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Autore: Raven_Phoenix    03/01/2007    6 recensioni
Ecco la ff che tutti stavate aspettando sui Teen Titans! è incentrata su Corvina, ma non é detto che non ci siano scene anche con gli altri quattro^^ Che cosa dovrà affronztare Corvina? Chi saranno i suoi aiuti? Che male si sta nascondendo sotto terra? Scopritelo leggendo e recensite!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ghhhh…accidenti al raffreddore, è l’unica cosa che odio dell’inverno. Il fatto che poi non sia ancora arrivata la neve mi fa imbestialireeeee!!!! Ma ciò nonostante adoro sempre scrivere ff per voi!^^



Davanti a lei c’era qualcuno che le dava la schiena, non riusciva a capire chi fosse. In un lampo di luce due enormi ali uscirono dalle sue spalle. Possenti, maestose, buie come la notte. Voltò di poco la testa, e riuscì a scorgere due occhi che risplendevano come due fiamme ardenti.
Corvina si svegliò di soprassalto, con il viso coperto da piccole gocce di sudore.
Chi era?
Non disse niente per tutta la mattina, continuava a pensare a quella persona con le ali del sogno. Non sapeva nemmeno perché quella banale visione la avesse tanto allarmata.
Venne riscossa dall’allarme che segnava una emergenza in città.
-Forza, ragazzi. Mega-vat sta portando scompiglio.- annunciò Robin mentre correvano verso la T-mobile.
Arrivati sul luogo subito individuarono il mostro elettronico, formato in gran parte da corrente elettrica. I Titans iniziarono a darsi da fare per fermarlo. Fortunatamente i nuvoloni segnavano un acquazzone, perciò, di li a poco, Mega-vat sarebbe andato in corto circuito. Cercarono di tenerlo occupato mentre aspettavano che la pioggia arrivasse. Bastarono una decina di minuti perché le prime gocce iniziassero a cadere, giusto in tempo. Mega-vat iniziò a poco a poco a rimpicciolirsi, ma quando tutti pensavano che la partita fosse chiusa, il mostro elettrico lanciò un’ultima scarica che colpì in pieno Corvina, che stava volando li vicino.
Sentì la corrente trapassarla, e in un lampo la figura alata riapparve davanti a lei. Ora poteva vedere i suoi occhi, di uno splendente color oro, come animati da un fulmine.
Si riscosse solo quando atterrò sull’asfalto.
-Corvina, tutto bene?- chiese Stella correndo verso di lei con espressione preoccupata.
-Tutto a posto, mi ha dato soltanto una scossetta.- si affrettò a dire mentre si rimetteva in piedi.
Le era apparsa di nuovo, non in sogno, ma come una visione.
Quel pomeriggio decise di uscire, tanto per cambiare aria. Chissà, magari stare troppo al chiuso le aveva fatto venire quella visione. Prese un ombrello e uscì.
Non sapeva dove poter andare, così iniziò con il fare un giro per la città. Mentre passava accanto alle vetrine si continuava a chiedere che cosa la gente ci trovasse di tanto divertente nel fare Shopping per ore e ore, tutti ammassati nei negozi a strapparsi di mano gli acquisti ribassati.
Poi notò un piccolo negozietto semi nascosto in un angolo. Incuriosita ci entrò. Era piuttosto piccolo e pieno zeppo di grossi libri, piume d’oca e inchiostri. Un uomo piuttosto in Là con gli anni se ne stava dietro al bancone.
-Buon pomeriggio, signorina.- salutò il vecchietto.
Corvina iniziò a guardarsi intorno, proprio non sapeva perché fosse entrata. Poi, però, un oggetto attirò la sua attenzione. Era un diario, di colore nero, con disegnatici sopra degli strani motivi d’argento. Al centro era disegnata una rosa. L’aveva già visto da qualche parte, ma non riusciva a ricordare dove. Le bastò sfiorarlo per farle apparire di nuovo quella visione, anche se per pochi secondi. Non seppe perché, ma lo prese e lo comprò. Pochi minuti dopo camminava di nuovo per le vie della città tenendo in mano la busta contenente il diario. Il vecchietto del negozio le aveva perfino regalato una penna. Per tutta la camminata aveva tenuto lo sguardo basso, e così, quando lo rialzò, si ritrovò davanti ad un imponente edificio. Il museo sovrannaturale.
-Tanto vale fare qualcosa.- si disse fra sé e sé.
Entrò e iniziò a visitare tutte le varie sezioni. Alcune erano abbastanza interessanti, alcune facevano venire solo sonno. Poi, per caso, incappò di nuovo in quella strana sezione dedicata a quella dimensione parallela. Ci si addentrò e dopo pochi secondi si ricordò della voce che aveva sentito la prima volta che ci era entrata. Aprì, come la prima volta, la mente e vagò alla ricerca di una traccia magica.
“Come sospettavo…non ne esiste uno solo…e questo?...uhm…potrebbe…forse un segno…ma quale?”
Ecco, Corvina l’aveva sentita di nuovo. Si spostò alla ricerca di un punto dove poterla sentire meglio, ma non appena girò l’angolo scoprì di non essere sola.
C’era ancora quella strana ragazza con gli occhiali dell’ultima volta. Indossava una camicetta rosa pallido tutta spiegazzata, una minigonna nera, indossava ancora gli stivali neri in pelle. I capelli, questa volta, erano legati in due code basse. Gli occhi puntati sul suo diario mentre scriveva freneticamente sul suo diario.
Ecco dove l’aveva visto. Il diario che Corvina aveva appena comprato era uguale identico a quello della ragazza.
Decise di prendere il suo esempio e mettersi a prendere appunti sul suo nuovo diario. Quando lo ebbe tirato fuori lo aprì e annotò sulla prima riga: “Appunti presi al museo”
Iniziò con il copiare alcune pergamene, annotando anche quello che dicevano i cartellini a fianco. Quando ebbe finito con quelle esposte in una bacheca, alzò lo sguardo per vedere se nei paraggi ce ne fossero state altre. Per tutta risposta incrociò lo sguardo della ragazza, che sistemò meglio gli occhiali che le erano scivolati sulla punta del naso e sorrise a Corvina, per poi tornare ai suoi appunti. Per gran parte del tempo l’unico rumore che riempì la sezione fu il raschiare delle penne sulla carta. Poi la ragazza appoggiò il suo diario su una delle poltrone sparpagliate per il corridoio e si stiracchiò. Corvina fece lo stesso e gettò il suo diario sulla prima poltrona che trovò, quella accanto a dove aveva posato il diario la ragazza. Si stropicciò gli occhi e si massaggiò le braccia. Poi si voltò per riprendere i suoi appunti, ma si accorse che il suo diario era sparito. Proprio mentre stava pensando che glielo avessero rubato, Corvina si sentì battere lievemente sulla spalla. Si girò e vide la ragazza che era a pochi metri da lei, e le porgeva il diario.
-Scusa, mi sono sbagliata e ho preso il tuo, dato che hanno le copertine uguali.- disse con voce aggraziata e con un dolce sorriso stampato sulle labbra.
-Ah…grazie.- rispose Corvina riprendendosi il diario.
-Tu sei Corvina, dei Teen Titans, vero?- chiese scrutandola da sopra le lenti rettangolari.
-Sì, e tu sei?-
-Thunder, Thunder Wing.- rispose la ragazza porgendole una mano amichevolmente.
-Thunder…che strano nome.- disse Corvina stringendole la mano.
-In realtà il mio vero nome non lo conosco. Me l’hanno dato nell’orfanotrofio dove sono cresciuta.-
-Sei orfana?-
-Esatto, e purtroppo lo sono ancora.-
-Non ti hanno mai affidata a una famiglia? Chiese Corvina un po’ stupita.
-A volte, ma dopo pochi mesi succedeva sempre loro qualcosa e io venivo di nuovo mandata li.-
Corvina rimase confusa.
-Che cosa succedeva?-
Tunder fece una pausa.
-Morivano tutti, come folgorati.- disse con tono basso e chinando il capo.
Corvina sgranò gli occhi e fece un passo indietro, ma quando la ragazza rialzò la testa fece comparire un ghigno che le andava da un orecchio all’altro.
-Eh eh eh! Stavo scherzando.- disse con tono canzonatorio.
Corvina sbuffò.
-Quasi quasi ci credevo.-
Thunder sorrise ancora di più.
-Senti, ti va di andare a bere qualcosa insieme, intanto potremmo confrontare gli appunti.-chiese indicando il suo diario.
Corvina ci pensò un attimo.

