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Autore: Maya98    17/06/2012    3 recensioni
Sherlock. John. Da bambini, da ragazzi, mai da adulti. Cento possibilità di incontro. A voi la scelta di decidere come avreste voluto che fosse andata...
Teen!Sherlock/Teen!John AU Pre-Slash
Storia gemella di "Cento piccoli momenti"
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cento di Sherlock e John'
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Can you relieve the pain?

Ero al Liceo quando accaddero gli eventi che sto per narrare. Frequentavo lo scientifico con dedizione e attenzione: volevo diventare medico. Prestavo anche volontariato in Infermeria, per cominciare a fare un poco di esperienza. L'edificio confinava con altre due scuole: il classico e le scienze umane, quindi eravamo abituati a ricevere visite di infortunati da ogni scuola.
Fu proprio così che incontrai Sherlock Holmes.
Era una bella giornata di sole, si avvicinava Giugno e con esso la fine della scuola, che era tanto agognata da me e i miei compagni di corso. Erano gli ultimi pesanti mesi in cui ci caricavano di compiti, verifiche e formule da mandare a memoria, ed era sempre più difficile stare attenti in classe senza appisolarsi sotto il bel sole che era spuntato ormai da tempo da dietro le nuvole. Era un pomeriggio di un venerdì, se non sbaglio, e io ero in Infermeria ad aiutare il Professor Stainer con i malati, quando dentro la stanza di precipitò una collaboratrice scolastica, che teneva fermamente la spalla di un ragazzo piuttosto alto con i riccioli neri, che si dibatteva e protestava rumorosamente.
Il Professor Stainer ed io corremmo subito dalla donna, che trascinava il ragazzo con fermezza preoccupata, mentre quello continuava a beelare che non c'era assolutamente nessun problema, e che non serviva affatto l'infermeria.
-Che è successo?-chiesi, alla collaboratrice.
-...Inconcepibile che si rifiuti di venire in Infermeria conciato com'è...
-Non sono affatto conciato, mi lasci andare!
-...dovuto trascinare di peso, se no chissà cosa...
-Mi molli ho detto!
-Silenzio, per favore, silenzio!-tuonò Stainer, zittendo improvvisamente tutti. Poi si rivolse alla collaboratrice, chiedeno gentilmente:-Mrs. Hudson, lo lasci andare, è in buone mani ora, ci pensiamo noi.
La donna si avviò verso la porta sempre borbottando scongiuri e maledizioni, io mi obbligai a trattenermi da ridere.
-E ora,-il professore si rivolse stancamente al ragazzo riccioluto:-Che è successo?
-Assolutamente niente!-esclamò quello:-Per un misero incidente quella arriva e pretende di portarmia all'ospedale, neanche fosse la fine del mondo...
Il professor Stainer gli prese le mani, e al ragazzo sfuggì un mugolio di dolore.
-Acidi?-chiese l'uomo, mentre guardava il ragazzo.
-Si.-rispose questi con tono di sfida.
Stainer sospirò:-John, occupati di lui.
No, sempre a me! pensai, scocciato.
-Cosa ti è successo?-chiesi al ragazzo che aveva ritratto le mani e le nascondeva dietro la schiena.
-Niente! Stavo solo facendo esperimenti nel laboratorio di chimica quando...
-Quando?-chiesi. Ah, se si parlava di chimica poteva essere qualcosa di serio...
-Il mio composto ha funzionato, ed è esploso. Ovviamente mi ero preparato, tuttavia un po' di acido è entrato in contatto con le mie mani, ma davero, non è assolutamente niente.
-Le mani.-chiesi, perentorio.
Lui sbuffò e me le tese.
Ah, e questo non fa male? pensai:-Sono completamente corrose, scorticate. Aspetta, vado a prendere disinfettate e bende. Intanto tu siediti su quel lettino e per favore non scappare.
Con evidente rifluttanza fece quanto gl fu ordinato, e dopo pochi minuti tornai con l'occorrente per una guarigione.
Chimica, pensai mentre gli medicavo la prima mano, che materia difficile. E' l'unica che riesce a farmi inciampare. Chi ha mai capito le titolazioni...
-Sono a pagina 436 del tuo libro di testo, spiegate correttamente in modo semplificato.
Alzai lo sguardo verso l'invalido:-Cosa?
-Le titolazioni. Sono a pagine 436 del tuo libro di testo.-ripetè, sempre fissandomi.
-Grazie ma...un momento.-esclamai:-Come fai a sapere che stavo pensando alle titolazioni?
-Davvero semplice.-disse, con noncuranza:-Stavi pensando che chimica è una materia difficile, e che ti ha fatto inciampare più volte. Sono solo processi mentali, poi basta avere un po' di fantasia.
-Strabiliante.-commentai. La mia mano si mosse un poco e ricominciai a curare.
-Ahi!-gli scappò, mentre ritraeva frettolosamente la mano:-La cura dovrebbe alleviare il dolore, non peggiorarlo!
-Non tutte.-chiarii, sorridendo e richiedendo l'arto rovinato:-Alcune fanno male.
-Tu sei capace ti alleviare il dolore?
Alzai nuovamente gli occhi:-Cosa?
-Puoi tu alleviare il dolore?
Che domanda strana, pensai.-Bé, si. Spero. Voglio diventare un medico.
-Dottor Watson,-scandì bene:-Non suona male.
-Come fai a sapere il mio nome???
-Il cartellino.-commentò annoiato:-sul tuo camice. Banale, scontato, semplice. Elementare e noioso.-elencò:-A proposito, io sono Sherlock. Sherlock Holmes.
-John, come hai già detto tu, futuro Dottor Watson.
Quello era l'inizio di una grande amicizia.

Angolinod ella Skizzata:
E due....non chiedetemi che centra con il titolo. Era un po' una metafora. Puoi tu, John Watson, alleviare il dolore che c'è nel mio cuore? chiee Holmes. BHo, cavolata u.u

Maya
  
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