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Autore: LeGeMeVoLLey    20/06/2012    1 recensioni
Puttana.
L'unica parola per descrivere quello che Gwendolyn era diventata.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia scritta senza pretese, come sfogo per una situazione che ho vissuto... i protagonisti sono un ragazzo e una ragazza, Golden e Gwendolyn... buona lettura!!
Diade




SHE’S A BITCH

POV: GOLDEN

Eravamo tutti seduti sui divanetti, attorno ad un basso tavolino pieno zeppo di bevande che poco prima avevamo ordinato, mentre nel locale risuonavano le note house, e le luci colorate illuminavano la pista da ballo, dove tanti corpi si muovevano al ritmo di musica. C’era una varietà ampia di persone: c’erano quelli timidi, che se ne stavano seduti in un angolino a bere il loro cocktail, guardandosi in torno con aria spaesata, gli intraprendenti, gruppi di persone che si scatenavano con movenze ridicole, fregandosene della gente sconosciuta che li guardava ridendo della loro goffaggine, gli scrutatori, ragazzi/ragazze che stavano al bancone a guardarsi in giro, per adocchiare il più bello o la più bella, per poi buttarsi in un ballo sfrenato, in fine c’erano le puttanelle di turno, pronte a soddisfare ogni richiesta di quest’ultimo gruppo, finendo
sempre con l’ andare in bagno a fare chissà cosa.
Non mi soffermai molto su quest’ultimo gruppo, sinceramente mi faceva proprio schifo il modo in cui quelle ragazze si concedevano in così poco tempo a dei perfetti sconosciuti, in quei loro abiti succinti che poco lasciavano coperto.
Fortunatamente mi ritengo un ragazzo che si distingue dalla massa, non mi interessa la ragazza da una botta e via, tendo di più a guardare quelle più
semplici, che non si mettono strati e strati di trucco e abiti provocanti per attirare l’ attenzione di qualche ragazzo, preferivo le ragazze semplici, simpatiche, che se ne fregano degli standard di bellezza di questi ultimi tempi, in cui per essere qualcuno devi menare il sedere come se da quello dipendesse la tua vita.
Sorseggiai con calma la birra ghiacciata, godendomi il sapore e il retrogusto leggermente amaro, quando rischiai di sputarla completamente addosso al mio amico appena il mio sguardo cadde sulla figura femminile di una persona che conoscevo, ma che non assomigliava per niente alla ragazza che ricordavo.
Questa indossava un cortissimo abito svolazzante, composto da più veli di
diverso colore, la profonda scollatura non conteneva il suo seno abbondante e cosparso di brillantini, fatto apposta per attirare gli sguardi sognanti di mille ragazzi troppo arrapati. Le gambe erano completamente scoperte, abbronzate e toniche, grazie ai tanti anni dedicati allo sport, i piedi erano calzati in vertiginosi sandali tempestati di brillantini che neanche un circense esperto avrebbe potuto indossare senza cadere almeno un centinaio di volte.
Avevo quasi timore di guardarla in faccia, volevo credere che quella che una volta era una ragazze normale non si fosse trasformata in una di quelle bamboline create solo per conquistare .
Puttana.
L’unica parola per descrivere quello che Gwendolyn era diventata.
Appena la guardai in viso il mio cuore perse un battito.

Era una puttana.
Sotto tutto quel trucco elaborato non riuscivo più a scorgere quella che una volta era la mia amica, ingioiellata fino alla punta dei capelli, si muoveva strusciando il corpo contro quello del ragazzo che, senza vergogna le stava tastando il culo come se fosse un oggetto per soddisfare i suoi più perversi pensieri, ma la cosa che mi lasciava più deluso di tutto questo era che il suo viso esprimeva piacere, per quello che quella sottospecie di scimmia le stava
facendo.
Vidi Gwendolyn socchiudere gli occhi e dischiudere le labbra buttando in
dietro la testa mentre il ragazzo le baciava la mascella, scendendo voracemente fino alla scollatura, sentii una rabbia montarmi dentro vedendo che lei non faceva nulla per fermarlo, anzi lo incitava premendo una mano sulla sua testa e
incollandosi sempre di più al suo corpo.
Buttai giù d’un botta quello che rimaneva della mia birra chiara e la posai
violentemente sul tavolo, facendo sobbalzare tutti.
<< che c’hai Gold?! >> mi domandò Lucas.
<< niente >> disse tra i denti.
<< non mi sembra nulla, sei viola dalla rabbia, cos’è, hai scoperto che la
ragazza con cui hai ballato prima ora se la sta facendo con qualcun altro? Eh?! >> mi schernì Andreji.
Gli lanciai uno sguardo fulminante, dopotutto non aveva tutti i torti.
<< all’ incirca >> risposi alla fine.
Non che ritenevo Gwendolyn la mia ragazza, ma non mi è mai stata del tutto indifferente, molto spesso mi ritrovavo disteso su di lei, e devo dire che stavo davvero comodo, tra noi c’era uno strano rapporto, fatto di battutine sul suo fisico, prima robusto, ora troppo magro, e soprattutto sul suo petto prominente, rimasto intaccato dalla perdita di peso, e le mi prendeva molto spesso a botte, lasciandomi la cinquina della sua mano sulla schiena.
Ora, vederla così cambiata, mi faceva impressione, era sempre stata contro questa mercerizzazione della donna, schifava le ragazze che si concedevano così facilmente ed ora era diventata una delle persona che odiava tanto.
Puttana.

Era l’ unica parola che avevo in mente per descrivere questa nuova

Gwendolyn, bella, ma superficiale.
Senza proferire parola mi alzai dal divanetto e mi diressi al centro della
pista.
Continuavo a tenere i miei occhi puntati sulla sua figura, per non perderla
tra l’ incrociarsi di corpi che ogni volta dovevo schivare per non finirci
contro. Più la guardavo, più volevo distogliere lo sguardo, ma volevo trovare un particolare che mi avrebbe confermato che, da qualche parte, sotto quell’ abito succinto e il trucco pesante, c’era ancora la Gwendolyn, che si, si truccava, ma non così tanto, si vestiva con abiti femminili, ma non per farsi guardare e mangiare con gli occhi da tutta la popolazione maschile, che ballava muovendo i fianchi con femminilità e non in modo così volgare.
Cercavo ancora una parte di lei che gridava: << Guardami, sono ancora io, la
piccola e solare Gwendolyn, quella che ero un tempo >>.
Mentre quello che il suo corpo urlava era : << Guardami, sono una puttanella che si muove per farti perdere la testa. Vuoi una ragazza facile? Eccomi, sono tutta tua >>.
Finalmente ero riuscito ha raggiungerla, lei aveva alzato la testa e riuscii a sentire la sua risata, mentre le mani del ragazzo continuavano a fare su e giù lungo il suo corpo, lei sembrava così felice delle attenzioni di quel ragazzo. Scorsi Gwendolyn che ondeggiava la lunga chioma e i fianchi andando a ritmo con la musica, vidi il ragazzo prenderle la faccia con tutte e due le mani e baciarla con prepotenza, quasi divorandole le labbra.
La cosa che mi fece più incazzare era vedere che non si opponeva a questa
presa di potere da parte del tipo, ma che invece lo lasciava fare, qualcosa
però mi fece capire che mentre lo stava baciando, la sua mente era da tutt’altra parte, non so dirvi che faccia fece quando mi vide, ma quello che so è che i suoi occhi esprimevano felicità, il resto della faccia esprimeva puro terrore.

Fine primo capitolo.

  
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