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Autore: Charizard FIRE    04/01/2007    5 recensioni
Sometimes life is difficult...sometimes it's better to die... Per i fan degli Evanescence!
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Open Door

 

“You poor, sweet, innocent thing

Dry your eyes and testify,

You know you live to break me,

Don’t deny, sweet sacrifice…”

(Evanescence-Sweet Sacrifice)

 

La pioggia batteva furiosa sul vetro delle finestre…un tintinnio infinito…sembrava non dovesse mai affievolirsi…il vento si scontrava avverso contro le case, aprendo alcune ante chiuse, facendo volare le tende…il buio regnava sovrano incontrastato in un appartamento di Chibiway Street…una ragazza era l’unica persona presente in quell’appartamento…sola, sdraiata a terra con la schiena debolmente appoggiata al muro della cucina…aspettava e aspettava…nella mano destra un pezzo di vetro con la punta stranamente rossastra…il polso sinistro grondante di sangue…un solo pensiero fra gli altri riusciva a spingersi più in là della sua mente, per cercare inutilmente di arrivare alla bocca…”Dio, che noia!”…beh, effettivamente tagliarsi le vene, non è una morte da scegliere se si vuole una di quelle morti veloci e senza sofferenze, giusto per andarsene in pace dal mondo…

Judith se ne stava lì nell’ombra ad attendere che defluisse abbastanza sangue da farle lasciare questo mondo di merda…in realtà non stava passando molto tempo, ma a lei i minuti sembrarono secoli…e mentre era lì ferma, inerme, ancora più lentamente dello scorrere del tempo, le affiorarono alla mente tutti i ricordi della sua vita…sua madre Janet era a Cuba per lavoro: lei la odiava sua madre, non poteva assolutamente vederla…decise di pensare a tutto fuorché a lei, voleva morire veramente in pace…ricordò il suo primo amore vero in seconda media: si chiamava Rick…lo lasciò dopo due settimane perché lo trovava noioso; da quel momento lui prese a tormentarla sempre di più, non le dava tregua, arrivò anche a picchiarla per farle cambiare idea…e lei inerme si era fatta picchiare come una stupida…per fortuna lui e la sua famiglia dovettero traslocare un mese dopo…

 

“Don’t cry to me, if you love me,

You would be here with me,

You want me, come find me,

Make up your mind…”

(Evanescence-Call Me When You’re Sober)

 

Fu da quel momento che lei decise di cambiare…decise che non poteva continuare a fare la brava e dolce bambina…decise che doveva in qualche modo difendersi dal mondo crudele in cui era stata trapiantata il giorno in cui era nata…buttò via i bei vestitini che occupavano il suo armadio, iniziò ad indossare abbigliamento dark, buttò via tutti i libri di scuola che aveva in camera sua…cominciò a frequentare brutte compagnie…sua madre cercò di ostacolarla in tutto: ecco, lei doveva sempre tornare nei suoi pensieri…ma perché, perché doveva sempre intromettersi, possibile che non capisse? Possibile?

 

“If you love me, then let go off me,

I won’t be held down, by who

I used to be…”

(Evanescence-Weight of  The World)

 

Qualcuno suonò alla porta… “Non c’è nessuno qui…andate via!” voleva gridare, ma come al solito negli ultimi due minuti, le parole non riuscirono ad uscirle di bocca…beh, faceva lo stesso…avrebbero capito che non c’era nessuno e se ne sarebbero andati ugualmente…del resto non sarebbero stati i primi a non capirla…nessuno lo faceva, nessuno riusciva a comprendere quanto per  lei fosse difficile vivere…nessuno poteva capire a fondo il suo dolore…

 

“Lithium, don’t wanna lock me up inside

Lithium, don’t wanna forget how it feels without

Lithium, I wanna stay in love with my sorrow

Oh, but God I wanna let it go…”

(Evanescence-Lithium)

 

Neanche suo padre la capiva da piccola…non solo era un alcolizzato, ma ogni sera tornava a casa e la violentava, solo perché voleva divertirsi un po’…e sua madre stava lì a guardare inerme mentre lavava i piatti, senza fare nulla per la sua piccina adorata…poi ad un tratto quando lei aveva sei anni, lui era andato a prendere le sigarette e non era più tornato, lasciando moglie e figlia abbandonate con le rate dell’affitto da pagare e vari debiti…ah…le era successo proprio come ai bambini orfani dei film, non ci aveva mai pensato…sì, solo che questo non era un film, era la pura e semplice realtà…

 

“If I fall, and all is lost, no light to lead the way

Remember that all along it’s where I belong…”

(Evanecsence-Cloud Nine)

 

