Eccomi di
nuovo a torturarvi xD
Inizio con
i ringraziamenti e poi do il via alla storia!
Cami-war:
grazie per il consiglio =) mi fa piacere che la mia storia ti
intrippi in qualche modo xD.
Spero che continuerai a leggerla!
Dark Magician: grazie per la correzione, come farei senza di te xD. I XIII 4ever *__*
Chihiro:
sono tornata superprestissimo con un altro capitolo che spero ti possa piacere
=) (è vacanza e ho un casino di tempo libero yuhuuuu)
Malu kuku: la tua filosofia è assolutamente appropriata xD. A proposito della frase, mi fa
veramente piacere che ti sia piaciuta, qualche volta
mi vengono fuori frasi… normali xD cmq ecco qua il terzo capitolo appena sfornato!
Incontro inaspettato
La stanza
al primo piano della base del “Comitato di ristrutturazione della Fortezza
Oscura” dove Lara dormiva era diventata un via vai di oggetti
animati e persone, da quando la nuova arrivata era caduta in un sonno profondo
che la teneva incatenata da una settimana.
Sora era
dovuto partire alla volta di uno dei tanti pianeti che doveva ancora visitare,
quindi l’aveva lasciata in custodia ad Aerith, Yuffie e Merlino,
non fidandosi troppo delle capacità curative di Cid e Leon.
I tre
incaricati avevano fatto di tutto per svegliarla, le avevano somministrato
medicine e in qualche modo fatto bere pozioni, ma
nulla aveva suscitato l’effetto sperato.
Finalmente,
il pomeriggio dell’ottavo giorno, Yuffie che era di turno vide la ragazza
aprire gli occhi; le si accostò affianco chiamandola.
Lara si
sentiva confusa ci mise qualche minuto per riabituare gli occhi alla luce,
quando riuscì a mettere a fuoco la situazione notò che una ragazza dai capelli
corti le stava parlando; si alzò a sedere.
Yuffie
subito le chiese –come ti senti? Stai bene?
La castana
le rispose facendo sì con la testa, una domanda le arrivò spontanea –chi sei?-
Stranamente
da qualche giorno a quella parte non faceva che chiedere “chi sei?” a tutti, quasi
le veniva da ridere.
-io sono Yuffie- rispose la ninja sedendosi su una poltrona
vicino al letto –hai dormito per ben 7 giorni sai? È un record!- continuò
divertita.
Lara la
guardò poi distolse lo sguardo e lo posò sulle sue ginocchia –cosi tanto?...-
Un nome le
balenò alla mente –dov’è Sora?-
Yuffie
sorrise a quella domanda –è partito, ma tornerà presto tranquilla. Piuttosto…
ti ricordi niente di cosa è successo prima che arrivassi qui?-
Lara si
aspettava quella domanda e avrebbe risposto, non c’era
alcun motivo di celare la verità, non di sicuro a gente che l’aveva salvata, ma
non era ancora pronta…
-si, ma…-
-se non
vuoi parlare adesso non fa niente- la tranquillizzò la
ninja –non c’è fretta. Sarai abbastanza confusa e affamata, vuoi che ti porti
qualcosa?-
Lara fu
grata a quella ragazza di non aver insistito; si alzò e si avvicinò alla ninja
sorridendole –in effetti ho un po’ di fame, però
preferirei uscire da questa stanza. Quindi non c’è
bisogno che mi porti niente, vengo io-
-allora
aspetto qui fuori che tu ti vesta, poi scendiamo
insieme-
-D’accordo.
Dove sono i miei vestiti?- chiese guardandosi intorno senza
scorgerli.
-Oh, quei
vestiti… mi dispiace ma abbiamo dovuto buttarli, erano
tutti strappati. In compenso però ti abbiamo già preparato un completo
bellissimo, pensa che l’hanno fatto le tre fate in
persona- si avvicinò all’orecchio di Lara come per non farsi sentire da nessuno
anche se in quella stanza c’erano solo loro due –in realtà erano la nostra
ultima possibilità, i negozi al giorno d’oggi non fanno proprio dei vestiti…
come dire… adatti a delle ragazze- tornò in dietro –non dirlo a nessuno però-
sussurrò portandosi un dito alla bocca.
Lara la
assecondò divertita da quel comportamento, come facevano ad essere tutti così
gioviali in quel posto? Prima Sora, adesso quella strana ragazza.
-non ti
preoccupare, in fondo non mi piacevano molto quei vestiti- la
rassicurò.
-allora siamo a posto- Yuffie uscì dalla stanza ridacchiando.
Lara ritrovandosi
di nuovo sola, ripensò a cosa era successo quel giorno
che le sembrava ieri, sicura però che le risposte non sarebbero arrivate da
sole; le domande erano mille e lei non sapeva rispondere a nessuna di esse.
