Capitolo
10 – Memory rests
Devo correre.
Devo.
Edward a caccia, Jake ad
aspettarmi… io che non so da che parte andare, il bosco di Forks
improvvisamente sconosciuto, inquietante, fitto nei miei ricordi e ancor più
oscuro nella notte.
Non c’è nessun fiato da
tirare fuori, nessun bisogno di fermarmi.
E poi… che cosa voglio,
davvero? Che cosa farò, davvero?
Mi blocco.
L’odore.
Jacob.
L’odore.
Casa, famiglia, sole,
risate, bottiglie rotte, uova bruciate, succo d’arancia, battute, amore,
foresta, sudore, alberi, cielo terso, abbracci.
Jacob.
Dove sei, Jacob?
Ricomincio a correre, il
vestito lurido sulle gambe, il vestito più meraviglioso che possa mai
indossare, sento ancora il suo odore addosso.
Edward.
Mi odierà per sempre.
Quando ho scoperto di non
essere mai abbastanza per lui? Come farò a guardarlo negli occhi? Come farò a
dirgli la verità?
Ho bisogno di Jake. E non
potrebbe esserci nessun’altro al mondo.
Ma perché non so ancora cosa
fare? Ho paura…
Jacob, dove sei, Jacob?
L’odore,
eccolo, l’odore, il
suo odore, Jake, è lui, c’è lui e poi… poi
qualcos’ altro, più debole è… è
gelo, è dolciastro è… è il mio stesso odore.
È l’odore di Edward.
Edward.
Jake.
Salvami, Jake.
Poi tutto diventa nero.
Corro.
Il bosco non c’è
La terra non c’è.
Il tuo cuore batte.
No, non è vero.
Il tuo cuore batte.
No, non è possibile.
Il tuo cuore si spezza.
No…
È l’urlo di un animale. Un
animale ferito.
Un lupo.
Jacob…
«Jake? Sono qui! Jake?»
L’odore, segui l’odore, seguilo.
Se mi aggrappo alla tua vita non cadrò, vero, Jake?
Un tonfo.
«Bella… »
Tutto tace.
«Io… non era quello che
volevo.»
Tutto si nasconde.
«Mi è saltato addosso, credeva
che ti avessi uccisa… »
Tutto è qualcosa di troppo
piccolo, per stare ad ascoltare.
«È morto.»
No.
Non è vero. Jacob non può
morire, Jacob è la vita stessa, Jacob non può essersene andato, non può…
Ma giace a terra, nudo. C’è…
sangue, sangue che sembra essere nero, al buio. Sangue. E un viso beato,
un’espressione che nemmeno mi ricordo di avergli mai visto.
Sta dormendo, lo so, non ci credo.
«Non è vero.»
«Smettila, Bella!» Edward mi
urla contro, le mani insanguinate, la camicia strappata. Mi allontano di un
passo. Forse sto ancora dormendo, forse sono ancora fra le braccia di Jake.
Edward mi afferra il
braccio, l’odore del sangue mi fa venire la febbre. Oddio, lo voglio.
No, non è vero, Bella, tu non sei così. Jacob mi calma. È la sua voce.
«E tu…» Si avvicina a me, mi
vuole toccare ma si scosta. Sono debole, non riesco a muovermi, sono umana,
sono umana con Jacob. Ho della forza, da qualche parte, ma non la so usare. Non
ne sono capace. So solo che se è vero che Jacob non si sveglierà più, sarà lo
stesso anche per me.
«Perché l’hai fatto?» È un
lamento.
«E-Edward… » dico solo.
«Ho sempre saputo che non mi
amavi. L’ho sempre saputo che avevi smesso di farlo tanto tempo fa.»
«Io… »
«E tu avresti potuto vivere
con lui, Bella, una vita felice, senza tutto lo strazio che c’è adesso. L’ho
ucciso… per difendermi, è stato un istinto, altrimenti avrebbe ucciso me… e non
mi importavano i suoi affronti è che… io sono questo! E tu ne saresti stata
felice. Ma ho visto, ho visto come ti comportavi. Con me, con nostra figlia,
non eri tu. Tu sei sempre stata con lui.»
Scuoto la testa.
«Io… Jacob.» Cerco di
voltarmi, ma Edward mi prende per il braccio.
