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Autore: Miss Mysty    19/06/2012    4 recensioni
Brevi shots in cui i personaggi scoprono delle verità, dalle più banali alle più eclatanti.
81: “Non è molto gentile da parte tua, Hiro-san.”
82: “Kamijou-san? Kusama-san? Va tutto bene lì dentro?”
[Raccolta | Traduzione | Cross-over con Sekaiichi Hatsukoi]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction è una traduzione che io sto effettuando con il permesso dell’autrice, Miss Mysty.
Qui potete trovare la sua risposta alla mia richiesta;
Qui il link al capitolo originale;
Qui il link all’account dell’autrice.






A collection of Truths


di

Miss Mysty



The Kamijous’ First Truth.





Dopo il tentativo fallito dei suoi genitori di trovargli moglie, Hiroki trovava conforto solo nella consapevolezza che loro conoscessero il suo indirizzo, ma non il suo numero di telefono; non aveva mai provveduto a farglielo avere, dopo averlo cambiato nel tentativo di tagliare i ponti con Nowaki.
Sicché, se da una parte continuava a ricevere lettere in cu gli si chiedeva di far visita a casa insieme alla sua persona speciale, dall’altra non gli toccava il doversi sorbire la voce di sua madre che glielo ripeteva di continuo.

Ovviamente, il fatto che lei potesse dare un colpo di telefono ad Akihiko e chiedere a lui non andava a suo vantaggio. E fu per questo che, un bel giorno, rincasando dal lavoro, Hiroki trovò Nowaki nell’atto di rispondere al telefono. Proprio la giornata ideale per finire il turno ed essere a casa prima di lui, vi pare?

“Pronto?” fece Nowaki, con una spatola stretta in mano. Stava preparando la cena, così Hiroki non avrebbe dovuto aspettare a lungo, una volta tornato a casa. Hiroki gli lanciò uno sguardo, togliendosi le scarpe. Non sembrava ci fosse nulla di sospetto, in quella telefonata, perciò decise di proseguire con la sua quotidiana routine.
“Sì, Hiroki Kamijou vive qui. Hiro-san, è per te!”

“Chi è?”

“Posso chiederle con chi parlo?” Ci fu un breve silenzio, e Hiroki colse l’occasione per slacciarsi la cravatta. “Hiro-san, è tua madre.”

Hiroki lanciò un’occhiata alla cravatta, considerando quante probabilità avesse di riuscire a soffocarcisi. Comunque fosse, Nowaki gli passò il ricevitore del telefono e se ne tornò in cucina a preparare la cena.

“Mamma, buonasera,” esordì Hiroki, cercando di suonare il più formale possibile. “A cosa devo il piacere di questa telefonata?”

“Oh, Hiroki, non è necessaria tanta formalità,” rispose la voce di sua madre. Riusciva benissimo a immaginarsela nel giardino di casa, ad ammirare le chiome degli alberi con il suo obsoleto cellulare all’orecchio. Non aveva mai voluto aggiornarsi un po’, sostenendo di non averne alcun bisogno. Magari in quel momento indossava anche un kimono.
Hiroki l’aveva sempre trovata un po’ ridicola, sua madre; si vestiva come se aspettasse ospiti altolocati e tradizionalisti ogni giorno. Effettivamente, con tutto l’andirivieni dei soci d’affari di suo padre, spesso era così.

“Ma Hiroki,” continuò la donna, “la tua fidanzata ha una voce terribilmente mascolina. Te ne sei mai accorto?”

Hiroki rimase lì congelato per circa cinque secondi netti, soppesando bene le parole. Poi sospirò, passandosi una mano fra i capelli. “Dovrei sperarlo, visto che è un uomo, mamma,” disse.

Quando Nowaki ritornò per dirgli che la cena era pronta, trovò il suo compagno ancora nel corridoio, col viso rosso come un peperone mentre rispondeva, con una certa riluttanza, alle domande di sua madre.

“Beh, è ancora solo un tirocinante, ma...” stava dicendo, ma poi si fermò, chiaramente sopraffatto dalla voce di lei. “Beh, lavora in un negozio di fiori per arrotondare.” Sollevò lo sguardo su Nowaki. “Mamma, ho la cena in tavola. Devo andare.” E concluse la telefonata prima che lei potesse aggiungere altro.

“Com’è andata, Hiro-san?” gli chiese Nowaki, prendendo il ricevitore dalle sue mani.

“Vuole conoscerti,” rispose Hiroki, non esattamente entusiasta all’idea. “Si è fatta prendere dall’euforia, quando ha scoperto che sono riuscito ad accalappiare un dottore.”

Nowaki sorrise e lo catturò in un abbraccio. “Non vedo l’ora, Hiro-san.”














N.d.T.
Ragazze, non so da voi, ma a casa mia c’è un caldo infernale, oggi. Non so che darei per avere una piscina nel cortile e tuffarmici dentro così, vestiti e tutto XDD
So che le fanfictions non son fatte di ghiaccio, ma spero che – seppure in mancanza di refrigerio – questo capitolo (che dà il via alla mia saga preferita della raccolta <3) vi rinfranchi almeno un po’ lo spirito. ^^
jashder, concordo con te, Mysty è un asso nel creare situazioni sia imprevedibili che verosimili, nel contesto del manga. Potrebbe essere Nakamura-sensei in incognito, che ne dici? XD Dai, stringi i denti: vedrai che riusciremo ad andare in vacanza anche noi, prima o poi. XD Grazie mille per il tuo commento! <3
Fuego_chan, quindi anche da te il caldo uccide, eh? Come ti capisco. =_=’’ Ma sai che hai ragione? A volte ci riflettevo, e a conti fatti è così, Hiroki è praticamente l’unico ad avere a che fare con tutti gli altri personaggi, in un modo o nell’altro. È un po’ come un punto d’unione, eh? Beato lui, anche se non pagherei per essere sulla lista nera di Shinobu XDD Grazie mille anche a te! ^^
A presto! <3

  
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