Una cosa
veramente frustrante…
Pensò a
Margot, a cosa le avevano fatto e una muta rabbia le
crebbe dentro.
L’avrebbe
trovata e insieme sarebbero andate a New York per il
giorno del suo compleanno.
Iniziò a vestirsi
cercando di pensare ad altro ma quanto più provava a concentrarsi su
qualcos’altro, tanto più quell’argomento le tornava in mente insistente.
In fondo cosa vuol dire avere metà cuore?
Un essere
senza cuore per natura non può esistere… e quindi lei cos’era?
Ancora
domande, domande, domande e nessuna possibilità di
risposta.
Si decise
a non pensarci più, anche se era importante, da sola non avrebbe
risolto nulla; doveva chiedere… cercare qualcuno che capisse e potesse
spiegargli. Probabilmente la gente che l’aveva aiutata ne sapeva qualcosa...
Si vestì
in fretta e raggiunse Yuffie fuori dalla porta, al che
la ragazza la guardò compiaciuta e orgogliosa –l’ho detto io, di saper
scegliere i vestiti! Pensa che quelle tre pazze non riuscivano
più a decidersi, sono stata io a dare loro un’idea geniale!-
Lara
indossava dei pantaloncini corti di un verde acqua con
tre cinture che disordinate le fasciavano la vita, un top con cappuccio e zip a
righe bianche e azzurre; dei fili di stoffa erano collegati alle spallucce del
top e si andavano ad unire a dei pezzi di manica che iniziavano poco sopra il
gomito e fasciavano stretto il braccio; le maniche finivano coprendo il palmo
della mano e fermandosi tra le fessure che dividono le dita coprendo parte di
esse.
La castana
si guardò un attimo per poi sorridere soddisfatta –è veramente originale e…
strano, per questo mi piace da impazzire!-
Yuffie
fece il segno di vittoria.
Non
indugiarono oltre e Lara fu portata in cucina, dove la povera ragazza si
abbuffò come se non mangiasse da mesi.
Il
pomeriggio trascorse veloce e stancante; le due ragazze passarono tutto il
tempo insieme, la ninja le presentò il resto del gruppo e la portò in giro per
Radiant Garden a conoscere gli abitanti e a mostrarle i luoghi più belli e pacifici.
Si soffermarono soprattutto alle rovine del castello, lì la
mora le raccontò un po’ della storia di quel mondo sfortunato, facendo
anche alcune considerazioni poco gentili su Ansem.
La sera tutti i membri del gruppo tornarono alla base stanchi e affamati, tranne
Lara che preferì passare un po’ di tempo da sola… a riflettere.
Non
conoscendo benissimo la zona decise di seguire l’istinto; camminò per una buona
mezz’ora tra le vie della città ormai quasi deserte, le ultime persone in giro
erano occupate a salutare i vicini o a chiudere il negozio. Lara passeggiava
per quelle vie osservando curiosa chiunque incontrasse, non aveva mai visto un città del genere e ciò la affascinava molto; gli edifici
erano dei colori più strambi e svariati, mai nessuno che avesse più di due
piani, i vestiti degli abitanti poi… sembrava venissero da un altro mondo.
Senza
rendersene conto arrivò alla soglia di una delle zone distrutte del castello; quel luogo le dava un senso di pace, nessuno
voleva rischiare la vita avvicinandosi alle rovine, tranne ovviamente il
comitato di ristrutturazione, quindi non c’era pericolo di essere disturbata.
Si sedette
su una sporgenza che dava sul burrone, un lieve venticello le scompigliava i
capelli accarezzandogli la pelle dolce e protettivo; portò
le mani dietro per sorreggersi mentre alzava la testa per guardare le stelle
che la sovrastavano; una, due, tre, quella sera erano veramente tante e tutte
così calme… ferme al loro posto come un trofeo che si lascia osservare da chiunque
ma conquistare solo da pochi. Un senso di impotenza la
avvolse… sospirò inarcando la testa di lato.
Quella
giornata passata in compagnia di Yuffie era stata stupenda, ma lei sentiva… che
non era lì il suo posto; non era lì a sorridere con un’amica, non era lì a
guardare tranquilla le stelle, non era lì in quel mondo così diverso dal suo.
Un fruscio
di vestiti che sfregano tra di loro la destò dai suoi
pensieri, si girò di scatto per cercare la fonte di quel rumore, la trovò… un
uomo vestito completamente di nero camminava con passo lento verso una delle
tante sporgenze in quel luogo, sembrava non si fosse accorto della sua
presenza.
Lei si
alzò con cautela, attenta a produrre il minimo rumore e si avvicinò a quella
figura, quando fu a pochi passi da lui si bloccò; cosa aveva intenzione di
fare? Quel tipo assomigliava tanto all’uomo incontrato nell’aeroplano ma… anche
se fosse stato lui? Cosa
avrebbe fatto?
