Now We Are Free
Quella
lotta infinta sembrava – dopo nove lunghi anni –
giunta al
termine.
Era meraviglioso ma allo stesso tempo terribile. Otacon
si era ritrovato così, da un momento all'altro, spiazzato.
Era il
matrimonio di Meryl: festa e confessioni. Aveva appena finito di
parlare con Sunny, le aveva appena detto che se voleva, lui le
avrebbe dato la libertà di vivere nel mondo reale, ovvero
ben oltre
ciò che c'è dietro un circuito cibernetico. La
bimba ne sembrò
entusiasta, spaventata ma entusiasta.
Nove lunghi anni. Erano
tantissimi.
Lo scienziato si ritrovò seduto su una sedia a
guardare lontani i suoi compagni: Meryl, Johnny e la sua squadra
ridevano e scherzavano. Sembravano felici, tutto si era concluso.
Mei
Ling e Roy Campbell facevano lo stesso, chiacchieravano ed avevano un
aspetto sollevato, tranquillo. Drebin e la sua simpatica scimmietta
si dilettavano in giochetti di prestigio e magia per intrattenere gli
sposi e gli invitati mentre la piccola Sunny continuava a giocare con
il suo nuovo amichetto.
Era tutto perfetto, o almeno sembrava.
Beh, per loro lo era... Il mondo avrebbe conosciuto un nuovo ordine
ed ora stava a loro ricostruirlo. Con gente in gamba come Meryl,
Johnny, il Colonnello Roy Campbell tutto sembrava possibile. Stava a
loro non cadere in tentazioni maligne... Ma stava anche a lui stesso,
allo scienziato che era, non commettere gli stessi errori del
passato. Era vero, gli scienziati divenivano tali per cambiare il
mondo, per migliorarlo, ma alla fine si ritrovavano a farne sempre un
luogo peggiore, di morte e distruzione. Si commiseravano il
più
delle volte, non rendendosi conto che alla fine, dopotutto, dipendeva
solo da loro.
Che sciocco scienziato che era stato. Mai e poi mai
avrebbe ripetuto gli stessi errori, se lo era promesso.
Tutto
perfetto, già. Tutti loro avevano con chi condividere gioie
e
dolori... Ma lui? Lui si ritrovava inspiegabilmente solo, lo sentiva
profondamente, nell'animo. Un vuoto che sembrava una voragine
divorarlo dall'interno. Questo perché? Perché lui
ormai non aveva
nessuno... Perché lui non sapeva nemmeno cosa avrebbe fatto
il
giorno dopo, appena sveglio. Era tutto così incerto ed
offuscato.
Era assurdo, si sentiva un'adolescente che – guardando al
futuro –
vedeva solo un enorme punto interrogativo... Ed invece aveva
già
trentaquattro anni. Come diavolo li aveva sprecati...
Nove lunghi
anni. Dopo nove lunghi anni si cominciavano a vedere le cose sotto un
differente punto di vista, soprattutto ora che era finita: i cattivi
non sembravano più così cattivi ed i buoni non
sembravano più così
buoni.
Come si poteva biasimare un uomo come Liquid Snake?
Dopotutto era stato usato, era il prodotto delle smanie di
onnipotenza dell'uomo. Come si poteva biasimare un uomo che,
dopotutto, lottava in fondo, in un certo senso, per i propri diritti?
Certo, detto così sembrava quasi un santo e di certo non
voleva
giustificare le sue azioni – che erano state davvero
riprovevoli –
ma, alla fine, era tutto relativo.
E lui? Lui stesso... Se fosse
mai finito sui libri di storia sarebbe stato acclamato come uno dei
'buoni'. Eppure molto di ciò che era successo, era accaduto
a causa
sua.
Già...
Era tutto relativo.
Nove lunghi anni. Ne erano successe di cose in
nove lunghi anni. Era ora di tirare le somme.
Aveva conosciuto
l'amore, ben due volte. Aveva conosciuto il senso di colpa il quale
lo aveva portato per mano quasi per tutto questo tempo. Aveva
scoperto che la vita, spesso, poteva prendere delle pieghe
decisamente inaspettate e portarti via le persone che per te sono
più
importanti. Aveva scoperto che per quanto una caduta potesse essere
dolorosa e violenta, ci si poteva sempre rialzare, ci si doveva
rialzare. Aveva imparato a riconoscere un sorriso dietro una lacrime
ed una lacrima dietro un sorriso...
Aveva scoperto l'amicizia.
Quella pura. Quella vera. Quella priva di doppi fini. Quella
semplice, forte, profonda.
