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Autore: Soly_D    21/06/2012    7 recensioni
In un mondo "normale" dove non esistono i saiyan e la Terra è al sicuro, Goku e Chichi sono due fratelli di 17 e 18 anni che si sono appena trasferiti a Satan City e iscritti alla Orange High School. Qui conosceranno un sacco di nuovi amici e capiranno una cosa importante: ciò che li lega non è semplice amore fraterno. Si tratta di una storia d'amore impossibile o di una conseguenza al segreto che loro padre, Juma, nasconde ai due ragazzi da tutta la vita? Quale impensabile verità si cela ormai da troppo tempo?
[Goku/Chichi]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Vegeta | Coppie: Chichi/Goku
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Say that you love me

“Chichi?”
La ragazza sollevò lo sguardo verso il fratello. Sorrideva.
“Chichi, guarda lassù”
La mora non se lo fece ripetere due volte, mise da parte lo scatolone che aveva tra le mani e spostò lo sguardo verso il soffitto.
Vischio, con tanto di lucide foglie verdi e frutti rosso carminio.
Ritornò a fissare il fratello, questa volta con sguardo vacuo.
“Sai cosa si fa sotto il vischio?” chiese Goku, grattandosi la testa per l’imbarazzo.
Chichi continuava a starsene in silenzio, gli occhi lucidi e le sopracciglia inarcate.
“Lo so che lo sai!” continuò Goku, lievemente deluso.
Silenzio. Quel fastidioso silenzio rendeva la situazione ancora più imbarazzante di quanto lo fosse già. E l’atmosfera natalizia – allegra e coinvolgente – sembrava non avere effetto su di loro in quel momento.
Chichi sapeva bene cosa rappresentava il vischio, ma non voleva ammetterlo per paura di complicare le cose. Erano passati solo pochi giorni da quando lei e Goku avevano fatto pace e la ragazza non voleva distruggere quel poco che si era creato tra di loro: nonostante i loro sentimenti non fossero cambiati, avevano ricominciato a comportarsi da normali fratelli ed era proprio questo che Chichi desiderava con tutto il cuore. Sebbene amasse Goku, la consapevolezza che lui fosse suo fratello la convinceva sempre di più a far sì che tutto tornasse come prima, come doveva essere.
Goku le prese una mano e la strinse forte nella sua. Chichi sussultò a quel lieve contatto, ma non lo respinse. Voleva, ma non ci riusciva.
Il ragazzo portò la mano della sorella sulla propria guancia e poi le passò un braccio intorno alla vita, stringendola forte a sé. Chichi tremò nel momento in cui venne a contatto con la pelle accaldata del viso di Goku. Era una sensazione strana, piacevole.
Goku avvicinò il viso a quello di Chichi e le sorrise. La ragazza arrossì, abbassando lo sguardo imbarazzato. Ma lui le alzò il mento, costringendola a guardarlo.
“Chichi, io non ho mai dimenticato. Anche se in questi giorni ho finto di stare bene, io non ero davvero felice...” sussurrò Goku all’orecchio della sorella “E sono sicuro che non lo eri nemmeno tu. Forse non lo sei ancora e non lo sarai. Ma io devo farlo. Ora.”
Chichi gettò un’occhiata interrogativa al fratello.
“Fare cosa, Goku?”
Il ragazzo sospirò e accennò un sorriso.
“Promettimi che non mi allontanerai e che non ti arrabbierai”
Chichi continuava a capirci sempre meno.
“Di cosa stai parlando?” chiese con aria vagamente perplessa.
Goku la avvicinò ancora di più a sé e lentamente ridusse la distanza che lo separava dalla sorella. Riusciva a sentire il suo respiro farsi irregolare, il battito del suo cuore accelerarsi e la sua mente annebbiarsi completamente. Piano, premette le sue labbra contro quelle di Chichi assaporandone il gusto dolce e la consistenza delicata. Chichi, stretta nell’abbraccio di Goku, non osò opporsi nemmeno nel momento in cui il ragazzo le posò una mano sulla guancia infuocata e la accarezzò con fare per rassicurarla e a farla rilassare. In effetti, non appena Chichi si rese conto di ciò che stava succedendo, rilassò i muscoli tesi fino a quel momento e si lasciò trasportare da quel bacio regalatole senza preavviso. Da suo fratello, per giunta! La persona che più amava al mondo, ma che era la persona più sbagliata da amare.
