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Autore: Sahara__    17/06/2012    6 recensioni
Un Draco combattuto tra l’onore del proprio sangue e tra i suoi sentimenti, che sembrano ritorcersi contro di lui. Una decisione da prendere, orgoglio o cuore, due vie completamente opposte che metteranno in crisi il bel Serpeverde. Chi sarà a vincere?
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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                                                       Basta un piccolo gesto per cambiare... Basta un piccolo gesto per pentirsi.
Si, basta solo un piccolo gesto, per rendersi conto di cosa realmente ognuno di noi ha bisogno...




                                                                                         IT'S YOU THAT I WANT





                             
 
Sporca, inquinante, inavvicinabile. È come se toccassi con la mia pelle dell’untuoso catrame.
 
Lei è bellissima.. Semplice, delicata, sembra una ninfa.. Una sirena del lago nero…
 
È una traditrice del suo sangue, lurida feccia senza onore..
 
Quei suoi occhi mi fanno letteralmente impazzire, color caramello, lucenti, quasi surreali..
 

Piccola sudicia mezzosangue, disprezzo lei e tutta la sua schifosa famigliola babbana..
 
Ma io la amo..
 

No, la odio.. Dal profondo del cuore..
 
Credo di essermi innamorato…
 

No, che dico, è un disprezzo fortissimo il mio.
 
Quando la vedo non capisco più niente. Cielo e terra mi si rimescolano in testa, il pavimento inizia a ruotare sotto i miei piedi, come una giostra del luna park, vengo accecato dalla luce del sole, ma forse è solo il suo sorriso ad abbagliarmi.
 
Vorrei picchiarla e affliggerle la punizione che merita per aver inquinato la razza magica. Vorrei farle provare il dolore per essere una nata Babbana. Deve morire.
 

Vorrei parlarle e spiegarle cosa provo per lei..
 

Vorrei parlarle e gridarle addosso fino a farla piangere..
 
Vorrei abbracciarla..
 
Vorrei insultarla pesantemente…

Vorrei baciarla…





 
Scendeva la notte su Hogwarts, il lago nero a pochi metri da lui riluceva di scaglie argentate, mentre le stelle formavano intrecci e vortici nell’infinito celeste.
Draco era sui gradini della scala di marmo, a osservare il panorama che si protendeva ai suoi piedi, senza però realmente prestargli una degna attenzione.
La sua mente pensava ad altro. Ad una persona, a lei.
Da quando l’aveva vista la prima volta, il suo cuore aveva fatto una capriola. Era così fragile, tenera, dolce, sensibile e bella. Ma l’onore per le proprie origini aveva vinto sul sentimento, e così quello che Draco provava per lei si era poco a poco affievolito, lasciando posto ad un’irrefrenabile odio. Ma più gli anni passavano, più si rendeva conto di quanto insensata e stupida fosse la cosa. Di quanto lui fosse insensato e stupido.
Lei si faceva via via più bella, alta, magra, con un bel seno, i capelli riccioluti color del miele, quel sorriso angelico, gli occhi profondi, la carnagione rosea e quell’eleganza da ninfa.
Era impossibile imporre a se stesso di odiarla. Di odiare una simile bellezza.
Ma doveva riuscirci, doveva disprezzarla, a tutti i costi. Si ripeteva sempre, quando la vedeva, che era una lurida mezzosangue, sperando di alleviare quel battito incontrollato del suo cuore, ma negli ultimi giorni la situazione era diventata più difficile di quanto pensasse.
Perché erano costretti a frequentare tutti i corsi insieme, dato che lei era una delle migliori studentesse di Hogwarts e voleva avere una degna preparazione seguendo tutte le materie, e lui era stato costretto per metà da suo padre, che ci teneva che suo figlio eccellesse in ogni materia accademica, anche a costo di superare in voti la Mezzosangue. Sarebbe stato una bella presa in giro, se lui, Draco Malfoy, avesse avuto il rendimento scolastico più alto di lei.
Ovviamente queste erano le idee di Lucius, Draco non la pensava così. Odiava Divinazione, non mandava giù Erbologia, Cura delle creature magiche con quel gigante di Hagrid era un incubo formato reale… Ma lui era troppo intimorito dalla sua autorità per opporsi alle sue decisioni. Così si era ritrovato costretto a seguire tutte le lezioni della Granger, quando invece cercava il più possibile di evitarla.
“Malfoy hai una bottiglia di muco di vermicoli? Ho finito la mia..” Un giorno durante pozioni, lei si era alzata dal suo posto, ed era andata nella fila di dietro, a chiedere qualcosa al ragazzo biondo platinato. Lui, cercando di dare un tono alla sua voce, le rispose, sprezzante “Chiedilo a qualcun altro, Mezzosangue.” Lei l’aveva guardato carica di odio, e stavolta si era offesa sul serio. Uno schiaffo era partito a mezz’aria, colpendo sulla guancia candida il Serpeverde. “Bastardo!!” Gli aveva gridato, ed era scappata via in lacrime, sotto gli sguardi di tutti.
Da quel giorno Draco, invece di sentirsi sollevato di aver trattato male la Granger, si era sentito sempre più un idiota, uno straccio. Aveva ferito i sentimenti di una persona, di lei in particolare, e questo lo faceva stare male, insonne certe notti.  Chiunque fino ad ora abbia pensato che Draco Lucius Malfoy non possedesse un cuore, si sbagliava di grosso, perché solo una persona vera può sentirsi tanto male come lui, dopo aver insultato qualcuno. E lui si sentiva in colpa, ma chiederle scusa non poteva, avrebbe sbandierato al mondo i suoi sentimenti.. Cosa ne sarebbe stato di lui? Della sua impeccabile reputazione da rispettabilissimo Purosangue? E la sua famiglia cosa avrebbe pensato? No, scusarsi era di sicuro la cosa peggiore.


