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Autore: Little Redbird    20/06/2012    7 recensioni
Essendo questa una storia scritta parecchio tempo fa, non è una delle mie migliori - soprattutto nella grammatica -, non la revisiono perché ho in corso la sua versione Originale - I ricordi restano - che trovate nel mio profilo :)
Damon la guardò allontanarsi in tutta fretta. Gli aveva lanciato una sfida, lui l’aveva accettata volentieri. Quella ragazza di fuoco -era quello che gli era sembrata, con i capelli di fiamma, le guance rosse per la corsa e l’imbarazzo, e le labbra color fragola- credeva davvero che non l’avrebbe riconosciuta solo perché sarebbe stata mascherata? Se non l’avesse riconosciuta per i lunghi capelli rossi, l’avrebbe sicuramente riconosciuta per il suo profumo di frutti di bosco. I canini premettero contro le gengive per venire fuori, avrebbe avuto il suo sangue. Quella notte stessa, si ripromise.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore, Elena Gilbert/Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il secondo capitolo, ho appena finito di scriverlo. Spero vi piaccia.

2. Preparativi

 

Aveva ricevuto solo un’occhiataccia. Un’occhiataccia che l’aveva terrorizzata a morte, ma poteva ritenersi fortunata, sua madre non l’avrebbe uccisa quella sera, non dopo tutti i preparativi già organizzati.

Corse su per le scale diretta nella camera da letto che condivideva con sua sorella. Mary si stava vestendo, aiutata da una cameriera e dalla signora Flowers, la loro governante.

La signora Flowers era una donna sulla sessantina, con un fisico asciutto e capelli sale e pepe sempre raccolti in due crocchie ai lati della testa, i suoi occhietti azzurri erano vispi e non si lasciavano sfuggire niente. La donna era stata balia di tutte e quattro le sorelle McCollough, le aveva cresciute con grande affetto e le ragazze si erano affezionate tanto a lei al punto di chiedere alla madre di continuare ad averla in casa, nonostante avessero raggiunto un’età in cui non necessitavano più delle cure di una balia. Così, la signora McCollough, in uno dei suoi rari momenti di buon umore, aveva accolto con non troppa irritazione la richiesta delle sue adorate figlie, acconsentendo così alla permanenza della donna in casa loro, a condizione che non si occupasse più a tempo pieno delle ragazze ma che prendesse le redini delle faccende domestiche e si occupasse dei servitori. La signora Flowers aveva acconsentito con immensa gioia, essendosi ovviamente affezionata alle giovani donne che aveva tirato su con tanto impegno.

Bonnie era davvero affezionata all’anziana donna, lei era molto piccola quando la sua famiglia si era trasferita a Santa Maria del Castello, doveva avere avuto qualche mese, ma le sue sorelle erano sconvolte dai tanti cambiamenti, soprattutto avevano trovato difficoltà con la lingua -i dialetti erano stati uno strazio-, ma si erano integrate abbastanza bene fin da subito, grazie soprattutto alla signora Flowers che le aveva incoraggiate ad imparare l’italiano dicendo loro che se una donna di quarantatre anni riusciva ad imparare una nuova lingua ce l’avrebbero fatta benissimo anche due adolescenti ed una bambina.

Bonnie si riteneva molto fortunata poiché aveva potuto imparare sia l’italiano che l’inglese fin dalle prime parole.

La governante la stava guardando mentre lei si sfilava gli indumenti, a volte il suo sguardo le metteva soggezione, le sembrava che riuscisse a scrutare nei suoi pensieri più intimi… all’improvviso si ricordò di qualcun altro che le aveva fatto provare quella stessa sensazione non più di dieci minuti prima. Le sue guance si colorarono. Quel ragazzo era davvero bello, non riusciva a capire come facesse ad essere così… perfetto.

<< Come mai sei così in ritardo, Bonnie? >> la voce della signora Flowers la ridestò dai suoi pensieri, Bonnie si accorse vagamente che le stava parlando in modo informale. << È forse successo qualcosa alla cara Meredith? >>

<< Oh, no. Meredith sta bene, ci eravamo completamente dimenticate di guardare l’ora >>, esitò per un attimo, prese coraggio e continuò: << Mentre tornavo a casa ho avuto il piacere di conoscere il signor Salvatore >> disse con tono indifferente.

Mary, seduta davanti allo specchio con la cameriera che le acconciava i capelli, la guardò di traverso. << Come ti è sembrato? >> le chiese.

<< In effetti è una persona molto affascinante, ma anche molto piena di sé >> rispose ricordando gli sguardi maliziosi che le aveva lanciato.

<< Il signor Salvatore e suo fratello saranno al ballo questa sera, vero? >> chiese la signora Flowers.

Bonnie si immerse nella tinozza di rame riempita con acqua calda e lasciò che fosse Mary a rispondere. << Sì, ci saranno. Elena mi ha confidato che non si sarebbe persa per nulla al mondo un ballo in maschera, e poi la signora D’Urso non poteva non invitare il nuovo scapolo più ambito di Santa Maria del Castello. Ed inoltre sembra che i due fratelli adorino partecipare ad eventi mondani. >>, rispose infatti questa.

