Corro.
La pioggia che bagna via le lacrime che scendono sulle mie guance gelate in
quella fredda notte. Il vento che, provocato dalla mia folle corsa, mi
scompiglia i capelli e fa volare i lati della mia felpa.
Non so dove sto correndo ma so perché lo sto facendo. Li avevo visti. Insieme. Lui la stringeva ai
fianchi e lei passava le sue braccia attorno al suo collo. Avrei dovuto
chiudere gli occhi, ma non riuscivo a muovere un muscolo, figuriamoci impormi
di chiudere gli occhi.
Continuavo a correre e a pensare a loro.
Era stato così facile per lui fare finta di niente? Era stato così facile
dimenticarsi di me in così poco tempo? O semplicemente mi aveva sempre mentito
riguardo a noi?
Comincia a mancarmi il fiato. Mi fermo e presa da una stanchezza che fino ad
ora non avevo sentito appoggio le mani sulle mie ginocchia cercando di
recuperare il fiato che avevo perso in quella pazza corsa verso il nulla.
Il fiato corto. A ogni respiro si faceva più difficile prendere aria. Il mio
petto che si alza e si abbassa al ritmo della corsa precedente.
Passo le mie dita sulla mie guance, come faceva lui per consolarmi quando
piangevo, e mi asciugo le lacrime. Farlo da sola sembrava difficilissimo. Come
se le lacrime pesassero più di massi.
Mi domando se tu sai cosa vuol dire vederti andare via. Mi chiedo se hai anche
solo una minima idea di cosa significhi vederti con un'altra.
Non credo che tu sappia cosa significa. Non voglio che tu lo sappia. Se tu lo
sapessi, significherebbe che tutto questo non è uno stupido sbaglio. E io
voglio crederci. Voglio pensare che sia solo un'altra stupida cavolata. Una di
quelle che si cancellano con il tempo. Perché è così che andrà. Si, andrà tutto
bene. E se invece non andasse così? Se fosse tutto stupidamente falso?
Continuo a correre verso il niente, sicura che prima o poi qualcosa mi si
parerà davanti.
La strada comincia ad allontanarsi da me. Tutto si stava allontanando. La
pioggia fredda. Le lacrime. Il dolore. Tutto.
Apro gli occhi.
Ero nella mia camera. Mi siedo sul letto di scatto guardandomi in giro.
Al mio fianco, lui. Steso nel letto ancora profondamente addormentato. Il petto
che si alza e si abbassa a ritmo del suo calmo respiro. Non posso fare a meno
di tirare un sospiro di sollievo.
Mi lascio cadere sul letto portandomi le coperte fino al mento.
Chiudo gli occhi sorridendo.
Finché ci si può svegliare e tornare alla vita reale nemmeno gli incubi fanno
così tanta paura.
Mi abbandono al sonno.
Sono esausta. Correre per così tanto tempo era stato veramente stancante.