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Autore: Jane41258    18/06/2012    3 recensioni
Il sangue che gli usciva dalla pancia mi stava inzuppando le calzamaglie.
“Ebbene, quando ti ho detto che moriremo insieme...”
Naruto sorrise, ma non era il suo solito largo sorriso , era un sorriso pacato che aveva qualcosa di ultraterreno, come se già stesse vedendo uno scorcio dell’aldilà.
Era lo stesso sorriso che aveva Itachi quando morì la prima volta.
All’improvviso fui preso dal panico: dovevo uccidere Naruto ma volevo essere io a decidere quando, dovevo essere psicologicamente preparato alla sua morte, in quel momento invece ero tutto fuorchè pronto a perderlo.
Non avevo nessuna intenzione di lasciarmelo morire tra le mani senza che potessi far nulla.
“Non ti permett...” attaccai ma lui zittì posandomi due dita sulla bocca.
Erano già fredde.
“Mentivo”
“NO!” urlai terribilmente consapevole del significato di quella parola aveva in quel momento.
La mano sua mano ricadde inerte sul suo petto, gli occhi si chiusero lentamente.
“Non ti permettere! Devo essere io ad ucciderti, dobe! DOBE!”
Leggero SasuNaru ad interpretazione.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Scrissi questa a febbraio, ma non la pubblicai allora perchè non mi convinceva per niente. Beh non mi convince nemmeno adesso, ma la situazione di Sasuke sta evolvendo velocemente nel manga e prima che cambi irrimediabilmente mi sono detta "Voglio pubblicare questa storia, come va va"
IC e ambientazione sono intorno al capitolo 574, SPOILER dei capitoli 458-486.


Mentivo






Il terreno era scuro e duro, arso, reso sterile per sempre dalle tecniche terribili che vi si erano schiantate: Chidori, Rasengan, ancora Chidori, Amaterasu, Odaama Rasengan, le Frecce di Susanoo... ancora e ancora e ancora...
Su quella terra arsa aveva appena avuto luogo lo scontro tra i due guerrieri più forti del Paese del Fuoco, Uzumaki Naruto della Foglia ed io, Uchiha Sasuke, solo di me stesso; ci eravamo fronteggiati sfoggiando le nostre migliori tecniche.
Eravamo partiti Kyuubi Mode vs Eternal Magenkyou Sharingan, poi man mano che perdevamo chakra, le nostre tecniche diventavano meno sofisticate.
Naruto, attaccato dal mio Tsukuyomi, aveva perso  quasi subito il controllo del chackra della volpe, nonostante Kurama l’avesse aiutato con tutte le sue forze, ed era finito per farsi del male da solo, così era stato costretto a regredire alla Sage Mode. Aveva poi sprecato moltissimo chakra per contrastare Susanoo e Amaterasu così dopo quattro ore aveva dovuto riesumare le tecniche che usava anni prima, la moltiplicazione del corpo e il comune Rasengan; quando era quasi completamente privo di chackra, si era ridotto a combattere di taijutsu, con i calci e i pugni, brandendo un misero kunai.
Io avevo visto il mio Susanoo sciogliersi sotto i vari Rasengan Titanici e RasenShuriken come neve al sole, avevo perso l’occhio destro, quello dell’Amaterasu, smembrato dall’usuratonkachi con una sorta di lancia rotante di chakra elementale e il mio chakra era scemato fino a non supportare più lo Sharingan: allora anche io aveva combattuto a mani nude e  con il moncone della Kusanagi, Kunanagi che ero riuscito ad affondare nel ventre di Naruto ben quattro volte, ma puntualmente la Volpe gli aveva parato il culo salvandolo da morte certa.
