Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Shee    05/01/2007    11 recensioni
Quando le Weasley ci mettono lo zampino faranno un bel casino, così dice il proverbio. Ma Hermione Granger non crede ai proverbi. E in fondo Molly Weasley ne deve pur sapere qualcosa di uomini, visto quanta prole ha convinto il marito a mettere al mondo. Tra donne ideali, malintesi, occhiate tenere ed esperimenti terrorizzanti; una breve fanfiction a capitoli dolce e, spero, fresca.
Buona lettura!
[Harry/Hermione, Ron/Luna, Tonks/Lupin]

*Postato l'ultimo Capitolo*
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Credits: i personaggi non appartengono a me ma al grande genio J. K. Rowling, a parte alcuni personaggi inventati (ad esempio Melinda, Alice...)
Autore: Io! che domande!
Coppie: Harry/Hermione, Ron/Luna, Tonks/Lupin
Generi: Commedia (ironica), Romantico, Malinconico a tratti, a volte Introspettivo
Avvertimenti: un ipotetico settimo anno che non tiene conto del sesto libro
Riassunto: Quando le Weasley ci mettono lo zampino faranno un bel casino, così dice il proverbio. Ma Hermione Granger non crede ai proverbi. E in fondo Molly Weasley ne deve pur sapere qualcosa di uomini, visto quanta prole ha convinto il marito a mettere al mondo. Tra donne ideali, malintesi, occhiate tenere ed esperimenti terrorizzanti; una breve fanfiction a capitoli dolce e, spero, fresca. Buona lettura!

E' una fanfiction leggera, nata come una one-shot che è degenerata in una fanfiction breve a più capitoli. ci saranno in tutto sei capitoli più uno bonus, per chiamarlo così.
Anche per questo non ho tenuto conto dei fatti avvenuti in HBP, visto che non voleva essere pesante o seria, quindi... niente Horcrux o morte di silente, niente Ginny innamorata, sarebbe stato troppo lungo da sbrigliare, soprattutto quel noioso fatto degli Horcrux.
Non fate caso al titolo, non sapevo proprio come chiamarla xD
Spero comunque che vi piaccia^-^
un'ultima raccomandazione: leggete e commentate!!! xDxD

***

"mi sono abituato ad amare in segreto:
 mi sembra questa l'unica cosa che possa dare una meraviglia
o un mistero all''era moderna [...]
ci fa illudere di dare alla vita un senso romanzesco."
(O. Wilde - Il ritratto di Dorian Gray)

***

Hermione si alzò presto quella mattina, molto prima del solito, che pure era parecchio presto, e aveva un luccichio strano negli occhi, uno sfavillio sinistro.

Sembrava una notte normale, come tutte le altre, quando di punto in bianco Hermione si era seduta, lasciando che le coperte volassero in avanti frusciando nel buio, gli occhi perfettamente spalancati e la mente ancor più perfettamente lucida. Aveva un piano, un piano da mettere subito in atto.

Con le idee offuscate dalla luce della lampadina babbana che le si era appena accesa in testa scese dal letto con un saltello e cominciò a vestirsi frenetica.

Prenderlo per la gola: avrebbe cominciato da lì, l’avrebbe preso per la gola, e per farlo sarebbe dovuta scendere nelle cucine e preparare qualcosa di buono. La lampadina baluginò, come fosse andata un attimo in tilt. Di buono? Ma lei non era brava a cucinare, anzi, proprio non sapeva da che parte si tenesse una padella.

Ridacchiò brevemente a quel pensiero, che domande! La padella si tiene dal manico.

Scosse la testa ricciuta e afferrando la bacchetta dal comodino fece alcuni saltelli calcolati, per produrre poco rumore e ottimizzare la velocità, quindi uscì dalla porta del dormitorio.

Lavanda stava seduta e guardava la porta chiusa con gli occhi dilatati.

Quella era la Granger?

Quella che stava uscendo in mezzo la notte?

Quella che stava uscendo in mezzo la notte saltellando?

La ragazza ghignò, anche se non si poteva notare molto, dato che la crema applicata sul viso nascondeva gran parte del bel visino, qui c’era di mezzo un lui.

