CAPITOLO 1
 
La mia vita è formata da quattro semplici azioni che si ripetono sempre.
Scappare, essere scoperta, uccidere, scappare di nuovo.
Non ho mai avuto problemi con la mia vita.
Sono una strega nera e come tale non mi faccio problemi ad uccidere.
Sono stata addestrata a combattere e a non avere pietà perché gli altri non ne avranno mai nei tuoi confronti; ma nonostante la mia indole combattiva, non faccio altro che scappare.
Da chi?
Dalla mia gemella.
Esatto, scappo dalla mia stessa sorella.
Colei che uccise i nostri genitori quando avevamo tutte e due dieci anni.
Una strega nera e una strega bianca nate da due umani.
Non era mai successo; eppure eccoci qua.
Credevo di non essere capace di amare; di non avere bisogno di nessuno.
Ma mi sbagliavo.
231 anni fa ho conosciuto un bellissimo angelo bianco.
Il mio opposto.
Io con le mani macchiate di sangue.
Lui puro.
Io che con il mio carattere difficile devo sempre contestare tutto perché credo di avere ragione.
Lui sempre solare che ammette i suoi sbagli.
Io sempre arrabbiata.
Lui sempre felice.
Io una strega.
Lui un angelo.
Che cosa poteva nascere dalla nostra relazione?
Niente di buono.
Però io avevo il desiderio di conoscerlo, di guardarlo sorridere e allora non gli ho mai detto niente.
Ci siamo conosciuti e ci siamo innamorati, ma per lui ero solo una semplice umana.
Ho passato dei mesi felici con lui, ma poi mia sorella mi ha trovato.
Dovevo scappare, non potevo metterlo in pericolo e allora l’ho lasciato nel peggior modo possibile.
Ho fatto le due cose peggiori che mi vengono meglio: ferire e mentire.
Ricordo esattamente cosa gli ho detto:
“Non ti amo più; anzi forse non ti ho mai amato.
Ero semplicemente curiosa; volevo conoscere una creatura diversa da me.
Mi dispiace ma è la verità”
Nei suoi occhi ho letto la disperazione e la rabbia, ma mi ha lasciato andare…
Ho detto la peggior bugia della mia vita, ma dovevo tenerlo al sicuro; lontano da mia sorella.
E poi cosa sarebbe successo se avesse scoperto che io ero una strega e non un’umana?
Non voglio pensarci.
Nei suoi occhi avrei letto solo disgusto.
Ormai sono passati 231 anni, lui mi crede morta dato che per lui ero un essere umano; ma io sono viva.
Ho milleduecentotrentatre anni.
Lo squillo del mio cellulare mi risveglia dai miei pensieri.
“Pronto? Rebecca?”
“Si? Chi parla?”
“Sono un insegnante dell’accademia soprannaturale e volevo chiederti se potevi venire qui, da noi… a parlarci di te… Sai sei una delle gemelle…”
Lascia la frase in sospeso ma capisco subito quello che vuole dire…
Mi vuole conoscere perché io e mia sorella siamo nominate in una profezia e chiamano me perché sono la ‘più buona’.
Ho sempre odiato queste cose ma perché non tentare?
“Va bene”
Sento l’insegnante tirare un sospiro di sollievo.
“Ok, puoi venire all’accademia domani mattina?”
Rimango in silenzio.
“Se sei disponibile ovviamente” fa una risatina nervosa.
“Si, certo, ci vediamo li.”
Metto giù il telefono e mi distendo sul letto.
Chissà se ho fatto bene ad accettare.
 
 
ANGOLO AUTRICE:
 
 
Ciao!
Ditemi qualcosa su questa storia perché ne ho altre in corso e su questa non sono molto sicura…
Grazie
Mari.