L’ultima mossa del mio avversario era stata raccogliere il poco chakra che gli era rimasto per un Rasengan disomogeneo e debole. L’avevo facilmente contrastato con la Tecnica della palla di Fuoco Suprema.
Era stata una buona mossa la mia, perchè tra gli elementi del chakra il fuoco è più forte del vento: l’attacco di Naruto gli si ritorse contro in una gigantesca ondata di fuoco, ma comunque aveva risposto bene con una tecnica della Moltiplicazione  degli Shuriken, usando lo stesso fuoco come diversivo e distrattore.
Mi girai  su un fianco, dolorante. Svariati shuriken mi si erano parzialmente conficcati nell’addome.
Naruto mi stava dando la schiena e respirava debolmente, affannosamente.
Sapevo che aveva combattuto per amore, non per amore di Sakura, ma per il mio amore, sapevo che si era spezzato la schiena con gli allenamenti per anni nella speranza di salvarmi dall’oscurità, ma era tutto inutile.
Ormai solo nell’oscurità ero a mio agio.
Anche io avevo combattuto contro di lui perchè lo amavo, non ero molto diverso da lui, dopotutto.
Ma mentre lui aveva combattuto per salvarmi, io l’avevo affrontato per ucciderlo.
Solo la solitudine avrebbe potuto portarmi alla vera forza, necessaria per vendicare il mio clan.
Se volevo diventare ancora più forte, dovevo tagliare tutti i legami. Vi ero riuscito bene con Kakashi e Sakura, ma l’amore per Naruto era sopravvissuto per anni e anni e non ero riuscito sbarazzarmene in nessun modo, l’unica soluzione era eliminare la fonte del problema.
Lo scontro si era protratto per ore e ancora non era finito, sarebbe finito soltanto quando io sarei riuscito a uccidere lui.
Infatti mi puntellai sui gomiti e gattonai fino a raggiungere il mio avversario, stringendo nella mano destra l’elsa della mia katana.
Con una mano strattonai Naruto e lo costrinsi con le spalle ustionate sul duro terreno, facendolo gemere di dolore, poi mi sedetti a cavalcioni sul ventre ferito, godendo dei suoi gemiti di dolore, e gli premetti la lama spezzata della spada sulla gola scoperta e intatta.
Soltanto la pelle della gola era sana, tutto il corpo era rimasto gravemente ustionato.
La parte che faceva più impressione era il viso, una maschera di carne viva rossa e nera, su cui spiccavano gli occhi azzurri che splendevano intatti dalle orbite, e i denti bianchi.
Era uno spettacolo forte persino per un Uchiha, ma non mi lasciai impressionare e premetti più forte il taglio della lama sulla gola, come per attirare lattenzione.
Ma Naruto sembrava non essere in grado di parlare con il volto deformato nella più straziante espressione di dolore che avessi mai visto. Avrebbe urlato se fosse stato un po’ meno orgoglioso.
Non mi faceva compassione: l’occhio che mi aveva distrutto mi doleva terribilmente, probabilmente molto di più delle sue ustioni.
“Ultimo desiderio, dobe?”
“Mi hai battuto” gorgogliò Naruto ridacchiando “Teme”.
“Puoi ben dirlo” sputai con diprezzo premendo ulteriormente la lama  “Morirai per mano mia”
Cosa stavo aspettando? Che si riprendesse e m’infilasse un kunai in pieno petto?
“Sì” annaspò lui.
Sembrava facesse molta fatica a parlare, forse aveva un polmone collassato.
“Ti ricordi” mi disse “quando ti ho detto che moriremo insieme?”
Eccome se lo ricordavo! Ricordavo ogni parola che fosse mai uscita da quella bocca bellissima.

