Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Firelight_    18/06/2012    10 recensioni
Harry e Louis sono tutto: sono qualunque cosa, nelle sue molteplici forme. Ma, soprattutto, sono amore e tormento, una vampa di fuoco che s'intreccia al vento in un insieme imprescindibile.
Riusciranno ad avere il coraggio di combattere contro un mondo che li vuole solamente lontani?
[Louis/Harry; slash]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Won’t stop 'till we surrender.

 
 
 










Harry sorrise: falso.
Tutto ciò che c’era in quel sorriso, ad opinione di Louis, sapeva di menzogna.
Una menzogna amara, che gli stringeva la gola e gli faceva mancare l’aria.
Ma, in fin dei conti, cos’era l’ossigeno, quell’insignificante insieme di particelle che gli roteava attorno, in confronto a ciò che lui provava per Harry Styles?
Aria, acqua, cibo; nullità che, al cospetto di quegli occhi verdi e scintillanti, di quel sorriso accecante e infinito, di quel profumo forte di pino e di menta, svanivano.
E Louis non voleva vedere quel sorriso bugiardo sul viso perfetto del ragazzo che amava.
Non gli si addiceva.
Ciò che a Harry calzava a pennello non erano i sogghigni maliziosi, come chiunque altro avrebbe potuto dedurre, ma, e Louis lo sapeva bene, le lievi increspature di gioia che gli comparivano sulle labbra al mattino quando, dopo aver fatto l’amore con lui, lo cingeva per la vita e nascondeva il volto contro la sua gola, dove il sangue pulsava sfrenato.
Louis vide che Harry chinava il capo, mentre salutava gli amici con un altro dei suoi sorrisi, tuttavia non si lasciò ingannare: i denti di Harry, quei bei denti che tanto spesso l’avevano fatto gemere e sospirare, luccicavano come di consueto, ma lo sguardo era spento.
E, quando la porta si richiuse con un tonfo sordo, sul viso di Harry calò il gelo d’inverno, e lui rimase immobile, ritto in piedi, nel silenzio rarefatto che impregnava la stanza.
“Harry?” lo chiamò Louis, incerto, senza avere idea di ciò che egli avrebbe risposto.
Il riccio non si mosse. Si sentiva tremare piano, fragile foglia secca scossa da un vento troppo impetuoso.
E lui non voleva spezzarsi.
“Harry?” ripeté l’altro, ormai in un sussurro.
Lui si voltò di scatto a guardarlo, gli occhi che guizzavano come quelli di un rettile.
“Che cosa c’è?”
La sua voce, pur piacevolmente roca, acquistò un timbro freddo e sostenuto che fece indietreggiare Louis.
“Mi dispiace” riuscì solamente a dire il più grande, sentendo un vuoto dentro.
“Non essere ridicolo” sputò Harry, con inaspettato astio “Hai un appuntamento, se non vado errato. Non preoccuparti per me, rimarrò a casa a vedere un film”.
Harry stava male.
Stava tanto male che avrebbe preferito morirne.
Era un dolore lancinante, divorante, che lo corrodeva dall’interno come acido, torturandolo lentamente.
Non era forse quello, l’amore?
Harry non aveva mai voluto amare: non faceva per lui, ecco quel che aveva sempre detto. Ma, di fronte a quella sua strenua convinzione, si era presentato un ostacolo insormontabile.
Un meraviglioso ostacolo dagli occhi blu e senza confini, dalle mani affusolate che ogni notte gli donavano carezze, dalle labbra che gli frantumavano il cuore a ogni sfioramento.
Louis Tomlinson era dunque nato per soggiogare la sua anima?
“Love Actually?” tirò a indovinare Louis, interrompendo le sue riflessioni, lo sguardo che si ammorbidiva di tenera complicità.
Suo malgrado, a Harry sfuggì una mezza risata.
“In giro dirò che ho guardato Fight Club” ribatté “Fa molto più figo”.
Anche Louis rise.
Quella bella risata limpida e leggera che faceva sentire Harry come in un luogo irreale.
“Mi piacerebbe tanto rimanere qui” ammise sottovoce, tentando di conservare l’espressione gaia.
Quella del più giovane tornò immediatamente seria e cupa.
“Hai le tue priorità, Lou, ne sono consapevole”.
A Louis sembrò strano come, sebbene fossero in una situazione palesemente tesa e difficile, Harry non avesse rinunciato a chiamarlo con il suo nomignolo, quel soprannome che sapeva di risate fra i cuscini del divano morbido, che sapeva di voci che s’intrecciavano innamorate per dichiarare segretamente i propri sentimenti, che sapeva di familiarità e di tutto ciò che c’era fra lui e Harry, e che nessuno avrebbe potuto comprendere o eguagliare.
