Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: MartaJonas    17/06/2012    6 recensioni
Aveva salvato la vita ad un numero, uno dei tanti. Per molti non avrebbe fatto differenza, ma quel giovane uomo sapeva che lei, in un modo o nell’altro avrebbe fatto la differenza.
Quello erano tutti loro: una società di numeri; così tanti da non riuscire a contarli.
Ce ne erano di più altri, di più bassi, di fondamentali, di primi. Ma pur sempre numeri, soltanto numeri.
Eppure ogni numero poteva fare la differenza.
Ogni numero è in relazione con un altro, in un modo o nell’altro. Quindi questi si incontrano, si relazionano, sono destinati a stare insieme.
All’inizio l’operazione potrà non riportare, a causa di alcuni sbagli, ma la matematica non è un’opinione, e prima o poi si arriverà alla soluzione giusta.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chapter 1 


Thank you

May 2012
 

Joseph si svegliò quella mattina, più pensieroso e stanco del solito.

Disteso sul letto della sua stanza, si mise a pensare se avesse davvero fatto la cosa giusta. Credeva di sì, ma c’era qualcosa che non gli quadrava. Aveva come un peso allo stomaco che non gli permetteva di essere felice. Che stesse fraintendendo tutto? 

Quando si decise a guardare l’orologio, si accorse di essere già in ritardo. 

In meno di dieci minuti si sarebbe dovuto vestire e arrivare dall’altra parte di Los Angeles per un evento di beneficenza per il suo nuovo progetto 1-Day di Acuvue in cui avrebbe dovuto indossare i panni di mentore. Per uno come lui, maniaco dell’aspetto e ritardatario di natura, era praticamente impossibile ormai arrivare il orario. 

Ora doveva soltanto trovare qualcosa da mettere. 

 

*

 

-Mamma, quindi ti occupi tu della piccola? – Allyson chiese di nuovo a sua madre – mi raccomando il latte è nel frigo, per qualunque cosa chiamami!

-Non preoccuparti amore, ho cresciuto sia te che tuo fratello, so cosa fare! – la rassicurò. – Non preoccuparti e divertiti con Elisabeth!

-Va bene mamma, grazie ancora per tutto! – le ripeté per l’ennesima volta. La salutò con un bacio sulla guancia e salì sull’auto dell’amica che la aspettava alla fine del vialetto. 

-Ce l’hai fatta, Ally! – disse la ragazza alla guida dell’auto rossa.

-Sì, ci sono riuscita! – affermò. – ho sempre paura di lasciare da sola Emily. È ancora piccolissima. 

-Lo so, ma, tesoro, ti devi rimettere un po’ in sesto! Guardati, sei distrutta! Ci vuole dello shopping sfrenato per te! – disse la ragazza tirandosi su i Ray-Ban a goccia. 

-Non ricordo l’ultima volta che ho dormito per tre ore di seguito; e neanche se mi pagassi un milione di dollari ora farei dello shopping sfrenato. Voglio soltanto riposarmi un po’ in qualche parchetto qui vicino, e sparlare allegramente con te. – disse esausta. 

Emily, sua figlia di neanche quattro mesi, la faceva rimanere sveglia nottate intere; e ormai le occhiaie le arrivavano alle ginocchia. 

Ad Allyson non piaceva lo shopping, non piaceva la moda, o le scarpe con il tacco alto; almeno non quanto piacessero ad Elisabeth. Da quando era stata lasciata nel peggiore dei modi, in quel giorno di metà febbraio, il suo interesse per i vestiti e per la moda era diventato pari a zero. Non aveva più un motivo per essere presentabile. Neanche lei stessa si voleva più bene. 

-Ok, ma un giorno di questi tu esci con me e svaligiamo tutti i negozi in cui entriamo, intesi? – disse la ragazza. 

-Ci sto – acconsentì abbozzando un sorriso finto. 

Le mancava qualcosa, ma ancora non sapeva cosa. Le mancava una vera motivazione per essere felice, per alzarsi la mattina con il sorriso sulle labbra, e affrontare la giornata nel migliore dei modi.