 
Eppure Hermione si calmò dopo qualche settimana. Forse perché aveva notato che Draco non le rivolgeva più insulti, a dire la verità, non le rivolgeva proprio più la parola. Ma non era per dispetto, per offesa o che altro, non la guardava neanche più con uno sguardo carico di odio.. Ma quando lei durante Trasfigurazione, gli volgeva un piccolo sguardo, notava con una soglia di stranezza che anche lui si era soffermato di qualche secondo in più a guardarla, con uno sguardo cereo, malinconico.
Questo non era il Draco che conosceva lei. Qualcosa era cambiato in lui. Ma cosa? La causa era lei? Molte volte la Grifona si era chiesta questo, e con tutta se stessa cercava di convincersi che lei non c’entrava niente con ciò che era successo al suo nemico giurato, ma tutte le possibili ipotesi la riportavano ad un solo evento che avesse a che fare con la situazione. L’insulto da lui rivolto, lo schiaffo volato sulla sua guancia, quel ‘bastardo’ e le lacrime in finale. Ma Draco Malfoy non avrebbe mai provato pietà per una come lei. Non sarebbe stato così sofferente intere settimane solo per un insulto canzonatorio. Hermione ne era sicura. Lui era superbo, orgoglioso, chiedere scusa e provare pena per gli altri era un lato che non abitava in lui. O forse si, ma era molto bravo a nasconderlo in maniera tale che diventasse invisibile sotto l’occhio altrui.
Ma un giorno, stanca di quella situazione, decise di agire. Di chiedergli spiegazioni, di capire perché si comportasse così. Non che non le dispiacesse che non  la insultasse più sullo stato del suo sangue, ma non capiva il perché di questo radicale cambiamento.
Così, una sera di ottobre, all’uscita dalla Sala Grande dopo un abbondante pasto, lo vide correre lungo il corridoio di marmo. Senza pensare ad Harry e Ron che l’aspettavano alle scale per dirigersi alla Sala comune di Grifondoro, si mise all’inseguimento del biondino. Aveva girato a sinistra, in un altro ampio corridoio, silenzioso e buio.
Dopo di che era giunto al portone di quercia ed era uscito di fuori, seduto sui gradini di marmo, a pensare. Era rimasta un po’ ad osservarlo, nascosta dietro la porta e dall’ombra notturna. Si era portato le mani alla testa, come un gesto di esaurimento.
Dopo minuti che sembravano non trascorrere mai sibilò, con voce tremante “Che ti prende?”
lui si voltò di scatto. Cel’aveva a pochi metri da lei. Il senso di colpa e sentimento lo pervase come una lama sfonda il cuore in un breve ed affilato colpo fatale.
“Come, prego?” Le chiese, cercando di mantenere un tono sostenuto.
“Beh, è da giorni che sei strano. Neanche un insulto, una parola cattiva, Mezzosangue, traditrice del tuo sangue..? Sei assente e distratto, hai uno sguardo vago e taciturno…Volevo sapere cosa avessi..”
“Non deve interessarti cosa ho, Granger.” Lei lo fissò sbalordita. L’aveva chiamata Granger, e non Mezzosangue. Lui si accorse di quello sguardo meravigliato, e aggiustò subito la frase “Senti, per favore vattene, stasera non sono in vena.” “E’ da settimane che non sei in vena di niente.” Rispose lei, ed aveva centrato il nocciolo della questione.
“Cosa ti succede?” Domandò nuovamente, calma e senza agitazione. Lui invece si, che era agitato.
“Hermione, ti ho detto di andartene!!” Le gridò, con una nota di frustrazione nella voce. Ma non era odio. Anche lei se ne accorse.
Si alzò, con gli occhi lucidi, anche se non aveva intenzione di piangere davanti a lui come l’ultima volta, e disse “Bene. A domani allora.” Stava per andarsene quando ecco che Draco si rese conto di che errore aveva appena commesso. Evitarla lo faceva stare male, ne aveva avuto la prova in queste settimane, ma allora.. Cosa doveva fare? Scusarsi, sfogarsi con lei… Dirle quello che provava.. Che decisione sciocca, eppure sembrava la più sensata, la più giusta.
Prima che la sua bocca si collegasse con il cervello gridò “Aspetta!!” Lei si arrestò al portone di quercia. Lentamente si voltò, aspettando che lui la raggiungesse, ansimante.
“Cosa ti succede?” Richiese lei, fissandolo negli occhi. Lui le prese la mano, la portò alle labbra e la baciò delicatamente. Lei lo lasciò fare, senza opporre resistenza a quel gesto inaspettato.
La Grifondoro era sul punto delle lacrime, non per qualcosa di doloroso, ma per la confusione. In un attimo tutto l’odio accumulato in 5 anni di scuola era svanito, tutto quanto, in una sola notte, solo a guardare il suo sguardo spaurito, per la prima volta carico di sentimenti umani, che le baciava la mano.
“Cosa vuoi Malfoy?” Chiese, con la voce che tremava.
“Te. E’ te che voglio, Hermione.”  

 
   
 
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