“Sai che non è così” fece infine, con voce strozzata.
Avrebbe voluto spiegare a Harry ciò che il suo cuore martellante gli comunicava, ma non ci riusciva. E la tristezza dilagante che popolava quelle iridi di smeraldo lo rendeva smarrito e senza punti di riferimento.
Come avrebbe potuto vivere senza di lui, costante faro che illuminava il suo cammino?
“Ah, davvero?” gli occhi di Harry si accesero d’ira, ardenti Nove mesi con la tua ragazza, è un traguardo importante. Nove mesi con Eleanor. O preferisci che la chiami El?”
Louis sapeva che il suo tono, pesantemente di scherno, avrebbe dovuto indignarlo, o quantomeno infastidirlo, ma non gl’importava. Non gli sarebbe importato se Harry avesse inveito contro Eleanor, chi era, alla fine, lei?, non gli sarebbe importato se si fosse accanito contro di lui, perché avrebbe potuto sopportarlo.
Ma l’unica cosa che non era capace di tollerare era che Harry, in prima persona, soffrisse.
E, nonostante la maschera superba e altezzosa di quest’ultimo, Louis riusciva a capire quanto fosse distrutto, distrutto e furente proprio come lo era lui.
Ma tutto, in Harry Styles, si manifestava con la rabbia:
Harry era rabbia, incontrollata, sottile e astuta, che s’insinuava sottopelle e provocava una scarica di brividi irrefrenabili.
Poteva Louis permettere che Harry continuasse a drogare se stesso con quell’odio così potente, che lo stava unicamente avvelenando?
“Non m’interessa” gracchiò Louis, senza riuscire a guardarlo “Non m’interessa nulla di lei, perché non riesci a capirlo? Perché non riesci a capire che noi siamo tutto ciò di cui ho bisogno?”
“Parole!” sbottò Harry, anche se all’udirle il suo cuore aveva mancato un battito “Sono soltanto parole, non bastano perché io ti creda”.
Louis aprì la bocca per ribattere, ma proprio in quel momento il suo cellulare, abbandonato sul tavolo di vetro e ottone sotto la finestra, prese a squillare.
Harry lo agguantò in un attimo, con una risata isterica.
“Eleanor” lesse sul display “Ti starà cercando. Sei in ritardo, per caso?”
Prese il telefonino e lo lanciò a Louis, aspettandosi che questi lo prendesse al volo, ma lui rimase con le braccia diritte e rigide lungo i fianchi, mentre quello, sempre trillando ininterrottamente, si andava a schiantare contro il pavimento.
Harry sussultò, spalancando gli occhi.
Lo schermo del cellulare si era oscurato.
“Ma che… che diavolo combini?”
Non suonò nemmeno lontanamente sprezzante come aveva progettato, ma non riuscì a fare di meglio. Sentiva che la sua armatura era sul punto di sgretolarsi.
Ma chi era, lui, dietro la corazza?
Era effettivamente qualcuno, oppure era solo un refolo di vento senza nome, libero e inselvatichito, che vagava lungo le pendici scoscese di una vita imprevedibile?
“Devi andare a cena fuori con la tua ragazza” ribadì Harry con durezza, come a ricordarlo soprattutto a se stesso “Non hai tempo per star qui con me”.
Quando Louis udì la voce di Harry incrinarsi, instabile come vetro sul punto di spezzarsi, non riuscì più a resistere. Coprì la distanza fra di loro con un solo passo delle sue lunghe gambe e, quasi con violenza, posò le sue labbra su quelle di Harry.
Non appena il riccio percepì quel bacio rimase spiazzato, ma poi ogni riflessione razionale che avrebbe potuto trattenerlo volò via, invisibile.
Tutto ciò a cui ora riusciva a pensare era intrecciare le dita ai capelli eternamente disordinati di Louis, esplorare la sua bocca, far sì che le loro lingue intraprendessero una complessa e avida danza,
inspirare il suo odore sfiorandogli il collo candido con la punta del naso.
Non appena però si rese conto di quel che stava succedendo, di quanto, per l’ennesima volta, stesse cedendo a quel bacio che conosceva alla perfezione e del quale mai si stancava, Harry fece un passo indietro, sottraendosi a Louis e attirando su di sé un’occhiata delusa e stupita.
Oh, Harry sapeva come farsi desiderare, eccome, ma quella sera, insolitamente, quell’obiettivo non era in cima alla sua lista.
Voltò le spalle al compagno, percorrendo la sala a grandi passi, misurandola minuziosamente, le palpebre socchiuse nel tentativo di infondersi un brano di stillante ragione che tuttavia non giunse.