«E io ti amavo. Ti amo
ancora, non so perché, Bella, ma ho visto nei suoi pensieri che cosa è successo
con lui. Non ti ho odiata, perché eri viva. Non eri morta, non eri un vampiro,
eri viva davvero. E con me? Con me sei morta, ogni giorno di più. Hai passato
tutto questo tempo a morire. Renesmee ci ha tenuto uniti, perché lei è l’unica
cosa al mondo di cui non possiamo pentirci. Non è colpa mia, non è colpa
nostra. Perché non hai ascoltato quello che sentivi, Bella? Perché? Ho sulle
mani il sangue dell’uomo che amavi, e sì, l’ho odiato, e lui odiava me, a causa
tua. Ma io ti avrei lasciata andare. Il motivo lo sai, e ho ancora il
suo sangue addosso ed è tuo, perché vi siate sempre appartenuti ed io ero solo
quello che ti amava da lontano, non dovevo prendermi il permesso di amarti
senza vergogna e l’ho fatto ed è successo questo, io non volevo. Io non dovrei nemmeno
essere qui. Dovrei essere sotto terra, con lo stomaco pieno di vermi… e da
qualche parte con mia madre e mio padre a ricordare i nostri giorni di Natale
prima della malattia, senza averti mai conosciuta… e non perché ti amo, non per
questo, ma perché tu avresti potuto amare e te ne saresti resa conto davvero.»
«Io… avevo diciassette anni
e… » Non ce la faccio a stare qui, voglio andare da Jacob.
«Tutta la vita da vivere.»
sussurra, gli occhi lucidi, sembra che stia per piangere ma non lo farà, perché
non può. «Ne hai vissuta appena, da quando ci sono io.»
Sento la gola secca,
galleggia sul mio veleno, mi brucia, non riesco a parlare. So solo che sto
ancora dormendo, quando aprirò gli occhi sarà tutto finito.
« Io credevo…»
«Tu credevi di amarmi. Gli umani credono talmente tante cose. Sognano, con gli occhi chiusi, con gli occhi aperti, e quello che ero per te era più un sogno che altro, Bella.» Si appoggia a un tronco.
Sto tremando.
Come la mia memoria si riposa,
ma non dimentica mai quello che ho perso,
svegliami quando finisce settembre.
«È finito tutto.»
***
Bella chiude gli occhi e
vorrebbe piangere. Perché i sogni non sono così nitidi? Sta dormendo, no? Ma
Edward quando soffre parla sempre in quel modo… e i raggi della luna
attraversano la polvere e lei la vede, in ogni singola molecola che la
attraversa. Può non essere un sogno?
Un fruscio, veloce.
Sulle labbra, fra i capelli.
Ma quando apre gli occhi, le foglie volano.
Edward se n’è andato.
Perché non sente niente?
Svegliati, Bella.
Si volta. Ancora sangue,
l’espressione beata, Bella stringe le palpebre, non vede più bene, oddio, non
può essere vero, si sveglierà presto ma non può aspettare e si avvicina a lui.
Svegliati, Bella.
Si inginocchia, non riesce
più a controllarsi, si porta le mani al viso, non ci crede, ma allora perché
tutto è così vero?
Lo tocca.
Realtà e sogno sono la stessa cosa.
Da tanto, tanto tempo, Bella.
Non sente più il suo cuore…
il suo cuore è… non c’è. Il petto è sfracellato.
Bella urla ed è una nota stonata,
uno strumento scordato, un bicchiere che cade a terra, un bambino
schiaffeggiato.
È Jacob che non si sveglia
più.
«Jake.»
Lui non risponde.
«Jake… no… »
Lui non si muove.
«Tu non muori, tu non puoi,
tu non puoi lasciarmi da sola.»
Ritorna solo l’eco. Mi hai bruciato la pelle, c’è il tuo marchio, c’è la nostra storia. Ci sono due bambini dai capelli neri, uno è il tuo stampino e l’altro è più chiaro ed esasperante, ha preso da me. Jake, Jake, perdonami perché abbraccio dei figli che non sono mai nati proprio quando loro stanno per scomparire.
E grida ancora, ancora e
ancora. E tocca il suo viso, il suo petto insanguinato, le braccia che l’hanno
stretta, ancora e ancora. E urla il suo nome, ancora e ancora.
Perché ora? Vuole fuggire
con lui, vuole lasciare tutto. Edward starebbe bene lo stesso, Edward amerebbe
di nuovo e poi Renesmee è felice con Nahuel…
E Bellaaspetta che arrivino le
lacrime, e implora, ma non arriva niente. Di nuovo la puntura del
cristallo, una lacrima congelata, le attraversa la gola e tocca il cuore che
non batte più.