 

Scese le scale del dormitorio si fermò, saltellando da un piede all’altro, indecisa, poi salì a precipizio le scale del dormitorio maschile e si fermò di fronte alla porta del dormitorio del settimo anno. Il dormitorio dei ragazzi del settimo anno. Arrossì in modo istantaneo, cercando di trattenersi dal sorridere.

Socchiuse la porta e lanciò un piccolo incantesimo insonorizzante, fortunatamente era abbastanza brava con gli incantesimi non verbali. Secchiona. Scosse ancora una volta la testa ricciuta e si chinò sul baule di Harry Potter, rovistò un po’, almeno finché non si sentì tagliare da un vetro, lasciandosi scappare un gemito annullato dall’incantesimo. Un vetro nel baule di Harry? Aggrottò le sopraciglia, mentre succhiava il dito ferito. Immerse di nuovo la mano e trovò il vetro incriminato, uno specchio, uno specchio rotto a dirla tutta. Sette anni di sfortuna. Pensò subito, non credeva a queste cose, ma ormai le associava automaticamente dopo aver letto per babbanologia, anni prima, “superstizioni e iella: guida ai bigottismi babbani”, aveva preso un bel 10 tondo tondo per la relazione che ne aveva redatto.

Gettò il frammento sul pavimento vicino al baule, ripromettendosi di portarlo via dopo, subito il suo sguardo fu attirato da un qualcosa d'argenteo che scintillava ammaccato sulla destra nel baule, giusto sotto una maglia appallottolata e una scarpa. L’altra dov’era? Si guardò intorno senza successo.

Questo ragazzino ha davvero bisogno di una donna accanto.

Estrasse con fatica il mantello dell’invisibilità e lo indossò, si avvicinò ad un’Harry dormiente e incautamente gli soffiò via i capelli dalla fronte, come per prepararlo ad un bacio della buona notte che invece non venne.

Si voltò, mentre Harry apriva pigramente gli occhi senza vedere nulla, se non la finestra aperta, richiuse gli occhi e ritornò a dormire, intanto Hermione aprì la porta, ma lui era già tornato nel mondo dei sogni.

 

Sgattaiolò giù e uscì in corridoio sotto gli occhi assonnati ed irritati della signora grassa.

In capo a due minuti era davanti al famigerato quadro di frutta, cercando di individuare la pera che soffriva il solletico. Trovatala la stuzzicò per un poco, considerando che la cosa era alquanto ridicola, e finalmente aprì il quadro, entrando nelle cucine deserte.

O almeno così credeva.

Rimase con la bocca spalancata, dentro c’erano almeno dieci ragazze che impastavano, infornavano, assaggiavano e condivano.

- che diamine…- una di loro alzò lo sguardo e le sorrise dolcemente, era leggermente in soprappeso, ma le donava, almeno secondo Hermione, i capelli scuri dovevano arrivarle alle spalle, tuttavia li teneva legati.

- ragazze guardate chi c’è!-le altre alzarono lo sguardo e la squadrarono gioviali, infine le sorrisero tornando al proprio lavoro, la ragazza che aveva parlato le si avvicinò con la mano tesa ma infarinata, quindi si scusò e la ritirò - piacere, sono Melinda Blueberry-

- ma voi che ci fate qui in piena notte?- chiese scendendo gli scalini dell’entrata e andando vicina a Melinda, che maliziosa le disse - potremmo farti la stessa domanda prefetto Hermione Jane Granger- quella arrossì ma non si fece intimidire, così sedendosi di fronte alla ragazza che stava per ricominciare a modellare il proprio impasto in tanti piccoli biscotti, chiese –no, davvero, sono curiosa, che ci fate qui?-

- noi siamo il club di cucina - rispose laconica Melinda ravviandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

- siete un club di cucina?- Hermione aggrottò le sopraciglia, non n’aveva mai sentito parlare.

- siamo il club di cucina- ripeté asciutta ma divertita.

- non ne sapevo niente; mi sembrava di aver letto attentamente l’elenco dei …-

- non siamo nella lista ufficiale, abbiamo fatto domanda per creare questo club ufficialmente un anno fa, ma ci hanno rifiutato, in ogni caso il club non si è sciolto e siamo finite nell’altra lista-

- non avete paura che qualcuno vi scopra e vi denunci?-

- chiunque venga qua a quest’ora può essere denunciato quanto noi, dopotutto non siamo un club famoso, non abbiamo nemici… nell’altra lista noi siamo uno dei club meno popolati e non ci sono altri circoli simili che vogliano competere- Hermione sollevò le sopracciglia incuriosita.