Hai visto cosa succederà? Se combatteremo ancora... Moriremo entrambi. Il nostro scontro sarà inevitabile... Se tu attaccherai veramente Konoha. Quindi tieniti tutto il tuo odio, fallo marcire... ed attaccami con tutta la tua forza. Sono l'unico che possa affrontare le conseguenze più estreme del tuo odio. E' il mio compito e di nessun'altro! Sopporterò il fardello del tuo odio... E moriremo insieme!

Bene Naruto ho fatto come hai detto. Ho fatto marcire il mio odio e ti ho attaccato con tutta la forza.

Sì” risposi teso, non sapendo cosa aspettarmi.
Il sangue che gli usciva dalla pancia mi stava inzuppando le calzamaglie.
“Ebbene, quando ti ho detto che moriremo insieme...”
Naruto sorrise, ma non era il suo solito largo sorriso , era un sorriso pacato che aveva qualcosa di ultraterreno, come se già stesse vedendo uno scorcio dell’aldilà.
Era lo stesso sorriso che aveva Itachi quando morì la prima volta.
All’improvviso fui preso dal panico: dovevo uccidere Naruto ma volevo essere io a decidere quando, dovevo essere psicologicamente preparato alla sua morte, in quel momento invece ero tutto fuorchè pronto a perderlo.
Non avevo nessuna intenzione di lasciarmelo morire tra le mani senza che potessi far nulla.
“Non ti permett...” attaccai ma lui zittì posandomi due dita sulla bocca.
Erano già fredde.
Mentivo
“NO!” urlai terribilmente consapevole del significato di quella parola aveva in quel momento.
La mano sua mano ricadde inerte sul suo petto, gli occhi si chiusero lentamente.
“Non ti permettere! Devo essere io ad ucciderti, dobe! DOBE!”
Cercai follemente di tenergli aperti gli occhi, ma ormai le iridi azzurre erano spente, lo scossi violentemente, cercando di svegliarlo.
Non poteva essere morto, forse era solo svenuto, l’aveva detto lui stesso che saremmo morti entrambi, che saremmo morti insieme, no?
E guai a lui se sperava di pararsi il culo con quella frettolosa ritrattazione, quel “Mentivo” non smentiva proprio nulla.
Una promessa non può essere smentita  e lui l’aveva promesso, l’aveva promesso...
Lo scossi ancora, prima o poi si sarebbe svegliato.
Poggiai una mano sul cuore del mio dobe.
Era fermo, ma si poteva riavviare con un semplice massaggio cardiaco.
Premetti forte entrambe le mani sul suo petto, le alzai, tornai a premere, le alzai... in una  confusa e disperata alternanza di compressioni e decompressioni.
“Forza usuratonkachi, non arrenderti adesso” bisbigliai.
Il corpo freddo di Naruto non reagì.
Forse... forse gli avrebbe fatto bene una respirazione bocca a bocca. Sussultai al ricordo nel nostro primo bacio, un idiota aveva spinto Naruto su di me e le nostre labbra si erano toccate.
Io...
Perchè perdevo tempo in simili pensieri? Gli dovevo fare una respirazione bocca a bocca, non baciarlo.
Mi chinai, gli afferrai il volto con le mani,premetti le mie labbra sulle sue e soffiai forte nella sua bocca.
Le sue labbra erano fredde... perchè erano così fredde?
“Uchiha Sasuke, fermo dove sei, alza subito le mani”
Li sentii appena, li ignorai e tornai a premere il suo petto per rianimarlo.
Mi sentii afferrare per le braccia e per le spalle, inutilmente tentai di aggrapparmi al terreno, allungai il braccio per afferrare lamano del mio ex migliore amico, scalciai, ma fu tutto inutile.
Mi allontanarono tirandomi via con forza.
Lasciatemi! Devo svegliarlo! Devo rianimarlo! Dobbiamo riprendere a combattere, voi non potete...”
Cercavo in tutti i modi di far capire a quegli stolti che non potevano portarmi via, non potevano far morire Naruto, non sarebbe stato nemmeno nel loro interesse, no?
Stolti! Voi non capite!” urlai mentre mi allontanavano “Noi dobbiamo morire insieme, lui me l’aveva promesso! Me l’aveva promesso!”
Vidi Sakura che si accovacciava, che posava le mani delicate sul petto e sulla gola di Naruto.
Si afferrò i capelli e iniziò a gridare, guardando il cielo.
Cosa stava facendo? Perchè invece piangere non si dava da fare? Era sempre la solita inetta.
Le urlai addosso.
“Sakura, che cazzo fai? Guariscilo! Guariscilo!”
Un Uchiha che supplicava non s’era mai visto, ma forse avevo smesso di essere un Uchiha nel momento stesso in cui avevo conosciuto Naruto.
“Ti prego, Sakura! Guariscilo, guariscilo! Ti prego! Salvalo!”
Sakura mi guardò, i suoi bellissimi occhi verdi pieni di lacrime, disperazione, sconcerto e... odio.
Mi fece male vedere sul viso di Sakura l’odio, esitai, mi calmai un attimo, poi il mio sguardo si riposò su Naruto e mi tornò la forza per ribellarmi. Se i suoi compagni non volevano salvarlo, l’avrei fatto io.
Lasciatemi! LASCIATEMI! Devo...”
Scalciai ancora e allungai una gamba verso il mio amico svenuto.
Kakashi si frappose tra me e lui e mi guardò severo.
“E’ morto, Sasuke”
“No, non capisci Kakashi! Lui ha detto che saremmo morti insieme!”
Stirai il collo per guardarlo ancora e Kakashi mi iniettò qualcosa.
“Cosa gli hai iniettato?” chiese Sakura stancamente, con gli occhi fissi sul terreno.
“Sedativo” rispose l’uomo “Voi, lasciatelo” ordinò agli ANBU che mi trattenevano.
Fui liberato all’improvviso, caracollai verso Naruto. Le gambe mi cedettero come ricotta e crollai sgraziatamente tra la polvere, ancora troppo lontano dal mio migliore amico. Tesi le braccia, gli accarezzai un braccio, poi il sedativo fece effetto e Naruto scomparve dalla mia vista.
Solo un attimo prima di perdere coscienza, capii di aver ucciso il mio migliore amico e mi tuffai nel buio.
Al risveglio sentii che sarei stato talmente male che desiderai non svegliarmi mai più.
   
 
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