“Sei un folle” sibilò fra i denti “Siamo due folli, Louis William Tomlinson. Tu con la tua fidanzata che calca le passerelle e io con la mia reputazione da dongiovanni”.
“Non è colpa nostra” intervenne dolcemente Louis “Il mondo è malsano, e non crederà mai in noi. Ma io e te, Harry, siamo in salvo dalla sua fatale malattia”.
“Non è così” lo contraddisse l’altro, laconico.
“L’amore ci salva” tagliò corto Louis, con semplicità “Quel che io mi ostino a ripeterti e che tu non vuoi mai confessare: non saranno mai baci senza significato, fra noi”.
“Lo sono, invece!” esclamò Harry, fuori di sé.
Le lacrime gli pungevano gli occhi, mentre la falsità gli intaccava le vie respiratorie.
Louis sospirò.
Sapeva che Harry non diceva sul serio, ma avrebbe voluto che, almeno quella notte, avesse avuto il coraggio di guardare in faccia la realtà.
“Posso farti una domanda, Harry?” chiese dopo un po’, avvicinandosi a lui.
Lui sollevò il viso rigato di lacrime, le labbra tremanti, e il cuore di Louis sprofondò a mille metri sotto terra, ormai ucciso da quell’immagine struggente.
“Dimmi” bisbigliò Harry, in un soffio.
Louis prese un respiro profondo, trattenendo tutta l’aria che poteva, poi la buttò fuori.
“Che cosa provi per me? Sii sincero”.
Harry si strinse nelle spalle.
Non riusciva a fermare le lacrime che scivolavano copiose dai suoi occhi, inondandogli le gote pallide, sfiorandogli il mento per poi precipitare giù.
“Che cosa vuoi che ti dica?”
“La verità, una volta per tutte”.
E, proprio come gli era impossibile frenare il pianto da troppo tempo trattenuto, gli fu impossibile frenare la voce, gli fu impossibile frenare tutta la sua vera essenza,
tutto ciò che, inesorabilmente, Harry Edward Styles era diventato.
“Ti odio, Louis. Ti odio perché sei uno stupido che mi fa soffrire, lasciandomi solo per passare la notte lontano dal mio corpo e dal mio cuore. Ti odio, perché sei assolutamente incapace di decifrare le mie emozioni, perché i tuoi occhi scandagliano e sconvolgono ogni mia convinzione e fermano anche la mia più determinata resistenza.
Ti odio, perché non posso fare a meno di amarti, e non so come io sia arrivato fino a questo punto.
Cosa provo per te?
Ti amo dal profondo della mia anima. Prima credevo che, per colpa tua, non sarei più stato me stesso.
Ma adesso, adesso ho capito che sono me stesso solamente se tu sei con me”.
Il cuore di Louis batteva tanto forte da scuotergli il petto.
Era tutto ciò che da sempre sognava.
Era tutto ciò che mai si sarebbe aspettato di udire.
Era il momento da che da una vita intera agognava e che ora non sapeva come accogliere.
Prese una mano a Harry, accarezzandogli piano il palmo, tracciando cerchi immaginari sulla sua pelle liscia.
“Harry?”
“Cosa c’è?” mugugnò quello, con lo stesso tono imbronciato di prima.
Louis gettò indietro il capo e rise, rise di cuore perché tutta la sua persona traboccava di gioia inespressa.
“Ti amo anch’io. Lo sai, non è vero?”
Harry annuì, continuando con quell’aria imbronciata.
“Lo so, ma mi fa paura”.
“Non mi arrenderò mai, Harry, resisterò per tutto il tempo che sarà necessario. Per sempre, se è ciò che desideri. Tu sei più importante di tutto il resto”.
Harry incrociò le braccia sul petto.
“Dimostramelo”.
“Cosa?”
“Dimostramelo, ho detto”.
Louis fece un cenno verso il telefonino rotto che giaceva poco lontano a terra.
“Che ne dici di quello? Dopo stasera non credo che lei vorrà più vedermi”.
Harry ridacchiò sommessamente, e a Louis venne la pelle d’oca.
“Non male” concesse “Ma rimarresti persino a guardare Love Actually con me, stasera?”
Louis fece una smorfia giocosa.
“Mi prendi in giro? È il film più gay che ci sia al mondo”.
Harry gli diede una spintarella.
“Stai rifiutando?”
Louis alzò gli occhi al cielo poi, di slancio, inaspettatamente, forse inappropriato o forse perfettamente in tempo, lo abbracciò forte, affondando il viso nei suoi riccioli color cioccolato che catturavano la luce.
“Non ti direi mai di no, piccolo mio”.
Sul viso di Harry, finalmente libero dalle tracce d’acqua salata che segnavano percorsi di dolore, si dipinse un sorrisino soddisfatto.
“Allora baciami. E, ricorda, non puoi dirmi di no”.

