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Autore: La_Nene_    19/06/2012    0 recensioni
Un ritorno. Un incontro sperato, ma inatteso. Tante sorprese e... un amore ritrovato ?
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8: Proposte.

 

Il sole mi sbatte in faccia, annunciandomi l‘arrivo, incombente della mattina. Io rimango distesa nel letto ancora un po’, mentre strizzo gli occhi per far finta di nulla e do le spalle alla finestra.

Sonnecchio nelle lenzuola tiepide, lisce e leggere, che ormai ho imparato a conoscere.  Il materasso comodo e il cuscino morbido,  mi invitano a restare ancora al loro cospetto e io non mi faccio di certo pregare. Dormire è sempre stata una mia grande passione. Sento dei passi leggeri varcare la soglia e un tintinnio arrivare con loro. Non voglio aprire gli occhi. Mi sposto appena, arrotolandomi ancora di più nelle lenzuola bianche. -Buongiorno, dormigliona!- La voce di Fede mi raggiunge, squillante e calda. Come sempre. Mugugno una risposta non ben definita e schiaccio la faccia contro il cuscino. -Sveglia, sveglia! C’è la colazione!- Alzo un po’ la testa e vedo il vassoio appoggiato di fianco a me. Mi alzo di scatto e mi metto a sedere. Sbalordita lo guardo. -Mi hai portato la colazione a letto ?- Lui mi guarda preoccupato -Si. ..- Sorrido a trentasei denti, o forse, a trentanove, non lo so, di certo era un sorrisone -Mi hai portato la colazione a letto! - e mi fiondo sul croissant, che, con mia squisita sorpresa, è al cioccolato: il mio preferito. Lo guardo con due occhi sognanti e colmi di gratitudine. Sbatto le palpebre,  come una cerbiatta e lui ride. –Bè, vedo che hai gradito.- Scuoto la testa, affermativamente, mentre bevo il cappuccino -Assolutamente!- e lui ride di nuovo. -Hai i baffi di latte, aspetta.- Si sporge verso di me, prontamente armato di un tovagliolo. Mi si avvicina veloce e il mio cuore comincia a perdere i battiti. Cazzo, so lui mi fa sto effetto da droga anestetica che rallenta, ma allo stesso tempo eccita, ogni parte del mio corpo. Mi fissa le labbra e lo vedo deglutire, agitato. Poi mi guarda fisso negl’occhi. I suoi pozzi scuri incontrano i miei cioccolato. Delicatamente, mi passa il tovagliolo intorno alle labbra e compie il suo lavoro, da bravo ragazzo, senza fare altro e si rimette al suo posto. L’aria intorno a noi è diventata elettrica. Deglutisco. -Che ore sono?- Una domanda più idiota non la potevo fare. Ma cosa me ne fregava a me di che ore erano? Ma io non lo so! Brava, Serena, ottimo. Capacità di fare domande cretine, direi, 100 e lode. Scuoto la testa per scacciare via quella vocina fastidiosa. Lui si volta per guardare la sveglia sul comodino -9.15.- Si volta e mi sorride. –Bè, pensavo più tardi, mi hai fatto credere di aver dormito novecento ore!- Ridiamo -Ma non devi essere al lavoro a quest’ora?- -Si, in teoria. Ma ho portato Enea all’asilo e ho deciso di prendermi la mattinata libera.- Sorride e socchiude gli occhi. Sembra davvero felice. Sorrido anche io. -Bravo, hai fatto bene..- Poso la tazza e sposto il vassoio. -Sai..- mi avvicino gattonando davanti a lui con indosso solo la mia biancheria nera di pizzo, che mi hanno regalato quelle tre pazze di Chiara, Marta e Eleonora. Praticamente potevano anche evitare di comprarmi quel completo, perché era come non indossare nulla: tanga striminzito, uno stuzzicadenti, di pizzo, e un reggiseno trasparentissimo che non copriva assolutamente niente! - … ho qualche idea su come riempire questa vuota mattinata..- Sorrido, un po’ troppo maliziosamente. Lui mi guarda e mi lascia vedere come apprezza il regalo delle miei amiche, mentre studia ogni centimetro del mio corpo. Sorride. -Ah si?!.. Credo di aver capito..- Mi si avvicina e mi bacia a stampo, un po’ rude. Sa che mi piace quando fa così. Mi avvicino ancora di più e lascio che lui si stenda sul letto, mentre io lo sormonto senza problemi. Ci baciamo appassionatamente, famelici come se non lo facessimo da anni.. Ma l’ultima volta era stata, proprio,emm.. ieri sera. Ormai è diventato un  rito, prima di addormentarsi: fare l’amore. Perché era di quello che si trattava. Fare l’amore. E non il sesso. Perché tra di noi c’era quella complicità, che solo gli amanti anno, tra noi c’era quella passione e quel trasporto, che con nessun altro avevo mai provato. Certo, di sesso, anche con altri, ne avevo fatto. Ma questo.. Questo cercarsi, trovarsi, amarsi fino a stancarsi e poi addormentarsi l’uno tra le braccia dell’altro, non era la stessa cosa. E poi.. Con lui era così,dannatamente, bello. Così, fottutamente, erotico e non mi sentivo mai stanca, mai sazia. E lui lo sapeva e giocava a provocarmi e poi a farmi sentire una donna un po’ senza scrupoli e senza valori, mentre io lo chiamavo pudico e finto casto.  Tutto  faceva parte del nostro tacito accordo di stuzzicarci e provocarci. È sempre stato così e mi è sempre piaciuto.