- un’altra lista? Di cosa?-

- oh… Hermione sei così disinformata! La lista degli altri club, quelli non ufficiali-.

- non immaginavo che ne fossero stati scartati tanti-.

- sono parecchi, soprattutto attività poco magiche o poco tradizionali, se sei curiosa puoi chiedere dell’altra lista al mio…cioè, a Morag, Morag MacDougal, di corvonero, sesto anno- la informò la ragazza riportando gli occhi neri su di lei che annuiva distrattamente, conosceva quel ragazzo di vista – tu piuttosto, come mai sei qui, prefetto Granger?-

Hermione arrossì colta in fallo, credeva di essere riuscita a sviare il discorso in modo eccellente, ma evidentemente Melinda non era come Ron, con lui era ridicolmente facile evitare argomenti che non si volevano trattare.

- io stavo… facendo la ronda - rispose fissando i biscotti sul tegame non ancora pieno con interesse eccessivo.

- le ronde non toccano la cucina e non sono fino a quest’ora- Melinda accennò con un pollice ad una ragazzina molto magra, dai lunghi capelli neri raccolti in una treccia che impastava con energia insospettabile il suo ciambellone –la nostra Jessie è prefetto da due anni-

- okay, in realtà volevo cucinare qualcosina- ammise avvampando, la mora che gli stava davanti la guardò di sottecchi, da sotto la folta frangia –non c’è bisogno che ti vergogni, siamo il club di cucina dopotutto- Melinda ridacchiò posando l’ultima porzione di impasto in alto a sinistra sulla teglia, la sollevò cautamente e cercò con lo sguardo un forno libero, finalmente lo trovò e ci infilò dentro la casseruola, poi girò il pomello finché non raggiunse la temperatura adatta, tornò al tavolo e cominciò a sgomberarlo degli attrezzi da cucina.

- spero rimarrai con noi per mangiare i nostri piatti- allora Melinda guardò a che punto erano le altre: quasi tutte stavano infornando –tra un quarto d’ora all’incirca-

Hermione le sorrise un po’ irritata, non era lì per questo!

- io veramente…-

- hai ragione, dovevi cucinare, beh intanto comincia!- la incitò –se vuoi ti diamo una mano- allora Hermione pensò che forse Dio esisteva.

- mi salvereste la vita! Non so da dove cominciare!-

Melinda aggrottò le sopraciglia, scettica –e se fossi stata sola come avresti fatto?- Hermione raddrizzò la schiena con orgoglio e le sorrise un po’ saputa –so che ci sono dei libri di cucina quaggiù, pensavo mi avrebbero aiutato molto- l’aria saccente di Hermione scivolò via quando la ragazzina che prima le stava guardando incuriosita era scoppiata a ridere, con un po’ di sdegno Hermione l’aveva squadrata: capelli biondo cenere, occhi verdi e unghie mangiucchiate.

- scusate, mi stavo venendo a presentare e ho sentito quello che hai detto- disse una volta smesso di ridere e avvicinandosi di più a loro –sono Alice Anchovy, tu sei Hermione Granger, ovviamente, il prefetto di grifondoro-

- già; perché un libro non potrebbe aiutarmi secondo te?-

- non ho detto questo. Io ho solo riso-

- ma era quello che intendevi-

- in un certo senso…sono convinta che un libro ti possa insegnare poco se non hai un po’ di fantasia nell’aggiungere o togliere ingredienti, un libro ti dà la base, tu dovresti costruirci sopra la tua ricetta- Marlene assentì brevemente col capo –comunque, Hermione, sei stata fortunata, - le disse la mora- ci siamo noi, e ti aiuteremo a fare… quello che vuoi fare. Cos’è esattamente?-

- non ne ho idea… dovrebbe essere qualcosa… per qualcuno-

- il tuo fidanzato?- chiese indagatrice e seria la bionda Alice, non senza una punta di malizia.