In caso di
pericolo non si sarebbe potuta difendere, non aveva un’arma e neanche un po’ di abilità nella difesa a mani nude; con questi pensieri
continuò ad avanzare imperterrita, non le importava…voleva sapere…
Non riuscì
a fare che pochi passi perché si ritrovò in un attimo una mano al collo che
stringeva e degli occhi verdi che la fissavano… privi di umanità.
Il tempo
si fermò, quella mano nera stringeva sempre di più, il respirò
di Lara si smorzava e gli occhi dell’uomo rimanevano impassibili; la castana
cominciò a battere i pugni sul torace dell’uomo disperata.
La vista
le cominciava ad annebbiarsi, sentiva una sensazione insopportabile all’altezza
della gola, cercò di spingere via quell’uomo con tutta la forza che le
rimaneva; invocò il primo nome che le venne in mente con un tono di voce
impercettibile –Sora…-
L’uomo,
come folgorato da un fulmine, lasciò immediatamente la presa e la ragazza cadde
a terra stremata con il corpo scosso dalla tosse, mentre le mani massaggiavano
la gola completamente rossa.
La figura le si avvicinò osservandola cauta –chi sei? come fai a conoscere Sora?- la prese sotto le braccia e la aiutò
ad alzarsi sorreggendola; Lara si appoggiò al suo torace per aiutarsi, ma
quello che sentì la gelò… o meglio dire, quello che non sentì. Si allontanò
velocemente da lui ancora spaventata e lui la lasciò fare.
Le chiese
di nuovo –come fai a conoscere Sora?-
Lei non
dava cenno di volere rispondere, lo osservava stupita e compassionevole, cosa
che fece arrabbiare non poco l’uomo.
-Che hai
da guardarmi così? Ti ho chiesto come fai a conoscere Sora? S-o-r-a
got it memorized?-
Ancora
domande e solo domande, ma cosa voleva da lei? Lei non
sapeva nulla…
Con voce
roca cercò di rispondere –mi stavi… strangolando… cosa pretendi?-
si allontanò ancora di più dall’uomo, un giramento di testa arrivò
all’improvviso e la fece cadere a terra sbattendo il fianco; portò le mani
avanti e si mise a quattro zampe mentre l’uomo le si avvicinava sempre di più.
Lei cercò di scivolare all’indietro per stargli lontano, nella foga
picchiò la schiena contro un masso.
Lui cominciò a ridere –Stai calma. Non ho più intenzione di
ucciderti-
-Io non ho paura di te… guardati alle spalle- sussurrò indicandogli
un punto davanti a sé.
Cinque
heartless shadow li circondavano e li fissavano con sguardo inesistente pronti
ad attaccare, uno di loro schizzò in avanti verso l’uomo, ma si disintegrò in
aria sotto gli occhi terrorizzati di Lara; quegli esseri assomigliavano tanto a
Margot… e se fosse stata una di loro?
Atterrita
si buttò sul braccio dell’uomo bloccandolo, fissando supplichevole
quelle iridi verdi in quel momento così vive –fermo! Potrebbe esserci
anche lei tra loro!-
Lui la scaraventò
lontano –vuoi essere uccisa per caso?-
Lei non si
arrese e si parò davanti agli heartless sicura mentre
con le braccia faceva loro scudo, l’uomo la guardò come si guarda una pazza.
-fai come
vuoi…- pronunciò mentre un essere nero saltava in aria
in direzione della ragazza, anch’esso però fu disintegrato prima che potesse
raggiungere la sua preda –che scocciatura- con piccoli movimenti irritati delle
braccia l’uomo lanciò i suoi chakram verso gli heartless uccidendoli.
Lara nel
frattempo, consapevole che non sarebbe riuscita a fermarlo, aveva osservato
attentamente quegli esseri non trovando nulla che
potesse ricongiungerli a sua cugina, forse non era tra loro… Si voltò furiosa
verso l’uomo –ma tu chi diavolo sei?- gli urlò.
Lui si
portò una mano a lisciare dei capelli arancione mentre
sul viso gli si leggeva una faccia divertita.
-Axel… non
mi aspetto che tu sappia a chi stai davanti-
-infatti
non lo so- rispose secca Lara con lo sguardo furioso –e sinceramente non ci
tengo, dato che hai cercato di uccidermi!-
Axel
rimase di sasso alla reazione della ragazza, neanche un
traccia di paura albergava nei suoi occhi.
-non hai
paura di me?-
In effetti
lui l’aveva quasi uccisa, perché non aveva paura? Che
confusione… non era affatto normale; una mano andò a cercare il suo petto
sperando di potersi confortare con il battito lento e regolare del suo cuore,
aspettò invano perché alcun rumore usciva da quell’antro che sembrava vuoto,
chiuse gli occhi per potersi ricordare quel momento…
Ecco il tuo cambiamento Lara!