Le sue mani presero subito possesso del mio sedere, stringendolo amabilmente. E mentre lo baciavo e mi strusciavo sopra il suo copro fremente, ripercorrevo i ricordi degli ultimi mesi.  Infatti, ormai, sono dieci mesi che viviamo insieme. Abbiamo raggiunto un equilibrio quasi, oserei dire, famigliare. Lui porta Enea all’asilo, io lo vado a prendere. Lui prepara la colazione e io la cena. Sistemiamo insieme l’appartamento e andiamo a fare spese insieme, con Enea che trotterella felice per i corridoi dei centri commerciali.

Lo bacio e non riesco a non sorridere. Lui se ne accorge: -Cosa c’è da ridere?-  -Nulla, nulla.- Riprendo a baciarlo. -Aspetta..- Mi fa alzare. Seduti, sul letto ci guardiamo. -Che c’è?- Non voglio interrompere il nostro momento idilliaco. -Perché sorridevi?- Sospiro. -Perché sono felice.- Mi guarda piacevolmente sorpreso -Davvero?- Mi avvicino a lui e lo abbraccio. Sono seduta sulle sue gambe e riesco a sentire un rigonfiamento, non del tutto completo, all’interno dei suoi slip bianchi. -Certo che si! Come posso non esserlo?!- Sorride dolce, mentre mi accarezza il viso. -Anche io sono felice. E sembra che lo sai anche Enea.-  Sorrido. -Si, sembra proprio di si.- rimaniamo in silenzio a guardarci negli occhi. A volte le parole non servono. Possiamo leggere, nelle nostre pupille, l’amore che ci lega. -Lo sai che giorno è oggi?- Ci penso un attimo -Oggi è il nove marzo.- Sorride - Si.. Quindi?- Rifletto ancora un po’,  ma non riesco a capire a cosa si riferisce. –Sei anni fa, ci siamo baciati per la prima volta.- Lo guardo con infinita dolcezza e quasi mi metto a piangere dall’emozione. -Te lo ricordi ancora?!- -Certo, che si! - si è quasi offeso. -Poi oggi sono dieci mesi che viviamo insieme.- Gli do un bacio sincero e lungo. -Sono stati dieci mesi fantastici, Fede, davvero. Non sono mai stata così felice.- Mi guarda,  compiaciuto -Anche per me è lo stesso.- Mi bacia. -Lo sai che ti amo.-  -Ti amo anche io.- Un altro bacio..  - Potremmo andare fuori a pranzare,  per festeggiare.- -Mm..magari prima finiamo quello che stavamo iniziando eh?!- Sorrido e mi butto sopra di lui e lo sento ridere. -Sei proprio insaziabile!- Gli bacio le labbra, le guance, il collo e mordicchio la pelle che trovo sul mio percorso -Ovvio!.- Rido e lui ride con me, mentre le nostre bocche si cercano ancora. Ci baciamo con foga, ma lui interrompe la danza di lingue e mi bisbiglia nell’orecchio una proposta, che è più un comando, che lascia poco spazio ai commenti e alle lamentele: -Spogliati e lasciati guardare. - Perplessa, lo guardo con gli occhi spalancati, piacevolmente sorpresa della sua naturale sfrontatezza. Decido di obbedirgli, senza troppi complimenti. Scendo dal letto e improvviso un lento e sensuale strip tease. Lui si stende comodo sul letto a pancia sotto, per godersi appieno lo spettacolo. Tolgo il tanga con un gesto veloce e deciso, mentre per il reggiseno ci metto un po’ e quando l’ho slegato e sto per lasciar liberi i miei seni piccoli e sodi, mi giro di schiena, fingendo una castità che non mi appartiene. Sento lamenti e proteste arrivare dal letto. Mentre rido di quel gioco, nato dal niente, mi giro, di nuovo, ritrovandomi completamente nuda di fronte a lui. Mi fa cenno di avvicinarmi e io obbedisco. Ora riesco a toccare il materasso con le ginocchia. Lui si mette a sedere, mentre lascia correre lo sguardo, con sfacciata lussuria, su tutto il mio corpo. Riesco quasi a cogliere i suoi pensieri e per un attimo lo vedo umettarsi le labbra. Passa le sue mani grandi e calde, lungo le mie cosce per poi salire, impaziente lungo le mie natiche. Raggiunge il bacino e accarezza il mio ventre, per poi correre sui seni, le spalle e l’incavo del collo. Mi prende il volto tra le mani e mi bacia con passione, facendomi cadere sul letto, sopra di lui. Si volta e mi porta con sé trascinandomi sotto il suo peso. È un vortice di mani, lingue, passione e desiderio. Due corpi che cercano il loro vero posto l’uno nell’altro.

