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Autore: aryCloud_    19/06/2012    1 recensioni
-Non cambiare discorso. Non mi hai ancora detto perché sei venuto a dormire qui- gli feci notare un po’ seccata.
-Te l’ho detto- rispose. Lo sentii avvicinarsi a me. - Nessuna ragione in particolare..solo non volevo dormire da solo, tutto qua-. Sembrava sincero. A parte che non avrebbe avuto nessuna ragione per mentirmi.
Mi voltai ed incrociai i suoi occhi, più vicini di quanto pensassi. – Non hai rimorchiato stanotte?- chiesi. Harry rise. – Solo un paio di numeri, niente di più-. Sospirai. Perché era così idiota?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ballavo. La musica mi rimbombava nelle orecchie e il sudore mi colava lungo la schiena, ma non volevo fermarmi né uscire dalla discoteca. Mi scostai i capelli dal viso una volta, poi un’altra e un’altra ancora, e in fine rinunciai. Le migliaia di corpi che mi scontravano ballavano freneticamente come me, spesso divisi in coppie.
All’improvviso due mani mi si posarono sulle spalle, stringendomi tanto da farmi male. Una voce melliflua cominciò a sussurrarmi nell’orecchio cose incomprensibili. Tentai di divincolarmi senza nessun risultato, e cominciai a correre per la pista da ballo scontrando centinaia e centinaia di spalle cercando di far mollare la presa alla persona dietro di me. Ma le sua presa sembrava d’acciaio, e le sue dita sembravano penetrarmi nelle ossa. Gridai, ma nemmeno io udii la mia voce, che si perse nella stanza mescolandosi con la musica.
Mentre correvo, vidi una figura che mi si parava davanti, ma fu troppo tardi. Le finii addosso, e sentii le sue braccia stringersi attorno a me e avvolgermi come una coperta. La stretta sulle spalle sparì  in fretta come era apparsa, e la mia attenzione venne attirata dalla figura, che prese il volto e gli occhi azzurri di una persona che conoscevo molto bene: le sue labbra trovarono le mie, e dopo un lungo bacio si staccò da me e mi sorrise.
-Ti amo- disse Harry, gli occhi verdeazzurro che rilucevano sotto i fari della discoteca. Tutto dietro di lui era sfocato, nero: sembrava che in quel momento esistessimo solo lui e io, nient’altro. Mi sembrò strano che mi dicesse di amarmi: non era mai successo prima, e fui presa da una strana felicità. O forse era rabbia.
Non feci in tempo a rispondergli che tutto sparì, e mi ritrovai di nuovo in discoteca, a ballare. Mi guardai intorno, ma di Harry non c’era traccia. Eppure mi sembrava di sentire ancora la sua stretta su di me…
 
Mi svegliai di soprassalto, completamente sudata. C’era caldo, troppo caldo, e avevo i capelli appiccicati al viso proprio come nel sogno. E, proprio come nel sogno, qualcuno mi cingeva la vita con le braccia. Non mi stupii scoprendo che si trattava di Harry che, in boxer, era disteso accanto a me.
Provai una strana sensazione nel vederlo lì; non riuscii a capire che miscuglio fosse, però. Una buona parte era rabbia; il motivo probabilmente era che non aveva il diritto di entrare in casa mia in piena notte senza dirmi niente, nonostante avesse le chiavi del mio appartamento. E poi, soprattutto, non gli avevo mai dato il permesso di dormire seminudo nel mio letto. Ecco, magari vestito. O perlomeno, con una t-shirt addosso.
Era piuttosto buffo mentre dormiva: spesso si stropicciava gli occhi nel sonno; altre volte, invece si passava inconsciamente le mani tra i capelli. Probabilmente sognava di guardarsi allo specchio e di farsi i complimenti da solo, sapendo di essere un bel ragazzo. Un bel pezzo di ragazzo.
