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Autore: Galelia    13/05/2004    6 recensioni
Cosa succederebbe se durante il suo lavoro Ginny Weasley trovasse un Babbano ferito?e se poi non fosse un Babbano???LEGGETE!!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve a tutti coloro che hanno deciso di leggere questa ff. Incomincio precisando che non l’ho scritta io,ma Blackberry Ink su fanfiction.net e Cuccussétte ne ha fatto la traduzione sulla sezione del sito in italiano e per questo lo ringrazio molto.

 

 

L’ETA’ INCERDULA

 

 

14 OTTOBRE, 18.21, LONDRA BABBANA

 

Le dispiaceva di non aver mai firmato un contratto per un simile lavoro. Ginny Weasley era un Auror - uno piuttosto efficiente, in effetti. Ma erano tempi duri adesso, e la gente che faceva il suo mestiere era rara da trovare. Con Voldemort che ogni giorno acquistava maggior potere e i Babbani abbastanza inconsapevoli del fatto, per fare un paragone Babbano più simile ad un Auror - la Polizia - la cose sarebbero diventate sempre più difficili. Dumbledore aveva detto a Ginny che lui sentiva che i Babbani dovevano essere protetti come meglio potevano, e senza Polizia, Dumbledore aveva deciso di destinare alcuni Auror per la difesa dei Babbani. E ovviamente, essendo cresciuta interessata ai Babbani, Ginny era stata assegnata per il primo posto disponibile. Aveva venti anni, ma non aveva mai incontrato un Babbano vero. Pensò che sarebbe stata un’esperienza. Dumbledore aveva fatto giurare ai vari Auror addetti alla Difesa ai Babbani di non usare la magia se non in caso di grave emergenza. Non volevano rischiare di esporre la Comunità Stregonesca. Ma allora, si trovò a chiedersi Ginny, c’era uno scopo nell’essere lì? Erano buoni quanto la Polizia, che non aveva magia. “No,” disse Dumbledore. “Non siete la stessa cosa. Voi sapete di quali orrori è capace Voldemort. E questo è un vantaggio, a prescindere dai poteri magici.” Ginny se ne era stata zitta, poiché non era persona da litigare con qualcuno di così formidabile quale era Dumbledore.

Ginny era sola nel dietro di un taxi. Il conducente stava andando piano e lei stava mezzo rimuginando se Teletrasportarsi. C’era stata una chiamata al suo appartamento non molto tempo prima, a riguardo di un uomo Babbano ferito. Adesso giaceva svenuto in un vicolo. Sanguinava un poco, ma non in parti serie. L’ospedale era stato informato, ma erano a corto di ambulanze, dottori, e letti, e non avevano modo di aiutarlo. Così era stata chiamata Ginny.

“Volti qua,per favore,” chiese più educata che poteva all’autista. Lui fece quanto lei aveva detto. Minuti dopo, erano sulla strada del vicolo dove Ginny si presumeva dovesse andare. Ginny scese dalla vettura, pagò l’autista e scese in strada.

“Vicolo a metà tra un palazzo residenziale e un negozio di articoli per il calcio,” le era stato detto. Lei si guardò intorno in cerca del suddetto negozio, lo trovò e si affrettò attraverso la strada dove doveva essere situato. Proprio accanto, là dove si supponeva fosse, c’era il vicolo buio. Ginny lo imboccò. Il selciato e i muri dei due palazzi a ciascun lato erano fatti di mattoni rossi, in parte coperti di muschio ed edera. Il cielo in alto stava diventando sempre più grigio ad ogni instante - di certo presto avrebbe piovuto. C’era ben poca luce e ogni cosa appariva essere inghiottita all’ombra. Ginny tirò fuori dalla tasca una pila ( non le pareva un’emergenza tale da ricorrere alla bacchetta ) e si guardò attorno. In un angolo notò qualcosa che assomigliava ad una persona, ma era coperto da qualcosa di simile ad un mantello nero da mago. Sebbene non fosse la cosa migliore da fare, Ginny immediatamente tirò via il mantello. Ginny non rantolò per quello che vide, ma nei passati giorni di scuola lo avrebbe fatto. Sotto al mantello c’era un uomo. Il viso era oscurato dai capelli biondo pallido tagliati alla lunghezza del mento, e avevano schizzi di sangue su. Indossava abiti Gabbani, come si era aspettata, ed erano strappati in più di un punto. Aveva uno squarcio profondo che stava sanguinando parecchio e correva da basso della coscia fino a metà dello stinco della gamba sinistra. Il sangue stava formando una pozza attorno al corpo e dalla vita in giù ne era inzuppato. Le mani erano legate e strette ai fianchi. La corda stava tagliandogli la pelle, anche se dai quei tagli non usciva tanto sangue quanto dalla gamba.

