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Autore: Arglist    19/06/2012    2 recensioni
Una FanFiction sull'amore di May Chang e Alphonse Elric, missing moments sul continuo del anime/manga brotherhood. Prima FF da parte mia, articolata in più capitoli. Piccolo spezzone:
Al non potè trattenere una risata fragorosa, e i tre risero per alcuni secondi, tornando poi seri.
La conversazione stava per concludersi lì quando Jelso, inspiegabilmente, parlò.
- Al - chiese con estrema lentezza - che cosa hai provato quando hai visto quella ragazza?
Eh, se lo sapessi te lo direi...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alphonse Elric, May Chang
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccoci con il terzo capitolo!
Prima di cominciare, però, devo ringraziare tutti i miei recensori, mi fanno sentire meno solo e apprezzano, chi più chi meno, ciò che scrivo.

Buona lettura!

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Il palazzo Imperiale era una struttura enorme, con guglie che svettavano alte sino a colpire il cielo e colonne che scuotevano la terra alle quali erano appoggiate.
L'entrata al palazzo era simile all'entrata alla cittadella di Central City, con una rampa infinita di scalini grigi e pianerottoli larghi alcuni metri. 

La guida li aveva portati esattamente davanti all'enorme scalinata, lasciando i tre passeggeri a bocca aperta.
I tre salutarono la guida e si prepararono alla salita che li attendeva, cacciandosi in bocca quanta più acqua e cibo possibile. 
La guida riportò i cavalli, ora rinvigoriti, al loro posto e li salutò con un gesto della mano. 

Dopo aver compiuto un enorme quantità di scalini, ormai stremati, decisero di fermarsi su di un pianerottolo per un po' di minuti, per riprendere fiato e recuperare le forze. 




 
- Signor Zampano, Signor Darius, ci siete tutti - disse con voce flebile dopo essersi svegliato nel campo centrale di Central City - Papà!

 - Ehi. Bentornato - disse Hohenhaimen.

Edward gli diede una mano ad alzarsi. Quanto era pesante quel corpo di carne e sangue. Strinse la mano di suo padre, calda e vigorosa, in confronto al suo mucchietto di falangi.

 - Sono a casa. Sono così caldo. 

 - Al! 


Il suono di quella voce lo fece rinsavire. Quella voce così infantile, così piena di sentimenti. Così viva e così sincera.

- Alphonse! - esclamò Zampano, in piedi sui primi scalini, valigie in spalla - Non è mica finita qua..ne abbiamo ancora da fare...quanti? - disse con aria indagatoria.
- Circa trecento - rispose Jelso, valigie in spalla anche lui.

Ripresero la camminata, dopo una decina di minuti arrivarono alla cima, contenti come scalatori che raggiungono la cima di Briggs.
Ad attenderli un cospicuo numero di persone, probabilmente persone importanti. In prima fila l'Imperatore in tutta la sua magnificenza. 
L'aria era piena di rispetto e silenzio, Al non ebbe il coraggio di romperlo con le presentazioni, ma era evidente che qualcuno doveva pur iniziare.

 - Ehilà, Alphonse caro! - urlò Ling, come se fosse stato lontano mezzo chilometro, agitando la mano. 


Non era cambiato per niente - pensò Alphonse. 

Le presentazioni si conclusero in breve tempo, dopo che Ling gli ebbe presentato tutti i membri del consiglio, dal primo ministro della difesa el cordinatore dell'attacco e al primo cuoco. Continuando a fare domande ad Alphonse, congedò il consiglio e guidò i tre nelle varie stanze dell'enorme palazzo, passando tra venti o trenta giardinetti, altrettante sale da ballo, della guerra, un infinità di casupole e un enorme balcone che, scavato nella nuda pietra, si affacciava su tutta la città. 