Quando i suoi occhi verdi azzurri si fissavano su di me cadevo inspiegabilmente in uno stato di contemplazione che si interrompeva solo quando lui mi scrollava e si arrabbiava perché ‘Non lo stavo a sentire’. Non che fossi innamorata di lui! Era troppo sbruffone e pieno di sé, e nemmeno i suoi attacchi di dolcezza sfrenata avrebbero potuto riparare a questo lato del suo carattere che odiavo sui ragazzi. Dico solo che capivo le ragazze per strada che quando incrociavano i suoi occhi arrossivano vistosamente, e poi si voltavano più volte indietro. In quei momenti mi sentivo estremamente fiera di essere sua amica (se così mi potevo definire nei suoi confronti) e non perdevo occasione di prenderlo un po’ in giro. In fondo, gli volevo bene. E credevo che anche lui si fosse un po’ affezionato a me.
Come se mi avesse letto nel pensiero, Harry spalancò gli occhioni e si stiracchiò per benino, poi posò lo sguardo su di me con uno strano sorrisetto da drogato (dovuto probabilmente al risveglio imminente).
-Che ore sono?- disse con uno sbadiglio. Sembrava stanchissimo, ma nonostante questo sotto i suoi occhi non c’era accenno nemmeno dell’ombra di un’occhiaia, cosa che gli invidiavo davvero molto.
-Non lo so- risposi stringendomi nelle spalle. –Ma più che l’orario, vorrei sapere perché sei nel mio letto- sospirai con noncuranza. Harry sbattè le palpebre, poi si passò una mano tra i capelli e la lingua sulle labbra.
-Sai che non ne ho la minima idea?- rispose con un sorriso a trentadue denti di cui non capii la provenienza. Poi tornò serio. –Scusa, è che stanotte sono stato in discoteca e non me la sentivo di guidare. E poi non avevo voglia di dormire da solo-. Lo guardai, scettica.
-E dormire con me era l’unica opzione che avevi?-. Harry sorrise stringendo gli occhi, che quella mattina erano di un vividissimo turchese.
-No, ma ho voluto fare il bravo ragazzo. Sai, Dio ci osserva-. Annuì in modo strano facendo andare su e giù la testa come fanno i bambini piccoli quando vogliono auto convincersi della verità nascosta nelle cavolate che dicono.
-Certo- risposi divertita.
-E poi, sei morbida. E profumi di buono- disse, e mi strizzò l’occhio. Strabuzzai gli occhi, e le mie guance si colorarono.
-E tu come fai a saperlo, Styles?!- chiesi esasperata e spaventata dalla riposta che avrei potuto ricevere. Harry sorrise. –Beh, mi sono solo strusciato un po’ su di te-. Spalancai la bocca.  Lui aveva fatto cosa?! Mi alzai di scatto dal letto con uno strillo, senza ricordarmi che sopra c’era un letto a castello. Sentii un ‘bum’ e poi, subito dopo, dolore alla testa. Un dolore forte.
Mi sedetti in fretta sul tappeto pigiandomi la fronte con la mano, mentre Harry era piegato in due dalle risate. Mi diede fastidio, perché la mia testa pulsava in modo pazzesco e io avrei voluto solo strozzarlo. Il dolore era così forte che agli angoli dei miei occhi si formarono lacrime pungenti che premevano per uscire.
-Piantala di ridere, cretino!- sbottai irritata. Harry si alzò dal letto e, presami per un braccio, mi fece sdraiare accanto a lui mentre ancora rideva.
-Non riesco a credere che tu non conosca ancora casa tua- disse divertito. Mi voltai dall’altra parte per non guardarlo in faccia.
-Non cambiare discorso. Non mi hai ancora detto perché sei venuto a dormire qui- gli feci notare un po’ seccata.
-Te l’ho detto- rispose. Lo sentii avvicinarsi a me. - Nessuna ragione in particolare..solo non volevo dormire da solo, tutto qua-. Sembrava sincero. A parte che non avrebbe avuto nessuna ragione per mentirmi.