Goku si staccò piano da lei, senza smettere di tenerla stretta a sé.
“Urrrca buon Natale, sorellina!” esclamò riprendendo l’ingenuità di sempre.
Lo sguardo di Chichi si addolcì.
“Buon Natale anche a te, fratellino” rispose sciogliendo lentamente quel caldo abbraccio.
Goku sorrise e uscì dalla stanza.
Chichi avrebbe voluto che rimanesse ancora un po’ con lei, ma non riuscì a trovare le parole giuste da rivolgergli. Era tutto così maledettamente confuso e sbagliato, eppure in cuor suo Chichi sapeva bene quali erano i suoi veri sentimenti. Lo stesso valeva per Goku, anche se prendeva la situazione con molto più leggerezza e spensieratezza.

Le vacanze di Natale passarono in fretta e il ritorno a scuola portò importanti novità.
“Andremo in viaggio d’istruzione ad Osaka per una settimana!” aveva annunciato il professor Muten, scatenando un’ondata di applausi da parte di tutti gli studenti della 4^ A.
All’alba del giorno prestabilito, le classi partecipanti al viaggio si ritrovarono di fronte al cancello della scuola. Tutti fremevano dalla voglia di trascorrere una settimana lontani da casa.
Il viaggio in pullman durò 6 ore. Chichi, Goku, Bulma e Vegeta avevano scelto gli ultimi posti in modo da poter stare sempre insieme senza mai annoiarsi: tra i litigi di Goku e Chichi, le ramanzine di Bulma e il caratteraccio di Vegeta le ore volarono e finalmente il pullman arrivò ad Osaka.
Qualcuno, come Bulma, ci era già stato. Qualcun altro, come Goku, non conosceva nemmeno l’esistenza di quella città. Qualcun altro ancora, come Chichi, era curioso di scoprire quali fossero le attrazioni della città. C’era poi chi voleva tornarsene subito a casa, come Vegeta, perché quella stupida gita per mocciosi era solo uno spreco di tempo per i suoi amati allenamenti.
La prima tappa fu l’hotel dove ragazzi e insegnanti lasciarono le valigie e trascorsero le ultime ore della mattinata, compreso il pranzo. Nel pomeriggio, cominciarono a visitare i principali monumenti della città e nello stesso modo trascorsero gli altri sei giorni.
Una gita piuttosto tranquilla, alla fine. Ma Goku e Chichi non avevano mai avuto il tempo di parlare durante quella settimana, perché le classi erano stati divise in turni per poter visitare le attrazioni della città. E così i due fratelli si erano solo visti di sfuggita durante i pasti.
L’ultima notte Chichi, Bulma, C-18 e Lunch si erano riunite nella stessa stanza.
“Mi dispiace che la gita sia finita... Quello che ci faceva da guida turistica era così carino!” esclamò Bulma nel bel mazzo della conversazione.
“Cara, ti ricordo che sei fidanzata!” la rimproverò Lunch, ridacchiando.
“Lo so, lo so... Ma ammettilo che era carino!”
Lunch sorrise.
“Ma i nostri ragazzi sono molto meglio!” aggiunse C-18, annuendo convinta.
Le tre ragazze scoppiarono a ridere, consapevoli che la bionda avesse ragione.
“E tu, Chichi?” proruppe Bulma, nel silenzio che si era venuto a creare.
Le tre ragazze fissavano la mora con sguardo curioso.
“I-io non ho un ragazzo” rispose Chichi con voce fioca.
“E Yamco? Mi sembrava che tra voi ci fosse qualcosa...” ammiccò C-18, perplessa.
“N-no, è solo un amico.”
Subito dopo, calò nella stanza un imbarazzante silenzio.
