CAPITOLO 1 Afferrai veloce la borsa, erano le 17,20 in dieci minuti non sarei sicuramente riuscita ad arrivare puntuale all’appuntamento. Scesi le scale di corsa e in pochi secondi raggiunsi la mia auto, misi in moto e partii a tutta carica. Lasciate che mi presenti, sono Jasmin ho 19 anni e da ormai quasi due anni vivo a New York, ma in realtà sono nata in Italia, in particolare in un piccolo paese del Sud. Già da bambina non sopportavo vivere nel mio paese mi sentivo oppressa e mi ero promessa che appena fossi diventata maggiorenne sarei andata via, è il sogno di ogni ragazza poter andare a vivere negli States, ed anche per me era lo stesso, fortuna volle che l’università che frequentavo a Roma mi offrì la possibilità di seguire un corso di giornalismo a New York( scrivere era la mia passione, mi permette di dire tutto ciò che voglio senza nessuno che mi giudichi) e cosi accettai questa offerta e mi trasferii a New York,è stato molto difficile per i miei genitori vedermi andare via, e da una parte anche a me dispiaceva lasciare loro, le mie sorelle e i miei amici. Ma questa era l’opportunità della mia vita e non potevo lasciarla sfuggire. E cosi il quattro settembre lascai l’Italia e volai verso gli Stati Uniti, ero elettrizzata all’idea che avrei vissuto a New York la città dei miei sogni, ma d’altra parte ero anche timorosa perché non c’era nessuno lì che conoscessi e avrei dovuto cavarmela da sola. Ma la paura svanì già il primo giorno quando mi recai alla scuola di giornalismo e conobbi molte persone che mi accolsero a braccia aperte e mi aiutarono ad ambientarmi, queste persone sarebbero poi diventate i miei migliori amici con i quali avrei passato i momenti più belli della mia vita, in particolare judith e jack con i quali condividevo un piccolo appartamento in periferia e anche loro come me aspiravano a diventare giornalisti. Il corso durò un anno e fu molto utile perché mi aiutò a crescere professionalmente e umanamente. Una volta terminato, Kirk Staliman noto giornalista di una rivista musicale notò le mie capacità di scrittura(infatti lui era il presidente del nostro esame finale) e mi offrì la possibilità di lavorare per il suo giornale,ovviamente accettai entusiasta. Ed eccomi qui, primo giorno di lavoro e sono fottutamente in ritardo! Dovevo andare all’aeroporto dove stava per arrivare una giovane band anglo-irlandese molto nota in Inghilterra e anche qui stava spopolando fra le ragazzine. Kirk mi aveva affidato il compito di intervistarli poiché una loro intervista sul nostro giornale avrebbe aumentato le vendite che ultimamente erano in calo. Dovevo fare assolutamente un buona figura e fare in modo che l’intervista fosse perfetta! Arrivai a destinazione, ero in ritardo di venti minuti, inspirai profondamente e mi avviai verso la stanza dove si sarebbe tenuta l’intervista…