Mi voltai ed incrociai i suoi occhi, più vicini di quanto pensassi. – Non hai rimorchiato stanotte?- chiesi. Harry rise. – Solo un paio di numeri, niente di più-. Sospirai. Perché era così idiota?
Calò un lungo silenzio (non aggiungo la parola imbarazzante perché non lo trovo necessario). A quanto pare nessuno dei due aveva più voglia di parlare. E poi ero stata io, in un certo senso, a vegliare lui, così lasciai che si riaddormentasse prima di alzarmi a prendere un bicchiere d’acqua.
Ma aspettai così tanto che, prima di accorgermene, mi addormentai anch’io.
 
Mi svegliai la mattina dopo (dico mattina, ma in realtà non avevo la benché minima idea di che ora fosse) con i muscoli della schiena atrofizzati e doloranti, neanche avessi fatto una sessione di allenamento in piscina. La prima cosa che vidi fu la pelle di Harry, bianca e liscia, che quando alzai la testa identificai come la sua spalla: portava una macchia rossa in corrispondenza di dove si era posata la mia guancia.
Feci per alzarmi, ma qualcosa mi bloccò. Mi voltai. La mano di Harry mi bloccava il polso, e lui non sembrava intenzionato a lasciarmi. Quando vide che lo fissavo gli si dipinse uno stupido sorrisetto in faccia.
- Dove credevi di andare senza darmi un bacio?- disse. Strabuzzai gli occhi.
-Un bacio?-. Ma era impazzito o cosa? Prima veniva a dormire da me, poi mi chiedeva un bacio..
Harry sorrise. –Oggi compi diciotto anni, sciocca-. Il mio cervello ci mise qualche secondo prima di realizzare la cosa. Feci qualche rapido calcolo per poi scoprire..che aveva ragione. Era il 21 Settembre! Come avevo fatto a dimenticarlo?
Un sorriso cominciò a prendere piede sul mio viso. Era dai 13 anni che aspettavo quel giorno, e me ne ero completamente scordata! Poi cominciai a capire: ecco perché Harry si era fermato a dormire qui, ed era stato così gentile con me..
-Auguri Edith!- mi gridò Harry nell’orecchio. Poi si alzò dal letto e, trascinatami giù, cominciò a saltare in giro rendendomi sua accompagnatrice in quella frenetica danza. Risi talmente tanto che mi fece male la pancia, poi mi fermai interrompendo il balletto di Harry, che mi pestò un piede.
All’improvviso il campanello trillò. Guardai il mio amico, che mi teneva ancora per il polso, con sguardo interrogativo.
-Non ti dispiace, vero, se ho invitato i ragazzi?- disse con gli occhi che brillavano. Scossi la testa.
-No, se mi prometti che non faranno troppo casino e che non mi faranno fuori le scorte della dispensa-. Harry si mise una mano sul cuore, poco serio. –Promesso-.
Il campanello trillò altre tre volte, poi finalmente mi decisi ad andare ad aprire (da notare che ero ancora in pigiama; ovvero una canottiera e un paio di shorts).
Non appena varcai la soglia di casa mia, qualcuno mi si lanciò addosso.
-Auguri troia che mi ha rubato il ragazzo!!- gridò la voce inconfondibile di Louis.
-Grazie Lou!- risposi ridendo. –Harry è di là-. Louis mi guardò assottigliando gli occhi.
-Spero siate stati lontani. Lo sai che per me dormire insieme è tradimento, vero? Vi perdono solo perché è il tuo compleanno..chiaro?!-. Aveva una faccia buffissima mentre mi faceva la predica.
In quell’istante, Zayn apparve al mio campo visivo. Mi fece un sorrisone a trentadue denti e mi fece battere il cinque.
-Ci sei arrivata ai diciotto, finalmente!- esclamò. Diede un tiro alla sigaretta, poi la lasciò cadere per terra per spegnerla con il piede. Sbuffai.
