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Autore: lovealways    20/06/2012    2 recensioni
Quella mattina mi ero svegliata, avevo aperto l’armadio per decidere che cosa indossare ritrovandomi invece qualche minuto dopo con la valigia aperta sul letto intenta a riempirla con qualche vestito di prima necessità. Per la prima volta dopo parecchio tempo avevo agito senza nemmeno pensare. E la cosa stranamente mi piaceva.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono venuto per te.
Quattro semplici parole. Quattro vocaboli estremamente innocui che riuscirono comunque a sconvolgermi. Quindici fottute lettere che mi giravano in testa senza sosta accompagnate dalla sua voce calda e profonda.
Sono venuto per te.
Me ne stavo lì, in piedi immobile e infreddolita su un qualsiasi marciapiede di Londra, in cerca di qualcosa di sensato da dire. Poteva andare bene tutto: un patetico grazie, un perché, un come, anche un vaffanculo ci stava.
Boccheggiai un paio di volte senza riuscire realmente a emettere suono. Nel frattempo, ricordi e frammenti collezionati in 3 anni si riproponevano  come flash, uno dopo l’altro, nella mia mente.
               
                “Ti piacerà, vedrai”
                “Sarà, ma odio questi incontri combinati” mi lamento per l’ennesima volta seguendo Beatrice all’interno del pub.
                “Fidati” dice. Le sue labbra si aprono in un enorme sorriso di incoraggiamento.
                Sospiro arresa. Un secondo dopo mi perdo nell’azzurro intenso degli occhi del mio appuntamento al buio.
                “Matteo” si presenta.
                “Emma”
 
A ripensarci era bastato un niente per cambiare le cose. Nessuno dei due si aspettava tanto.
Deglutii a vuoto e abbassai gli occhi sulle ballerine nere. Sentii alcuni passi alle mie spalle e poi una mano appoggiarsi delicatamente sulla schiena.
                “Dimmi una parola, una sola e ti porto via da qui” mi sussurrò Liam in un orecchio.
Socchiusi gli occhi, frenando la tentazione di stringermi al suo petto aspettando che tutto il resto si risolvesse da sé.
Scossi il capo girandomi quel poco che bastava per vedere i suoi occhi. era incerto, attento, preoccupato.
                “D’accordo” acconsentì anche se era chiaro a tutti che avrebbe voluto rimanere. “Non esitare a chiamarmi” aggiunse poi. Prima di sparire dietro al portone del palazzo lanciò un’occhiata torva a Matteo.
Il sorriso di trionfo quando si rese conto che eravamo soli, mi ferì. Per lui tutto era una gara e, a parer suo, in quel momento aveva appena eliminato l’avversario. Fece pochi passi nella mia direzione, annullando la distanza che ci separava.
                “Non ti avvicinare” lo intimai, arretrando all’istante.
Matteo trattenne una risata. Che cosa lo divertita?
                “Perché sei qui?” domandai di nuovo.
                “Mi manchi, piccola” si avvicinò a grandi passi, ignorando del tutto le mie parole di poco prima. Mi prese il viso tra le mani costringendomi a guardarlo in faccia.
 
                “Mi sono innamorata dei tuoi occhi” mi lascio scappare all’improvviso.
                Le sue mani mi cingono i fianchi. Mi attira a sé eliminando completamente quel poco spazio che c’è tra noi.
                “Quindi non di me, ma dei miei occhi” scherza lui.
                Rido. “Esatto” mi dà un bacio veloce. “E sai perché?”
                “No, dimmelo”
                “C’è qualcosa nei tuoi occhi, quando mi guardi”
                Sorride sulle mie labbra e annuisce. “È perché sei l’unica”
 