Poco dopo le due si ritrovarono sedute a un tavolo, in un bar, sorseggiando una cioccolata calda e discutendo sugli appunti presi al museo. In gran parte avevano tutte e due scritto le stesse cose, però Corvina dovette ammettere di essersi divertita. Però, dopo una oretta il suo comunicatore squillò. Erano gli altri che si stavano chiedendo dove fosse finita, così le toccò andarsene.
-Peccato, avrei voluto rimanere un altro po’ a chiacchierare.- disse a Thunder mentre si alzavano.
-Non preoccuparti, ci incontreremo ancora, vero?-
Corvina ci pensò un attimo e poi le sorrise.
-Spero vivamente che tu abbia ragione.-
Uscirono dal bar e si salutarono. Osservò Thunder andare via, ma quando la ragazza passò sotto a un lampione, Corvina notò con suo grande stupore la sua ombra proiettata sull’asfalto. Per un attimo le sembrò di averla vista allargarsi sulle spalle e assumere la forma di due ali, ma fu solamente questione di mezzo secondo. Probabilmente era così ossessionata da quella visione da vedere ali dappertutto.
Si voltò dall’altra parte e iniziò a incamminarsi verso la torre.



Come vi sembra Thunder? Cosa pensate che succederà adesso che Corvina l’ha incontrata? Succederà forse qualcosa? E chi è la misteriosa figura alata dagli occhi splendenti come l’oro? Solo aspettano i nuovi capitoli lo scoprirete! Ringrazio tutti quelli che mi hanno recensito e spero di averli fatti contenti. ^^ BOOYAKA BOOYAKAAAAAA!!!!!!!
  
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