Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: shelters    20/06/2012    2 recensioni
Stay,
Just a little bit longer. We want to play,
just a little bit longer.
"come se non te ne fossi mai andato"
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Honey si rassettò distrattamente il vestito pesca su una di quelle scomode panche in legno. Non era una ragazza molto credente, ma  era comunque cristiana. Ma in quell’afoso pomeriggio di metà Settembre era in chiesa per un motivo ben preciso. Ascoltava distrattamente il discorso che il sacerdote stava portando avanti, sulla vita dopo la morte e sul pensare positivo. Si stava torturando le piccole manine paffute perfettamente smaltate: era decisamente nervosa. Parlare in pubblico per lei non era una passeggiata, anzi, ma sentiva di doverlo fare, almeno in quell’occasione.
Se lo ricorda bene quel ragazzo, se li ricorda bene i capelli che tendevano a cambiare con la velocità di un tuono, se lo ricorda bene il sorriso dolce e il tono cortese, se le ricorda bene le ore passate al tavolo di mogano scuro di casa sua, mentre cercava inutilmente di farle apprendere la complicata, ma affascinante, letteratura italiana. La donna accanto a lei le sfiorò il palmo della mano con la stessa delicatezza del figlio, facendole intendere che era il suo momento. Si avvicinò titubante all’altare e, dopo essersi fatta un rapido segno della croce, si avvicinò al leggio.
La sua statura la costrinse ad abbassare il microfono di svariati centimetri e si sentì avvampare quando la sua flebile voce inondò la chiesa.
Aveva pensato tanto a quel discorso, così tanto che era diventato il suo tormento; ma credeva che quello che alla fine era riuscita a mettere insieme fosse abbastanza.
Si lasciò sfuggire un ultimo sospiro prima di aprire i fogli piegati malamente e iniziare il suo monologo.
“Ciao - disse, senza sapere se lo stesse indirizzando più a lui che alle persone presenti-
Suppongo che solo per comodità il tempo sia suddiviso in secondi, minuti, ore, giorni; quando in realtà, nella memoria e nell'anima, anche pochi secondi possono avere il peso di un’ intera vita.
In questi ultimi mesi non mi sono mai arrovellata sul "perchè" della malattia del mio amico, non avrebbe avuto senso.
Ricordo ancora le ripetizioni sui grandi poeti, i versi dedicati al peso della vita, al "male di vivere", all'impotenza di fronte a certi avvenimenti.
Non posso che dargli ragione, ma sembra quasi che questo ordine delle cose più vasto, inafferrabile, sia in realtà un'entità fredda e distante, qualcosa a volte ostile addirittura, un immenso velo d'ombra amara.
Non è così.
E sento adesso parole da chi mi è vicino, su Dio e la sua bontà, su questa entità che ci ama e ci sostiene, su questo Padre celeste.
Non posso dargli torto, ma non c'è nulla lì fuori di così personale, di così umano, se non l'immagine che ci creiamo per comprendere e semplificare.
Io la vedo più come un insieme neutro, impersonale nel suo complesso,  ma formato da un'infinità di forme e colori, energie e dolori.
Un universo che non ha senso d'essere pregato come Padre, che non ha senso considerare come qualcosa di ostile e freddo.
Gli occhi arrabbiati del ragazzo, che si è sentito dire che il suo male era cosa seria, di difficile cura, ma poi il suo sorriso il giorno dopo che emanava voglia di lottare.
Sentirlo dire a sua sorella minore "Non piangere, fammi un sorriso, andrò con la nonna a farle compagnia per un caffè".
Dirgli "Grazie di tutto" e ricevere un sorriso in risposta e un "lo so".
Stargli accanto dal dopopranzo alle undici di sera, con suo padre, sua sorella, sua mardre, che era come una seconda madre per me, seguendo con l'orecchio ogni suo respiro, sempre più piano, più leggero e poi solo lacrime, ma da parte mia anche un senso di sollievo nel vederlo fuori da una situazione insostenibile, di cui lui non si era mai lamentato.
In questi mesi e soprattutto nelle ultime settimane ho vissuto una situazione che mi ha segnata, mi ha tolto qualcosa di grande, ma ha lasciato qualcosa di altrettanto forte, un insegnamento sul senso della vita, sul valore della speranza, un significato più profondo del verbo Amare.
Ora per ora, mi piacerebbe solo dirti “resta”.

Stay,
Just a little bit longer
We want to play
Just a little bit longer

 

Ma ormai è tardi, neppure Jackson Browne riuscirebbe a trattenerti. Sei partito per un posto che nessuno conosce. O forse quel posto alla fin fine lo conosciamo, perché sono abbastanza sicura di conoscere il mio cuore.                                                                                                                                                                                                                                                                                            

 Con tanto amore, la tua Honey.”

 
Alzò la testa quasi timorosa degli sguardi altrui, ma trovò solo sorrisi riconoscenti, sguardi ricchi di approvazione e tante, tante lacrime. Lasciò un leggero bacio sulla sobria bara e tornò a sedersi al suo posto, sentendosi affiancare da una figura sovraumana, una figura alta, con indosso una camicia a quadri e un’espressione radiosa, coperta forse da qualche riccio ribelle.
Sorrise per la sua “visione”, mentre, quasi inconsciamente, sussurrava un “come se non te ne fossi mai andato” 

 

 

---------------------------------

per una volta metto un piccolo appunto sotto la OS. spero vi sia piaciuta, perchè ci ho messo veramente TANTO di mio. 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: shelters