Ma ora guardando quelle incredibili iridi azzurre non trovai nulla se non la presunzione e la freddezza. Non c’era più traccia di amore o desiderio.
Mi sentii morire a quel pensiero.
                “Non mi credi?” mi chiese poi con quell’aria da finta vittima.
                “No” dissi seria, dura, senza alcuna incertezza. “Perché dovrei? Mi hai lasciata, ricordi?”
Tutta la situazione era un’assurdità. Lui, quello che diceva, io che ancora lo ascoltavo: tutto era assurdo.
                “Ho commesso uno sbaglio. Era un brutto periodo e ho permesso che questo danneggiasse il nostro rapporto, noi. Ma devi credermi quando ti dico che sei importante” fece una pausa. “Ho preso un dannato aereo per venire da te”
                “Hai detto che non mi amavi più” mormorai mentre sentivo pian piano le lacrime scorrere sulle guance. Odiavo come riuscisse in ogni occasione e con fin troppa facilità a rendermi vulnerabile. Quando si trattava di lui mi annullavo completamente.
                “Devi fidarti”
Lo spinsi leggermente per far in modo che mi lasciasse andare. Eliminai ogni traccia di quelle lacrime con il dorso della mano.
                “Ti sbagli. Non devo e non posso fidarmi” dissi salendo i tre scalini e fermandomi davanti al portone. “Non dopo che mi hai guardata negli occhi e mi hai detto che non provavi più nulla” lo vidi avanzare e lo fermai prima che fosse troppo vicino, prima che i suoi occhi blu mi togliessero le ultime forze. “Torna a casa Matteo, qui non c’è niente che puoi fare”
Non mi voltai a guardarlo.
Salii in ascensore fino al terzo piano. C’era troppo silenzio per la mia testa piena di dubbi. Troppo silenzio incapace di sovrastare la sua voce incancellabile. Mi bloccai quando le porte si aprirono.
                “Ehi”
Liam non appena mi vide si alzò da terra, dove si era seduto. Mi aveva aspettata. E per di più su uno squallido zerbino.
Provai a trattenere le lacrime cercando disperata di evitare tutte quelle domande che sapevo sarebbero arrivate. Infilai le chiavi nella toppa con qualche difficoltà, ma prima che potessi far altro Liam mi fermò afferrandomi il polso.
                “Emma..”
Iniziò a parlare, ma non potevo sopportare altro.
                “No, Liam, non voglio parlare, non voglio parlarne mai più. Sono stanca, ho mal di testa, voglio solo stendermi e dimenticare quello che è appena successo..non ce la faccio..”
Passò un secondo, un battito di ciglia e mi ritrovai tra le sue braccia. Il suo profumo mi travolse all’istante e non riuscii a fare altro se non stringermi a lui, troppo debole per ribellarmi al suo abbraccio.
                “Non ti lascio” disse piano, accarezzandomi i capelli. “Io non me ne andrò come hanno fatto gli altri”
 
Mi svegliai di soprassalto.
La stanza era buia e silenziosa. La porta chiusa mi divideva dal resto del mondo facendomi da scudo protettivo. Mi alzai lentamente dal letto lanciando uno sguardo alla sveglia sul comodino. Le 11:47. Avevo davvero dormito così tanto?
Mi resi conto solo in quell’istante che indossavo ancora i vestiti di ieri. Mi sfilai i jeans e la maglia abbandonandoli sul pavimento indossando poi solo una maglia abbastanza lunga da coprirmi il sedere.
L’ultima cosa che ricordavo della sera precedente erano le braccia forti di Liam attorno al mio corpo e le lacrime che bagnavano la sua maglietta.
Lasciare Verona, così all’improvviso, non mi aveva portato a nulla. I problemi ti rincorrono ovunque ti trovi. Anche se sei in un altro stato, come nel mio caso.
Sul tavolo in cucina trovai un biglietto. Riconobbi immediatamente la calligrafia di Nicole.

Ehi cucciola! Scusa se ti mollo così ma ho un pranzo di lavoro. Ho riempito un po’ il frigo, così non ti trovo morta quando torno J
p.s. Payne è passato tre volte nel giro di poche ore. Mi nascondi forse qualcosa?!