- non esattamente, è un amico-

- è una festa particolare?- la interrogò in cerca di maggiori informazioni Melinda

- ehm… no… veramente no-

- non mi dire che vuoi far colpo su di lui cucinandogli qualcosa!- esclamò quasi scandalizzata la bionda, Hermione assunse un cipiglio non indifferente, ma non spiccicò parola, non sapeva cosa dire in effetti. Fortunatamente, invece, gli occhi di Melinda s’illuminarono.

- ooohhh…- sospirò in modo melenso- è così che ho conquistato definitivamente Morag…-Hermione sollevata appoggiò il gomito al tavolo e posò il mento alla mano –e così sei fidanzata con Morag eh?-

- sì da qualche mese ormai!- commentò con gli occhi che le brillavano, poi come fulminata da un’idea disse –certo, tra poco è natale, non ti va di aspettare che…-

- no, veramente preferirei farlo il prima possibile, pensavo di dire una stupidaggine, come scusa, del genere che ho fatto una scommessa, o che ho promesso a mia madre di imparare a cucinare… scemenze del genere-

Melinda ed Alice si scambiarono uno sguardo lampeggiante, come un’idea le avesse colpite in contemporanea –i biscotti di natale di Melanie!-

- i biscotti di natale di Melanie?- chiese ad Alice mentre Melinda la andava a chiamare nel gruppo delle altre.

- Melanie ha una ricetta speciale per dei biscotti di natale: super! Ce li ha fatti assaggiare l’anno scorso, sono davvero, davvero ottimi. Perfetti per fingere che la mamma voglia insegnarci a cucinare, o meglio che ti abbia fatto promettere di cucinare alla cena a casa dei nonni-

- veramente non so neanche se andrò a casa-

- ma questo non importa, se vai a casa tutto risolto, se resti ad Hogwarts basterà dire che hai cambiato idea e preferisci rimanere… questi sono solo dettagli-

Subito Melinda tornò seguita dalle altre ragazze che dopo aver ascoltato il problema decisero che i biscotti di Melanie erano perfetti. La suddetta Melanie era arrossita parecchio sotto la cespugliosa frangia biondiccia, poi sorrise ad Hermione e le assicurò che avrebbe fatto del suo meglio per far sì che i suoi biscotti di natale fossero straordinari.

- meglio dei miei- disse strizzandole l’occhio, così si accordarono per restare dopo la fine della riunione, dato che ormai i dolci infornati erano cotti e pronti alla scorpacciata.

 

Tre quarti d’ora dopo Hermione stava indecisa di fronte alla farina e alle uova –che dovrei fare?-

Chiese presa dal panico, così sotto la supervisione e la guida della timida Melanie e di Melinda, che ormai aveva preso la sua questione a cuore, riuscì a fare l’impasto in modo decente, poi finalmente fu il momento di dare una forma ai biscotti e infine del forno.

Stava con gli occhi fissi sui piccoli biscotti a forma di stelle e manici di scopa che crescevano lentamente nella luce arancione del forno, seduta al tavolo della cucina, mentre le altre due chiacchieravano amabilmente del più e del meno, la mano sporca di farina era appoggiata al mento e le dita biancastre picchiettavano dolcemente sulla guancia destra in attesa, i capelli, legati in una arruffata coda che cominciava a cedere, sembravano crepitare nel riverbero arancio della fornace. Una mano si posò sulla sua spalla e lei mosse la testa di lato, per vedere chi era, subito dai capelli scuri e dal guizzo gaio degli occhi neri riconobbe Melinda, che le sorrideva.

- a chi pensi?-

- ad Harry- rispose sinceramente lei, senza neanche pensarci, senza più arrossire, dopotutto era solo la realtà; Melanie si sedette di fianco a lei, osservando pensosa i dolcetti.

- Allora è lui il fortunato-

- non so se sia esattamente una fortuna, bisognerebbe chiederglielo-

- meglio se con dei biscotti in mano, no?- commentò Melanie distrattamente, Hermione annuì altrettanto svagata –in effetti non so come, o se, troverò il coraggio di farlo-

- ma come? Pensa a tutta la fatica che hai fatto questa notte!- risero tutte e tre, poi continuarono a chiacchierare finché i dolci non furono pronti.

 

Giaceva a pancia in giù, con un braccio sotto il cuscino e l’altro sopra, vicino alla testa, la bocca spalancata e i capelli in stile cespuglio quando una ciabatta lo colpì sulla schiena violentemente.