-Come va con la ricerca del lavoro? – chiese Elisabeth. 

-Nessuno vuole una ragazza madre con una bambina di quattro mesi a carico …. nessuno vuole me, Eli. – disse con tono rassegnato. 

-Non ti conoscono, ecco perché non ti vogliono. – esclamò – se solo sapessero come sei, litigherebbero per te.

Lei alzò le spalle. 

-Sono soltanto una delle tante che bussa al loro studio, nulla di più. – disse amareggiata. 

-No, non lo sei. Tu vali molto di più di quanto valgano tutte le altre messe insieme; sei una forza della natura Allyson. Tu hai ripreso in mano la tua vita nonostante tutto, e in pochi sarebbero riusciti a farlo come hai fatto tu. Io, al tuo posto, non ce l’avrei fatta. – le fece notare l’amica. 

Allyson aveva ripreso in mano la sua vita, sì, questo era vero, ma qualche parte della sua vita non la era riuscita a salvare, e ora ne sentiva terribilmente l’assenza. 

-Andiamo in questo parco qui? – disse indicando il parchetto davanti al quale stavano passando, e cambiando argomento.

-Parcheggio. – acconsentì l’amica con un sorriso. 

Allyson e Elisabeth si erano conosciute alle scuole medie. Potevano essere l’una il contrario dell’altra all’apparenza, ma se le si guardava bene si vedeva chiaramente che sarebbero potute essere sorelle. Ally era la più seria che quando iniziava a ridere non la finiva più; quella a cui piaceva lo sport e i film d’azione e nello stesso tempo sognava di essere la protagonista di una di quelle commedie americane che fanno in tv la domenica sera; quella che amava il mare eppure non sapeva nuotare. Era piena di contraddizioni. 

Chi conosceva Elisabeth, la definiva una pazza, amante della moda, dei film romantici strappalacrime, vegetariana, fissata con il fitness e la palestra. 

Erano diventate inseparabili, di anno in anno. Beth diceva tutto ad Ally, mentre quest’ultima riusciva a tenere qualcosa solo per sé. Si volevano bene, tanto bene. 

A ventidue anni, parlavano tra di loro ancora come due quindicenni.

-Come va con Lucas? – le chiese Ally non appena si misero a sedere su una di quelle panchine.

Lucas era il ragazzo di Elisabeth. Si erano conosciuti su un set di un servizio fotografico. Beth, in quel periodo, si stava facendo spazio nel mondo della fotografia, e Lucas in quello della moda. Era stato amore a prima vista. 

-Tutto bene. Tu, qualcuno all’orizzonte? – chiese la ragazza.

-Stai scherzando vero? Gli unici esseri umani di sesso maschile che mi ritrovo intorno da tre mesi a questa parte sono il commesso del supermercato sotto casa, il farmacista, e, se mi va bene, qualche ultracinquantenne a capo di qualche giornale locale. – le disse ridendo da sola. 

-Tra loro non c’è nessuno di interessante? – domandò  la ragazza accavallando le gambe.

-Assolutamente no, Beth. – disse scoppiando a ridere, seguita dall’amica. 

Ally si guardò intorno, e vide, non troppo distante da lì, vicino al laghetto, un folto gruppo di ragazze che si avvicinavano a qualcosa che assomigliava ad un camper. Delle telecamere riprendevano il tutto. 

-Che cosa sta succedendo lì?- chiese più a se stessa che a Elisabeth.

-Boh, probabilmente qualcosa che ha organizzato la scuola qui vicino che andrà a finire sulle televisioni locali. – sminuì la castana. 

-Beh, mi vado a prendere un tè freddo al chiostro qui sotto, vieni con me? – disse Allyson. 

-Vai tu, i miei piedi mi maledicono ancora per la sessione di palestra di ieri sera. – la informò, e Ally rise scuotendo la testa, avviandosi verso il chiostro.

