Aurore de vivre.
-Alba di Vita.-
Il minore si era avvicinato a lui,
senza dire nulla.
In piedi, con le mani affondate nelle tasche della giacca, aveva
guardato prima
il fratello seduto poco più avanti e poi il paesaggio che
quella collina
riusciva ad offrire.
La città, nonostante il tempo e lo spazio, nonostante tutti
gli avvenimenti e
le incursioni, manteneva ancora quell’aria di casa
che tutti e due riuscivano a riconoscere senza fatica.
Stefan guardò per un
attimo ancora il profilo aristocratico
del fratello che, pur accorgendosi della sua presenza, non si era
voltato né
aveva aperto bocca.
Lo raggiunse sedendosi accanto a lui, perdendo lo sguardo in quel
panorama. Il
buio della notte stava schiarendo in azzurro tenue e,
all’orizzonte un pallore
rosato cominciava a diffondersi.
Aveva già capito, ancora prima di vedere l’anello
di famiglia luccicare tra
l’erba rigogliosa di quell’alba d’inizio
estate.
Stefan sospirò e Damon lo
guardò con la coda degli occhi,
esibendo quel ghigno sarcastico che lo avrebbe sempre caratterizzato.
“Che ci fai qui, fratellino?” Domando con tono
leggero “E’ passato un secolo,
dopotutto. (*)”
“Ah, Damon. Lo stesso vale per te.” Stefan non
parlava con pesantezza, non ce
n’era bisogno. Non più. Appena capì che
il maggiore non avrebbe parlato ancora,
decise di farlo lui spostando la conversazione su qualcosa di davvero
futile
“Sai, ho saputo che Caroline sta avendo molto successo in
Francia. L’ho
incontrata pochi giorni fa, mentre venivo qui. Ti porta i suoi saluti e
ci
invita ad una delle sue serate di magia.”
Damon sorrise sghembo, alzando gli occhi al cielo “Un
esercito di Barbie che
sfilano in abiti scintillanti..Dato che non credo che la biondina
approverebbe
i miei piani non del tutto nobili verso le sue creazioni, suppongo che
per
questa volta passerò il turno.”
“Lo immaginavo.”
Stefan sorrise e non si chiese
neanche perché quel momento
sembrasse talmente giusto e perfetto. Mancava davvero poco
all’alba.
Guardò il suo anello, ancora ancorato alla sua mano, e
un’immagine di quel
genere ma già vissuta gli balenò in testa.
Era il 1864, erano ancora umani ed erano ancora insieme a guardare il
sorgere
del sole. Era il giorno in cui sarebbero dovuti morire.
Con un’alzata di spalle, in netto contrasto con la decisione
che stava per
prendere, si sfilò l’anello poggiandolo con cura
accanto a quello del
fratello maggiore.
Damon lo aveva guardato, senza farsi
notare, per tutto il
tempo – osservando e studiando tutte le sue espressioni,
tutte le sue mosse.
Non c’erano dubbi sul fatto che entrmabi avessero ricordato.
Un’immagine lontana, un passato, un legame inviolabile.
“Oh, per l’amor
del cielo!” Esclamò seccato
“Risparmiami, ti prego.” Fece
guardando i due anelli, uno accanto all’altro.
Stefan ridacchiò ma non rispose.
Passarono i secondi, ed era davvero
un ironia in confronto a
tutto il tempo extra che aveva passato in quel mondo.
Il maggiore stava per parlare ma l’altro lo interruppe
“No, Damon. Non avrebbe
senso; adesso sei davvero l’unica cosa che mi trattiene in
questa follia che
dura da troppo tempo.” Lo sei
sempre
stato. Non aggiunse quel pensiero e fece di nuovo spallucce,
facendo
attenzione a non guardare il fratello “Stavolta deciderai tu
per entrambi,
esattamente come ho fatto io tempo fa. Tocca a te, fratellone. Io mi
limiterò a
seguirti.”
"Sono stanco, Stefan." Il vampiro aveva risposto con un tono di voce che denunciava ciò che aveva appena ammesso. Nonostante tutto lui non aveva mai voluto che il suo fratellino lo sesguisse in quella scelta; era quello a non aver senso per lui. Quindi tanto valeva essere sinceri, sperando che - come una delle altre tante volte - si trovassero in disaccordo sul piano d'azione.
Damon lo guardò intensamente e Stefan si voltò, facendo lo stesso.
"Credo che abbiamo vissuto abbastanza, Damon." Mormorò il più piccolo, accennando un sorriso che voleva essere rassicurante.
Che fratello ingombrante.
Non ci fu più alcun bisogno di parole, non importavano più. Sarebbero risultate banali, superflue, alla situazione.. a loro due.
“I fratelli Salvatore..” Borbottò Damon guardando la luce che schiariva sempre di più l’oscurità – sui loro cuori e sulle loro anime, nella mente e nello spirito.
Stefan sorrise racchiudendo tutte le parole in quell’unico gesto d’altri tempi – seguito dal maggiore, senza nessuna complicazione.
Sapevano entrambi che, qualunque
sarebbe stata la decisione
presa, si sarebbero sempre coperti le spalle a vicenda.
Uno per l’altro fino alla fine, senza riserve.
Litigando, lottando, ridendo, scherzando. Fratelli in ogni vita, in
ogni
esistenza.
Per sempre.
BlindSpace.
*Nella mia testolina si riferisce ad
un secolo dalla "scomparsa" di Elena e dalla loro partenza da Mystic
Falls.
Lascio libertà di interpretazione.
Potete immaginarla morta per salvare Mystic Falls, per salvare i
fratelli stessi o uccisa per qualche vendetta, da Klaus o da
uno dei tanti cattivi.
Ma anche di semplice vecchiaia ( Ecco perché ho scelto cento
anni e non venti.).
Non
ho molto capito perché mi è uscita fuori una Shot
così dolce ma così tragica allo stesso tempo.
Strano, conoscendo me, dato che di solito tendo a complicare tutto con
intrighi che a volte fatico a capire io stessa o misteri che incasinano
tutto.
Stavo semplicemente ascoltando Holding
out for a Hero, di Ella Mae Bowen
Non sono neanche due pagine di Word, l'ho scritta senza grandi pretese
e spero comuqnue vi sia piaciuta.
Personalmente credo molto nel legame dei Fratelli Salvatore e, una fine
del genere ( una fine per il telefilm, per qualsiasi cosa) non mi
dispiacerebbe affatto.
Per me {Oltre al triangolo d'Amore} sono questi due il fulcro
dello show e adoro scrivere di loro.
Non c'è molto altro da dire su Aurore de Vivre,
è semplice esattamente come la leggete.. quasi banale, credo.