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Autore: Rouge_san    19/06/2012    2 recensioni
Maka Albran, diciotto anni. La sua vita cambierà alla sua prima volta a letto con Soul. Lui l'abbandonerà a se stessa in un terribile momento. Da sola la nostra protagonista si ritroverà a contare solo su Kid. Un nuovo nemico si nasconde nell'ombra.La Shibusen sarà a rischio. Soul ormai diventato falce della morte tenterà di proteggere la persona che ama. Tuttavia otto anni di assenza sono molti e quando il nostro eroe ritroverà la sua Maka dovrà fare i conti con qualcosa più grande di lui...Due gemelli indemoniati.
Dal capitolo uno...
L’unico ricordo che avevo di lui, è in loro.
In loro, già. Il mio più prezioso tesoro…I miei due splendidi figli.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'After you, the show must go on'
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Quella che non sei
quella che non sei non sei
ma io sono qua e se ti basterà
quella che non sei, non sarai
a me basterà.

C'è un posto dentro te in cui fa freddo
è il posto in cui nessuno è entrato mai
quella che non sei. ( Quella che non sei- Ligabue)

-Maka -Kid -Hayate -Yuki -Signora 1 -Signora2 -Infermiera -Kai

 
 

Capitolo 6

Il parto, il dolore, la paura di non farcela, mi avevano invasa.
Al mio risveglio ero all’ospedale, dopo la nascita del bambino tutti i miei ricordi erano sfocati,per il tanto dolore.

