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Autore: Levity    06/01/2007    0 recensioni
Un incidente... Cameron in gravi condizioni... può questo far smuovere il duro animo di House e spingerlo a dichiararsi alla donna che desidera? Oppure verrà frenato dai mille dubbi che in tutti gli anni si sono accumulati e hanno formato una barriera attorno al suo cuore?
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 - PENSIERI

 

Erano passate circa 6 ore dall’arrivo della donna in ospedale, ed era stata trasferita dalla terapia intensiva ad un altro reparto. Si era rotta un polso soltanto, ma aveva subito un trauma cranico piuttosto grave, ma il problema pareva essere stato risolto dopo un operazione.

Cameron si trovava ora in una stanza luminosa, dormiva tranquilla ed aveva la testa fasciata. Ai piedi del letto stavano Chase e Foreman, entrambi visibilmente tesi.

Dopo alcuni istanti la donna cominciò finalmente a svegliarsi, dischiuse gli occhi lentamente e mise a fuoco la stanza -che…che è successo?- chiese con la sua debole voce attirando l’attenzione dei suoi due colleghi -Allison!- Foreman le si avvicinò per primo, le sorrise e l’abbracciò delicatamente -siamo così felici che tu ora stia bene!- aggiunse per poi fare spazio a Chase che si era avvicinato a sua volta, -hai avuto un incidente…- disse l’intensivologo con voce tetra -hai subito un trauma cranico e ti sei rotta un polso, ma ora dovresti stare bene…- il suo volto pareva sollevato, e la sua voce era calda e gentile, Cameron sorrise ai due, ricordava appena gli avvenimenti di quel giorno, ciò che era successo prima dell’incidente per lei era solo un debole ricordo sfocato, ricordava che aveva premuto sull’acceleratore nonostante la pioggia, ma non rammentava il perché, poi ricordò: House… istintivamente lanciò uno sguardo attorno a se, come in cerca di qualcuno, dopo che i suoi occhi ebbero percorso l’intera stanza abbassò la testa, pareva delusa.

Chase scosse il capo -mi dispiace lui… non c’è…lo so che questo potrebbe ferirti, ma… lui non è mai venuto a trovarti… mi pareva giusto che lo sapessi- Cameron intuì dal tono di voce del collega che non approvava il comportamento di House, e che probabilmente lo riteneva responsabile dell’accaduto, e questo la preoccupò leggermente…-oh non… non importa, tanto non lo aspettavo…- disse con voce flebile, suscitando gli sguardi perplessi dei due uomini.

Mentiva ovviamente, quando aveva aperto gli occhi era stata convinta che l’avrebbe trovato li, che fosse stato li per tutto il tempo in cui dormiva, proprio come aveva fatto lei quando House era stato ferito da un colpo di pistola. Ma House era House, era un bastardo e probabilmente non si sentiva nemmeno in colpa per ciò che era successo, di sicuro non aveva sentito il bisogno di andare ad accertarsi di come stesse. Questo la faceva stare male, ma ormai si era rassegnata…

House era nel suo ufficio, giocava con la pallina da baseball rossa e bianca e pensava… pensava a cosa era successo a Cameron, da principio si era ritenuto colpevole, e quindi meritevole del pugno datogli da Foreman, ma con il passare delle ore aveva iniziato a pensare che Cameron aveva fatto tutto da sola, lui non l’aveva obbligata ad accelerare, quindi non era un suo problema.

Ma ora stava riflettendo di nuovo, nonostante si fosse discolpato non poteva fare a meno di pensare che se lui non le avesse detto di sbrigarsi tutto quello non sarebbe successo. Ma come poteva dirglielo? Con che coraggio sarebbe andato da lei a dirle che gli dispiaceva? Ad assumersi le colpe Gregory House non era mai stato bravo, ad assumersi delle responsabilità nemmeno, però con Cameron era diverso… le aveva gia causato tanto dolore con il suo essere stronzo, e se avesse anche ignorato questo avvenimento non solo si sarebbe odiato da solo, ma anche lei avrebbe potuto lasciarlo perdere sul serio.

“Ma non era questo che volevo?” si chiese chiudendo gli occhi per riflettere “no” la risposta non venne dalla sua mente, ma bensì dal suo cuore… lui non voleva che Cameron lo odiasse, voleva che lei continuasse ad ammirarlo, a venerarlo, e perché no? Ad amarlo… con stupore si ritrovò a pensare a queste cose, scosse il capo incredulo ma dovette dare ragione ai suoi pensieri: a lui piaceva essere amato da lei, perché, tutto sommato, nonostante non l’amasse incondizionatamente la donna non gli era indifferente, così bella, così gentile e comprensiva, così dolce e intelligente.

Lei era perfetta, e sarebbe bastato un gesto per averla sua…

  
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