 

*

 

Joseph doveva bere una bottiglia d’acqua, altrimenti sarebbe morto disidratato. Dentro quella specie di camper avevano di tutto, da cheeseburger, a patatine fritte, ma l’acqua era finita. Era dal giorno prima che non beveva un sorso d’acqua, e quelle patatine fritte avevano peggiorato la sua situazione. 

Si tolse il grembiule che aveva indosso, lasciò il suo amato cane Winston nelle mani delle sue fan, e rassicurando prima la sua guardia del corpo, si diresse verso l’unico luogo di quel parco in cui vendessero qualcosa da bere. 

Sì Joseph aveva delle fan: era un cantante famoso in tutto il mondo. 

-Un tè alla pesca, grazie – la ragazza davanti a lui ordinò, e l’omone baffuto del negozietto si diresse al frigorifero tornando indietro vittorioso con una bottiglia di tè; gliela pose con un sorriso. 

Lei pagò. Mentre la ragazza stava cercando di riprendersi il resto da sopra il bancone; Joseph impaziente, esclamò:

-Due bottiglie d’acqua, per favore! 

Allyson si girò di scatto verso la fonte di quella voce. Joseph che si stava guardando intorno, notò che quella ragazza lo stava fissando. I loro occhi si incontrarono. Una scintilla.  

-Allyson? – chiese il ragazzo con un sorriso. 

-Joseph? – domandò lei, quasi avesse paura di una sua strana reazione. 

Nel frattempo l’uomo del chiostro era arrivato con le bottiglie d’acqua, e Joe aveva lasciato i soldi sul bancone afferrando quel che tanto aveva bramato. 

-Allyson, come stai? – sorrise lui scansandosi qualche in metro più in là, seguito dalla ragazza. 

-Abbastanza bene, tu? – disse. 

-Bene, bene – rispose, aprì la bottiglia d’acqua e bevve un sorso – come mai qui?

-Mi sono trasferita un mese fa, tu invece? – gli domandò.

-Io ci vivo qui – sorrise lui, a lei si trovò a dire a se stessa che quel ragazzo aveva davvero un sorriso contagioso, tanto da farla sorridere di rimando senza una vera motivazione. 

-Davvero? – chiese. 

-Davvero. – annuì – laggiù organizziamo un evento di beneficenza, vuoi venire? Mi farebbe davvero piacere. Ti presento il mio cane, Winston. – disse, facendola sorridere. 

Joseph si soffermò a guardare quei suoi occhi blu, e come quel sorriso che in quel momento aveva in volto sprizzasse gioia. 

-Verrei molto volentieri, ma in verità sono qui con una mia amica. – disse indicando Elisabeth che poco distante origliava la conversazione, e che come si sentì interpellata, salutò con la mano il ragazzo. 

-La ragazza con gli occhiali da sole? – chiese lui abbozzando un sorriso e ricambiando il saluto allo stesso modo  - mi inquieta leggermente il suo sorriso a trentadue denti. 

-Lasciala perdere, io ancora mi chiedo come mai non l’abbiano rinchiusa in qualche ospedale psichiatrico – affermò con nonchalance, facendolo scoppiare a ridere. 

-Io ci sento! – gridò Beth dalla sua panchina. Joseph scoppiò a ridere, e Ally lo seguì. 

-Comunque grazie dell’invito Joseph – disse 

-Chiamami Joe, ok? – le ripeté. 

-Va bene, Joe. – sorrise lei. 

-Mi ha fatto davvero piacere rivederti, magari se mi dai il tuo numero ci possiamo tenere in contatto. Se vuoi ovviamente. – sorrise; e a quel sorriso era davvero impossibile resistere. 

Allyson e Joseph si erano visti per quindici minuti nel corso di tutta la loro vita, e lui poteva benissimo essere un maniaco stupratore, ma ovviamente ad Ally non importò. 

-Certo, vuoi che te lo scriva lì? – chiese indicando il cellulare che lui aveva appena estratto dalla tasca dei suoi pantaloni. 

-Vai – disse porgendole il suo iPhone con il tastierino già inserito. 

-Fatto. – disse non appena terminò di scrivere il numero del suo cellulare. 

