Prologo

Mi svegliai di soprassalto, ma richiusi istintivamente gli occhi a causa del forte fascio di luce che filtrava dalla finestra. Non fu quello a svegliarmi, bensi il chiasso che proveniva dalla cucina.
Sbuffai sonoramente, nascondendo la testa sotto al cuscino nello speranzoso tentativo di tornare a dormire, ma fu tutto inutile. Era come se i muri fossero fatti di carta; sentivo chiaramente i soliti battibecchi mattinieri che erano diventati la mia sveglia personale.
"Ti ho detto che stasera non ho voglia di uscire!"
"Ma non usciamo mai! E sentiamo, questa volta quale sarebbe la tua scusa?"
"Lo sai che non e’ vero! Devo studiare. Secondo te mi diverto a stare chiusa in casa?"
"Penso proprio di si! Stai tutto il giorno sui libri e sembra che non hai mai tempo per me!"
"Allora vai fuori e cercati un`altra ragazza!"
Senti sbattere la porta violentemente e decisi di alzarmi dal letto per andare a controllare la situazione.
In cucina trovai Frankie seduta su un bancone, lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi lucidi.
"Ehi, buongiorno tesoro! Dove e` la mia colazione?" Le chiesi scherzando per cercare di sdrammatizzare la situazione.
Frankie abbozzo un piccolo sorriso "Ci sono dei pancake pronti sul tavolo. E del thé caldo"
Arricciai il naso "Odio quella brodaglia calda. Sai benissimo che bevo solo caffé"
"Ho trovato una pseudo inglese che odia il thé e ama il caffé: se fosse per te, vivresti 24 ore al giorno allo Starbucks. Possibilmente dove ci sono bei ragazzi"
"Oh hai scoperto il mio sogno proibito" Tutte e due scoppiamo a ridere: la mia missione mattutina era compiuta
Ci sedemmo al tavolo e iniziammo a mangiare
"Dove é Vanessa?"chiesi notando l`assenza della mia seconda coinquilina.
"Sai com`é fatta: non l`ho sentita rientrare stanotte. Sicuramente sara` da qualche suo amico"
Ci guardammo per un momento e continuammo a mangiare.
Una volta finita la colazione e lavati i piatti, andai a cambiarmi, optando per un vestito leggero rosso con una fascia blu in vita e dei sandali dello stesso colore della fascia, poiché mia madre mi aveva invitato fuori per pranzo, dicendomi che aveva delle grosse novita .
Presa la borsa, salutai Frankie con un cenno e uscii dall`appartamento, dirigendomi verso la metropolitana londinese. Londra era la mia città natale e la conoscevo come le mie tasche, dagli autobus rossi  alla regina.
Scesa dalla metropolitana, non ci volle molto prima di raggiungere West End, dove mia madre mi aspettava in uno dei tanti ristoranti della zona.
Avevo uno strano presentimento: non avevo idea di quello che mi doveva dire, ma decisi di lasciarmi alle spalle questi brutti pensieri e, trovato il coraggio, entrai nel ristorante, dove trovai mia madre seduta ad un tavolo insieme ad uomo e un ragazzo che doveva avere piu` o meno la mia eta`.
Appena si accorse della mia presenza, mia madre mi fece segno di avvicinarmi.
La guardai sorpresa, notando i capelli rossi perfettamente sistemati e una luce negli occhi che emanava felicita`, la stessa che un tempo aveva negli occhi quando guardava mio padre e a quel punto capii quale fosse l`annuncio.
"Ciao tesoro!” mi saluto` entusiasta “Ti presento James, il mio nuovo fidanzato, e questo é suo figlio Niall"
"E` un piacere conoscerti¨ disse James con un sorriso smagliante "Tua madre mi ha parlato molto di te"
Ma lei non mi ha mai parlato di te, pensai tra me e me, ricambiando la stretta di mano che mi aveva offerto.
Il ragazzo mi sorrise timidamente, ma non disse niente.
Mi sedetti al tavolo e iniziammo a parlare per tutta la durata del pranzo: mi raccontarono del loro incontro, di come si fossero innamorati e del loro piano di trasferirsi a Londra.
Niall rimase in silenzio per tutto il tempo: si capiva chiaramente che era timido, ma c`era qualcosa in lui che mi incuriosiva.
Ad un tratto, persa nei miei pensieri, James richiamo` la mia attenzione.
"Ehi Violet, visto che conosci la città` cosi bene, perché non fai da guida turistica a Niall? Tra poco inizia l`universita` e una nuova amica gli farebbe comodo"
Accettai subito la proposta e ci mettemmo d`accordo per vederci lunedi mattina.

Finito il pranzo e salutati tutti, decisi di concedermi uno dei miei amati caffé, poiché la mia dipendenza da caffeina era conosciuta in quasi tutta Londra. Arrivai davanti a Starburks, da dove proveniva un buonissimo profumo di caffé e cioccolato. Visto che era fine Agosto, optai per un caffé freddo e, dopo aver dato il mio nome, aspettai che il mio ordine fosse pronto.
"Violet?" Mi sentii chiamare e mi avvicinai al bancone
"Eccomi!"
Il ragazzo mi guardo' con aria interrogativa "Non dovresti essere vestita di viola?"
Roteai gli occhi per la battuta scadente "Tu si che hai inventiva" risposi acidamente
"É compresa nel servizio" continuo' a scherzare facendomi l`occhiolino.
Ero stufa delle battutine che si facevano sul mio nome, cosi decisi di prendere il mio caffé e andarmene.
"Ehi aspetta!" mi chiamo' di nuovo il ragazzo "Mi dispiace, non volevo offenderti. Per farmi perdonare, che ne dici se ti offro' un caffé? Il mio nome é Liam"
Gli mostrai il bicchiere che avevo in mano.
"Non intendevo oggi" disse iniziando a ridere "Magari un`altra volta. Perché non mi lasci il tuo numero?"
Lo guardai sorpresa e gli scoppiai a ridere in faccia "Sul serio mi sta chiedendo il numero?"
"A quanto pare si" rispose con un sorriso stampato in faccia.
Gli sorrisi a mia volta e, senza dire niente, uscii dalla caffetteria sicura di me, lasciandolo a bocca aperta.

Nota dell'autrice
Salve a tutte! Questa e' la mia prima storia e spero che questo piccolo prologo vi piaccia e vi invogli a leggere il resto.
Fatemi sapere cosa ne pensate: le critiche sono ben accette :)
Non ho nient'altro da dire, quindi buona lettura e ci vediamo al prossimo capitolo!

Emma xx