“Non lo sapete che Chichi è innamorata di suo fratello?!” esclamò Lunch con espressione divertita.
Le altre tre fissarono la ragazza dalla doppia personalità con sguardo serio.
Le facce sconvolte delle tre amiche, soprattutto quella di Chichi, lasciarono il posto ad una nuova imbarazzante ondata di silenzio.
“Ehi, stavo scherzando!” disse subito Lunch, muovendo freneticamente le mani.
Uno squillante e allegro “Aaaaaaaaaaaaah!” squarciò la tensione che si era venuta a creare, provocando una risata comune.
E mentre Bulma, Lunch e C-18 ridevano sull’accaduto, Chichi se ne stava rannicchiata in un angolo del letto, triste e confusa. E se Lunch non stesse realmente scherzando? E se fosse così evidente la cotta che aveva per suo fratello?
Venne l’ora di andare a dormire e tutte le ragazze si misero al letto perché l’indomani sarebbero partite all’alba per tornare a casa.
Chichi era l’unica che non riusciva a dormire. Si girava e rigirava nel letto, senza risultati.
Troppi pensieri le affollavano la mente, troppi sentimenti contrastanti le riempivano il cuore.
Si alzò, uscì dalla stanza e percorse il corridoio, diretta verso il bagno. Forse una rinfrescata l’avrebbe aiutata a riposare.
Poiché era al buio, camminava facendosi strada con le mani per non urtare contro i mobili.
Ma ad un tratto, inciampò in qualcosa di morbido e si ritrovò tra le braccia di qualcuno che probabilmente le andava incontro senza che lei se ne fosse accorta. Non riusciva a vederlo, ma riconobbe subito chi fosse nel momento in cui avvertì quel profumo che amava tanto.
“G-Goku?” chiese cercando di scorgere nel buio i lineamenti del volto del fratello.
“Chichi?” fece lui, fingendo di essere incerto. Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille.
“Si” rispose la ragazza, rilassandosi.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, mentre cominciavano ad abituarsi al buio e quindi a intravedersi a malapena.
“Mi sei mancata in questi giorni” esordì lui, roteando gli occhi.
Chichi abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore.
“A-anche tu”
Con un movimento repentino, Goku la avvicinò a sé e la abbracciò forte.
Com’era cambiato il loro rapporto da quando avevano iniziato la scuola... Se prima si basava sull’affetto e l’aiuto reciproco, sulle coccole e gli abbracci, ora era fatto di sguardi imbarazzati, baci rubati e sensi di colpa.
“Dove andavi?” chiese Goku, scostandola lievemente da sé.
“Non riuscivo a dormire, quindi ho pensato di fare una passeggiata. Tu?”
Goku sospirò.
“La stessa cosa” rispose scrollando le spalle.
Di nuovo silenzio.
“Potremmo farla insieme, la passeggiata.” propose Chichi, arrossendo lievemente e ringraziando il cielo che fossero al buio. Goku non si sarebbe accorto di niente.
E così raggiunsero la fine del corridoio e cominciarono a camminare a zonzo per l’albergo. Era bello ritrovarsi dopo una settimana e raccontarsi cosa avessero fatto durante tutto quel tempo.

“Urca non vedo l’ora di tornare a casa. Qui cucinano malissimo!” affermò Goku nel bel mezzo della conversazione. Avevano percorso l’intero edificio, nel silenzio della notte, ed ora erano di ritorno nelle loro stanze. Era passata circa mezz’ora.
“Per una volta hai ragione, Goku!” rispose lei, sorridendo.
Il ragazzo inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia.
“Io ho sempre ragione!” esclamò con aria di chi la sa lunga.
“Oh certo certo... Come quella volta in cui avevi detto che la prof non ti avrebbe corretto il tema e invece hai preso un’insufficienza... O quella volta in cui credevi di poter battere il tuo maestro di arti marziali e poi ti sei ritrovato in un letto d’ospedale con una gamba rotta... O quella in cui credevi che Crilin sarebbe rimasto con Marion, invece alla fine ha scelto C-18!”