- Giuro che se oggi ti vedo fumare qualcosa, te lo faccio ingoiare! Lo sai che ti fa male- protestai. Zayn piegò gli angoli della bocca all’insù.
-Lo so, scusa- disse mentre mi scansava per entrare in casa. –Non è che hai delle patatine?- chiese poi, le labbra arricciate, massaggiandosi la pancia. –Ho fame..-. Alzai gli occhi al cielo.
- Terzo scaffale a destra- mugugnai. –E tu, Louis, non ti azzardare a toccare i miei biscotti al cioccolato!- gridai in direzione della cucina.
-Noo, tranquilla!- rispose lui in modo che mi lasciò intendere il contrario.
-Harry! Me l’avevi promesso!- mi lagnai allora. Sentii una piccola risatina provenire dall’altra stanza, poi l’inconfondibile rumore di qualcuno che frugava in un sacchetto. Sospirai.
Liam mi sorrise comprensivo. –Buon compleanno tesoro- disse. Poi corse in cucina urlando: -Se non lasciate stare la dispensa, stasera andrete a letto senza cena! E sapete che lo faccio!-. Risi di cuore, e mi sentii davvero fortunata per aver avuto l’opportunità di conoscere i One Direction. Sapevano davvero essere amici fantastici quando non ti svaligiavano il frigo.
In quel momento qualcun altro spuntò dall’ingresso. Un’inconfondibile ciuffo biondo e un paio di occhi turchesi mi si pararono di fronte. Il mio cuore accelerò i battiti, e mi si colorarono le guance per l’emozione.
Niall mi sorrise, anche lui un po’ emozionato. Aveva sempre avuto una cotta per me, e in quell’ultimo periodo anch’io avevo iniziato a vederlo con occhi diversi. Credevo che se ne fosse accorto, ma a quanto pare non ne aveva mai parlato agli altri, dato che Harry non me ne aveva neppure accennato.
-Ciao Edith- disse. Fece un passo avanti e mi diede un delicato bacio sulla guancia che mi fece venire le farfalle nello stomaco. –Buon compleanno-. Mi porse un piccolo pacchettino fasciato con una carta blu e un cd.
-Cos’è?- chiesi indicando con il mento il cd.
-Le cover acustiche di ‘Up All Night’ che mi avevi chiesto- rispose. –Spero che ti piaccia-.
-Grazie mille Niall, io..non so cosa dire-. Rise. Aveva un’espressione così dolce che avrei voluto stringerlo forte e non lasciarlo più.
-Di niente. Entriamo?- aggiunse poi.
-Oh, certo! Vieni- dissi in fretta, scostandomi per lasciarlo passare. Ero talmente emozionata che mi ero dimenticata di invitarlo ad entrare. Niall sembrava leggermente divertito dalla mia goffaggine.
Quando, insieme, varcammo la soglia della cucina, tutti smisero di fare ciò che stavano facendo e si fermarono a guardarci. Harry ammiccò.
- Ci avete messo una vita! Che avete fatto?-. Probabilmente mi sbagliavo: Niall gli aveva detto tutto. Tentai di mantenere la calma.
- Mi ha dato solo il mio regalo- risposi. Vidi Louis darsi uno schiaffo in fronte.
-Ecco cosa mi ero dimenticato di fare!- esclamò. Trafficò un po’ con la tasca della giacca, e ne tirò fuori un pacchettino quadrato color argento, che mi porse. –Tieni-.
Nel frattempo, anche Harry e Zayn avevano fatto spuntare da chissà dove il loro regalo. Zayn mi diede una busta bianca, mentre Harry..beh, Harry prese una penna e mi scrisse sul braccio ‘ore 15.30’. Lo guardai interrogativa.
-Cosa significa?- domandai. I ragazzi si guardarono, ma solo Harry rispose.
-Prima apri i regali, poi te lo diremo-. Sembrava soddisfatto, ma non riuscii ad identificarne la ragione.