Tutti festeggiavano, tutti erano felici
ed allegri, ma lui proprio non ci riusciva. Gli mancava il suo amico,
gli mancava tremendamente. Insieme a Snake era andata via una parte
di lui. Si sentiva incompleto, triste, solo e malinconico. Si
chiedeva come stava, il suo vecchio amico, e dove.
In quei nove
anni, accanto a Snake, aveva scoperto che certi esseri umani sono
speciali. Aveva scoperto che l'uomo non aveva un limite, che alcuni
di loro erano degli esseri straordinari.
Snake, il suo amico di
una vita, ormai. L'uomo più puro e sincero avesse mai
conosciuto.
Colui che ti diceva sempre le cose per come erano...
A lui doveva
tanto, forse tutto. Gli aveva salvato la vita e gli aveva insegnato a
vivere in quel mondo che non ti guarda in faccia, in quel mondo che
appena ne ha la possibilità ti butta giù.
Strinse i denti ed i
pugni. Provava una tale rabbia quando pensava di non averlo potuto
aiutare. Provava una tale rabbia quando si rendeva conto che era
stato quasi in grado di distruggere l'intero mondo ma che –
allo
stesso tempo – non era in grado di salvare il suo migliore
amico.
Provava una tale rabbia... A pensare che il destino era
stato così cattivo con Snake. Non riusciva ad immaginare il
senso di
vuoto che il suo amico doveva provare, la solitudine che lo aveva
accompagnato tutta la vita. Anche lui aveva conosciuto l'amore - e vi
aveva rinunciato. L'amicizia - e vi aveva rinunciato.
Snake non
voleva essere chiamato eroe... Ma forse lo era realmente. Era stato
in grado di rinunciare a tutto ciò che conta nella vita di
una
persona semplicemente per non far del male agli altri. Aveva
preferito salvaguardare le persone a cui teneva, a cui voleva bene
seppur gli era difficile ammetterlo, e aveva lasciato che quella
mancanza di rapporti, quella mancanza di affetto ed amore facessero
male a lui. Li aveva nascosti, seppelliti in fondo dentro
sé
stesso... Ma per quanto puoi nascondere una cosa nel profondo, prima
o poi riemergerà sempre.
Snake era stato una forza della natura,
fino alla fine. Ora era giusto che si prendesse il suo meritato
riposo.
Hal strinse i denti, sentendo un nodo alla gola e gli
occhi bruciargli. Era stato uno sciocco... Uno sciocco a pensare che
la sua vita fosse finita, ora.
Si alzò asciugandosi gli occhi e
guardando verso il sole che tramontava lontano: la sua vita non era
finita. La sua vita era appena iniziata e avrebbe dovuto viverla per
due.
Un sorriso malinconico si dipinse lievemente sul suo volto
mentre un'ultima solitaria lacrima gli solcava la guancia.
'Mi
mancherai, amico mio. Vivrò la mia vita al massimo, sia per
me che
per te... E ti penserò, non ti dimenticherò mai.
Non lascerò che
il tuo ricordo scompaia, lo porterò vivido dentro di me e
nelle
persone intorno a me, per sempre.'
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Angolo autrice
Omg. L'ho scritta, l'ho
fatto! Yeee!
Volevo troppo scrivere un qualcosa che riguardasse il nostro scienziato
messo sempre da parte.
Adoro Otacon, credo che sia un personaggio meraviglioso, ben
caratterizzato e veramente completo. Adoro l'evoluzione che ha avuto da
MGS1 a MGS4.
Lo trovo un personaggio magnifico.
Beh, è normale... Ora che è tutto finito, dopo
nove lunghi anni, si ritrova a dare uno sguardo indietro e a tirar le
somme.
Spero che vi sia piaciuta questa one-shot e che sia riuscita ad
esprimere al meglio i suoi sentimenti.
Se avete voglia di dirmi cosa ne pensate, mi fareste davvero piacere :)
eeee beh! Direi anche un'altra cosa: cerchiamo di ripopolare questo
fandom abbandonato a sé stesso! Come può un
capolavoro come Metal Gear essere snobbato così?! :P
Io, in primis, mi metterò di buon impegno per scrivere
qualcosa di decente!
Vi annuncio subito che - una volta finita la maturità -
scriverò un continuo di Metal Gear Solid 4.
Un po' di vita comune e quotidiana, tanto per vedere un po' che fine
hanno fatto i nostri personaggi... Tanto perché non riesco
ad accettare che MGS4 sia la fine! :P
Spero, infine, che questa storia sia stata di vostro gradimento e... A
presto! :)