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Autore: VioletBow    21/06/2012    1 recensioni
Raccolta di tre shot.
Settima classificata al contest "Due cuori e..." di An Hariken e Silyia Shio.
[MoriHoney] [TamaHaru] [KyoTama]
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Haruhi Fujioka, Kyoya Ohtori, Mitsukuni Haninozuka, Takashi Mori Morinozuka, Tamaki Suoh
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Rating: Verde.
Genere: Fluff, Introspettivo.
Avvertimenti: Shonen-ai.
Breve Introduzione: Dopo una giornata trascorsa tra i boschi, che sfianca il piccolo Honey-senpai, Mori porta a casa il suo cuginetto.
Note dell'Autore: L'ho scritta ascoltando quasi a ripetizione Kiss The Rain di Yiruma quindi penso che sarebbe un ottima base musicale per questa fanficiton.

Appoggiò la fronte contro la sua, socchiudendo gli occhi e sospirando... Era così bello.
Conosceva a memoria ogni tratto del suo volto ma vederlo addormentato sul telo da picnik, sul quale era crollato dopo una giornata intera di iperattività, con un espressione di assoluta serenità ed i capelli leggermente scompigliati che gli ricadevano morbidi sul volto, gli sembrava un meraviglioso spettacolo ogni volta nuovo.
Fece scorrere con delicatezza il braccio sotto le sue gambe e, prendendolo in braccio con facilità, prese a camminare verso la villa degli Haninozuka.
Si morse lievemente il labbro inferiore, costringendosi a sollevare lo sguardo dal corpicino che portava in braccio e che sembrava attrarre il suo interesse così insistentemente... Se Mitsukuni si fosse svegliato proprio in quel momento, avrebbe scorto il turbamento sul volto sempre inespressivo di suo cugino.
Le palpebre di Honey-senpai tremarono un po' prima di scoprire i grandi occhi castani che si nascondevano sotto di esse. La mano, chiusa in un tenero pugno, raggiunse il viso per strofinare gli occhi assonnati mentre questi, ancora un pochino appannati, vagavano nel tentativo di capire la situazione.
Le vecchie querce, piantate lì chissà quanti decenni prima, lasciavano ondeggiare al vento i propri rami, al ritmo di una melodia che le orecchie dei comuni esseri umani non riusciranno mai a carpire.
Le foglie dalle mille tonalità di verde coprivano un cielo già nascosto da nuvole grigie, che sembravano presagire una di quelle pioggerelle estive che il terreno tanto attende.
Dalla luna, alta nel cielo, intuì che doveva essere mezzanotte o giù di lì.
Si volse verso il ragazzo che, troppo preso dai propri pensieri, non si era accorto che l'altro era ormai sveglio e gli sorrise.
Mori-senpai, d'altro canto, tenne lo sguardo fisso davanti a sé, come in trance, fino a quando non sentì il biondo tentare di divincolarsi dalla sua presa.
- Posso camminare da solo ora. - gli disse quest'ultimo, sorridente, quando si fu voltato a guardarlo.
Lo poggiò a terra con delicatezza e, nel farlo, sfiorò le sue dita con le proprie.
Mistukuni neanche se ne rese conto, al contrario di Takashi che ogni volta si accontentava di quei gesti irrilevanti.
Si accontentava perché sapeva che ciò che provava non era altro che qualcosa di vergognoso, che necessitava di essere nascosto.
Lo faceva sentire vile quella dolce sensazione quasi di appagamento che sentiva quando era in compagnia di suo cugino, ma non riusciva a negarsela; come sotto l'effetto della droga o dell'alcol, il suo cervello continuava a rilasciare dopamina e ad innescare il circolo della ricompensa che lo rendeva assuefatto da quelle futili "attenzioni" che riusciva a sottrarre al piccolo Haninozuka.
Spesso gli capitava di chiedersi cosa sarebbe accaduto se avesse cercato qualcosa di più.
Abbassò il capo, intristendosi per starci pensando di nuovo.
Il ragazzo al suo fianco si fermò di colpo e anche lui, quasi come fosse un riflesso incondizionato, smise di camminare per voltarsi a guardarlo.
Honey guardava il cielo, il quale aveva appena riversato una goccia sulla sua guancia e sembrava voler contaminare ancora la bellezza del suo volto con altra acqua.
- Ti ammalerai se rimani sotto la pioggia. - gli disse Mori, cercando di fargli da scudo con il proprio corpo.
I loro sguardi si incrociarono, i volti a poca distanza l'uno dall'altro, quel momento di intimità che sarebbe dovuto essere comune ma che invece sembrava diverso da tutti quelli che avevano vissuto fino ad allora.
Morinozuka accostò le labbra alle sue, agendo d'istinto, in un bacio così casto e semplice che in pochi avrebbero considerato rilevante.
Con gli occhi dischiusi in un sorriso, si allontanò dal volto di Mitsukuni che, prendendogli la mano, riprese a camminare verso casa.
  
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