Una shottina dolcerrima sulla mia strana coppia nuova di zecca, che presto apparirà anche in “Farewell”, la mia long.

Enjoy!

Piccola storia di un cielo in bottiglia

A Matteo,

perché ogni buona storia deve avere

un sogno da cui partire.

Il mio sogno porta gli occhiali con le lenti fotosensibili.

Ognuno ha il sogno che si merita

Quando Scorpius Malfoy raggiunse la Farmacia & Pozioneria Lupin, il cartello sulla porta diceva già CHIUSO.

La parola era scritta, ovviamente, in lettere che cambiavano colore continuamente.

Scorpius sorrise: Teddy doveva mettere del suo ovunque.

Provò a girare la maniglia.

Esattamente come gli aveva detto la strillettera che Teddy gli aveva fatto recapitare, la porta era aperta.

Entrando, pensò che la prima cosa che doveva dire al proprietario della farmacia era che doveva davvero smetterla di comunicare con lui attraverso le strillettere. Erano piuttosto imbarazzanti, anche se nessuno aveva ancora battuto quella che aveva ricevuto due mesi prima in ufficio. Non era affatto bello che tutti i suoi colleghi avessero sentito una busta rossa urlargli contro che un amico giapponese aveva portato del sushi e il sesso di quella sera sarebbe stato la cosa più selvaggia e spettacolare che avesse mai fatto.

Che poi, in effetti, lo era stato, ma questo non cambiava le cose.

L'interno del negozio era completamente buio.

“Teddy?” Provò a chiamare, ma la sua voce si perse nel nulla. Che diamine stava combinando quell'uomo?

“Teddy!” Riprovò, più deciso, avanzando a tentoni nell'oscurità.

La chiave girò nella toppa della porta alle sue spalle.

Scorpius si girò di scatto, facendo traballare una fila di vasetti contenenti chissà quale diavoleria.

“Teddy, non è divertente.”

Una mano giunse da dietro di lui e andò a tappargli la bocca per impedirgli di urlare.

Per un istante, Scorpius si sentì prendere dal panico, ma un attimo dopo, quando il corpo dello sconosciuto si appoggiò al suo, aderendo perfettamente alla sua schiena, si rilassò totalmente.

Quel profumo era portato da un solo ed unico uomo, che se lo distillava personalmente ogni tre mesi.

“Non solo sei entrato nel mio negozio di notte, ma stavi addirittura rischiando di far sfracellare in terra almeno una decina di vasetti di estratto di Mandragola fresco. Cosa hai da dire in tua discolpa?”

“Mmmmmammmm mmmemmenmn”

Teddy tolse la mano dalla bocca di Scorpius.

“Grazie, signor proprietario del negozio. Si dà il caso che io sia stato invitato qui dal mio uomo per festeggiare il mio ventesimo compleanno.”

“Spiacente ragazzo, non conosco il tuo uomo.”

Scorpius si voltò di scatto, rapido come una vipera.

“Permettimi di rinfrescarti la memoria.” Soffiò, tentando alla ceca quello che, nella sua mente, doveva essere un bacio passionale.

Le sue labbra di posarono, affamate, sull'orecchio destro di Teddy Lupin, che ridacchiò sommessamente.

“Il mio lobo e il mio timpano sono molto eccitati dalla tua performance, davvero, ma ora ti pregherei di togliere la lingua dal mio orecchio.”

“Se tu accendessi la luce, invece di elaborare queste stronzate romantiche, queste cose non succederebbero.”

Uno schiocco di dita e il negozio si illuminò di colpo, rivelando il Teddy più elegante che a Scorpius fosse mai capitato di vedere.

“Wow...” Esalò il giovane. “Direi davvero che sei scopabile stasera. Molto.”

Teddy ridacchiò.

Il corpo sottile fasciato nel completo blu scuro e i capelli in tinta facevano del giovane Lupin quasi di certo il più bel pozionista che Diagon Alley avesse visto negli ultimi anni.

“Ho una sorpresa per te.” Sussurrò, malizioso, alzandosi in punta di piedi per dare a Scorpius un leggero bacio sulle labbra. “Ragazzino.”

Scorpius alzò gli occhi al cielo, raccogliendo la provocazione.

Era il loro gioco.

“La finirai mai con questa storia?”