- Harry, sveglia! È tardi!- quello grugnì irritato e si voltò verso Ron che strepitava nel tentativo di mettere fine alla tortura della vestizione mattutina e contemporaneamente di svegliare il compagno.

Il rosso gli lanciò una ciabatta che però finì al di là del letto senza sfiorare Harry, dato che Ron tirandola era inciampato nella scarpe dell’amico.

- Harry sei un disastro- gli disse da terra, allora gli lanciò una scarpa sotto al letto e una addosso costringendolo ad alzarsi, mentre lui invece giaceva ancora a terra cercando le proprie scarpe sotto al suo letto,  dopotutto anche lui era una calamità in quel campo.

Il moro si alzò, scompigliandosi i capelli e sbadigliando come un ippopotamo, e si avviò verso il bagno, per lavarsi la faccia.

Cinque minuti dopo stava seduto a carponi accanto al letto cercando di recuperare una scarpa, si era finalmente vestito e solo quella maledetta scarpa mancava all’appello.

Appello! Come aveva fatto a non pensarci prima? L’incantesimo di appello! Non fece in tempo a pensarlo che…

- AAAAAAAAAAAHHHHHHHH-  gridò in preda al più cieco e sordo dolore che avesse mai provato. Poi si rese conto che era solamente un piccolo taglio sul polpastrello, esaminò il pavimento circostante e trovò una scheggia di quello che sembrava uno specchio. Per un attimo non capì. Poi si alzò da terra e lasciò cadere nel baule il frammento dello specchio, uno specchio che aveva ricevuto un anno prima dal suo padrino.

 

- che succede di interessante?- chiese Harry lasciandosi cadere come un sacco, un sacco vuoto gli suggeriva lo stomaco in protesta, sulla panca accanto ad Hermione che nascosta dietro il giornale arrossì.

- niente di che-

- meglio niente che notizie cattive- commentò facendo spallucce, poi la guardò più attentamente, era nascosta quasi tutta dietro il giornale ma si vedeva che era un po’ nervosa –agitata per la verifica di incantesimi?- chiese servendosi della fette di pane tostato.

- come?- Hermione arrossì ancora di più -oh no, ho studiato, mi sento abbastanza sicura, basta che ripassi alcune parti, ma non è un problema, no…-

- e brava la nostra so-tutto-io – Harry ghignò afferrando la marmellata accanto alla zuccheriera

- suggerirai al tuo amico Harry?-

Hermione piegò seccamente il giornale e lo ripose vicino alla tazza di cappuccino che aveva davanti, irritata - no-

- ti sei offesa ‘Mione?-

- no-

- sorridi-

- no-

- dai…-

- no-

- hai studiato?-

- no- Harry sollevò un sopraciglio divertito e lei gli diede una spinta sorridendo -idiota!-

Harry estrasse dalla borsa il libro di incantesimi, forse era ancora in tempo per una ripassatina all’ultimo minuto, il giorno prima non aveva studiato molto.

Soprappensiero si portò un dito alle labbra e succhiò il polpastrello, si era dimenticato di mettere un cerotto, si era tagliato prima in camera con il frammento di specchio, poi si accorse del bizzarro sguardo di Hermione, così si spiegò –mi sono tagliato prima, in camera, c’era un vetro a terra-

Hermione capì subito che era il vetro che aveva pensato di togliere di mezzo ma che aveva dimenticato sul pavimento, accanto al letto di Harry, senza pensarci due volte quindi gli afferrò la mano e osservò per qualche attimo la ferita, prima di puntarle la bacchetta contro.

- ferula- borbottò, era lo stesso incantesimo che aveva usato su se stessa qualche ora prima e adesso anche il dito di Harry si stava magicamente fasciando nel punto dove c’era la ferita.

- grazie- disse sorridendole, mentre ritirava la mano –anche tu ti sei fatta male?-

- oh si…- disse arrossendo –ieri… a pozioni…-

Harry la scrutò ancora per qualche secondo, poi scosse la testa e afferrò la borsa alzandosi, assieme a Ron che con una focaccina in bocca mugugnava qualcosa a proposito della professoressa di astrologia.