Mi scappò un sorriso quando aprii il frigorifero ed effettivamente ci trovai del cibo. Un evento più unico che raro.
Peccato però che l’appetito era completamente svanito non appena i miei maledetti pensieri mi avevano ricordato con che faccia tosta Matteo si era presentato alla mia porta. Ma che cosa si aspettava, che prendessi il primo aereo per tornare con lui?
Nemmeno io però sapevo spiegarmi da dove fosse venuta tutta quella forza e quel coraggio per dirgli di no. Forse la me di qualche settimana prima non avrebbe aspettato nient’altro se quell’occasione di tornare con lui.
Avvicinai la tazza al viso lasciando che il profumo intenso di caffè mi entrasse con forza nelle narici e si perdesse in ogni parte del mio corpo. Mi affacciai alla finestra incantandomi ad osservare la pioggia fine che si abbatteva sul vetro.
Il lieve bussare alla porta mi risvegliò da quella specie di stato di trans in cui ero caduta. Appoggiai la tazza sul tavolo e mi avviai alla porta. Fermai la mano a mezz’aria con il dubbio improvviso che potesse essere di nuovo Matteo che volesse farmi una delle sue visite a sorpresa.
Presi un respiro profondo e mi decisi ad aprire.
                “Scusa, ti ho svegliata?”
Scossi la testa appoggiandomi allo stipite della porta. Liam sembrava avere l’incredibile abilità di capire quel era il momento adatto per apparire. Passai una mano tra i capelli scompigliati e stupidamente pensai a quanto dovessi avere un aspetto orribile.
                “Volevo controllare che stessi bene” aggiunse con la sua voce calda e profonda.
                “Non ne sono certa” mormorai sforzando un sorriso. “Ho fatto la cosa giusta?” domandai dopo un attimo di silenzio.
Liam si avvicinò impercettibilmente. “Penso di si, e sono sicuro che starai benone” il suo sorriso grande e luminoso mi confortò.
Almeno uno dei due aveva questa sicurezza.
Entrambi ci girammo verso l’ascensore, non appena sentimmo le porte aprirsi.
Il sorriso raggiante di Amber si smorzò un po’ non appena ci vide insieme. Si avvicinò a noi a passo spedito, mentre i tacchi delle sue Manolo producevano un suono incredibilmente fastidioso. Mi lanciò un’occhiataccia non appena fu davanti a me. Di certo la mia mise non era elegante come la sua.
                “Che ci fai qui? Non dovevo passarti a prendere?” domandò Liam confuso, lasciandosi baciare da lei.
                “Se fossi stato puntuale non sarei qui” gli rispose sottolineando il tutto con il tono d’ovvietà. “Come stai, Em?” tutti mi chiamavano così, ero abituata, eppure detto da lei suonava strano.
                “Alla grande, se escludiamo la pessima serata di ieri” dissi ironica e solo dopo, notando la sua espressione mi resi conto di quanto poteva essere equivoca la mia affermazione. “Intendevo il dopo cena, davvero. Farei a meno di alcuni visitatori, come ad esempio i miei ex che piombano a caso sotto casa mia”
                “Il tuo ragazzo ha preso un aereo solo per venire da te? Che romantico!” esclamò con un sorriso stampato in volto e gli occhi sognanti.
                “Ex ragazzo” la corresse Liam.
Romantico?
                “Allora spera che qualcuno lo faccia per te” risposi acida senza pensarci troppo. Avevo i nervi a fior di pelle, sarei potuta scoppiare a piangere da un momento all’altro se solo qualcuno avesse nominato il nome Matteo e l’ultima cosa che desideravo era che una sconosciuta qualunque mi venisse a dire quanto sarei dovuta essere contenta e lusingata.
Amber non si accorse minimamente del mio disagio o, peggio, della mia risposta poco carina. Sorrise prima a me e poi a Liam. Perché era sempre così fastidiosamente felice?
                “Oh, Liam non è tipo da gesti eclatanti, vero amore?” allungò il collo verso di lui sfiorandogli la guancia con le sue labbra colorate di rosso.
Sai quanto me ne importa, brutta cretina!Contai fino a dieci mentalmente. Per sicurezza arrivai a venti.
                “Forse è meglio che andiate, non vorrei rubarvi troppo tempo” provai a sorridere sperando che il risultato non fosse una smorfia.
Amber mi abbracciò inaspettatamente travolgendomi con il suo profumo dolciastro.
                “Sei sicura di star bene?” mi sussurrò in un orecchio Liam mentre mi stringeva a sé.
Annuii con un sorriso. Mi chiusi alle spalle la porta, dopo averli salutati un’ ultima volta. Mi appoggiai ad essa e liberai un sospiro.
 Il difetto peggiore di Liam Payne era la sua capacità di farsi voler bene da tutti, me compresa. 







#v zone
eccomi qui di nuovo,bella gente :D
sono stata brava, dai dovete ammetterlo.. non vi ho lasciato sulle spine per troppo tempo o
a pensare a che cosa voleva Matteo o ad immaginare cosa avrebbe fatto Emma!
devo dire che questo è uno di quei capitoli che mi piace, ed è stato anche facile da scrivere
perciò sono molto soddisfatta di me stessa u.u
ovviamente vorrei sapere anche cosa ne pensate quindi recensite AHAHAH

adios bitches, v

 





   
 
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