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Autore: BeeMe    19/06/2012    2 recensioni
Una giornata qualunque. Una chiassosa giornata qualunque.
E' questo l'inizio della fine.
Incomprensioni, amori, cuori spezzati infrangono l'ordine delle cose a Jump City e i Teen Titans s ritrovano nell'occhio del ciclone.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One of the hardest things in life

is watching the person you love,

love someone else.

 

 

Un orologio continuava a ticchettare.

Dopo ore passate a cercare di ignorarlo per riuscire a dormire, lo scorrere delle ore iniziava a dare fastidio a BB.

Il ragazzo cambiò nuovamente posizione, facendo cadere sul pavimento il lenzuolo.

Un altro tentativo di addormentarsi non riuscito.

Quella notte era impossibile per lui chiudere gli occhi e lasciarsi andare.

Perché lei non c’era.

BB lo sapeva, ma cercava di non pensarci.

Sapeva che lei era in una camera in ospedale con Robin a tenerle compagnia.

Ci sarebbe dovuto essere lui lì, sia al posto di Corvina che di Robin.

Doveva impedirle di ferirsi per cercare di salvarlo e, una volta che era accaduto, sarebbe dovuto salire con lei sull’ambulanza, tenendole la mano.

E in quel momento magari lui le stava tenendo la mano.

BB allontanò quel pensiero dalla sua testa: era già abbastanza abbattuto di suo, non servivano pensieri infidi su Corvina e Robin.

Il ragazzo verde saltò giù dal letto e si diresse alla finestra. Non sarebbe riuscito ad addormentarsi, ma nessuno poteva impedirgli di andare a trovare la sua amica.

Ci pensò su e decise che, in realtà, in molti potevano impedirgli di andare da Corvina per il semplice fatto che era ricoverata e non era orario di viste.

-Nessuno può impedire ad un colibrì di posarsi su un davanzale -pensò BB mentre si trasformava nel piccolo uccello.

Nel buio BB batteva le ali il più velocemente possibile e rifletteva su cosa dire a Corvina.

Quando ti ho vista lì per terra ho capito che quello che provo per te....

Troppo sdolcinato!

Insomma, lei era Corvina! Non una ragazza qualsiasi!

Il piccolo colibrì verde era arrivato di fronte all’ospedale e girava in tondo, cercando la camera giusta.

Corvina era misteriosa, scontrosa, ma lui sapeva che non era solo così. 

Corvina era dolce, sensibile, romantica.

Ed era sicuro che aveva una risata cristallina.

Esattamente come quella che ora risuonava per l’ospedale.

Il mutaforma si avvicinò all’ala dalla quale sentiva la voce, sbirciando dentro ogni finestra.

 

************************

 

Intanto Robin stava cercando di mostrare ad una Corvina decisamente scettica come avrebbe conquistato una ragazza.

-Per prima cosa la porterei nel posto più romantico della città...

-Che sarebbe...?- lo interruppe subito lei.

Robin scosse la testa, con aria lievemente rassegnata: -Un punto alto, vicino al cielo. Vieni.

Le tese una mano che la ragazza afferrò e poi la portò vicino alla finestra.

Restarono lì per un secondo, poi lui la afferrò per la vita e saltò giù.

Caddero più velocemente di quanto Corvina si aspettasse, ma non raggiunsero mai il suolo.

L’Azarathiana lanciò un piccolo urlo e stava per iniziare a volare, quando il ragazzo-meraviglia aveva lanciato uno dei suoi soliti rampini che li aveva portati fin sul tetto.

-Ma sei totalmente folle?- esclamò Corvina appena mise piede sulla superficie ruvida che caratterizzava i tetti di Jump City.

Lui sorrise, per poi prenderle la mano: -Ti dovevo dimostrare che un posto alto fa meraviglie. Guarda il cielo.

Aveva ragione. L’ospedale non era particolarmente alto, ma ai due sembrava di poter toccare le stelle con un dito.

-Mi dispiace deluderti, ma io so volare, sono sempre in alto...

Corvina non aveva intenzione di dagliela vinta così facilmente.

Se lui venne ferito o fu deluso da quelle parole non lo diede a vedere.

Rimasero in silenzio per qualche secondo, poi lei si decise a parlagli: -E cosa faresti una volta arrivati qui?

Era una possibilità di andare avanti, di farsi perdonare per essere stata scortese.

-Le prenderei la mano e poi la porterei vicino al bordo, ad un passo dal vuoto.

Mentre parlava, Robin le prese una mano e la portò sul limitare del tetto.

-Poi la guarderei dritto negli occhi e le direi...

Si interruppe un secondo, lasciando Corvina pendere dalle sue labbra.

-Cosa le diresti?

-Sei la persona più incredibile che io conosca. Continui a stupirmi nonostante io ti conosca da anni. Sei il mio primo pensiero la mattina e il mio ultimo la sera. Non riesco a starti lontano anche se so che probabilmente tu non te ne accorgi nemmeno. Quando ti ho vista dopo che quella creatura ti aveva colpito mi sono sentito come se una parte di me stesse soffrendo insieme a te e, se tu fosse morta, io non sarei riuscito ad andare avanti. Perché... io ti amo. - Robin non stava più parlando ad una persona immaginaria, stava dedicando quelle parole a qualcuno. Se lo sentiva dentro.

 

************************

 

BB vide due persone precipitare da una finestra. 

Le osservò mentre uno dei due lanciava un inconfondibile rampino che li portò sul tetto.

Sapeva chi erano.

Aveva riconosciuto la sua voce.

Iniziò ad accelerare per arrivare vicino a loro e dire finalmente a Corvina ciò che provava.

Le sue piccole ali da colibrì battevano il più velocemente possibile, ma non era abbastanza.

Vide Robin prendere la mano della ragazza e portarla accanto al bordo del tetto.

Non era abbastanza vicino per sentirli, ma mancava poco.

Qualche battito d’ali dopo era a fianco a loro, a portata di voce, ma avrebbe voluto essere lontano chilometri.

Sei la persona più incredibile che io conosca. Continui a stupirmi nonostante io ti conosca da anni. Sei il mio primo pensiero la mattina e il mio ultimo la sera. Non riesco a starti lontano anche se so che probabilmente tu non te ne accorgi nemmeno. Quando ti ho vista dopo che quella creatura ti aveva colpito mi sono sentito come se una parte di me stesse soffrendo insieme a te e, se tu fosse morta, io non sarei riuscito ad andare avanti. Perché... io ti amo.

Non era quello che BB voleva sentire.

Improvvisamente non era più un colibrì, era una piccola farfalla verde che non batteva le ali, che precipitava verso il suolo.

Alla fine, il suo istinto lo obbligò a frenare, ma ormai sentiva che lei non lo amava, che non lo aveva mai amato e che non l’avrebbe mai fatto.

La piccola farfalla verde iniziò a volare verso la sua casa, desiderosa solo di richiudersi nel bozzolo dove viveva fino a poco tempo prima, dove non c’era niente di male, dove non c’era lei.

  
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