Quei ricordi le facevano male, molto male…provò a ricordare la sua infanzia: ogni bambino ha un’infanzia felice, ogni bambino…ahah…anche lei di sicuro l’aveva avuta…ricordò della sua amichetta del cuore, Suzie: oh, lei sì che era simpatica…e così…carina…sì sì, era proprio carina! Con quelle treccine bionde e quel sorrisetto furbo…lei…lei…Judith ricordò improvvisamente di essersi innamorata di Suzie alle elementari…ecco, ora ricordava bene!...lei aveva provato a dire a Suzie che le piaceva molto, ma Suzie si era allontanata da lei dicendo il contrario… “Suzie…” sussurrò… “Suzie…” chiamò più forte… “Suziee!!!” urlò con tutte le sue forze, ma l’altra era scappata terrorizzata…Judith la inseguì, doveva farlo, o lo avrebbe detto a qualcuno, e lei non doveva permetterlo assolutamente…e poi doveva convincerla che la loro non era amicizia, ma passione…la raggiunse, ma lei continuava a cercare di scappare, e allora Judith tirò fuori un coltello e…ops!...la uccise…se ne accorse troppo tardi però e non potè fermarsi…d’istinto si chiese cosa ci faceva un coltello nella sua tasca…non lo ricordava lì per lì…ma in fondo era felice…aveva salvato Suzie dalla giungla del mondo…

 

“You belong to me, my snow white queen

There’s no way to run, so let’s just get it over

Soon I know you’ll see, you’re just like me

Don’t scream anymore, my love,

Cause all I want is you…”

(Evanescence-Snow White Queen)

 

 Ricordò tutto ad un tratto il suo secondo ragazzo…di lui era veramente innamorata…alto, bello, viveva senza regole…lo amava veramente tantissimo, anche se stette con lui solo tre settimane: una sera, l’anno prima, uscirono da un locale completamente sbronzi, lei gli diede una piccola spintina giocosa, lui sbandò e finì in pieno sotto un tir…non ci fu la minima speranza di salvarlo…lei soffrì moltissimo: amava davvero tutto di lui, con lui condivideva tutto…ma purtroppo la vita è troppo dura con noi a volte, e ci toglie gli affetti più cari…questo fu il commento consolatorio della madre di Judith, Janet, che nel frattempo la sera era a casa di un cliente a farsi sbattere per avere più soldi…

 

“Blame it on me, set your guilt free, honey,

I don’t wanna hold you back now love…”

 

(Evanescence-Lacrymosa)

 

Il suo secondo ragazzo se ne era andato proprio come suo fratello maggiore…aveva pochi ricordi di lui, l’aveva abbandonata quando lei aveva solo quattro anni…era un giovane e bel ventitreenne in carriera…lei ricordava solo di essergli stata molto affezionata, quel fratello era tutto per lei, tutto….l’unico che la sapesse capire a fondo, l’unico che si preoccupasse veramente di lei…lei lo ammirava, avrebbe voluto essere un maschio per poter diventare esattamente come lui…fu dalla sua morte che il padre di Judith cominciò a violentarla…ma ora stava finalmente per raggiungerlo in cielo, stava per rivederlo…

 

“I long to be like you, lie cold in the ground like you,

There’s room inside for two, and I’m not grieving for you,

I’m coming for you…”

(Evanescence-Like You)

 

Oddio, ma quanto ci stava questo cazzo di sangue a defluire!...era stanca di aspettare, voleva il suo premio, dopo 15 anni di soprusi voleva finalmente ricevere il suo premio…perché da quando era nata non faceva altro che subire soprusi, ogni giorno, ogni ora, ogni secondo della sua vita…certo che la droga nell’ultimo periodo l’aveva aiutata parecchio…il suo terzo e attuale ragazzo, Josh, gli aveva dato una pasticca di ecstasi una sera in discoteca, un mese prima…da quel momento grazie alla droga la sua vita era migliorata: lei si sentiva più felice, leggera, spensierata…anche adesso lì, su quello sporco pavimento era da drogata com’era che aspettava la morte…piena fino all’osso di eroina e whisky…già una volta aveva rischiato l’overdose, e aveva pensato che forse era quello il modo più pulito per morire…ma non le interessava che fosse una morte pulita, voleva solo che fosse una morte veloce…eppure per quanto si fosse tagliata le vene, era sempre lì, a far scorrere il sangue, e aspettava…ricordando ancora una volta la sera in cui aveva rischiato sul serio l’overdose…

 

“Just once in my life, I think i’d be nice

 Just to lose control, just once

With all the pretty flowers, in the dust…”

(Evanescence-Lose Control)

 

Lei dalla vita non aveva mai chiesto troppo: solo una buona guida che la sapesse guidare attraverso gli ostacoli…era troppo forse? Eppure secondo la natura era troppo concederle qualcosa del genere…del resto, come poteva trovare una guida spirituale con un padre alcolizzato e per di più porco, una madre vile, menefreghista e puttana, e un fratello toltole dalle braccia fin da piccola…