  «Non si agiti i suoi figli stanno bene,ma prima vada a farsi una doccia e poi li vada a vedere»
«Parla con me?»
   «Si, parlo proprio con lei! Su si muova!» Disse l’infermiera spingendomi fuori dalla camera.
Ero stanca e indolenzita, una doccia mi avrebbe sicuramente rimessa a nuovo.
 Mi ero spogliata, e il mio fisico era ben diverso da come lo ricordavo. Ero più magra, il mio seno era più grande,ma il particolare che più attirava la mia attenzione era una lunga cicatrice che mi percorreva il busto.
 Parto cesario. Era l’unica spiegazione plausibile. Mentre mi lavavo, la cicatrice bruciava. Era normale, certo,ma volevo solo ricordare quando avevo fatto il cesario.
 Dopo la doccia,ero corsa a vedere. Due…Due figli!  Gemelli! Eccoli, due pargoletti con sotto scritto..Albran. Miei, sono stata io a farli nascere!
«Sono loro» disse la stessa infermiera della doccia
  «S-Sono bellissimi»
«Certo,ma deve pur dargli dei nomi»
  «Ah, bè si giusto!»
Diedi loro i nomi, entrambi mi piacevano. Per lui il nome mi era arrivato di getto, per l’altra invece ci ho messo più tempo.
  La piccola assomigliava molto a Soul, gli stessi capelli…Ma non gli stessi occhi, quelli erano come i miei. Mi ricordava la neve e così ecco la piccola Yuki.
«Lei è nata  dopo»
«Ah, non è lei la prima ad essere uscita?»
  «No»
«Scusi,ma lei come fa a saperlo?»
   «Come? Guardi che è grazie a me se lei è viva! Sono stata io a salvarla!»
«Sono leggermente confusa »
   «Bè, prima di tutto, si vada a riposare. Lei ha subito molto, cerchi di rilassarsi e di godersi i suoi figli al meglio»
«O-Ok! »
 «Probabilmente è anche frastornata,perché non si ricorda di aver partorito due figli!»
  «Ecco, appunto! Come faccio a non ricordarmi di aver fatto nascere anche un altro bambino? »
«Non se ne faccia un cruccio,non c’era molto da vedere se non lei aperta in due!»
   «Sa, lei non è molto esplicita!»
«Allora ci ragioni su una bella tazza di tè!» Se ne andò tranquilla e felice come una pasqua!
Cesario. Non volevo perdere tutto il mio tempo per uno stupido dubbio, ora quello che contava davvero erano i gemelli.
Li vidi insieme, per l’ora di pranzo. Anche i miei piccoletti dovevano mangiare! Ero felicissima, era veramente una bella soddisfazione. Mentre allattavo entrò Kid, che mi guardava con uno sguardo diverso dal solito. Era,si felice,ma di puro affetto e ammirazione, nei miei confronti.
«Allora, quali sono i nomi?»
  «Lui, Hayate, lei Yuki»
«Perché questi nomi?»
   «Bè, sta mattina  ho visto dei ciuffetti bianchi spuntare sulla testa della piccola, e mi ricordavano la neve, così….»
«E lui?»
  «Il suo nome non ha un motivo, mi piace e basta!»
«Ahahahah! Sarai stanca, ora ti lascio in pace»
   «Aspetta Kid, Ieri  mi hanno fatto il cesario non è così?»
«Te lo racconterò,ma ora no. Riposa e goditi ENTRAMBI i tuoi figli»
Ero un po’ perplessa, e stavano tutti ingigantendo la cosa, secondo me. Tre giorni dopo, io e i gemelli eravamo a casa.
Kid aveva pensato a tutto, aveva messo una culla nella mia camera, così nel caso di notte si fossero svegliati, a me sarebbe bastato alzarmi dal letto, invece che cambiare stanza. I gemelli dormivano, e io ne approfittai per chiedere a Kid del cesario.
«Kid, perché mi hanno fatto il cesario?»
  «Perché la piccola Yuki non si era girata, rischiavate di morire entrambe»
«Ma perché non me lo ricordo, allora?»
   «Perché ho chiesto di farti addormentare. Avevi perso tanto di quel sangue, e poi non c’era molto da vedere!»
«Mi sono persa la nascita di mia figlia, però»
A quelle parole, Kid mi prese e mi fece sedere sul divano e mi raccontò tutto l’accaduto per filo e per segno. Alla fine della spiegazione ero furibonda! Certo, mi ero persa la nascita di Yuki, ma ora volevo solo spedire in galera quell’ignorante!
«Capisci ora perché ho chiesto di farti addormentare? Non volevo farti soffrire più del dovuto»
 «Grazie, su di te posso sempre contare…»
«Sarà dura, ma non ti scoraggiare, insieme ce la faremo»