Goku mugugnò qualcosa di incomprensibile e Chichi sorrise.
“Su una cosa ho ragione, però...” aggiunse lui, lo sguardo vagamente divertito.
Chichi lo fissò perplessa.
“Stai per diventare tutta rossa!” le sussurrò all’orecchio, prima di rubarle un delicato e tenero bacio a fior di labbra.
Come previsto, Chichi arrossì subito.
“Non ho forse ragione?” ammiccò il ragazzo, sorridente.
Chichi abbassò lo sguardo, imbarazzata. Oh se aveva ragione!
Si sfiorò la bocca con una dito e rabbrividì desiderando di risentire nuovamente le labbra di Goku sulle proprie. Fece un passo avanti e posò una mano sul petto di Goku, mentre con l’altra lo avvicinava a sé spingendolo per la nuca. Piegò di poco la testa e premette le proprie labbra su quelle del fratello, con un’aggressività e un ardore che nemmeno sapeva di possedere.
Quel bacio aveva qualcosa di diverso rispetto agli altri e Goku se ne accorse subito. Era un bacio estremamente dolce, ma molto più caldo e passionale.
“Urrrca Chichina, ci sai proprio fare!” esclamò il ragazzo quando si staccarono per riprendere fiato. Chichi gli tirò un pugno in testa con aria soddisfatta. Subito dopo, Goku la strinse forte a sé e la baciò di rimando, con la stessa foga che aveva impresso Chichi nel bacio precedente.
Da asciutto e privo di qualunque malizia, il bacio si fece sempre più passionale finché anche le loro lingue si incontrarono dando vita a una danza fatta di emozioni e sensazioni del tutto nuove.
Afferrandola per i fianchi, Goku spinse la ragazza verso il muro e cominciò a baciarla con intensità sempre maggiore. Chichi gli accarezzava il viso e i capelli, completamente frastornata e ipnotizzata dall’atmosfera che si era venuta a creare. Goku non era più il bambino infantile e ingenuo di sempre, cominciava a mostrare la parte più matura di sé; lei aveva messo da parte la severità e la smania di perfezione per far posto al desiderio di amare e farsi amare.
Continuando a baciarsi, percorsero l’intero corridoio e raggiunsero la stanza di Chichi.
“C-che fai Goku?!” lo rimproverò lei, tra un bacio e l’altro “In camera mia?!”
Goku annuì con la testa, piegò il busto da una parte e la prese in braccio senza preavviso, aprendo la porta della stanza e trasportando Chichi sul letto. La ragazza si accorse subito che Bulma non c’era e pensò che forse lei e Vegeta avevano avuto la loro stessa idea. Lunch e C-18, invece, erano lì che dormivano beatamente e i due ragazzi cercarono di fare meno rumore possibile per non svegliarle. Chissà cosa sarebbe successo se li avessero visti...
Chichi e Goku erano stesi sul letto, lui sopra e lei sotto.
La ragazza gli gettò le braccia al collo, avvicinandolo a sé e incatenando i loro sguardi, un po’ imbarazzati e un po’ innamorati. Goku le passò un braccio intorno alla vita, aumentando la stretta, mentre insinuò l’altra mano sotto la camicia da notte di lei.
“Urrca sei bellissima...” le disse scrutandola per intero e accarezzandole un fianco.
Chichi sorrise. I capelli sciolti le ricadevano sulle spalle, la camicia da notte la copriva fino a metà cosce lasciando in bella vista le gambe lunghe e snelle.
Goku la baciò nuovamente, con ardore sempre crescente. Chichi imitò i movimenti del ragazzo, infilando le mani sotto la maglia e prendendo ad accarezzarne timidamente i pettorali scolpiti da anni di rigidi allenamenti. Rabbrividirono entrambi a quel contatto, mentre cominciavano a sentire strane fitte al basso ventre. Non era mai successo a nessuno dei due.
“Chichi, dillo” le disse Goku, staccandosi dalle sue labbra e cominciando a baciarle il collo. La ragazza piegò di poco la testa, assecondando i movimenti di lui. La pelle della mora bruciava sotto il tocco passionale ma delicato di Goku.