 
 
 
 
 
 






Angolo autrice.
 

Sì, sono di nuovo qui c’:
è che l’altro giorno c’è stata quella notizia sul nuovo tatuaggio di Harry, e io e le ragazze del #THEGAYS (che approfitto per ringraziare; siete un’ispirazione!) eravamo esaltatissime.
E boh, sono rimasta così contenta tutto il giorno, perché è ovvio che la scritta si riferisca a Louis, fino a che la sera non mi  sono detta:
okay, devo scrivere qualcosa su quei due,
sui miei Larry.
Quindi mi sono seduta al pc, senza neanche mezza idea in testa, e ho lasciato che i
pensieri fluissero da sé. volevo fare una cosa tanto sentimentale,
ma anche un po’ malinconica, e non so come alla fine è venuta fuori ‘sta roba.
Mi sono sforzata tanto per farla casta e mantenerla in un rating normale, ahahahah :’)
Diciamolo, i Larry scatenano la perversione di chiunque e.e
Anyway, dato che l’anniversario di Lou e la Calder è stato qualche tempo fa e che stavo scorrendo le pagine di Dare to dream per l’ennesima volta,
il “coming out sulla pelle di Harry” (cit.) mi ha ispirata ancor di più, e ci tenevo tanto a buttar giù qualche riga per quei due.
La one shot è insolitamente corta, di solito le faccio molto più lunghe, ma questa è una vera e propria singola scena, e non una storia breve.
tra parentesi, vi viene difficile leggere l'allineato a destra? a me piace particolarmente, ma se per voi è diverso ditelo pure u.u
Quiiiiindi, niente. un grazie a chiunque abbia letto.

Mi lasciate una recensione?
Spero che la OS vi sia piaciuta, datemi un parere ;)

A presto!

firelight_

 


Ps. ho già pronta da un po’ di tempo una one shot Narry, muy roja (?). che dite, la posto?
Pps. Come al solito, qui trovate i link utili, se non avete nulla da fare:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1065727&i=1altra OS Larry.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=972399&i=1 la mia long-fic. (dovrei aggiornare a breve).
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1098523&i=1 OS LiLo.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1041550&i=1 Zouis che sto scrivendo con un’amica. (date un’occhiata alle sue ff, sono splendide!)
https://twitter.com/#!/firelight34 mio twittah.
http://www.facebook.com/pages/Flox/228917877147817 mia pagina FB.
C ya! <3

   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Firelight_