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Autore: DebDS    20/06/2012    2 recensioni
Può, una sola persona, distruggere il tuo mondo e, allo stesso tempo, renderlo migliore di quanto sia mai stato?
Va verso la porta e, prima di chiudersela alle spalle, si volta verso di me con un sorriso.
–Ci sarà modo.-
Inarco le sopracciglia.
–Ci sarà modo di conoscerci meglio.-
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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VI

 

 

 

 





E’ notte fonda, fuori c’è il diluvio. E’ da più o meno due ore che mi rigiro nel letto, ma non c’è niente da fare, non riesco a prendere sonno.

Mi alzo e mi siedo a terra, davanti alla finestra, a guardare la pioggia che cade.

Non mi piacciono i temporali, non mi sono mai piaciuti, però mi affascinano. Non riesco a distogliere lo sguardo dalla gocce di pioggia che scivolano sulla finestra.

Sento qualcuno mormorare parole sconnesse nel sonno, deve essere Simone, lo fa sempre, è sonnambulo. Una notte mi ha spaventato tantissimo, mi sono svegliato ed era in piedi accanto al mio letto, con lo sguardo vuoto sulla parete, ha sussurrato qualche parola a caso, si è voltato ed è tornato a letto. Quando, la mattina dopo, gliel’ho raccontato, non mi ha creduto e Daniel non riusciva a smettere di ridere.

Un sorriso mi spunta sul viso.

Luca ha cambiato stanza un paio di settimane fa e, onestamente, ne sono felice, adesso stiamo tutti meglio, si ride di più, c’è meno tensione in camera.

Sento dei passi dietro di me, di sicuro è Simone, di nuovo sonnambulo. Mi volto e… no, non è Simone.

E’ Daniel che si strofina gli occhi e si siede a terra vicino a me. –Non dormi?-

-Quando piove non riesco a prendere sonno. Tu?-

Scrolla le spalle, soffocando uno sbadiglio. –Mi sono svegliato e ti ho visto qui.-

Sorrido e rimaniamo in silenzio per un po’, fermi a fissare la pioggia fuori, che sembra si stia placando.

-No, basta, non voglio altro yogurt! Ste’, lasciami stare, dai, vieni qui…-

Saltiamo entrambi e ci voltiamo di scatto, poi, realizzando che è stato Simone nel sonno, scoppiamo a ridere, cercando di tenere bassa la voce, se lo svegliassimo probabilmente ci ucciderebbe.

-Mmm… ‘Ste’’… quanti amori che stanno nascendo in questa scuola!-, dice Daniel sdraiandosi a terra e chiudendo gli occhi, quando riusciamo a calmare le risate.

Lo guardo per qualche secondo… ‘quanti amori che stanno nascendo in questa scuola’… mi appoggio anche io accanto a lui e mi addormento così, con questa frase che mi rimbomba in testa.

                                                                                           

 

 



 

 

Io, Daniel e Simone corriamo il più velocemente possibile verso il teatro. Oggi è mercoledì, abbiamo gli scambi. E siamo tremendamente in ritardo per la lezione di recitazione.

Quando arriviamo, prima di aprire la porta, ci fermiamo, prendiamo un po’ di fiato ed entriamo con le teste basse.

-Oh, i tre moschettieri ci hanno degnato della loro presenza!-, esclama Mariani, il professore di recitazione.

Michela e Carlo soffocano una risata, vedendo la nostra aria trafelata mentre ci sediamo in seconda fila.

-Ora che ci siamo tutti…-, Mariani sposta nuovamente lo sguardo su di noi. -… volete provare una scena de ‘Il Paziente Inglese’?-

Tutti mugugniamo, muovendoci sulle sedie.

Il professore alza gli occhi al cielo. –E va bene, io vado a parlare con la preside, voi fate quello che vi pare, ma non lasciate il teatro!-

Ci alziamo e ci mettiamo tutti vicini a chiacchierare. Fortunatamente anche per le lezioni di scambio siamo stati divisi in gruppi che abbiamo potuto scegliere liberamente. Per la lezione di recitazione siamo io, Daniel, Simone, Carlo, Michela e Francesca.

-Fra, stasera che fate?-, chiede Michela alla bella ballerina estera.

-Oh, abbiamo pensato di andare ad una festa, la organizza un’amica di Stef, voi venite, vero?-

Io, Daniel, Simone e Michela ci scambiamo uno sguardo titubante, Carlo è troppo impegnato a guardare Francesca fingendo di non farlo, per prestare attenzione alla conversazione.

Francesca sbuffa. –Andiamo, questa situazione sta diventando ridicola! Se tutto va bene ci vedremo per i prossimi tre anni, non potete evitarvi per sempre!-, poi addolcisce il tono, cercando di convincerci. –E’ una festa, ci saranno tante persone, tanto belle ragazze.-, aggiunge lanciando uno sguardo a Simone.

Io e Daniel ci guardiamo con un ghigno, sappiamo già che Simone alla fine dirà sì, ma non per le ‘tante belle ragazze’, per ‘l’amica’ dell’organizzatrice.

E infatti il nostro compagno di stanza scrolla le spalle. –Okay.-

Fra sorride soddisfatta. –E voi?-                                

Michela è da giorni che ci ripete di voler uscire, quindi subito annuisce. –Per me va bene.-

-Carlo, tu?-

Carlo salta e si volta verso Francesca cercando di apparire disinteressato. –Una festa? Okay.-

Incrocio lo sguardo di Daniel che scuote lentamente il capo. –Noi restiamo qui, dobbiamo… provare una nuova coreografia di Dardani.-, dico con un sorriso di scuse.

