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Autore: BeeMe    19/06/2012    3 recensioni
Una giornata qualunque. Una chiassosa giornata qualunque.
E' questo l'inizio della fine.
Incomprensioni, amori, cuori spezzati infrangono l'ordine delle cose a Jump City e i Teen Titans s ritrovano nell'occhio del ciclone.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I don't love you for who you are,

but for who I am when I'm with you...

Roy Croft

 

-Robin?

La ragazza dai capelli viola batté le palpebre, confusa.

Un ragazzo con una maschera era seduto accanto allo scomodo letto sul quale Corvina era sdraiata e sembrava lievemente stanco.

-Corvina! Sono così felice che tu ti sia svegliata!

Lei alzò un sopracciglio -Quanto sonno pensavi che avessi?

Lui rise, poi la guardò meglio -Mi stai dicendo che non ti ricordi cosa ti è successo?

Lei scosse la testa, poi la inclinò di lato, pensando -Mi ricordo un gran caldo e delle fiamme... Poi c’è il buio...

Robin la guardò, indeciso se dirle tutto o no. L’arrivo della stessa infermiera che l’aveva portato fin lì lo esonerò dal dare all’amica maggiori spiegazioni.

-Vedo che si è svegliata. Mi fa piacere.

Dall’espressione della donna, invece, sembrava che avesse appena mangiato un limone particolarmente aspro, ma nessuno commentò.

-Domani verranno fatti dei controlli di routine, ma non sembra che lei abbia niente di particolarmente ferito o danneggiato. A presto.

Detto questo si dileguò, ansiosa di andarsene.

Appena la porta bianca si fu richiusa Robin scoppiò in una risata: -Ma cos’aveva quella? Non siamo messi così male!

Corvina socchiuse gli occhi con un sorriso: -Sembri uno che si è appena svegliato!

Il ragazzo-meraviglia lanciò una veloce occhiata alla sua uniforme spiegazzata e si passò una mano sui capelli in disordine: -Mi dispiace, ma ho appena combattuto contro dei mostri e sono rimasto in ospedale con la mia amica che si è fatta colpire da una palla di fuoco!

L’aveva detto con tono scherzoso, ma Corvina si accorse subito che si era fatto scappare più di quanto realmente intendesse: -Mi sono fatta colpire da una palla di fuoco?

Era chiaramente stupita.

-Ho così pochi riflessi da farmi colpire da una palla di fuoco?!

Robin si rese conto di ciò che aveva detto e si rassegnò al fatto che ormai doveva raccontarle tutto: -Ti sei volontariamente messa in mezzo fra la palla di fuoco e Bibi. Quindi hai ottimi riflessi. - chiarì per poi proseguire -Quel particolare essere di fiamme, secondo Cyborg, impediva ai poteri di chiunque di funzionare, quindi non sei riuscita a proteggerti del tutto. Per un attimo abbiamo pensato tutti che tu...

Il leader dei Teen Titans non riuscì a finire la frase.

-Pensavate che fossi morta.

Lui annuì, senza riuscire a fissare i suoi occhi in quelli viola della ragazza.

-Eri stesa a terra, col mantello bruciato. Eri più pallida del normale, sembravi davvero... - Robin deglutì prima di riuscire a pronunciare quella parola -...Morta.

Sembrava che avesse finito di parlare, ma poi, dopo qualche istante passato in silenzio, aggiunse: -Sono stati gli attimi peggiori della mia vita. Davvero. Io tengo a te e non riuscirei a sopportare l’idea di svegliarmi la mattina senza che ci sia tu seduta da qualche parte con un libro mentre cerchi di ignorare Cyborg e Bibi che discutono.

L’Azarathiana rimase in silenzio, colpita da quello il ragazzo le aveva detto. 

Da quanto tempo la osservava? Insomma, non poteva sapere che cercava di ignorare i suoi due amici ogni mattina, nascondendosi dietro un libro. 

Robin alzò il viso e Corvina si ritrovò a guardare la sua maschera, cercando di capire che espressione avessero i suoi occhi.

Lui se ne accorse e un piccolo sorriso si dipinse sulla sua faccia.

La ragazza dai capelli viola incrociò le gambe, cercando una posizione più comoda, poi ritornò a guardare l’amico: -Sei in vantaggio con quella maschera.

-Che cosa?

Robin sembrava volersi mettere a ridere.

-Non posso vedere i tuoi occhi. Anzi, a dire il vero, non so neppure di che colore siano.

A questo punto il ragazzo-meraviglia arrossì per poi ritornare serio: -Davvero non sai di che colore siano?

La ragazza sbuffò: -Nessuno sa di che colore siano! Hai sempre quella maledetta maschera, probabilmente ce l’hai anche quando dormi...

-E non ti piacerebbe scoprirlo?

-No.

Lui inclinò leggermente la testa di lato, stupito da quest’improvviso cambio di idee.

Corvina vide la sua espressione perplessa e cercò di spiegargli: -Ognuno ha dei segreti. Molti li si racconta ai propri amici, altri restano nel tuo cuore, solo per te. Quei segreti sono solo tuoi e possono distruggere il mondo o semplicemente rendere più curiosa la gente. Questi ultimi non devono essere per forza rivelati. A volte è più bello immaginarsi qualcosa che poi vederlo e scoprire che non ti piace per niente.

-Quindi è questo? Hai paura che i miei occhi non ti piacciano?

Il ragazzo sembrava così terribilmente serio che Corvina non seppe trattenere un sorriso: -Non voglio rovinarmi la sorpresa, diciamo così.

La piccola dimostrazione di felicità da parte della ragazza convinse Robin a lasciarsi andare e il suo volto si distese in un sorriso: -E se io avessi gli occhi più belli del mondo? Più belli di quanto ti immagini?

-Oltre ad avere degli occhi fantastici sei anche modesto, non è vero?

Entrambi risero e l’Azarathiana sembrava a suo agio, come se non fosse la ragazza seria e misteriosa di sempre.

-Allora, se avessi gli occhi più belli del mondo, perché porteresti una maschera? - riprese Corvina dopo qualche minuto.

Robin sembrò in difficoltà solo per qualche secondo, poi rispose: -Semplice, se non portassi la maschera farei innamorare tutte le ragazze che guardo e dunque ogni uomo mi vorrebbe morto.

Questa volta la risata cristallina di Corvina rimbalzò sulle pareti da sola. Il suo compagno la ascoltava, in silenzio.

Lei era troppo allegra per accorgersi che non rideva, che si beava di ogni secondo in cui lei era felice.

Adoro la sua risata.

Un piccolo pensiero si era infilato nella mente del leader dei Teen Titans e Robin si affrettò a scacciarlo.

Lei era territorio off-limits.

Era libera.

Di nessuno.

Era la muta promessa che aleggiava nella torre da tempo, ma ormai sembrava essersi spezzata.

-Allora ragazzo-meraviglia, nel caso tu avessi realmente questi bellissimi occhi che dici di possedere, come faresti innamorare una ragazza? L’aspetto non è tutto...

La sua voce riscosse Robin dai suoi pensieri.

Rimase un secondo a cercare di capire cosa gli avesse chiesto, poi un sorriso più grande dei precedenti nacque sul suo volto.

  
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