- Mi spiace Al, ma ora che sono imperatore ho poco tempo, ahimè, per pensare agli ospiti e per mangiare - dicendo quest'ultima frase si rabbuiò tragicamente - e ne devo dedicare molto di più alle scartoffie. Ci vediamo stasera alla sala del Cane! 
Ling spinse la porta scorrevole, lasciando la vista ad un immenso soggiorno con giardinetto interno, e tre camere da letto con tutti i comfort immaginabili. Alphonse fece per rifiutare, ma l'Imperatore era troppo impegnato per trovare una stanza più umile, quindi si arrese e andò a sdraiarsi. 
Le chimere appoggiarono le valigie al centro della stanza, per poi stravaccarsi su un divanetto, distruggendo l'opera della donna delle pulizie. 
Da sdraiato Al osservò le intricate decorazioni sul soffitto ritraenti le varie imprese degli imperatori di Xing, che dall'entrata non aveva notato.

Alphonse sonnecchiò sdraiato sul lettone matrimoniale, lasciando che le chimere disfassero i suoi bagagli e i loro.
Si alzò dopo una decina di minuti, non certo riposato, e deciso si mise alla ricerca della stanza dell'alchimia. 
Prima però decise di congedare le chimere, a patto che non avrebbero distrutto mezzo palazzo e che non avrebbero divorato troppo cibo, d'altronde dovevano cercare di essere meno di peso possibile.

L'arte Retan sembrava essere totalmente sconosciuta ai libri, che parlavano invece di storia di Xing, dei Clan, dei figli dei figli dei vari Imperatori e delle loro mogli. Alphonse si dilettò a passeggiare per quegli spazi monumentali e aerosi, aveva già presupposto di passare mesi a Xing e voleva conoscere bene il palazzo. Passando di fianco ad una libreria la analizzò, notando con piacere che era stata costruita con l'uso dell'alchimia. La maggior parte delle librerie portavano la stessa firma quindi Al suppose che le avesse costruite l'artigiano di corte. La sesta ora del pomeriggio venne annunciata con un campanellino portato da un servitore. Soddisfatto delle quattro ore che aveva passato esplorando il palazzo si diresse verso la sala da pranzo, seguendo due persone dall'aspetto borghese.

Dopo cinque minuti i piedi cominciavano a fargli male, ma arrivò alla sala del Cane. La sala era grande almeno la metà della biblioteca, il che sembrò ad Alphonse uno sbaglio data la netta importanza del mangiare rispetto al leggere. Due bei ragazzi lo portarono sino a Ling, che sedeva sulle ginocchia discutendo con Lan Fan al suo fianco. 
Il tavolo era orientato ad U, con Ling che sedeva a capotavola e i vari nobili e borgesi a lato. Con un po' di imbarazzo Al salutò la ragazza che ricambiò dolcemente il saluto. Immediatamente dopo i camerieri cominciarono a portare in tavola i piatti.

- Allora Alphonse, come ti sembra il palazzo? - chiese Lan Fan dopo aver mandato giù il primo boccone.
- Oh, bellissimo, bellissimo! - rispose prontamente Alphonse, cercando di non soffocarsi con il cibo - peccato che sia così grande, oggi non sono riuscito ad esplorarlo tutto !
Ling non si curò molto della conversazione, non che non gli interessasse, ma era troppo occupato nel mangiare.

- Dimmi Lan Fan - chiese Al non appena gli portarono via il piatto vuoto - esattamente dove tenete i libri sull'alchimia?
- Quali libri ? - domandò lei, con aria confusa.
- I libri sull'alchimia, nel quale tenete i cerchi alchemici, le quantità di materia, i principi dell'arte Retan ! 
- Ah - rispose Lan Fan, girandosi lentamente - non ci sono libri qua.

Ad Alphonse cadde il mondo sulle spalle. 

- Per imparare l'arte Retan hai bisogno di un maestro, non di un libro ! - disse Lan, sorridente, per tirare su il morale ad Al.

Alphonse si concentrò, dopo la breve conversazione con Lan Fan, su dove fossero le chimere. Le notò quasi subito, intente a divorare le ultime fette di una gru arrosto. Mentre passavo lo sgardo vacuo tra i presenti alla tavolata, la notò.

E' lei! Capelli neri come le piume di corvo, occhi castani, profondi come pozzi e intensi come il colore del mare!