-Ehi! Tre su cinque, è un gran risultato!-, esclama Francesca sorridendo.

Ridiamo tutti con lei e, mentre cambiano argomento, Daniel si avvicina a me. –Grazie.-, sussurra con un sorriso.

Lo capisco, Alessandro, Andrea e Luca non gli hanno mai rivolto la parola in due mesi che è qui e Dominique, dopo il casino in sala, non solo non ha parlato più nemmeno con me, ma ha persino cambiato professore.

Ricambio il sorriso. –Troveremo come divertirci.-

 




 

 

 

E’ da quasi mezz’ora che sono sdraiato sul letto, fermo a fissare il soffitto, mentre nella mia testa si svolge una durissima battaglia.

Credo che mi piaccia Daniel. Cioè, non lo credo. Mi piace Daniel. Ma non può piacermi. Cioè, siamo amici. E’ simpatico, divertente, a volte persino dolce. Ma non può piacermi. Non può.

E’ solo che ultimamente stiamo insieme ventiquattr’ore su ventiquattro, è normale che mi stia affezionando a lui. E sto confondendo cosa provo.

Sbuffo e mi giro su un fianco.                      

In quel momento Daniel esce dal bagno in boxer, con i capelli ancora tutti bagnati, qualche goccia gli scivola sul petto e…

Okay, basta, mi giro nuovamente a fissare il soffitto. Questa cosa deve finire. A me non piace Daniel.

-Matt, mi dispiace, sei rimasto qui per fare compagnia a me…-, dice mentre prende un jeans dall’armadio e se lo mette.

Sorrido e mi volto verso di lui, stando ben attento a non guardarlo per più di tre secondi. –Ma figurati, non avevo voglia di uscire, non mi piacciono molto le feste.-

Ricambia il mio sorriso e torna in bagno ad asciugarsi i capelli.

Bene, posso sopravvivere a questa serata. Almeno credo.

Dopo cinque minuti Danny torna in camera, mette una felpa e si siede a terra, vicino al mio letto. –Hai pensato a quello che ci ha detto Dardani?-

Ah, già, il professore ci ha fatto provare un’improvvisazione ieri, ha detto che siamo bravi, che potremmo montare una coreografia. Scuoto il capo. –A dir la verità, no, ma potrebbe essere bello.-

-Già!-, annuisce Daniel con entusiasmo. –Sarebbe divertente, perché non pensiamo a qualcosa?-, guarda l’orologio e si alza. –Perché non andiamo a provare? Sono le nove, abbiamo la sala per tre ore, potremmo farci venire in mente qualcosa e mostrarla a Dardani già venerdì!-

Mi lascio trasportare dal suo entusiasmo, ci cambiamo e dopo una decina di minuti siamo in sala danza.

-Allora… come si monta una coreografia?-, chiedo aggrottando le sopracciglia con un sorriso.

Daniel alza le spalle. –Be’, scegliamo prima una canzone.-

Perdiamo mezz’ora solo per decidere la canzone, alla fine scegliamo Up n’ Down di Britney Spears.

-Ecco, ora arriva il bello.-, dice Daniel ridendo e collegando l’iPod allo stereo.

Ascoltiamo la canzone un paio di volte e cominciamo a provare alcuni passi.

Riusciamo a montare i primi venti secondi, ma, riprovandoli una seconda volta, dimentichiamo tutto e dobbiamo ricominciare dall’inizio.

Un’ora dopo siamo ancora lì, tutti sudati, seduti a terra contro il muro, con le canzoni che ormai vanno avanti in riproduzione casuale.

-Be’, siamo riusciti a concludere…-

-… nulla.-, termina lui al posto mio e scoppiamo a ridere. –Siamo stati bravi, insomma.-

Continuiamo a ridere, ripensando a ciò che in più di un’ora non siamo riusciti a fare, mi fa male tutto, eravamo  così entusiasti che non ci siamo minimamente riscaldati e adesso mi sento distrutto.

-‘Troveremo come divertirci’, avevi ragione.-, dice Daniel con voce fioca.

–Non riesco più nemmeno a ridere.-

Lui si volta verso di me e scoppia a ridere, guardando la mia espressione dolorante. –E io che dovrei dire? Alla fine mi sei praticamente saltato addosso!-

Scoppiamo nuovamente a ridere, nonostante ci costi visibilmente fatica.

In un attimo mi tornano in mente i pensieri fatti in camera e non riesco a trattenermi, mi avvicino e poso le mie labbra sulle sue.

Lo sento bloccarsi e, dopo qualche secondo, allontanarsi da me. Si alza, ha gli occhi sgranati, muove lentamente le labbra, senza articolare nessun suono.

Il cuore mi batte a mille e mi rimbomba nelle orecchie, non riesco a formulare alcun pensiero, non so nemmeno se l’ho fatto davvero.

Daniel scuote lentamente il capo, si volta e lascia la sala di corsa senza una parola.

‘Posso sopravvivere a questa serata’. Mi sbagliavo.

 

 

 

 

 

 









 

 

 

Nota d’autore:


 

 

They kissed, they kissed! Jhshgalkjsfgak!

Okay, basta.

Carlo è la cucciolosità!

Ieri sono stata ‘costretta’ ad iniziare il seguito di questa storia, chissà, forse pubblicherò anche quello, prima o poi.

Ringrazio sempre chi legge, segue o ricorda questa storia, grazie, grazie, grazie!

Be’, oggi sono abbastanza di cattivo umore, quindi meglio finire qui le note, ahah.

Un bacio.

Clì.

  
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