Con delicatezza, Ginny spostò un po’ dei capelli biondi dalla faccia, ammirò quanto fossero soffici e sottili. Ginny lo guardò in faccia. La sua pelle era la pelle più bianca che mai avesse visto, anche se confrontata a quella di persone che avessero perso più sangue di quest’uomo. Sebbene sembrasse avere parecchie rughe più di lei, ritenne che potevano essere premature. Sembrava avere più o meno la sua età. Gli occhi erano chiusi dolcemente e i lineamenti cesellati e disposti in modo simile a quello che uno scultore greco avrebbe dato alle sue statue. Senza volerlo, Ginny rimase per un attimo incantata. Tornò in se rapidamente e si guardò attorno. Bidoni di sudicio erano stati ammaccati e sparsi per il vicolo, così come il contenuto. Immaginò che quelli fossero i ‘segni del combattimento e lo squarcio profondo era il ‘taglietto, niente di serio’. Ginny scosse le spalle e tornò dall’uomo.

Pensò di scuoterlo per vedere di svegliarlo, ma ci ripensò poteva avere un trauma o qualche altra ferita che non poteva vedere e scuotendolo poteva recargli ulteriori danni. Piuttosto, controllò che nessuno vedesse e usò la bacchetta per sciogliere i suoi legacci. L’espressione del viso si fece parecchio più rilassata. Ginny ispezionò i tagli sui polsi e si accorse che non erano troppo seri, proprio come aveva pensato. Mormorò un incanto curativo che aveva imparato a Cure Magiche, nel settimo anno.

Ginny gli posò l’indice e il medio sul polso per controllare le pulsazioni. C’erano, e no erano del tutto irregolari. Ne fu sollevata, ma non molto…dopo qualche attimo in più per controllare il Babbano, Ginny decise che non c’era molto altro che potesse fare. Improvvisò una benda con il mantello che copriva l’uomo e lo avvolse attorno alla gamba per impedire che potesse versare così tanto sangue. Poi disse un altro incantesimo per collegare la propria voce al Ministero e viceversa.

“Pronto?” disse Ginny “Qui è l’Auror Protezione Babbana Ginny Weasley. Ho un Babbano ferito abbastanza seriamente con me. Ha bisogno di terapie che non credo di potergli dare. Qualcuno può aiutarmi?”

“Weasley?” disse una voce gracchiante che pareva uscire dalla punta della bacchetta.

“Sono io” rispose Ginny “Come dissi, ho bisogno di -“

“Ho sentito quello che hai detto”, disse la donna dall’altra parte “E’ l’uomo per cui ti ho telefonato, vero?”

“Si” convenne Ginny

“Ce la farà” chiese la donna.

“Si” le rispose Ginny “Ma le ferite gli daranno strascichi se non riceve alcune cure”.

“Se sopravvive allora vuol dire che non è abbastanza serio. Non possiamo mandare nessuno - non possiamo divider nessuno qui. Ti suggerisco di provare con l’ospedale Babbano.”

“Ma potrebbe davvero -“ Ginny si fermò. Il collegamento era stato interrotto. Si incupì e si volto di nuovo verso l’uomo. Il ferito sembrava proprio un Babbano. Forse un’ospedale Babbano sarebbe stato ciò di cui aveva bisogno. Avevano detto di no avere ambulanze, ma poteva Teleportarsi lì e trovare un modo per portarlo dentro. Non potevano avere così tanti pazienti quanto gli ospedali Stregoneschi. Il mantello però. Era stato coperto con un mantello. Significava uno Stregone o una Strega erano stati lì. Forse erano stati loro ad attaccare l’uomo. O forse c’era di più di quello. Con cautela, Ginny frugò nella tasca del cappotto dell’uomo. Era vuota eccetto per qualche banconota e della stoffa. Nessun documento di identità. Provò l’altra. Sulle prime sembrò vuota, poi sentì qualcosa di duro. Tastò ancora un poco e rantolò. Gli Auror però non venivano mai sorpresi. Così Ginny non fu sorpresa quando estrasse una bacchetta dalla tasca. Iniziò a piovere.

….continua

 

  
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