Le sue mani frementi raggiungono la mia femminilità, mentre affonda sempre di più la sua lingua nella mia gola. E presto trovano il lavoro adatto a loro. Stimolano il mio clitoride e, con due abili dita, penetrano ogni mia barriera. In poco tempo, questo lavoro di mano, ben ritmato, mi fa raggiungere l’apice del piacere e vengo con un grido. Posso lasciarmi andare completamente alle grida di piacere, tanto siamo soli in casa, e questa volta non c’è nulla a trattenerci.. Mi guarda, mentre l’orgasmo mi fa perdere il filo dei pensieri e quando riapro gli occhi è sopra di me con gli occhi lucidi di voglia e la bocca semiaperta. -Sei bella da morire..- Sorrido e lo tiro verso di me, soffocandoci in un bacio. In poco tempo, l’aria si fa bollente e sento caldo. Un caldo che mi fa avvampare, ma credo non sia solo per quello che ho il fiato corto. Mentre ci baciamo, lascio scivolare una mano lungo il suo ventre in direzione del suo pene, già turgido,  che aspetta fremente la mia mano. Lo sento sussultare, quando raggiungo il mio obbiettivo e trattenere un attimo il fiato, per poi lasciarsi andare alle mie amorose cure. Con gesti lenti percorro tutta la sua virilità, ma subito dopo lui mi ferma e mi fa girare. Ora sono a pancia sotto, con il materasso fresco che mi provoca un bel senso di refrigerio e lui sopra di me, che trova la posizione giusta. Mi fa chiudere le gambe e io, istintivamente, porto un po’ in fuori il sedere. Ho qualche idea su cosa vuole fare. Si inginocchia sul materasso all’altezza del mio sedere e lentamente, comincia a penetrarmi. Grazie al cielo decide di non provare la nuova possibilità del sesso anale, perché sicuramente, avrei provato dolore all’inizio.. Ci penseremo più avanti. La penetrazione in quella posizione è più stretta e intensa. Infatti, il piacere che sto provando adesso, è cosi scioccante che non trovo nemmeno il tempo e il fiato per gemere. In poco tempo con decise spinte ritmate, mi fa raggiungere il secondo orgasmo di quella mattinata. Subito dopo, lo vedo stendersi di più sulla mia schiena, senza mai toccarmi con il suo torace. Mette le mani sul materasso vicino alle mie spalle e vedo le sue braccia tese e sotto sforzo nel sorreggersi. Ora, in questa posizione, spinge ancora più a fondo e perdo del tutto la cognizione di me e di ciò che mi sta accanto. Sento solo il suo membro dentro di me, scendere sempre di più e il piacere aumentare, ancora, a ogni spinta.

Raggiungo il terzo orgasmo con un grido forte e deciso. Subito dopo altre due spinte, anche lui non si trattiene più e sdraiandosi e rilassandosi raggiunge, anche lui, l’apice del piacere.

Appagati e soddisfatti ci abbracciamo con il fiato corto. Sorrido contro il suo petto. -Ogni volta meglio..- e lo guardo. Ha gli occhi chiusi e sorride orgoglioso. -E’ tutta questione di allenamento. Tra poco sarò un professionista.- Rido e ci accoccoliamo, un po’, l’uno tra le braccia dell’altro.

Dopo una doccia rinfrescante e una preparazione un po’ troppo lunga, sono pronta per il nostro pranzo e il nostro festeggiamento. Mangiamo in piazza Duomo, sotto un bel sole tiepido.  Ridiamo, scherziamo e parliamo di un po’ di tutto, mentre mangiamo e sorseggiamo buon vino. Arrivati al dolce, ordino un pezzo di torta al cioccolato e lui una bottiglia di champagne. -Ah, così mi vizi però!- Gli sorrido e lui mi sorride -Bè è un momento speciale. Si deve festeggiare. - Sorseggiamo le nostre bollicine e mi sembra di essere una principessa ad un invito galante con un meraviglioso principe. 