<< Di sicuro gli piace che tutte le donne importanti del paese gli corrano dietro come galline impazzite! >>. Tre paia di occhi si posarono increduli su di lei. L’aveva detto ad alta voce? Credeva di averlo solo pensato. Di solito si teneva per sé i commenti taglienti, sua madre le avrebbe fatto tagliare la lingua se avesse sentito cosa aveva appena detto. La signora McCollough non aveva mai visto di buon occhio l’amicizia tra la sua figlia più giovane e la signorina Meredith Sulez, la figlia del ricco mercante di stoffe -per quanto fosse bella e ricca- aveva la lingua più tagliente di una spada e aveva notato che la piccola Bonnie provava un affetto quasi morboso verso l’amica e viceversa, erano sempre insieme, sempre pronte a difendere l’altra da accuse ingiuste, e Bonnie rispondeva con sempre più sarcasmo alle domande fattele dalla madre.

Mary salvò la situazione facendo finta che la sorella minore avesse fatto un normalissimo commento. << Di certo sono uomini di bell’aspetto >> disse, << ma sono ancora convinta che il signor Salvatore sia un uomo inquietante, con quegli occhi così neri >> rabbrividì.

<< Anche tu l’hai trovato inquietante, tesoro?>> le chiese la signora Flowers mentre l’avvolgeva in un panno di lino per farle asciugare il piccolo corpo.

<< Non inquietante, solo… oscuro… ma in modo affascinante >> disse arrossendo di nuovo.

La donna la guardò seria. << L’oscurità è il luogo in cui le ombre si nascondono più facilmente, è il luogo dove vivono tutte le creature della notte >>

Bonnie la fissò a bocca aperta. Cosa intendeva dire? Ma non ci fu il tempo di chiedere, sua madre fece irruzione nella camera e cominciò ad urlare di fare in fretta, il ballo sarebbe cominciato tra un’ora.

 

 

I fratelli Salvatore ero pronti da un bel pezzo. Aspettavano, seduti nel salottino del primo piano, la comparsa di Elena che era ancora in camera sua, circondata da un folto gruppo di domestici, intenta a prepararsi.

<< Come mai sei così silenzioso, Damon? >> gli chiese improvvisamente Stefan.

<< Sto pensando a come ucciderti >> rispose sarcastico.

<< Hai dimenticato di averlo già fatto? >> domandò l’altro con un sopracciglio alzato.

<< Oh, no. Ho bene inciso nella memoria il ricordo di quel giorno, ma per qualche assurda circostanza, sei ancora qui >> sorrise beffardo.

<< Non vuoi proprio dirmi cosa stai architettando? >>

<< Non sto architettando nulla, fratellino, lo giuro. Stavo solo pregustando il divertimento che ci aspetta questa sera. Ma dimmi, cosa sai di questa signora D’Urso? >>

Stefan lo guardò di sbieco, era sicuro che quello fosse un modo per sviare le sue domande, ma lo accontentò rispondendo brevemente. << La signora D’Urso è la donna più ricca del paese, dovrebbe avere più o meno cinquant’anni. È sempre lei ad organizzare i ricevimenti con più invitati, le piace impicciarsi dei fatti altrui e spettegolare. Non so altro >>

Damon stava per rispondere in modo sagace ma lo sguardo perso di suo fratello gli suggerì che dietro di lui era comparsa Elena. Si alzò dal divano, imitato dal fratello che andò in contro alla donna.

<< Sei uno spettacolo, Elena. Come sempre >> le disse malizioso Damon, ma lei lo sentì appena, Stefan le stava sussurrando qualcosa all’orecchio, e questo qualcosa doveva essere davvero poco casto visto il leggero rossore che si diffondeva sulla sua pelle diafana da vampira.

Elena era quel tipo di donna che ti faceva partire il cuore in una danza sfrenata, già dal primo sguardo e quella sera era davvero magnifica. Il vestito che aveva scelto per quella serata era dello stesso blu intenso dei suoi occhi, ricamato con motivi in oro che riportavano l’attenzione sui suoi capelli, la gorgiera era di un bianco quasi simile alla sua pelle e la sopravveste con il piccolo strascico riportava lo stemma del casato dei Salvatore. Uno spettacolo per gli occhi. La ragazza indossò la sua maschera blu, segno che erano pronti per partire. Damon li guardò avviarsi verso la porta, suo fratello aveva deciso di intonarsi alla sua donna, vestendo di blu. Il maggiore dei Salvatore si chiese perché avesse scelto per sé un vestito rosso, e subito il ricordo di mille boccoli di quel colore invase la sua mente. Sarebbe stato un ballo memorabile. Lo sentiva.

 

 

 

 

 

 

Per prima cosa voglio ringraziare tutti quelli che hanno recensito il primo capitolo, che hanno aggiunto la storia tra le preferite e le seguite. Grazie!

Ora voglio spiegare alcuni punti

-Come si è notato Elena ha fatto la fusione con Katherine. (devo smettere di vedere dragon ball)

-Elena ha scelto Stefan

-Damon l’ha già accettato.

-La signora Flowers è la governante di casa McCollough, spero vi piaccia come idea, scoprirete poi il perché di questa decisione.

Vi sarete chieste: “Ma perché ha scelto Napoli?” beh, innanzitutto, per me, Napoli è la città più bella del mondo, poi perché sono napoletana, e poi perché Santa Maria del Castello è davvero il posto fantastico che ho descritto nel primo capitolo, magari nel ventunesimo secolo è un po’ più moderna ma è bella lo stesso, ma soprattutto perché i nostri bei vampiri sono italiani, non vedo perché avrebbero dovuto andarsene subito in America.

Beh, baci baci, Little Redbird.

   
 
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