Posai i pacchetti sul tavolo, e li fissai per qualche secondo. Decisi di aprire prima la busta che mi aveva consegnato Zayn, perché oltre ad essere il regalo più facile da aprire, era anche quello che mi incuriosiva di più. Non riuscivo proprio ad immaginare che cosa potesse contenere quella busta.
La aprii lentamente, per non strapparla, e provai gusto a vedere la linguetta bianca scivolare sull’adesivo. Infilai la mano dentro e, dopo aver frugato un po’ con la mano, trovai quelli che sembravano due cartoncini.
-Cosa sono?- chiesi. Speravo vivamente che non si trattassero di buoni per qualche acquisto, ma magari un viaggio, o qualcos’altro..
Nello stesso istante, l’occhio mi cadde sull’intestazione del biglietto, che recitava: “Simple Plan- Summer Paradise 17/6/2012 Londra”.
-Oh mio dio, Malik! Non dirmi che sono i biglietti per il concerto dei Simple Plan!- gridai incredula cominciando a saltellare per la cucina.
-Così sembra- rispose lui con un sorrisetto. Il mio cuore sembrò scoppiare di felicità alla sua risposta. Erano mesi che cercavo quei biglietti, ma sembravano tutti misteriosamente finiti un minuto prima che io li prenotassi. E forse ne avevo appena scoperto il motivo.
-Come hai fatto ad averli? Erano esauriti!!- urlai di nuovo, correndo ad abbracciare il mio salvatore. La sua risata vibrò contro il mio corpo.
-Ho i miei contatti piccola- rispose divertito dalla mia reazione. Quel compleanno si prospettava il più bello di sempre. Speravo davvero che non sarebbe successo qualcosa di così grande da farmi cambiare idea.
-Ma come mai due? Non ho nessuno da portare..- constatai dispiaciuta. A nessuna delle mie amiche piacevano i Simple Plan, e Harry era interessato solo ai Coldplay. Quindi..
Zayn sorrise. –Sono sicuro che troverai qualcuno che ti accompagni..- rispose. MI era parso che i suoi occhi guizzassero verso Niall, ma forse mi ero sbagliata.
-Grazie mille. E’ il regalo più bello che avresti potuto farmi-.
-Ehi! Come fai ad essere sicura che il mio regalo non sia più bello del suo?- protestò Louis. Smisi di stringere Zayn e mi precipitai di nuovo al tavolo della cucina dove avevo appoggiato i regali. Misi da parte il cd che mi aveva donato Niall, i biglietti e il pacchetto verde che aveva aggiunto Liam mentre ringraziavo Zayn, e cominciai a strappare la carta argentata. Ero curiosa di scoprire cosa mi avesse regalato Louis. Non era un tipo molto pratico; era capace di incartarti una paperella di gomma perché ‘al negozio gli sembrava carina’, o di comprarti un ombrellone d’inverno ‘per ripararsi dalla pioggia’.
-Ma è stupenda!- dissi con una strana vocetta un po’ stridula quando vidi quello che avevo tra le mani. Era una cover per l’iPhone in cui apparivano tre quadranti: nel primo c’era una foto in cui apparivano Harry e Zayn, che tenevano in mano un cartello con scritto ‘We’; nel secondo Niall aveva scritto ‘love’ (non riuscii a capire se fosse stata una coincidenza o se fosse stato intenzionale); e nel terzo Liam e Louis reggevano con un gran sorriso le parole ‘Edith’. Pensavo che mi sarei commossa. Era davvero un regalo unico, fatto col cuore. Così anche Louis si beccò un abbraccio, e mi obbligò a sostituire subito la mia cover consumata con la nuova (non che mi fosse dispiaciuto!).