 

“All our lives, we’ve been waiting

For someone to call our leader,

All your lies, I’m not believing,

Heaven shine a light down on me…”

(Evanecsence-The Only One)

 

No niente, neanche una stupida stella si era avvicinata a lei per guidarla, lei non sapeva neanche cosa fossero le stelle custodi, o gli angeli custodi e tutte quelle fesserie che si raccontano ai bambini per tranquillizzarli…e ora era lì, sempre più debole a contemplare quelle stelle traditrici dalla finestra del davanzale, mentre continuava imperterrita a ricordare gli avvenimenti della sua inutile ma fortunatamente breve vita…

 

“And I’m alone now, me and all I stood for,

We’re wondering now, all in parts and pieces

Swim lonely, find your own way out…”

(Evanescence-Your Star)

 

Che buio in quella stanza…lei aveva sempre odiato il buio…da piccola, quando era ancora una bambina ‘normale’, o almeno una di quelle che si usano definire così, non poteva stare da sola nel buio, perché dentro riusciva a scorgervi tutti quei demoni e quei mostri che vi abitano…perché in realtà il buio è davvero abitato da demoni e mostri, solo che quando cresciamo e diventiamo giovani uomini o donne in carriera, diventiamo troppo eccentrici per notare quali e quante creature possano abitare le tenebre…ora lei stava vedendo di nuovo quelle creature, fra le ombre degli elettrodomestici della cucina…non riusciva a capire se per effetto della mancanza di sangue o della droga o dell’alcol, ma li vedeva ed era terribilmente spaventata…

 

“All that I’m living for, all that I’m dying for,

All that I can’t ignore alone at night,

All that I’m wanted for, although I wanted more,

Lock the last open door, my ghosts are gaining on me…”

(Evanescence-All That I’m Living For)

 

Il sangue scorreva sempre più lentamente, e lei non ne poteva più, voleva morire, morire, morire!...ah, che dolce parolina il verbo morire…non poteva più solo immaginarsi la pace che avrebbe provato, da ormai troppo tempo aspettava…non aveva mai avuto il coraggio, ma quella sera sì…era decisissima, doveva morire, doveva tornare fra le braccia di suo fratello, doveva abbandonare questo inferno di mondo…si sentiva troppo buona per il resto del mondo, buona abbastanza…in eccesso…per cosa poi?! Per essere ricambiata con l’emarginazione sociale, con il falso affetto di una madre troppo impegnata con i suoi affari sporchi, con i ricordi terribili di un padre violento…oh sì, che porco di un padre aveva avuto…ma ora si sentiva bene…

 

“Shouldn’t have let you conquer me completely

Now I can’t let go of this dream

Can’t believe that I feel…good enough,

I feel good enough,

It’s been such a long time coming, but

I feel good…”

(Evanescence-Good Enough)

 

All’improvviso una folata di vento più forte penetra forzatamente le ante della porta sul davanzale della cucina: le viene in mente ancora una volta il ricordo di suo padre quando allargava le sue gambe, come il vento sta facendo con quelle ante…una forte luce, le tende si alzano in volo…la luce proviene dall’insegna luminosa della strada, sotto…Judith guarda il cielo e la finestra aperta: ECCO LA SOLUZIONE A TUTTI I SUOI PROBLEMI!...il sangue ci mette troppo a defluire? Vuole morire ancora più velocemente? Ma certo! Perché non ci ha pensato prima…che stupida! Certo non è la prima a dirselo…si alza con le ultime forze rimanenti, l’alcol le da alla testa e la fa traballare pericolosamente…la droga le scorre in corpo e le fa vedere doppio…ma non ha più importanza ormai…si avvicina lentamente al balcone, guarda di sotto: che spettacolo la città di notte…”Sarà una liberazione finalmente!” pensa…si arrampica sul cornicione e…giù, vola, i minuti più felici della sua intera esistenza…15 anni buttati al vento così per solo pochi attimi di vera felicità…

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Il giorno dopo a Cuba, una donna compra un giornale all’edicola…c’è un importante servizio in prima pagina…deve farlo assolutamente vedere alla sua amica e collega di lavoro…in questo momento è di sicuro impegnata col lavoro, ma è troppo importante…entra in un albergo, sale in fretta le scale, la stanza sa che è la 348…si avvicina alla porta: dei gemiti di piacere provengono da dentro: dovrebbe bussare, ma è davvero troppo importante, così spalanca la porta…la sua amica si trova seminuda a cavallo di un vecchio ciccione, su un letto disordinato… “Scusatemi, ma è una questione di assoluta importanza…” dice “Janet, per caso è tua figlia questa?”

 

FINE    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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