-Perfetto. – rispose salvando il numero in memoria, e rimettendo il cellulare nella tasca anteriore dei suoi jeans. –Bene, credo che ora sia meglio che io vada. –sorrise di nuovo – ciao Allyson. 

Si avvicinò a lei e le baciò una guancia.

Tutto sembrò che si fosse fermato attorno ad Ally, lei continuava a guardarlo imbambolata con un sorriso da ebete stampato in faccia. Prima che se ne andasse, lei riuscì a parlare.

-Joe!  - lui la guardò – Grazie. Credo di non avertelo detto l’ultima volta che ci siamo visti. 

-È stato un piacere. – sorrise, e prima di allontanarsi le fece l’occhiolino. 

Allyson si chiese se quel ragazzo dal sorriso splendente fosse un angelo o qualche altra creatura celeste. L’aveva salvata, l’aveva fatta sorridere, ridere, ed era stato terribilmente dolce. Si ritrovò a sentirsi ridicola per quanto stesse fantasticando su un ragazzo che neanche conosceva. 

-Ora spiegami tutto. – esordì Elisabeth che era apparsa alle spalle di Allyson che stava parlando da sola da cinque minuti buoni. 

-Eli! – sorrise, forse anche un po’ troppo – Non c’è nulla da spiegare. 

-Chi era quel ragazzo? Cosa ci fa qui? Perché ti conosce? Perché gli hai dato il tuo numero? Ha precedenti penali? Si fa di qualcosa? È finto oppure è carino di natura? – chiese e Ally scoppiò a ridere. 

-Che c’è? Ti interessa? – domandò tra le risa. 

-No, non è il mio tipo. Ma il tuo potrebbe esserlo. – concluse fissandola – … quindi?

-Quindi niente – disse – è soltanto un vecchio amico. – sminuì Ally.

-Quando ti chiederà di uscire, dimmelo almeno – disse 

-Va bene – sorrise Allyson – ma dubito che lo farà. 

-Lo farà, lo farà. – sorrise Eli. 

Allyson non aveva detto a nessuno di quel giorno in cui si era ritrovata sopra ad un ponte, uno dei più alti che lei abbia mai visto in vita sua, con l’intensione di buttarsi di sotto. Nessuno sapeva che lei voleva farla finita, con il suo lavoro, i suoi affetti, e soprattutto la sua vita. 

Neanche Elisabeth sapeva nulla. 

Nessuno sapeva come un ragazzo sconosciuto l’aveva salvata da morte certa. Nessuno sapeva di Joe e di come quel suo sorriso, e quelle parole le avevano fatto cambiare idea. 

Solo lei aveva passato notti insonni con sua figlia Emily, sperando di rincontrare quel ragazzo un giorno. Non voleva nulla da lui, le aveva già dato tanto, ma voleva soltanto dirgli un grazie, cosa che quel giorno in preda alle lacrime, alla paura e allo sconforto non aveva fatto. 

Grazie. 

Una parola detta e ripetuta per chissà quante volte, eppure se detta con il cuore valeva più di qualsiasi altra cosa.














Buonasera a tutti! 
Se state per cantare vittoria, e pensare "questa storia finirà subito" non lo fate, perché tutto si complicherà! muahahahaahahah *risata malefica*
Nei primi capitoli la storia potrà sembrare già vista, ed anche un po' confusionaria, ma quando sarete al corrente di tutto quel che succederà, vi assicuro che tutto avrà una motivazione!
volevo soltato ringraziare tanto chiunque abbia letto, lasciato recensioni e insetio questa storia nelle seguite e nelle preferite! 
davvero un grazie enorme a tutti! 
e ricordate che, davvero, ogni recensione mi rende felicissima! anche poche parole, per farmi sapere cosa ne pensate, mi farebbero davvero contentissima!
Un'altra cosa: mi potete contattare, per qualsiasi cosa, ad ogni ora del giorno e della notte, sia qui su efp, sia su twitter! :)
un bacione grande a tutti! 
<3
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: MartaJonas