Mano a mano che i regali sparivano dal tavolo, ero sempre più nervosa e impaziente di aprire quello di Niall. Dopo che ebbi ringraziato Liam per la maglietta della Jack Wills che ogni componente dei One Direction aveva, e che mi rendeva una specie di ‘sesto membro’, i ragazzi cominciarono ad uscire dalla cucina uno dopo l’altro, inventandosi qualche scusa banale del tipo ‘Oddio, mi sono appena ricordato che tra poco inizia il mio programma preferito’, o ‘sono stanchissimo..forse è il caso che mi riposi un po’. Harry uscì per ultimo, e mi lanciò un’occhiata lunga e significativa, di cui capii il motivo solo quando, voltandomi, incontrai gli occhi turchesi di Niall, rimasto nella stanza.
Si appoggiò al tavolo della cucina e mi sorrise, invitandomi a raggiungerlo.
-Non hai ancora aperto il mio regalo-. Mi diede l’impressione che tutta quella scenetta fosse stata ben studiata e progettata da un bel po’, ma non mi dispiacque. D’altronde i ragazzi erano imprevedibili, lo sapevo anch’io.
-Eravate tutti d’accordo, vero?- chiesi a Niall, che arrossì e distolse lo sguardo. Mi morsi il labbro e mi maledissi per averlo messo in imbarazzo. –Non..non importa- aggiunsi in fretta. –Allora, apriamo questo regalo?-. Niall annuì e me lo porse in silenzio. Le dita mi tremavano mentre scartavo il pacchettino rettangolare, e i miei polpastrelli alla fine sfiorarono un cofanetto blu di velluto. Alzai velocemente lo sguardo verso Niall, impassibile.
- Avanti, aprilo- mi incitò. Sollevai delicatamente ma con decisione il coperchio della scatolina, e trattenni il respiro per qualche secondo prima di scrutarne il contenuto. Adagiato su di un triangolino di lino bianco, c’era un ciondolo a forma di cuore di un materiale che, al primo impatto, sembrava cristallo.
-E’..è bellissima- riuscii solamente a dire prima che Niall si avvicinasse a me e mi togliesse il cofanetto di mano. Poco dopo, il sentii qualcosa di freddo sfiorarmi il collo.
-Ti sta benissimo- disse Niall. Poi non disse più niente. Forse si aspettava che dicessi qualcosa io, o magari che facessi qualcosa.
Mi voltai, e lui era al mio fianco. Incrociai i suoi occhi turchesi, così belli da togliere il fiato. Gli sorrisi.
-Grazie Niall, è bellissima…grazie davvero-. Lo abbracciai, un po’ goffa nonostante la sua altezza fosse pari alla mia, e lui mi strinse forte. Sentii il suo intenso profumo di pino, e provai una strana sensazione, come se il mio corpo non volesse più lasciarlo. Quando mi accarezzò il braccio provai un leggero brivido.
-Ascolta, Edith. Tu sai già, suppongo, quello che provo per te..- iniziò, ponderando ogni parola. Parlava lentamente, diversamente dal suo solito, ma il suo adorabile accento risuonava in ogni parola. Ma io non volevo ascoltare il suo discorso: avrei voluto  solamente che mi baciasse, che la distanza tra di noi si azzerasse. Così gli allacciai velocemente le braccia al collo e lo avvicinai a me. Lui non oppose resistenza e, delicatamente, fece incontrare le nostre labbra. Mi baciò dolcemente, impregnandomi del suo odore; sembrava che non esistesse niente e nessuno all’infuori di noi, in quel momento.
Ma purtroppo qualcuno c’era, perché la porta della cucina si aprì di scatto, e io e Niall sobbalzammo all’unisono, allontanandoci l’uno dall’altra. Harry si affacciò dalla soglia, gli occhi verdi lampeggianti. Entrò con impeto e, presami per un braccio, mi trascinò fuori dalla stanza. Mi stringeva forte il polso, in modo che non potessi divincolarmi, e salì le scale obbligandomi a seguirlo.