“D-dire cosa?” chiese lei, con la mente da tutt’altra parte.
“Che mi ami” rispose lui, quasi con naturalezza. Continuò la sua scia di baci lungo il collo, arrivando sulla spalla e sull’incavo del seno che la camicia da notte lasciava in parte scoperto.
Ma Chichi era in un altro mondo. Nulla contava più, se non Goku e le emozioni che le stava regalando in quei momenti.
“Eh?” fece confusa.
“Dimmi che mi ami” ribatté lui, sempre con tono tranquillo. Subito dopo, la baciò inaspettatamente sulle labbra e lei, dapprima disorientata, ricambiò il bacio con le mani tra i capelli di lui.
Dimmi che mi ami... continuava a ripetersi Chichi, senza comprenderne bene il senso.
Goku aveva cominciato a sbottonarle la camicetta.
Dimmi che mi ami...
Il suo sguardo era come una calamita, una medicina per le sue preoccupazioni
Dimmi che mi ami...
Che mi ami...
Mi ami...
“Aspetta!” sussurrò un po’ più forte, pressando le mani sul petto di Goku e allontanandolo da sé. Goku si grattò la testa, perplesso.
“N-non stavo andando bene?” le chiese, rosso in volto. Se si stava comportando in maniera così matura, era solo per lei. Perché la amava.
“G-Goku, io... io non posso dirti una cosa simile... Dirti che ti amo... è sbagliato... perché noi siamo fratelli... e... e... non va bene così...” farfugliò con gli occhi lucidi.
Goku le accarezzò il viso accaldato.
“Io però ti amo. E non ho paura di dirlo.” le rispose semplicemente.
Chichi sentì un tuffo al cuore, mentre calde lacrime cominciavano a rigarle le guance.
“No, no, no...” cominciò a singhiozzare “Non è così che deve andare... noi non possiamo... stiamo sbagliando tutto...”
Goku la strinse forte a sé, sentendola sussultare contro il proprio petto.
“Shh, non piangere” disse accarezzandole i morbidi capelli corvini.
Ma le lacrime correvano inesorabili sul candido viso della ragazza. Non riusciva proprio a capacitarsi di come lui e suo fratello fossero arrivati a quel punto.
“Ma non è corretto... tu sei mio fratello... sangue del mio sangue... non possiamo fare tutto questo e fingere che vada bene”
Goku le alzò il mento e la fissò dritto negli occhi.
“Chichi, tu mi ami?” le chiese semplicemente.
“Oh, non sai quanto” rispose lei, trattenendo a stento i singhiozzi e sorridendo.
“Questo è ciò che conta davvero. Cosa ce ne importa di quello che pensano gli altri?”
Gli occhi di Goku brillavano. Sembrava davvero convinto di ciò che diceva.
Chichi si sentì un po’ meglio, più sicura e meno preoccupata. Era sempre così quando Goku le dava il suo appoggio. Si scambiarono un tenero bacio.
Ma nello stesso momento sentirono dei passi avvicinarsi, subito dopo la porta della stanza si aprì e due ragazzi vi entrarono nello stesso modo in cui erano entrati Goku e Chichi.
Era evidente che anche loro si stavano baciando.
“Attento, non fare rumore!” era la voce della ragazza.
“Oh, al diavolo! Non me ne importa niente se si svegliano o meno!” rispose il ragazzo.
Ma non appena si accorsero di un’altra coppia nella stanza...
“Aaaaaaaaaaaaaaaaah” urlò Bulma, quando accese la luce.
“Kaaroth, che ci fai su tua sorella in quelle condizioni?!” esclamò Vegeta, inorridito.











Uhaaa, che faticaccia! Ho impegato tre giorni per scrivere questo capitolo, poichè ho avuto molti impegni... Ecco spiegato il motivo del mio ritardo! Spero che il capitolo compensi XD lasciatemi una recensione, come sempre, eh? ^.^ Grazie a tutti
A presto
  
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