<< E' inutile che fai il figo, tanto non ti si fila nessuno! >>
Josh socchiuse gli occhi con fare assassino, ma il sorriso non gli liberò le labbra.
<< E' inutile che fai finta di non saperlo, tanto tra un po' mi fai gli auguri. >>
La ragazza scimiottò la voce del suo compagno e osservando soddisfatta che anche il sorriso se ne era andato, iniziò a ridere facendo volare via uno stormo di uccellini.
<< Ecco, vedi! Anche gli animali non ti sopportano! >>
Jen gli afferrò il braccio, lui si girò incuriosito a guardarla, con un sopracciglio inarcato, il quale gli donava un'espressione scettica, poi la ragazza si alzò sulle punte dei piedi e Josh scoppiò in una sonora risata. Sbuffando la ragazza si allontanò e pazientemente aspettò che finisse di ridere, cercando in tutti i modi di non ridere insieme a lui o peggio di non fare uno stupido sorriso dolce.
<< Ok, ok. Ho finito. >>
Jen lo guardò in malo modo, provocando altre risate da parte del festeggiato.
<< Oh, come siamo su di giri questa mattina! >>
Disse la ragazza sarcasticamente, iniziando a camminare verso la scuola, il ragazzo le bloccò un braccio e l'avvicinò a sè.
<< E no! Voglio gli auguri! >>
Annunciò con quel suo sorriso, che Jen paragonava alle mattine d'estate, la giovane alzò gli occhi al cielo.
<< Prova di nuovo a ridere e giuro che ti picchio! E abbassati! >>
Minacciò muovendo la mano destra come una maestrina che rimprovera un bambino.
<< Non riderò parola d'onore! Però alzati sulle punte, sei troppo tenera quando lo fai...>>
Questo detto da un ragazzo qualunque ad una ragazza qualunque potrebbe sembrare una dichiarazione d'amore, ma tra Jen e Josh era solo amicizia, lo sapevano entrambi. Ciò però non impedì ad un sorrisetto di increspare le labbra della ragazza, la quale si alzò sulle punte, aggrappandosi alle spalle dell'amico, e premette le labbra sulla candida pelle senza ombra di barba delle guancie del ragazzo. Poi scese e senza dire altro intrapresero la strada verso scuola.
La giornata scolastica passò a tratti lenti e rapidi, lenti per le ore di latino e matematica, rapidi per fisica, inglese e chimica. I due ragazzi erano nella stessa classe, perciò Jen - per non sopportare le lamentele di Josh- ricordò ai pochi ragazzi che non si erano ritirati da scuola che quel giorno era il compleanno del ragazzo. Josh accettò gli auguri da tutti, però ogni "grazie" era accompagnato da un'occhiata cruenta verso la ragazza, la quale faceva di tutto per non incontrare quegli occhi assassini.
Alla fine della giornata scolastica però non potè non incontrarli, poichè i due facevano la strada per il ritorno insieme, Jen salutò Alex, la sua migliore amica, come se fosse l'ultimo giorno della sua vita da sedicenne e pronta al peggio affiancò Josh, il quale proseguì imperterrito per la sua strada.
<< Allora, che farai oggi? >>
Gli chiese per valutare lo stato d'animo del ragazzo, lui non diede segno di ascoltarla e nemmeno si girò verso di lei. Jen sbuffò, incrociando le braccia al petto. "Fantastico" pensò " si è offeso!". Non sapeva se esserne dispiaciuta, triste o seccata. Optò per l'utlimo stato d'animo.
<< Diamine, Josh! Non volevo farti sentire emarginato! Dio! Se avessi ucciso qualcuno avresti avuto un'aria meno truce! >>
Sbottò evitando di guardarlo in faccia e guardando in cagnesco l'asfalto rovente.
<< Ah! Quindi l'ammetti! >>
Urlò lui a sua volta, fermandosi di botto a guardarla. Jen non osò sollevare lo sguardo verso il volto dell'amico, si morse le labbra e con fare nervoso si mise una ciocca di capelli marrone scuro dietro l'orecchio.
<< Tu che faresti se il giorno del tuo compleanno lo dicessi a tutti?! Sai, forse a te non frega niente però per me è importante sapere chi se lo ricorda! Significa che qualcuno ci tiene a me! >>
Urlando queste ultime parole, rincominciò rabbioso a camminare, borbottando tra sè parole incomprensibili. Jen non ebbe bisogno di pensare ad uno stato d'animo d'acquisire, era dispiaciuta e triste. Odiava quell'espressione rabbiosa e avvilita che si era impossessata del volto di Josh. Lo raggiunse di corsa e osservò le labbra del ragazzo, il labbro inferiore era un po' sporgente, come quando un bambino s'intristisce. Una sensazione di colpevolezza le strinse lo stomaco.
<< Mi dispiace. >>
Sussurrò mogia, distolse lo sguardo da lui e rincominciò a studiare l'asfalto a tratti grigio scuro e a tratti più chiaro.
<< Tanto non è importante. Chi se ne frega se io compio gli anni oggi?! >>
Dio, quanto detestava quella smorfia di dolore su quelle labbra!
<< A me! Importa a me! >>
Jen quasi urlò, desiderosa di allietare quel volto ad un tratto diventato infantile. Josh le lanciò uno dei suoi sguardi obliqui, che voleva dire tutto e non voleva dire niente. Improvvisamente si ricordò del regalo, la sera prima l'aveva messo nello zaino, si fermò e lo prese. Un pacchetto piccolo blu con un fiocchetto bianco, un po' rovinato a causa del peso grave dei libri. Glielo porse, Josh sorrise appena e delicatamente lo aprì, sulla sua mano comparve un cordoncino con un ciondolo, era un cerchio piccolo di legno, con intagliata la rosa dei venti, sul retro c'era una scritta : " Ovunque andrai, ricorda che ci sarà sempre una rompipalle ad aspettarti".
Josh rise e chiese a Jen di aiutarlo a metterlo al collo.
*Note dell'autrice* Ssssssalve, bè questo è l'inizio, ho pensato di farvi comprendere a pieno la sintonia dei due ragazzi e la loro vita precedente alla rivoluzione che ci sarà in seguito. Quindi, grazie per aver letto e scusate gli eventuali errori di battitura. :D