Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: dreamrauhl    17/06/2012    1 recensioni
'lo vidi andarsene, forse per sempre.'
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Uscii da scuola pochi minuti dopo il suono della campanella.
Lasciai prima uscire la folla di ragazzi che spintonavano dinnanzi all'uscita, chi sperando di andarsene per primi, chi per paura di perdere l'autobus, chi semplicemente per lasciare la scuola il prima possibile, altri ancora per pranzare beatamente alla pizzeria in fondo alla via in compagnia degli amici.
Non ero sola: il mio migliore amico, Sam, mi stava aspettando all'uscita da scuola come ogni giorno, il solito volto stressato e il sorriso finto, il portamento sgraziato e una voglia di vivere pari a zero. Eppure andava avanti nonostante tutto, non so come facesse.
Ci avviammo verso la fermata della corriera, i marciapiedi affollati e le macchine che correvano a velocità allucinante sulla strada mi fecero ricordare dove fossi: in città. Odiavo stare in città, amavo la tranquillità dei piccoli paesini di provincia. Non vedevo l'ora di tornare a casa.
Mi fermai all'angolo prima di attraversare parlando con Sam e guardando la gente dall'altra parte della strada: ragazzi che fissavano l'orologio impazienti di prendere l'autobus e tornare a casa, ragazzi che controllavano il cellulare ogni minuto nell'attesa di qualche messaggio, ragazzi che ridevano e scherzavano.
Sembravano tutti delle comparse, niente di più niente di meno. Tutti che vivevano con la solita frenesia, la solita fretta. Tutti che volevano che il tempo passasse velocemente. Tutti che aspettavano qualcosa, tutti con un futuro programmato.
Mi voltai verso l'incrocio all'estremità della via, guardai prima dall'altra parte della strada e analizzai i pedoni sui marciapiedi cercando di capire cosa pensassero.
Era divertente, era un bel passatempo. Provare a capire le persone, avevo sempre desiderato riuscirci davvero. Era un po' ciò che volevo facessero con me ma nessuno se n'era mai reso conto.
Guardando il marciapiede sulla quale ero io vidi arrivare Jason, il ragazzo della quale ero innamorata da oramai tre mesi.
Ci conosciamo, un anno fa lo chiamavo 'migliore amico'. Poi ci siamo persi di vista, e chissà come quest'anno, passando più tempo con lui, me ne sono innamorata.
Mi fa stare bene, mi fa sentire speciale.
Altre volte, invece, sembra che non gli freghi niente.
Tiene in mano il cellulare, lo sguardo basso, si avvicina comunque a noi che stiamo ancora parlando.
Sto per abbracciarlo ma non vedo risposta in lui. Le mani ancora tese nel vuoto fermano la loro avanzata, gli occhi si inumidiscono.
Puoi mettere via il cellulare un attimo?”, gli dico.
No, vai dal tuo Hen, Henry.. sì insomma, Dawson, quello là.”, risponde, quasi seccato.
Ma lui non mi interessa, lo sai.”, ribatto.
E allora diglielo!”. È nervoso, si vede.
Gliel'ho già detto. È tre mesi che non mi interessa più niente, tre mesi che il resto non conta. Tre mesi che sono innamorata di te”. Le lacrime stanno per scendere, me lo sento.
Io non ti credo.”, dice lui, stavolta serio.
Lui attraversa la strada e se ne va, forse per sempre.
Rivolgo lo sguardo verso il mio migliore amico, una lacrima comincia a rigarmi il volto.
Una, due, tre, quattro, cinque lacrime inondano il mio volto.
Fortunatamente cominciò a piovere e quelle gocce salate si confusero alle gocce di pioggia.
Sam mi guarda impotente, non sa che dire, non sa che fare.
Non può non credermi, no. È tre mesi che sono innamorata di lui. Henry è stato solo un chiodo scaccia chiodo. Non mi è mai piaciuto! Non può non credermi, non può”, urlai fra i singhiozzi mentre i passanti mi guardavano increduli.
Sam mi afferrò per le spalle, imprecando e pregandomi di stare tranquilla
Scappai con tutte le forze che avevo, correvo, la pioggia battente che mi bagnava i capelli e i vestiti, le lacrime che continuavano a scendere copiose e i singhiozzi che non si decidevano a cessare.
Entrai in un negozio, completamente fradicia. La cassiera mi guardò con sguardo spento, troppo triste per poter chiedermi perché fossi ridotta in quelle condizioni.
Mi avvicinai alle magliette, diedi un'occhiata di sfuggita ad esse e proseguii il mio percorso. Vidi le borse e una ragazza avvicinarsi, era la mia amica Emma. “Vedi, finalmente è uscita quella borsa che ti dicevo!”, disse sorridente.
Le sorrisi di rimando, il mascara ancora colato sulle guance e il respiro affannato. Poco dopo entrò il mio amico, cercandomi fra i manichini con aria preoccupata.
Guardai fuori dal vetro, alcune ragazze stavano fumando.
Le avevano riempite di uova e farina, nella loro scuola odiavano coloro che erano un po' “ribelli”, coloro che non erano bravi ragazzi. Scuola privata, chiaro.
Improvvisamente le lacrime ricominciarono a scendere, di nuovo. Stavo ripensando a ciò che era successo poco prima. Sapevo che non dovevo, sapevo che dovevo lasciarlo perdere.
Quel ragazzo aveva un effetto distruttivo su di me, troppo.
Uscii, mi piazzai sulle gradinate, seduta. Il viso rivolto al cielo che piangeva, le palpebre abbassate.
Ora anche se piangevo nessuno se ne sarebbe accorto.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: dreamrauhl