May Chang lo stava guardando probabilmente da qualche minuto, forse aspettando che il suo sguardo si fermasse sul suo viso famigliare riconoscendolo. 
Era diventata una donna, il viso si era fatto più maturo mantenedo però quell'espressione di dolce ingenuità che l'aveva caratterizzata da quando era ragazzina.I capelli erano raccolti in uno chignon e tenuti fermi da una spilletta arancione di perline. I seni si erano spinti in avanti, diventando belli sotto il kimono verde smeraldo dalle decorazoni intricate. Notò che non era ingrassata, si era mantenuta snella ma formosa.

Al ebbe un tuffò al cuore, pensò di alzarsi e andare a salutarla, poi si ricompose e la salutò con la mano.

Cosa mi sta succedendo? - si chiese - perchè ho così caldo ?

May Chang distolse lo sguardo tornando a concentrarsi sul suo piatto, e venne coperta da una signorona grassa, coi capelli neri e boccoli, che si sedette proprio al suo fianco. La signora sembrava vestita con abili eleganti, probabilmente era una nobile. Il suo grosso ventaglio coprì il dolce viso di May Chang, ed Al la perse di vista.
Attirato dai suoi occhi magnetici Alphonse cominciò a mandare suppliche al maledetto ventaglio chiedendo di spostarsi e lasciare spazio al viso di May. Il ventaglio continuò però a sventolare, incurante delle sue suppliche. 
Improvvisamente Alphonse incontrò il viso della signora, grasso e truccato in modo forse fin troppo appariscente. Gli occhi della signora, indignati, si posarono su di lui lanciando sguardi ripugnanti. Al non potè che distogliere lo sguardo.

Una volta finita la cena ad Alphonse sembrò il caso di alzarsi ed andare a scambiarsi i saluti con la sua vecchia amica. Si scusò con Ling, che stava conversando con Lan Fan sulla possibilità di avere più tacchino in tavola la prossima volta e si diresse con passo deciso verso May Chang.

- Ciao May! - esclamò con una dolcezza estrema nella voce.
La signora grassa si girò, sventolando il ventaglio pomposamente poi, rivolta a May, chiese - conosci questo ragazzo, May?
La sua voce aveva quel non so che di stridulo che ad Al ricordò Envy, ma rimase comunque ad aspettare la risposta, con aria eccitata.

 

- No, non lo conosco - rispose May, dando le spalle ad Alphonse. 

Co...come non mi conosce?

-
May, sono io, Alphonse Elric - disse Al, con voce stupita ma ancora non del tutto battuta.

- Ti stai sbagliando, non ti conosco - rispose May

Come non mi conosci? sono io, Al!

 - Non hai sentito, ragazzo? - rispose la stridula voce della donna grassa - non ti conosce, quindi lasciaci finire il cibo in pace.

- Almeno guardami, May, e dimmi se non mi riconosci! - sbotto Alphonse.

Il suo cuore si fermò. Cosa sta succedendo? Perchè May si sta comportando così? Per quale ragione? Forse per il saluto di prima? No, May non è il tipo da tenere il broncio. Cosa ho combinato di male?

May si girò di tre quarti, fissò Alphonse dritto negli occhi.

Alphonse cadde nei suoi occhi, immergendosi in quel bellissimo sguardo e passeggiando nelle sue iridi, costeggiando le palpebre.

-
No, non ti conosco - rispose May in tono secco.





Alphonse scappa. Scappa! 

Le gambe presero a correre veloci verso camera sua.

Cosa mi sta succedendo? Perchè sto piangendo?

Il cuore gli batteva forte, i muscoli sempre contratti nel movimento della corsa, le braccia che davano al corpo velocità, la mente che si perdeva neri ricordi della sua vita precedente, di tutte le volte che aveva visto quel viso che ora...

Perchè sto correndo? Perchè May mi ha trattato così?

Arrivò in camera sua, spingendo la porta scorrevole così tanto che si richiuse da sola. Si immerse nel cuscino e si sfogò.

Perchè May...





...mi ha spezzato il cuore?

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Per la cronaca, sto piangendo.

Alla prossima, dannazione.

  
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