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Autore: MegamindArianna    18/06/2012    1 recensioni
'Un giorno importante che Megamind ha voluto amorevolmente ricordare a Roxanne. Tutto fila liscio? La giornata prosegue bene? No... Una nuova avventura coinvolge la nostra reporter! Ma sarà una bella cosa?' Spero vi piaccia! Fatemi sapere
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Ero in camera a pettinarmi e truccarmi avanti allo specchio. Avevo preparato una bella sorpresa per Megamind e tutto doveva essere perfetto. Pensavo di fargli uno scherzo e Minion era il tipo adatto per aiutarmi.
 
Mi stavo infilando la giacca di quel pomeriggio che Megamind aveva criticato, quando Minion entrò lentamente per non fare rumore.
 
“Ok, Miss Ritchi. Sta per tornare. L’ho appena sentito al telefono.” E indossò l’holo-swach.
 
Annuii e sorrisi. “Cerca di comportarti il più naturalmente possibile. Se cercherà di ucciderti, interverrò io.” All’inizio spalancò gli occhi spaventato, ma dopo sorrise.
 
Sentii la porta dell’ingresso aprirsi. “Ci siamo.” Sussurrai a Minion mentre girava il quadrante dell’orologio. Legai ben stretta la cinta della giacca.
 
Quella sera dovevo fingere di essere ipnotizzata da Minion travestito da Brad Pitt. Avremmo fatto uno scherzetto molto bello a Megamind. Tutto era pronto.
 
“Forza, Minion.” E mi legai ben stretta al suo collo mentre mi tirava su a sposa. Assunsi uno sguardo spento, anche se ogni tanto gli occhi mi si stringevano mentre soffocavo le risate. “Vai con lo spettacolo.” E Brad-Minion avanzò verso la porta.
 
“Roxanne?” chiamò Megamind prima di vedermi uscire tra le braccia di Brad Pitt. Si bloccò e divenne pallido. “R…Ro…” balbettò.
 
“Chi sei?” chiesi facendo le peggio facce per non ridere.
 
Dopo esser rimasto con gli occhi e la bocca aperta per un bel po’ di tempo, afferrò in due secondi la pistola disidratante e colpì il povero Minion. Stavo per cadere a terra ma Megamind mi prese al volo, gettandosi a terra con le braccia in avanti.
 
“Roxy?” mi chiamò prendendomi il volto tra le mani. “Dai su! Non puoi essere ipnotizzata!”
 
Serrai i denti. “Chi sei?” chiesi di nuovo, ma in quel momento non riuscii a bloccarmi in tempo. Mi piegai e spinsi con le mani sullo stomaco. Era troppo brutto vederlo così, ma sapere che era uno scherzo non mi preoccupava. Infondo mi sarei fatta perdonare più tardi.
 
“Roxanne!” urlò esasperato “Perché devi farmi prendere questi colpi?” e sbuffò appoggiando la fronte al pavimento.
 
Non riuscivo a fermarmi. Mi trascinò per un piede sotto di lui a gattoni e mi guardò negli occhi. Gli stavo ridendo in faccia. “Scusa” chiesi ancora con le risa in bocca. “Ma ora reidrata il povero Minion!”
 
Megamind si precipitò sul mobile per prendere un vaso di fiori per poi gettarlo sul cubetto. Uscì fuori Minion con l’holo-swach mezzo rotto. Gli occhi gli roteavano vertiginosamente. Si mise una mano robotica sulla boccia.
 
“Basta! Mi sono stufato dei piani malvagi in cui io finisco sempre per farmi male!” e si alzò per andarsene ancora barcollante.

Scoppiai di nuovo a ridere. “Hai visto? Poverino!” dissi asciugandomi le lacrime.
 
“Roxanne?” mi chiese serio Megamind “A cosa serviva questo scherzo?”
 
Mi zittii di colpo. Aveva assunto un altro volto. Un’espressione che mai avevo visto emanare dai suoi occhi. Si era forse offeso? “Scusa. Non pensavo di ferirti.” E abbassai lo sguardo. “Volevo solo giocare.”
 
“Si, ma io mi sono spaventato.” Si alzò in piedi e mi allungò una mano. La afferrai e lui mi tirò con forza contro di lui. Mi abbracciò forte come a voler fondere i nostri corpi. “Mi prometti che non farai più questi scherzi?” e mi alzò il mento. Chiusi gli occhi. Annuii tristemente e riabbassai di nuovo lo sguardo. Una lacrima silenziosa scese lungo la mia guancia, assorbita dalla tuta di Megamind.
 
Mi vidi come una bambina ignorante che non ragiona prima di agire. Una sciocca bimba incapace di capire quale limiti oltrepassare e quali no. Effettivamente per quel che avevamo passato quel giorno era uno scherzo abbastanza pesante.
 
“Roxy… ho capito che era uno scherzo. Mi sono solo spaventato, tutto qui. Non essere triste. Ora è passato.” E mi cullò un po’ per farmi passare quell’attimo di senso di colpa.
 
-Non sai proprio prendere un posizione, eh?- pensai risentendo la sua solita voce da alieno spensierato.
 
Poi mi rivenne in mente l’argomento ‘bambina’.
 
“Megamind! Quella bimba che fine ha fatto?” chiesi spaventata.
 
“Beh… è venuta a riprenderla la madre per punirla ma quando le dissi che cosa aveva fatto le ha comprato un po’ di giocattoli come premio.” E sorrise.
 
“Giocattoli…” e pensai alle due ragazze che chiamavano Megamind ‘pupazzo’. “Tu sei solo il mio di giocattolo, ok?” e lo spinsi sulla poltrona di pelle.
 
Fece un tonfo sordo. “Si, va bene…. Ma cosa c’entra?” e si tolse i guanti.
 
“Non lo so, ma mettitelo bene in testa.” E gli girai il dito davanti agli occhi.
 
Alzò un sopracciglio “Allora… vale lo stesso per te…” e si mise le mani ai lati della bocca come un megafono “CAPITO, MINION!?” urlò.
 
Mi misi a ridere. MI abbassai e gli baciai la fronte, gli occhi, il naso, fino ad arrivare alle labbra.

Finalmente eravamo tornati alla nostra vita e ogni volta che ci fosse stato un problema avremmo prima consultato telecamere, telegiornali, quotidiani e molto altro, sempre nell’interesse della nostra sicurezza e di quella degli altri. Infondo potrebbe ricapitare una cosa del genere e meglio prevenire invece che curare.
 
“Roxanne?” disse allontanadosi leggermente e afferrando la cinta della giacca “Ancora non ti sei cambiata da oggi?”
 
Ritornai dai miei pensieri sulla terra ferma. Sorrisi maliziosa. “Più o meno…” e mi voltai. Un po’ tremolante slacciai la cintura. Lasciai scivolare a terra quella cappottino, scoprendo la mia sorpresa.
 
Con fare teatrale, mi girai di nuovo “Sorpr…!” dissi ma non finii. “Megs?” chiamai spaventata.
 
Megamind aveva gli occhi fuori dalle orbite, la bocca spalancata e la lingua che quasi gli toccava a terra. Si teneva stretto ai braccioli della poltrona. 

CONTINUA
  
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