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Autore: taly_her    20/06/2012    2 recensioni
[Harry Potter/Percy Jackson]
E se il nostro Percy che dovrà vedersela con Satiri e dèi fosse invece il Percy intelligente e imbranato della famiglia Weasley?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Percy Weasley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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  Percy Weasley e gli dei dell'Olimpo.

 

Capitolo 1

 

Non ho scelto io di essere un purosangue.

Per i maghi comuni è facile pensare che il sangue non faccia la differenza ma , credetemi, non è così.

Se pensate di essere semplici purosangue è ok. Continuate pure a leggere. Ma se sentite scorrere qualcosa nelle vostre vene, qualcosa di speciale che vi smuove dentro mentre leggete tutto ciò, allora chiudete immediatamente questo libro e continuate a vivere la vostra vita da semplici maghi.

Mi chiamo Percy, Percy Weasley.

Fino a qualche mese fa lavoravo al Ministero della Magia, sono sempre stato un ragazzo brillante.

O forse era soltanto la bacchetta che alcuni colleghi infantili avevano attaccato alla mia schiena e che si illuminava ad ogni Lumos .

Ma, come ho detto prima, si tratta solamente di qualche mago un po’ infantile.

Le cose hanno cominciato a prendere una strana piega il mese scorso, quando sono partito con alcuni maghi dotati di uno straordinario intelletto – tuttavia non paragonabile al mio – per visitare un museo ripieno di anticaglie greche e romane.

Lo so, per menti poco illuminate come le vostre potrà sembrare una tortura ma, a parer mio, tutto ciò era a dir poco straordinario.

Il Signor Wright era un uomo di mezza età che andava sempre in giro indossando il suo mantello dell’invisibilità. Era inciampato non so quante volte, per questo motivo era tutto logoro e pieno di strappi e cuciture, ma faceva così pena agli organizzatori di quell’evento che non riuscirono ad impedirgli di farci da guida.

Tutti sanno che la mia famiglia non possiede enormi ricchezze- a dir la verità siamo quasi dei poveracci- ma, la classe non è succo di zucca!

Era la prima volta che mi recavo in un posto del genere senza la mia imbarazzante famiglia e, proprio per questo motivo, ero assolutamente convinto che sarebbe andato tutto liscio come l’idromele.

Per tutte le cavallette, se mi sbagliavo!

Il fatto è che, ogni volta che decido di fare qualcosa per elevare la mia cultura, succede qualcosa di orrendo. Come quella volta ad Hogsmeade, quando Fred e George scambiarono la mia bacchetta con una di loro invenzione. Non volevo mica far esplodere mezzo villaggio, ma ovviamente Gazza mi punì lo stesso. E prima ancora, quando eravamo all’acquario con la zia, sulla passerella della vasca degli squali, e chissà come feci un tuffo fuori programma. E quella volta in cui…Insomma, avete capito.

Questa volta, però, ero ottimista. Sarebbe andato tutto bene.

