Blacksapphire pensò di dover rivedere il proprio concetto
di allenamento: Jecht non gli lasciava mezzo secondo di respiro e continuava a
incalzarlo con la sua lama enorme, alternando pugni e calci come se non
bastasse: «Ma che sport avete nel vostro mondo? Non lo sai che nel blitzball è
permesso toccare la palla con tutti gli arti: con le mani si passa e con le
gambe si calcia in porta, sono le basi queste!» lo schernì l’uomo, facendolo
innervosire ulteriormente. Tuttavia Blacksapphire non era un combattente
eccessivamente inesperto ed era ben conscio che la mancanza di concentrazione
avrebbe solamente peggiorato le cose, anzi doveva assolutamente mantenere il
sangue freddo trattandosi di un guerriero di Chaos: quindi facendo un bel
respiro ed espirando si preparò a schivare uno spaventoso fendente dall’alto e
scartò di lato e riuscì a colpire il suo nemico sul braccio protetto dalle
piastre metalliche, ma proprio mentre stava per ritornare in posizione di
guardia, Jecht afferrò il suo di braccio e gli tirò una testata così forte da
spedirlo a terra.
Se si fosse guardato allo specchio, avrebbe notato il
rivolo di sangue che colava dalla fronte benché il dolore e la sensazione del
liquido caldo sulla pelle non avevano tardato a farsi sentire: «Lasciami
indovinare Jecht: questo era un goal di testa?» «Hahaha! Questa è bella. Vedo
che ti sta tornando il senso dell’umorismo oltre alla voglia di combattere.» In
effetti il suo avversario non si sbagliava: lentamente iniziava a rendersi
conto che doveva lottare sul serio e in qualche maniera il desiderio di
combattere si era destato in lui provando anche un certo gusto nel mettersi
alla prova…Proprio come nello scontro con Astherja. Però non doveva pensarci in
quel momento dato che vide lo spadone di Jecht piantarsi nel terreno a pochi
centimetri dalla sua faccia. Blacksapphire rotolò di lato e balzò di nuovo in
piedi in posizione di guardia pronto a un nuovo assalto di Jecht, ma il
guerriero di Chaos scattò in direzione opposta verso uno strano oggetto
luminoso sorto dal terreno. Il ragazzo in nero rimase sbigottito e onestamente
non sapeva che fare se non rimanere a fissare la scena con aria interrogativa;
fortunatamente la spiegazione di Jecht non tardò ad arrivare: «A vederla sembra
una campana con le ali ma immagino tu sia abbastanza intelligente da immaginare
che serva a ben altri scopi, e non a suonare il cambio campo. Questo, recluta
di Cosmos, è un nucleo di forza Ex: scaturisce dal terreno dove sta avvenendo
uno scontro come fosse un frutto, e chi se ne impossessa…Bè, sta a vedere.»
Jecht strinse il nucleo Ex fino a mandarlo in frantumi che lo circondarono di
una luce intensa per poi sparire lasciando al posto del guerriero di Chaos un
essere bestiale: aveva la pelle a scaglie marroni, le quali sulla schiena sporgevano
come spuntoni veri e propri, mentre il volto era coperto da un’ispida barba
bianca, non troppo diversa dai lunghi capelli che cadevano sulle spalle
massicce.
Blacksapphire era impressionato ed inorridito dalla
trasformazione avvenuta e soprattutto spaventato dalla forza brutale che
emanava dal suo nuovo avversario.