-Che stai facendo?- dissi, in collera. –Hai rovinato un momento bellissimo! Ma che ti prende?-. Ero infastidita ed arrabbiata per la sua intrusione indesiderata ed improvvisa in quell’attimo che mi aveva cambiato la vita. La mia mente, ancora offuscata per il bacio dato e ricevuto, non era momentaneamente in grado di capire dove Harry mi stesse portando.
Giunto a metà della scala, si fermò e mi lasciò libera. Poi mi squadrò.
-Ti rendi conto del casino in cui ti stai mettendo?-. Sembrava che anziché parlare, stesse sputando veleno.
-Che cosa vuoi dire?- dissi, inarcando le sopracciglia. Harry sbuffò.
-Porca miseria, Edith. Lui è Niall Horan. E’ una star. Lo sai che non potrai uscire con lui allo scoperto, né farti beccare insieme, né baciarlo in pubblico, né fare con lui tutto quello che le coppie normali danno per scontato, vero?- . Ci pensai un attimo.
-Cosa vuoi dire?-. Il suo discorso aveva iniziato a spaventarmi. Harry fece una faccia che usano i maestri quando devono spiegare agli allievi un po’ imbranati qualcosa di ovvio, facendomi sentire un po’ piccola rispetto al mondo di fuori.
-Voglio dire che non potrai farti vedere con lui. Credi nelle relazioni segrete? Io no. E quando soffrirai così tanto da farti passare la voglia di uscire di casa, o di divertirti, beh, a quel punto dirò ‘te l’avevo detto’-. Harry terminò il suo discorso. Era il più lungo e il più sensato che avessi mai sentito uscire dalla sua bocca, ma quella che poteva essere una conquista su cui ridere su, in quel momento mi faceva stare male. E proprio il giorno del mio compleanno!
-Harry, lasciami in pace, ok? Era solo un bacio! Non so come andranno avanti le cose..vorrei godermi i miei diciotto anni, quindi non stressarmi. Ne riparleremo più tardi. Prima, se permetti, vorrei parlare con Niall- dissi esasperata, e lo superai scendendo le scale per raggiungere la cucina. Lui non mi fermò.
Niall si era seduto su di una sedia rivolta verso la porta con il viso tra le mani, e quando entrai sollevò la testa di scatto. I suoi occhi sembravano più grandi, e più dolci. Ora appariva un peluche morbido e coccoloso; mi piaceva quella visione: Niall, il mio ragazzo ed il mio peluche personale. Beh, forse correvo un po’ troppo.
- Quindi per te era solo un bacio- sussurrò. Mi si ghiacciò il sangue nelle vene.
-No, Niall, ti sbagli..mi è uscita in questo modo, ma non intendevo dire..- replicai. I suoi occhioni azzurri erano tristi; ma non come quando, con i ragazzi, girava stupidi video dove si faceva prendere in giro. Questa volta l’avevo davvero fatta grossa. Sapevo benissimo che una frase detta male poteva far intendere cose sbagliate, e Niall aveva frainteso tutto. Ma come spiegarglielo?
- Tu mi piaci sul serio Edith. Non voglio giocare con te, quindi se per caso vuoi qualcuno da una botta e via..beh, dimmelo e basta-. La sua voce si era addolcita, e aveva iniziato a gesticolare e a muovere la testa come faceva sempre quando era nervoso.
Mentre mi fissava in attesa di una mia risposta, pensai a quanto fosse stato movimentato ii mio compleanno fino a quel momento. Ed erano solo le 11.30 del mattino! Erano già successe così tante cose belle..e avevo già semi litigato con Niall, anche se ci eravamo appena dichiarati. Meglio di “Beautiful”.
-Anche se è strano dirlo, anche tu mi piaci sul serio. E non sono il tipo da una botta e via- risposi. Niall sorrise.
-Beh, immagino che non lo sia nemmeno io, dato che tu sei lacseconda ragazza di cui io mi sia mai innamorato-. Arrossii. Aveva davvero detto innamorato? Oh.mio.dio. Voleva farmi morire?
Niall si alzò dalla sedia e mi prese per mano.