Una
lacrima solitaria le solcò il viso lasciandole una cicatrice di consapevolezza.
L’uomo la
osservava confuso, non capiva cosa avesse tutto a un
tratto quella strana ragazza.
Lara aprì
gli occhi umidi per fissarli in quelli di lui –anche tu non lo senti?-
A quella
domanda il viso di Axel si irrigidì e lo sguardo si
ghiacciò, le diede le spalle –che ne sai tu?-
Lei gli si
avvicinò, timorosa premette la mano sul petto di Axel
come alla ricerca di qualcosa poi si fermò nel punto dove si dovrebbe sentire
battere il cuore; il tocco era caldo ed inebriante, era tanto che Axel non
sentiva un po’ di calore sconvolgere quel corpo ormai freddo da troppo tempo,
restò un paio di secondi in quella posizione; quasi contro voglia si allontanò
da quella strana ragazza –cosa vuoi?-
Lara per
risposta prese la mano del ragazzo e la posò sul suo petto, lui rimase stupito
da quel gesto; sentì un flebile battito per pochi secondi poi più nulla per più
di un minuto, guardò la ragazza al suo fianco, lo sguardo di
lei era attratto da una delle tante pieghe del vestito dell’uomo perso
in chissà quali pensieri.
La scosse
con il suono della sua voce –cosa sei?- parole dette
con una freddezza glaciale.
Che
domanda crudele… eppure così vera.
Cosa
sono? Non lo so…
Axel
irritato si staccò da quel contatto volgendole ancora le spalle –senti io non
se chi tu sia… o cosa sia, ma prima hai nominato Sora. Lo conosci?-
Lara fissò
le sue spalle per qualche secondo prima di rispondere –se vuoi incontrarlo
vieni con me, ma prima… mi spieghi perché non hai il cuore?-
Il respiro
di Axel si bloccò
all’istante, respirava affannosamente e piccole gocce di sudore scivolavano
morbide tra i suoi lineamenti; non voleva rispondere… perchè doveva dare
spiegazioni a quella ragazzina? Si girò di scatto fissando la castana con fare
superiore, aprì la bocca per dire qualcosa ma lei lo
fermò con un gesto della mano.
-non
fraintendere, non lo sto chiedendo per te ma per me.
Voglio sapere cosa vuol dire avere metà cuore e magari tu potevi dirmi qualcosa
di sensato dato che il tuo è praticamente assente- cercò di sorridere
rassicurante –comunque non importa, vuoi vedere Sora
no? Allora vieni con me, ti avverto però che dovrai aspettare qualche giorno-
A questo
punto ad Axel stava letteralmente uscendo il fumo
dalle orecchie, ma come si permetteva quella ragazzina di parlare così
svogliatamente delle sue condizioni? Poi il fatto che avesse solo metà cuore non era assolutamente possibile, probabilmente quello
che aveva sentito prima era stato un caso… ad ogni modo lui era venuto lì per
aiutare Roxas e quindi in un certo modo Sora e se quella ragazzina poteva portarlo da lui era
meglio seguirla.
Lara si incamminò senza assicurarsi che Axel
la seguisse; c’era qualcosa che non quadrava però, lui indossava un soprabito
nero e i membri di quell’organizzazione che le aveva
accennato Yuffie portavano tutti un vestito del
genere, come si chiamava?...
Ah si!
Organizzazione XIII!
-senti, tu
per caso fai parte dell’organizzazione XIII?- gli chiese la castana
mentre continuavano a camminare, senza voltarsi verso di lui.
Quella
domanda lo stupì un’ennesima volta, non avrebbe mai smesso
di chiedersi chi fosse quella ragazza…
-no… l’ho
mollata-
Per quel
poco che sapeva l’organizzazione XIII era una banda di pazzi, come l’aveva
descritta Yuffie, e non era certa che fosse sicuro
portare alla base un ex-XIII; si girò per osservare
l’espressione di quell’uomo come se facendo così
potesse capire tutto di lui.
Axel
d’altro canto, fissava come un ebete la vetrina del gelataio ancora aperto
soffermando lo sguardo sul gelato al gusto di sale-marino, come c’era scritto
sulla confezione.
Lara tornò a guardare davanti a sé, non ci sarebbe stato alcun
problema…
Uff!! finalmente ho finito anche questo capitolo!! =D
Che
faticaccia, forse è un po’ corto ma ci ho messo un
casino a scriverlo ^_^” e poi l’ispirazione spunta come un fungo sempre nei
momenti meno opportuni e non puoi scrivere xD
A poco a
poco entreranno nella storia molti più personaggi.
Ad ogni modo
spero abbiate letto con piacere ù_ù e… alla prossima!!!