Il pranzo ci aveva soddisfatto ed eravamo felici e leggeri. Andammo insieme a prendere Enea all’asilo, il primo pomeriggio, visto che aveva chiamato in ufficio e si era preso anche il pomeriggio libero, con una scusa improvvisata di una malattia appena auto-diagnosticata. Portammo Enea al parco e ci divertimmo come matti tutta la giornata, per poi alle sei cadere rovinosamente sull’erba umida tra le risate generali. Io e Fede ci guardammo, felici come non lo eravamo mai stati, per poi osservare Enea che rideva a crepapelle. -Dai dai, corriamo ancora.. - Quel bambino è un vulcano! Ma come fa?! Strizzai gli occhi e cercai di riprendere fiato. Mi siedo e lo fisso un attimo -Aspetta, fammi respirare.- e sorrido. Lui mi prende un braccio e mi tira verso di sé. Fede è seduto accanto a me.. -Dai, dai, dai.. Mamma dai!. - Rimango spiazzata per circa una decina di secondi e il mio cuore fa un tuffo nel vuoto … Mamma?! .. No, avrò sentito male. Guardo Fede e vedo che ha la bocca spalancata e gli occhi fissi verso suo figlio, stupefatto. Enea mi lascia il braccio, ha capito che qualcosa non va. -Cosa ho sbagliato? - Lo guardo e mi sento in colpa. -No, non hai sbagliato niente.. Però mi hai chiamato mamma. - -Si, lo so.. - Cala un leggero silenzio imbarazzante. Guardo di nuovo Fede. Scuote la testa. -Non so che dire.- anche lui è sorpreso quanto me. Enea si siede di fronte a noi -Ci ho pensato.. Io la mia mamma vera non so chi è, non me la ricordo. E tu vivi con noi e vuoi tanto bene a me e al mio papà. Mi piaci e mi fai tanto ridere. Poi mi curi e mi racconti le favole..è questo che fanno le mamme.. - Lo guardo senza sapere bene cosa dire. Mi fa una tenerezza infinita. Guardo Fede e gli accarezzo un braccio. -Credo che abbia ragione.- Sorrido. Lui mi guarda con due occhi grandi e commossi, pieni d’amore. Io guardo quel bambino adorabile e lo abbraccio forte. -Sono contenta che mi ritieni la tua mamma. Io sono felice .. Se lo posso essere sarò ancora più felice.- lo guardo. -Tu vuoi che io sia la tua mamma?- Lui è un po’ indeciso e non sa bene se lo può dire, però è quello che prova : -Si!- Mi guarda convinto. Sorrido e mi metto un po’ a piangere. Lo abbraccio di nuovo. Forte e gli stringo la testa,  quella magnifica testolina,  con una mano,  come fanno le mamme. -Ora vai a giocare. Ma non ti allontanare.- Mi viene naturale.. Mi da un bacino veloce sulla guancia e corre via. Mi asciugo le lacrime e faccio appena in tempo a guardare il volto dell’uomo che amo, rigato dalle lacrime di gioia, che le sue braccia mi avvolgo in un abbraccio stretto, fino a farmi mancare il respiro. Restiamo così per una decina di minuti. Poi lui si scosta da me. Mi guarda serio -Sposami.- Strabuzzo gli occhi. -Eh?-  -Sposami.- silenzio -Sposami. Enea ti considera sua madre e io ho sempre voluto te come moglie e madre dei miei figli. Era con te che dovevo avere Enea. Era con te che dovevo stare. È con te che devo passare il resto della mia vita, mai, prima di adesso, mi è parso così chiaro. Il mio destino è con te. Sposami. E rimaniamo felici per sempre.-  Cosa potevo fare? Cosa potevo dire?

Cosa potevo dire se non sì.

A dir la verità, “sì” l’ho urlato e tutto il parco si è girato a guardarci, mentre gli saltavo addosso abbracciandolo esultante e precipitando di nuovo stesi sull’erba.

Ci sposammo il sette maggio di quell’anno. Due mesi dopo la proposta. Non c’era motivo di aspettare.

Ora la nostra casa è un po’ più grande. Enea cresce in fretta ed è mio figlio, in tutto per tutto, esattamente come i due gemelli, maschio e femmina, che sono in arrivo.

Che dire..la mia favola si è conclusa. Anzi. È appena iniziata.

  
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