Kid aveva ragione, gli anni successivi furono una vera tortura. Il processo del medico si era concluso al meglio, e di questo tutti eravamo felici. In quanto ai gemelli, io e Kid ci eravamo dannati per lo svezzamento. Yuki, non era stata difficile da svezzare, ma Hayate! Lui non mangiava nulla! Se qualcosa non gli piaceva la sputava. Kid, non mollava! Era deciso a fargli assaggiare qualche verdura passata, ma il risultato era pessimo.  Diciamo che Kid si faceva due docce giornaliere.
 Poi successivamente, abbiamo scoperto le mele, e FINALMENTE, Hayate si era deciso a mangiare ( solo quello, ma  almeno era un inizio).
Arrivò anche il loro primo giorno di scuola.
  «Mamma, non voglio andare a scuola, non mi piace!»
«Dai, Hayate, scommetto che ti farai tanti amici lì»
    «Se lo dici tu, ci credo…»
Ero quasi sempre io a portare i gemelli all'asilo e successivamente anche a scuola, ed ero quasi sempre io ad andarli a prendere ( se pur in ritardo, per colpa del lavoro..) Odiavo farli aspettare. Sapevo che avevano problemi a socializzare, anche per colpa mia, le mamme dei loro "amici" dicevano che ero troppo giovane ed irresponssabile. Quando si facevano un amico e SE lo facevano, a quel bambino, interessava solo i giochi dei gemelli e che abitassero in una grande villa.
***
La mamma ci portava sempre all’asilo in passato, ma doveva sempre correre, un po’ per il lavoro e un po’ per i doveri domestici.
  Era davvero una mamma speciale, ma quando io dico che una cosa non mi piace, così è! Dovrebbe saperlo, ormai…
Vabbè! Il primo giorno di scuola era stato un incubo, per me, come per mia sorella, come per la mamma.
 In classe c’era un bullo, di nome Kai. Era grasso e grosso, una sottospecie di bullo/ maiale arrosto!
Se l’era presa con mia sorella. Mi davano davvero sui nervi gli spacconi!
«Togliti da mia sorella, scemo!»
  «Piccoletto, chi ti credi di essere?!»
«Sicuramente, qualcuno più intelligente ed astuto di te! »
Tralasciando  il pugno sul naso, ero riuscito a mordergli un’orecchia.
 Entrambi in castigo, mi sembrava più che logico. Era il mio primo giorno e già avevo scatenato una rissa, l’unica cosa che non volevo fare!  Se non altro la mia sorellina stava bene. Io ero il più grande fra i due, e stava a me proteggerla, ma soprattutto, nessuno doveva permettersi di toccare  un mio familiare!
 Quel giorno io e mia sorella eravamo rimasti per ultimi, E quando la mamma ci venne a riprendere, la maestra le fece il mazzo.
Mamma, aveva  consegnato il manoscritto quindi era libera. Aveva tutta la giornata da dedicarci!  Così, ci aveva portato ai giardinetti. Lì, io e mia sorella avevamo rincontrato Kai, che fortunatamente si era tenuto a debita distanza.
  Per errore, passai vicino alla madre di quell’imbecille…
«Quella laggiù è la madre dei due gemelli?»
  «Già! Ė Uno scandalo! Quella ragazza è giovanissima e ha già dei figli, due gemelli, per di più!»
«Ė una vergogna!»
  «Che sgualdrina! Poi oggi il maschio ha picchiato il mio piccolo angelo!»
«Cosa? Ha picchiato Kai? Ma se quel bambino è un angelo!»
-Angelo un corno!-
«Già! Pensa te come ha educato i suoi figli quella disgraziata!»
Nessuno poteva permettersi di parlare così di mia madre! Lei era giovane certo, ma non ci aveva educati male, e non ci aveva mai viziati!
«Non è vero! »
 «Chi è questo bambino?»
«Ah! Ė il figlio di quella lì!»
 «Se hai qualcosa da dire a mia madre glielo  dica in faccia!  Nessuno si permette di parlare così di mia mamma!  Lei è una donna meravigliosa, si è sempre fatta in quattro perché a me e a mia sorella non mancasse nulla! Fa due lavori per permettersi la casa!»
« Donna! Che parolona!Avrà il marito,no? Lui che fa?»
 «Mamma non è sposata!»
«Vedi, piccoletto? Non ci si può fidare di lei, è solo una sgualdrina!»
  «Lei ha lo zio Kid!»
«Ah! Innamorata di suo fratello, questa poi!»
   «Lui non è suo fratello! Lui ha aiutato la mamma in un momento orribile!»
«Allora, chi è tuo padre?»
  «Io…Io non lo so…»
«Appunto!»
«Mio figlio le provoca disturbo, signora?»
  «N-No, no!»
«Ah, capisco… Mi spiace  che sia stato maleducato, nei suoi confronti signora. Scommetto che Hayate, non voleva nemmeno mordere le orecchie a suo figlio, è stata solo una spiacevole svista»
   «Lo penso anche io!»
«Allora, chiedi scusa e facciamola finita, va bene, Hayate?»