Un cuore che non batte più.
Bella.
Lui la sta chiamando, lo sa.
Come farà, senza?
Gli si stende accanto, a scatti, quasi avesse paura. Scosta le foglie e gli si avvicina, trattiene dei mugolii in gola, la luna la acceca, lui non parla, lui non si sveglia e lei lo cerca.
Lo cerca.
Disperatamente.
È troppo tardi.
«Vivi, Jake. Fallo per me.»
Lo abbraccia, prende le sue
mani e se le avvolge intorno alla vita, è ancora caldo, ha ancora il sangue che
gli scorre nelle vene.
Se muori tu, devo morire anch’io.
«Ti prego.»
Implora. Bella si è
dimenticata di come si muore. Bella non si è mai vista come l’hanno vista gli
altri, quando è morta.
Devi andartene, devi andartene se non vuoi che ti uccidano. Non morire per me, Bells. Non morire. Sei tu che devi vivere. Cosa vuoi che conti la mia vita? Fin quando ci sei tu, va tutto bene. Va sempre tutto bene, lo sento anche da dove sono io.
Affonda il capo nell’incavo
del suo collo. Non è possibile.
Ma non è nessuno scherzo… lui
non si sveglierà, la notte diventerà giorno e Jake rimarrà lì, così, fra le
foglie dove si sono amati.
È tutta colpa sua. È stata tutta colpa sua.
Non ha mai ascoltato quello che le diceva se stessa.
E non può nemmeno piangere, non
può nemmeno chiedergli perdono senza che lui la senta.
Voglio scappare con te. Voglio lasciare tutto per te. Voglio vivere. Con te.
«Ti amo, Jake.» sussurra.
Perché ha aspettato sette anni, per dirlo? Perché è stata indecisa fino alla
fine? Perché doveva aspettare di perderlo per capire davvero quanto era
importante?
Bella non sa che cosa sono
le gocce che gli cadono dagli occhi, forse è veleno, forse è il sangue di
fagiano che ha ingurgitato qualche giorno fa. Qualunque cosa sia, le porta un
sollievo grande.
Forse sono lacrime.
E allora capisce.
Allora si stringe ancora a
Jacob, ancora caldo, sta diventando freddo. E quando anche lui sarà ghiacciato,
Bella gli bacerà le labbra e dormirà, dormirà insieme a lui.
Ritornerà umana, piangerà,
di qualsiasi cosa siano le sue lacrime, e sarà stanca e chiuderà gli occhi.
Quanto è buono il profumo di
Jake, il sangue dà la nausea ma lui sa di risa e garage e radio che si spengono.
Adesso qualcosa le si avvicina, adesso è un tempo troppo lungo per esitare.
Un sorriso le attraversa la bocca.
Quando apre gli occhi, il
lupo nero la fissa.
Bella lascia le braccia di
Jacob, delicata, come se non lo volesse svegliare.
Si alza in piedi, il vestito
sporco, qualcosa che le cola sulle guance e il sangue sulle mani. Tutti i lupi
ringhiano.
Lei cade sulle ginocchia e
guarda. Riesce già a percepire la sabbia, la neve, il vento e una mano calda
che stringe la sua.
Sta’ attento, non è questa l’ora di fare le torte di fango.
Un boato e trema.
E c’è la foresta, c’è la
luce del sole, lei la vede… sorride, c’è anche lui… lui, Jake, bellissimo,
niente più sangue…
La luna tremola come la
fiamma di una candela.
Ma lui si avvicina, lo vede, non ci sono più i lupi, non c’è più la notte, non c’è più la paura. C’è solo lui, quel viso, quelle mani e… quella voce che le parla.
Le
dice: «Vieni,
Bells.»
Fa appena in tempo a
scuotere la testa… vuole dire: “Sì, Jake, vengo con te.” Vuole dirlo, vuole
dirlo con tutto il cuore. E lo farà.
Sospira, per poco.
E poi Bella si spegne.
*
*
*
*
Sono qui con i lacrimoni, e so benissimo che cosa volete farmi. Io invece non posso fare altro che ringraziarvi, perché siete favolosi, mi avete sostenuto fin dall'inizio e avete seguito questa storia. Questo è l'ultimo capitolo, il prossimo sarà l'Epilogo.
Io vi tengo ancora la mano per condurvi fino alla fine, volete ancora venire con me, vero? A Bella e Jake farebbe piacere <3
Grazie davvero, per tutto quanto.
Grazie <3
Al prossimo capitolo
Ania <3