Hermione intanto era tornata al suo libro, così il rosso le sventolò una mano davanti al viso e Harry le posò la mano sulla testa per attirarne l’attenzione –noi andiamo, ti aspettiamo in classe-

- okay, arrivo tra due minuti, il tempo di finire questo paragrafo-

 

Tre ore dopo Hermione aveva in mano una scatolina con dei biscotti che sbatacchiavano dentro, e stava raggiungendo nella ressa Ron ed Harry.

- Harry! Ron!- disse arrivando vicino a loro – assaggiate questi biscotti?-

I due amici si scambiarono uno sguardo perplesso ma poi presero dalla scatola che Hermione porgeva loro due biscotti, e li addentarono.

- li ho fatti io- dichiarò abbastanza fieramente Hermione –dopotutto cucinare è l’unica materia nella quale non eccellevo. E poi l’ho promesso a mia madre- aggiunse arrossendo, Ron strabuzzò gli occhi e deglutì a fatica, il sapore in effetti non era proprio ottimo, stava per dire, ma Harry, ingoiando con lo stesso impegno, gli pestò il piede.

- Hermione… questi biscotti sono davvero… ehm…-

- so che non sono granché, sono un esperimento, una prova, è la prima volta che cucinavo qualcosa da sola-

- a-ehm… in effetti…- esordì Harry gentilmente, ma Ron lo precedette, scocciato.

- sono a dir poco immangiabili, Harry intendeva dire questo- Hermione diventò istantaneamente rossa per l’imbarazzo e la rabbia. Quale delle due scegliere?

- ma lui lo voleva dire gentilment…- Harry gli premette una mano sulla bocca - non gli dare retta: straparla, sai com’è fatto… magari non erano il massimo ma allenandoti un po’… sono solo troppo dolci, secondo me- Hermione lo guardò con gli occhi assottigliati, si morse un labbro e riportò lo sguardo su un Ron che stava per avere un principio di soffocamento e decise: rabbia.

- Ronald Weasley! Sei un essere privo di grazia! Ti sfido a fare questi biscotti buoni almeno una metà di quello che ho fatto io al tuo primo tentativo-

- io so cucinare- ribatté quello dopo aver morso la mano di Harry che se la stava pulendo contro la borsa del rosso.

- buon per te, così non rischierai di ricevere una padellata in testa quando fai l’idiota con tua improbabile moglie!- detto questo si voltò in uno svolazzare di capelli riccioluti e si avviò a passo di pachiderma verso un ignaro gruppo di studenti del secondo anno che ridevano allegramente e rumorosamente strillò loro una inviperita Hermione.

- che ho detto?- chiese passandosi la mano tra i capelli sbigottito.

- lascia perdere Ron, sei come un elefante in cristalleria con Hermione-

- un efelante dove?-

- un elefante in cristalleria- rispose quello irritato prendendo la borsa in spalla e avviandosi.

- e che è?

- ancora una volta, lascia perdere, Ron-

- ma perché?- si lagnò lui affrettandosi a seguire Harry –avanti Harry, ho detto solo la verità!-

- so che è quello che pensavi realmente Ron ma potevi dirlo con un minimo di tatto! Hai sentito cosa aveva detto Hermione, no?-

- ehm…-

- ha detto che non eccelle nella cucina e che vorrebbe riuscirci, no?- Harry si fermò sistemandosi la borsa sulla spalla e lo guardò cercando di capire se il suo amico c’era o ci faceva –sai quanto Hermione ami eccellere, dagli una chance!-

- non voglio morire avvelenato per causa sua- il moro riprese a camminare scotendo la testa, Ron era davvero impossibile.

- non capisci che te la farà pagare?-

Ed ecco il primo capitolo... che ne dite? Vale la pena recensire? *occhioni dolci mode on* Anche negativamente non importa ^-^
Comunque sappiate che non vi lascerò a secco come per lettere dal passato, l'ho già scritta tutta, quindi fidatevi questa volta non interrompo, a meno che babbo non mi requisisca il computer o che il pc mi scoppi in faccia xDxD.
Beh... pigna, pizzicotto, manicotto e tigre
baci!

PS: grazie emma xD ho modificato... è che all'inizio l'avevo programmato come un sesto... poi ho cambiato idea a metà e il dormitorio del sesto deve essermi sfuggita ^^' grazie infinite!!

  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Shee