“Finché tu sarai di otto anni più giovane del sottoscritto no, non la finirò.”

“Ti perdono solo perché n0n mi hai ancora dato il mio regalo.”

“E perché bacio come un dio.”

“Lupin...”

Teddy finse di rabbrividire.

“Lo sai che detesto quando mi chiami così. Il regalo è revocato.”

All'improvviso, Scorpius lo afferrò per il bavero della giacca, attirandolo a sé e facendo scivolare a tradimento la lingua dentro alla sua bocca.

Teddy gemette appena.

“Mi hai quasi convinto...” Soffiò sulle sue labbra.

“Ho altre armi di persuasione, se vuoi...” Propose Scorpius, ammiccante, facendo scivolare una mano sul petto del più vecchio.

Che si scostò, i capelli trasfigurati in una vividissima macchia rossa.

“Mi hai rovinato l'abbinamento, disgraziato.”

Scorpius rise.

“Hai un nonsoché di Weasley.”

Teddy scosse il capo, alzando gli occhi al cielo.

“Forza ragazzino, non ho tutta la notte.” E presolo per mano, lo trascinò oltre una tenda scura, nel suo laboratorio.

Di nuovo al buio.

“Lupin, stasera hai la mania del niente-luce-per-Scorpius?”

Teddy, però, questa volta non rispose. Da dietro, passò le braccia oltre i fianchi di Scorpius, andando a prendere le sue mani tra le proprie.

“Chiudi gli occhi.” Mormorò, dolcemente.

Scorpius eseguì, mentre diversi brividi correvano lungo la sua schiena.

Sarebbe stata una cosa tutta speciale, lo sentiva in ogni cellula del suo corpo.

Senza dire più nulla, Teddy lo guidò, facendogli attraversare la piccola stanza da un'estremità all'altra.
Quando Teddy lo frenò, Scorpius si trovava davanti a un tavolo.

Il giovane uomo guidò le sue mani a toccare una scatola posata su quel tavolo.

Una scatola piccola, cubica, di legno leggero.

“Aprila.” Sussurrò Teddy, lasciandogli libere le mani.

Scorpius, nell'eseguire quel dolce orgine, tremava di amore e curiosità.

“Rischio... rischio di esplodere?” Domandò con un filo di voce.

Non stava bene in tensione Scorpius Malfoy. Nemmeno in quel genere di tensione.

La risposta di Lupin fu un bacio sul collo rovente come un marchio a fuoco.

“D'accordo la apro...”

E la aprì.

“Oh mio Dio Teddy...” Biascicò, sollevandosi davanti agli occhi il contenuto della scatola.

Nella piccola boccetta di vetro trasparente galleggiava niente di meno che il cielo stesso.

Una microscopica luna troneggiava su una distesa di stelle brillanti come nemmeno quelle vere erano.

“Si... si vedono persino le costellazioni... Teddy,come hai fatto?” Domandò Scorpius, voltandosi.

La luna in miniatura illuminò un paio di occhi scuri e innamorati.

“Ho impiegato cinque mesi per perfezionarla. L'ho chiamata Caelum in Utrem. E non mi guardare così: lo sai che non ho mai avuto tanta fantasia.”

“Teddy è...”

“Hai detto che l'unica cosa che eri certo non ti avrei mai regalato era la luna. In qualche modo dovevo dimostrarti il contrario... e così è nata lei.” Spiegò, indicando la pozione.

“E che succede se la bevo?” Chiese Scorpius sulle sue labbra.

Teddy sorrise, meraviglioso nel pallore lunare.

“Probabilmente brilleresti per un paio di giorni.”

“E' un cielo vero.”

Teddy annuì.

“C'è ogni singola stella che l'uomo conosca. Ma il bello è che...”

“Baciami.”

“Non ancora...”

In silenzio, delicatamente, Teddy prese la boccetta dalle mani del ragazzo e l'aprì. Astri e luna schizzarono fuori, andandosi a distribuire sul soffitto del laboratorio, trasformandolo in un tripudio di stelle brillanti.

“Puoi toccarle se vuoi... e riimbottigliarle e anche...”

“Ho sempre sognato fare l'amore sotto le stelle.”

Teddy sorrise mentre le braccia di Scorpius circondavano il suo corpo.

“Consideralo un anticipo sul prossimo regalo.”