-I ragazzi saranno contenti- disse. Lo guardai.
-Non Harry. Non riesco a capire perché non mi lasci vivere la mia vita essendo felice per me- sospirai. Nial sfoderò un’espressione strana, che non riuscii bene ad identificare.
-Perché ti vuole bene-.
Detto questo, insieme varcammo la soglia della cucina e spalancammo la porta della sala. I ragazzi stavano guardando la televisione seduti sul divano, mentre sgranocchiavano le patatine. Sembravano tutti ipnotizzati dallo schermo.
Il primo a guardarci fu Louis, che lanciò un urletto da ragazzina.
-Oh, my god!- disse con voce metallica da reporter. In un attimo tutti e quattro i ragazzi furono in piedi, e saltarono addosso a Niall dandogli una pacca sulla spalla per uno e facendo casino come solo i One Direction sapevano fare. Lui rideva e saltava insieme ai suoi amici, mentre io li guardavo, in disparte. Mi ricordavano un po’ Vinny e Pauly D. di “Jersey Shore”.
Un momento dopo, non so come, ero seduta sul mio divano in braccio a Niall mentre infilavo le dita nei suoi capelli, facendolo arrabbiare perché “ci aveva messo ore a sistemarli in modo così irlandese”. Harry, Zayn, Louis e Liam erano seduti accanto a noi: Louis era sdraiato sulle ginocchia di Harry, e Zayn si era sistemato sul bracciolo perché non c’era più posto.
Era uno strano compleanno quello, ma fino a quel momento mi era piaciuto. All’improvviso i miei occhi caddero sulla data che avevo sul braccio.
-Non mi avete ancora detto cosa significa questa data- dissi indicandomi l’avambraccio. Quattro paia di occhi si posarono su di me, poi su di Harry, poi di nuovo su di me.
-Ti devo portare in un posto- disse il mio migliore amico con un sorriso che mi incuriosì non poco. Speravo che avrebbe accompagnata a farmi il mio primo tatuaggio, perché me l’aveva promesso molto tempo prima quando, vedendo la stella che aveva sul braccio, avevo espresso il desiderio di averne una uguale.
-Andiamo?- dissi alzandomi dal divano e tendendo una mano a Harry, che sorrise. I suoi occhi mi riportarono a pochi minuti prima, quando ci eravamo scontrati sulle scale a proposito del bacio che mi ero scambiata con Niall. Ma ora sembrava che tutto fosse tornato a posto, come se ciò che era accaduto non fosse mai successo.
-Non oggi-. Il mio entusiasmo si spense.
-Cosa vorrebbe dire “non oggi”?- protestai pestando i piedi come una ragazzina capricciosa.
-Esattamente quello che ho detto. Non è oggi che dobbiamo andare..se vuoi però mi prenoto pe runa passeggiata al chiaro di luna- e mi strizzò l’occhio.
-Per quello ci sono io- si intromise Niall, suscitando un coro di “ooh” e “aah” che ci fece arrossire entrambi.
Incrociai il suo sguardo, che schizzò alla porta della stanza. “Facciamo una passeggiata?” mimò con le labbra. Io annuii e mi catapultai fuori dalla stanza per correre a vestirmi. Indossai la felpa che mi aveva regalato Liam, un paio di leggings e delle Vans, poi presi la borsa e un paio di Ray Ban neri che doveva aver dimenticato Harry la sera prima. Scesa di nuovo al piano di sotto, li infilai a Niall e gli tirai il cappuccio della felpa sulla testa.
-Magari ti noteranno di meno- dissi stringendomi nelle spalle. Lui mi cinse i fianchi con un braccio, e affondò l’altro nella tasca dei jeans. Eravamo pronti per la nostra prima uscita insieme.
-Noi usciamo. A dopo guys!- annunciai alle quattro facce incredule che ci fissavano. Niall aprì la porta, ed uscimmo insieme gettandoci a capofitto nel clima di settembre.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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