  «Ma, mamma lei…»
Mi guardava con uno sguardo severo come mai prima, ma allo stesso tempo era uno sguardo triste e tormentato.
«Chiedi scusa, ho detto!»
  «Scusi, non volevo mi dispiace per tutto…» Che umiliazione!  Perché la mamma  doveva fare quella figura? Quella dona parlava male di lei alle sue spalle!
 «Forza, Hayate, chiama tua sorella e torniamo a casa»
«Si…»
  Tornati a casa io non ero soddisfatto, quella donna in fondo aveva ragione… Mamma non era stata del tutto sincera nei nostri confronti. Di papà non ci aveva mai parlato.
«Papà! Siamo tornati!»
 
«Hey, ragazzi! Bello il vostro primo giorno di scuola?»
«Ho fatto di meglio..»
«Sì!  Mi sono fatta anche alcune amiche!»
  «Bene, sono contento!»
«Ah, sai papà..»
 «SMETTILA!!!»
«Hayate, che ti prende?»
  «Smettila di chiamarlo papà!  Tanto non è lui! Smettila di dare quest’impressione!»
«Allora, chi è?! Dimmelo tu, visto che sei così intelligente!»
   «Non lo so, ma non possiamo più far finta che sia così!»
«E allora?! Chi mi dice niente! Lo so bene anche io che non è lui, ma non mi interessa!  Non devo dare spiegazioni a nessuno, lui per me è come se fosse papà! Dimmi la verità, secondo te al nostro vero padre interessa qualcosa di noi? No, secondo me non sa nemmeno che esistiamo!  Lo zio Kid invece ci vuole molto più bene di quanto non ce ne voglia il nostro vero padre!»
  Aveva ragione, il nostro vero padre non ci avrebbe mai amato quanto lo zio Kid. Nel contempo, mia sorella gli era saltata al collo in lacrime, e lui uscì di casa per farla calmare. Per lei, a volte le parole sono più pesanti che dei macigni.
  «Non prendertela con lei»
«Ma mamma, lo voglio sapere veramente chi è mio padre!»
  «Hayate, lo so. Ma io non me la sento di dirti chi è…»
«Perché oggi   di fronte a quella donna non hai reagito? Potevi mandarla a quel paese e non lo hai fatto! Ti sparlava dietro e non ti sei arrabbiata! Perché?!»
  «Perché non c’era  il motivo per essere adirarti»
«Si che c’era! Ti ha dato della sgualdrina! Ha detto che io e mia sorella siamo maleducati!»
  «Con gente del genere non c’è alcun bisogno di farsi del sangue marcio»
 «Ma perché non capisci che quella donna sparla di te!»
   «E ci sarà sempre gente che sparlerà di me!  Ė solo gentaglia, quella!»
Dal suo viso una lacrima solitaria era scesa dai suoi occhi, non avevo mai visto mamma piangere. Lei era sempre allegra e sorridente con tutti, era sempre determinata e forte. Vederla così, però mi ha fatto capire anche la sua fragilità.
«Mamma, io non volevo farti piangere…»
 «Non sei tu, tesoro. Ti confesso che ho sentito i discorsi di quella donna, e mi hanno fatto male. Tuttavia, se mi fossi arrabbiata, avrei confermato quello che pensava di me. Non è la prima che mi dice questo, e non sarà di certo l’ultima,ma..fa sempre male uguale!»
  «Allora, eri arrabbiata…»
«Da morire! Nessuno, anziano o meno, può venirmi a dire che i miei figli sono maleducati!  Nella mia testa pensavo:” Stai zitta, trattieni la rabbia e le lacrime!” Ho trattenuto la calma per miracolo!»
«Oh! Capisci che donna cattiva che era?!»
  «Non era cattiva Hayate, era solo pettegola!»
«Non parliamone più» andai ad abbracciarla. Mi piaceva stringerla a me, mi faceva sentire protetto. Secondo me è quello che provano tutti i bambini quando sono fra le braccia della loro mamma. Ed io amavo la mia, più di chiunque altro. Lei per me c’era sempre ed io avrei fatto altrettanto per lei.
***
La piccola Yuki piangeva a dirotto. I litigi fra fratelli sono brutti e mi dispiaceva che per una stupida parola dovessero litigare.
«Dai, è finita! Scommetto che Hayate non è più arrabbiato,anzi è pronto anche a chiederti scusa. Tu, sei ancora arrabbiata con lui?»
  «No» mi disse lei mentre cercava di smorzare i singhiozzi.
«Visto? Non c’è più nulla di cui essere arrabbiati»
  «Lui adesso crederà che io non voglia conoscere papà!»
«Non credo, che tuo fratello la pensi così»
   «Invece si!»
«No, io vi conosco molto bene! So che non durano molto i litigi fra di voi»
  «Ma perché papà ci ha abbandonati? Era arrabbiato con la mamma? Ci detestava? Dimmelo, perché tu lo sai, vero?» Disse lei piangendo.
«No, non lo so perché se ne è andato. Sono certo, però che avesse un motivo più che valido»
  «Non ci voleva bene? Non amava la mamma?»
«Per quel che ricordo, lui amava vostra madre immensamente,ma ora non ne sono poi così sicuro…»
  «Mamma, invece? Lei lo ama ancora?»
«Lo sai che non sono discorsi per una bambina, per quanto romantica e sognatrice, di sei anni?»
  «Lo so, ma questa è l’unica occasione che ho per sapere qualcosa di più sulla mia famiglia!»
«Perché con voi due sono così indulgente? Va bene, mi hai convinto!»
  «Yuppy! »
Le raccontai, l’incontro di Maka e Soul, ma non glielo descrissi fisicamente e non le dissi il nome.  
«Papà era davvero una bella persona, vero?»
