Dubbi.
Ne era piena.

Incertezze.
Vanno a braccetto con i primi.

Paura.
Tanta, ne aveva tanta.

Nessuno poteva capire quello che stava succedendo dentro di lei.

Nessuno poteva sapere le lacrime che aveva versato sul cuscino la notte.

Nessuno a cui aggrapparsi; nessuno a cui affidarsi; nessun porto sicuro a cui fare rifugio.

Forse solo uno.
La musica.

Questa, l’aiutava a farsi forza; era il suo machete con cui farsi strada tra le erbacce della sua vita.

L’orizzonte è confuso, non si riesce bene a capire, l’unica cosa certa è che si può ancora cambiare.

Fino all’ultimo si può sperare.

Ma la speranza non va accompagnata da sola.

Serviamo anche noi.

Noi e la nostra forza di volontà;
serve che giriamo la pagina che ci ha scottato
e che ne scriviamo un’altra.

Serviamo noi, noi e la nostra immaginazione.

Serviamo noi e i nostri sogni …
che aspettano solo di essere realizzati.