà il sole, sarà il bel tempo, sarà... Non lo so, sarà quel che sarà, ma ultimamente mi sento piuttosto ispirata (e anche piuttosto lirica, chissà come mai!).
Dato che anche oggi è una giornata stupenda non mi dilungo troppo: spero solo vi siate goduti il capitolo ;)
A presto,

Cabiria Minerva

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