  «Era un mio grandissimo amico. Non capisco perché se ne sia andato…Ma si sta perdendo parecchio!»
E mi misi a fare il solletico alla piccola Yuki, che si dimenava e scalciava ovunque, e ovviamente rideva come una forsennata!
«Ahahahahahah! Basta!»
 «Ti arrendi?»
«Si, si mi arrendo!...posso ancora chiamarti papà?»
  «Puoi chiamarmi come vuoi»
«Sai, secondo me tu ci vuoi molto più bene di papà! Quello vero, intendo!»
  «Ma il mio caso è diverso, io vi ho visti nascere e crescere. Come posso non voleri bene, scusa?»
«Ahahah! Allora tu sarai papà, finchè non conoscerò quello vero!»
  «Va bene! Ah, che rimanga fra noi, Yuki…»
«Dimmi, sono tutta orecchi!»
   «Tua madre, dovrebbe tenere una foto di tuo padre nel cassetto del suo comodino»
«DAVVERO?!»
«Si, ma non dirle che sono stato io a riferirtelo!»
  «Papà tu sei il mio angelo!»
Non ero del tutto d’accordo con quella piccolina. Era vero che  io li avevo visti nascere e crescere, spesso avevo anche aiutato Maka, ma il loro padre biologico li avrebbe sicuramente capiti meglio. Io non ho l’istinto paterno, ci sono cose che solo i veri genitori possono fare. Ormai, però mi ero affezionato ai gemelli, era come se fossero davvero figli miei. Mi era venuta paura. Se un giorno avessi rincontrato Soul, che avrei fatto? E se si fosse portato via i gemelli e Maka da questa casa, come avrei reagito? Mi sentivo immerso da un mare di nostalgia. Che avrei fatto se Soul avesse scoperto di essere il padre dei gemelli e li volesse per se? La risposta era la più ovvia,ma anche la più dolorosa…Lasciarli liberi.
Passarono due anni, e in questi due anni i gemelli solo una volta avevano provato a prendere la foto dal comodino…Senza risultati, eppure era strano, Hayate era un ottimo scassinatore ed aveva un gran bel passo felpato. Sì, aveva un talento naturale, tanto che più di una volta era riuscito a rubarmi  dieci dollari dal portafoglio. Quel giorno era arrivata in città la fiera, arrivava qui solo una volta l’anno. Come da rituale, ci dovevamo andare, assolutamente. Maka, però aveva da finire assolutamente finire un articolo in serata, così  i due giorni seguenti li avrebbe dedicati esclusivamente ai gemelli. Lei dava la vita per loro, se aveva delle vacanze le usava per stare insieme ai sui figli. Entrambi lavoriamo come matti. Io faccio l’architetto e mi tocca lavorare con tanta luce e precisione, lei è una giornalista e una desainer. Lei scrive per vari giornali, e cura varie rubriche. Scrive giorno e notte, da se stessa per quel lavoro. Inoltre mi aiuta con i design delle case. Era sicuramente un modello di donna da ammirare e seguire. Lei aveva sofferto tanto, eppure si era ripresa molto bene. Potevo finalmente darle un giudizio, ed era più che positivo.
 «bene, ragazzi! Dove volete andare?»
«Montagne russe!»  «Ruota panoramica! » Lo dissero praticamente all’unisono.
«Va bene! Prima sulle montagne russe!»
  «Evvai!»
«Uffa! A me fanno paura!»
  «Fifona! Fifona!»
«Disse colui che si è trovato paura  di Charlie Chaplin!»
  «Non mi ha fatto paura, mi metteva ansia! Poi avevamo  quattro anni! Come fai a ricordarti una cosa così vecchia?!»
«Dai, ragazzi piantatela un secondo di litigare!»
Eravamo saliti sulle montagne russe, erano molto belle e divertenti. Poi ci siamo diretti verso la ruota panoramica,ma ci eravamo persi Yuki!
«D-Dov’è tua sorella?!»
   «Era qui fino ad un secondo fa!»
«YUKI!!!!» E fu così che dopo due ore di ricerca l’abbiamo trovata sulle spalle del suo vero padre.
 Quando l’ho visto, lì per lì ho provato molta ira. Ero tentato di chiedergli che aveva fatto in tutti quegl’anni e perché aveva abbandonato Maka. Poi, però mi accorsi di come assomigliasse a Yuki fisicamente e ad Hayate, caratterialmente.
 E fu così che dalla mia bocca, non uscì neanche una parola se non:
«S-Soul? Non è possibile!»
 Avevo rivisto il mio amico e ora mi interessava sapere che diavolo era andato a fare, per abbandonare la mia migliore amica in quel modo!
 


 

Fuori scena:

Io: Finita la parte del passato gente!
Kid: autrice,ma come parli?
Io: Mi sono morsa la lingua! Ecco perchè parlo in modo strano!
Kid: Sei una causa persa!
Maka: Autrice, autrice delle mie brame, che accadrà in futuro?
Io: Ma per chi mi hai presa? Per una veggente?
Maka: In teoria e in pratica tu sei l'autrice! Tu tutto vedi, tutto sai e tutto puoi!
Kid:ha ragione Maka!
Io Vbbè, nel prossimo capitolo Maka inconterà Soul!
Hayate: Chi è questo Soul? Io l'ho visto al luna park,ma non ho ancora capito chi è!
Yuki: è un signore tanto gentile che mi ha aiutata!
Soul: Yuki io non sono così vecchio e se tu mi chiami signore io mi deprimo, ok?
Yuki: Allora ti chiamo Soul!
Soul: è il mio nome, meglio di così
Io: After You, capitolo 7.Come reagirà Maka quando incontrerà Soul? Arrivederci al prossimo capitolo!


 

  
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