Sfrecciando a cavallo della mia scopalinda, e rigorosamente a rallentatore nell’immenso cielo azzuro, cercai di stare lontano dal bulletto della situazione: Michael Coldrain, il quale, in quel momento, era intento a lanciare un paio di fatture al mio migliore amico Garrett.
Garrett era un bersaglio facile. Piangeva sempre quando qualcosa gli andava storto, era quasi peggio di me! Come se non bastasse, sembrava quasi fosse nato dall'accoppiamento di una mezzosangue e un centauro, poiché dai suoi pantaloni spuntavano parecchi peli. E come se non bastasse era un magonò.
Improvvisamente, Michael puntò la bacchetta nella mia direzione.
Cercai di coprirmi il viso con le mani – Non farmi male! – cominciai a piagnucolare e a tremare nello stesso tempo ma, fortunatamente, il signor Wright attirò verso di sé tutta l’attenzione: dovevamo atterrare ed entrare nel museo.
Quando entrammo nell’immenso edificio, restai quasi a bocca aperta. Non risucivo a credere che quella roba fosse sopravvissuta per così tanto tempo. Probabilmente, era tutta opera di maghi eccellenti e, sicuramente, avevo ereditato in qualche modo tutte le loro qualità.
Wright ci riunì attorno ad una colonna e cominciò a descriverla accuratamente e nei minimi dettagli, ero molto interessato e cercavo di memorizzare accuratamente ogni parola che usciva dalla sua bocca.
Un colpo di tosse e la signorina Fields mi fulminò con lo sguardo. La Fields era giovane, più bassa della sua età e indossava sempre mantelli con colori vivaci, nonostante lo statuto di
Segretezza emanato dal Ministero.
Si rivolgeva spesso a me con ostilità e cercava sempre di farmi passare per un combinaguai! Ma non sono mica come i miei fratelli!
Ero talmente perso nei miei pensieri che mi accorsi a malapena della voce del signor Wright che mi stava chiamando.
Weasley! – disse indicando una figura su una stele – sai, dunque, dirci cosa rappresenza questa immagine?
Sorrisi, ovviamente ero preparato. – E’ Crono che divora i suoi figli e lo fa perché… - cominciai a spiegare tutta la storia anche se nessuno me l’aveva chiesto ma, ovviamente, ero spinto da un profondo desiderio di mettermi in mostra.
Poco dopo, ci ordinò di uscire per fare merenda. In cielo si stava preparando un bel temporale, sarebbe stato difficile per me cavalcare la mia scopa con il cattivo tempo.
Ultimamente il tempo sembrava impazzito. Avevamo avuto tempeste di neve, inondazioni, incendi causati da fulmini. Non mi sarei sorpreso se fosse arrivato un uragano.
Nessun altro però sembrava farci caso. C’era chi si lanciava fatture e chi invece giocava con pezzi di cibo.
Il signor Wright era lontano da noi, lo vedevo bene, ragion per cui Michael cominciò a lanciarci fatture senza il timore di venir scoperto da un “adulto”.
Cercai di mantenere la calma. Non potevo piangere davanti a tutti. Cosa avrebbe detto mia madre? E mio padre? E i miei fratelli? Non potevo permettermi di essere la femminuccia della famiglia, non potevo rubare il posto a Ginny. O, forse, ero più femminuccia di lei…
Comunque sia, non ricordo esattamente cosa fosse successo, ma Michael si ritrovò con tutti gli indumenti bagnati. Improvvisamente la Fields si materializzò davanti a noi. – Vieni con me – disse.
-Aspetti! È tutta colpa mia! – gridò Garrett. Non riuscivo a credere che stesse cercando di coprirmi. Garrett era più debole e piagnucolone di me.
Lei lo ignorò e mi condusse all’interno del museo, in una sala deserta. La Fields stava davanti a me, con la braccia incrociate emettendo uno strano verso con la gola. Gracidava, forse?
- Da una famiglia come la tua non potevamo aspettarti altro. Ma, pensavi davvero che non ti avremmo scoperto?-
Non riuscivo a capire di cosa stesse parlando. Forse mi stava elogiando per il mio intelletto…Eppure avevo un brutto presentimento.
Tutta colpa di Fred e George pensai le avranno sicuramente fatto uno scherzo di cattivo gusto!
-Ebbene?-
-Signora Fields non può incolpare me. Se i miei fratelli sono poco intell…-
Non riuscii a terminare la frase. I suoi occhi si incendiarono e le sue dita si allungarono in artigli. Sul suo corpo comparvero enormi ali di pelle. Spalancò le sue enormi zanne pronta a ridurmi in pezzettini.
Con le mani sudate e in preda al panico, cercai invano di prendere la bacchetta.
Poi la situazione percipitò. Il signor Wright sbucò davanti a me con una ricordella in mano.
-Percy! Tieni questa, è un'arma molto potente! - gridò, e mi lanciò la ricordella.

-È una ricordella! Una ricordella! - urlai in preda al panico. Il signor Wrgiht doveva essere impazzito.

Improvvisamente, La Fields si avventò contro di me. I suoi artigli mi sfiorarono la spalla, urlai spaventato e mi rintanai in un angolino, tremando. Mi aveva in pugno.

-Muori pezzente!- ringhiò puntando verso di me.

In quell’istante, in preda alla paura, feci l’unica cosa che mi venne naturale: sfregai la ricordella che, improvvisamente, si trasformò in una bacchetta di un color verde marcio, con incise delle iscrizioni in una lingua incomprensibile e che emanava un fortissimo odore d’alga.
La punta della bacchetta la colpì sulla spalla trapassando tutto il suo corpo. La Fields svanì in una nuvola di fumo, lasciando nell’aria un odore acre.
Osservai la stanza: ero solo. In mano la ricordella che il signor Wright mi aveva lanciato.
Mi tremavano le mani e anche il corpo. Probabilmente Fred e George mi avevano messo qualcosa di particolare nel pranzo, una delle loro invenzioni insomma.
Ma avevo davvero immaginato tutto?
Tornai fuori.
Stava cominciando a piovere.
Garrett era seduto su una scalinata, Michael era ancora bagnato. Quando mi vide disse: - Spero che la Walker ti abbia sgridato.
-Chi? – chiesi.
-La nostra accompagnatrice, lurido pezzente! -
Strizzai gli occhi. Non esisteva nessuna accompagnatrice che si chiamava Walker. Gli chiesi di cosa stesse parlando e alzò gli occhi al cielo prima di allontanarsi.
Allora chiesi a Garrett dove fosse la Fields.
- Chi? – fece lui.
Ma aveva esitato, perciò pensai che si trattasse di uno scherzo.
- Non è divertente, dai , è una cosa seria. -
Il signor Wright si avvicinò a noi. –Ah! La mia ricordella! L’hai trovata, grazie! Non risucivo a ricordare dove fosse- sorrise con fare imbarazzato.
- Signore… - cominciai – dov’è la signorina Fields ? –
Mi guardò con aria confusa. – Chi ? -
- L’altra accompagnatrice… - dissi con voce tremante. Non volevo finire al San Mungo!
Lui aggrottò la fronte e mi guardò con aria preoccupata. – Percy, non esiste nessuna signora Fields…Sei sicuro di sentirti bene?

 

 


Amy's corner

Un ringraziamento speciale a wendynoh, che ha letto per prima questo capitolo e, soprattutto voglio ringraziarla per avermi donato tutto il suo supporto durante la stesura di questo "libro".

   
 
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