Non fidarti di
me! Posso vedere il mondo con i tuoi occhi?
Lucy sospirò, un po’ preoccupata. Non solo
per Maka, che era scomparsa da quattro giorni.
No, c’era un altro problema, che però non riguardava esattamente lei.
Stranamente, da due giorni a questa parte il Kishin era molto nervoso. Sembrava
quasi avere sviluppato improvvisamente una fobia per gli orologi, anzi, per
essere più precisi, del ticchettio
degli orologi. Lucy sentiva la sua ansia e la sua agitazione, soprattutto
perché non sapeva spiegarsi neanche lui il motivo di tanta preoccupazione. La
ragazza non capiva molto più di lui, ma di una cosa era certa: con quella
sensazione non riusciva a prendere sonno!
« Che ironia… io, che sono un sonnifero vivente,
non posso dormire… »
Già, se ci fosse stato Kevin, le avrebbe detto così, ormai lo
conosceva bene.
Stufa, s’alzò, prese la sveglia e le tolse le
pile. Nella stanza calò il silenzio più totale.
« Buonanotte, Kishin! Più di questo non posso fare… »
Tornò a letto e il Kishin, come se avesse sentito le sue parole,
lentamente s’appisolò e Lucy con lui.
Soul…
Soul…
Mi
senti? Soul!
Il ragazzo aprì gli occhi, confuso. Era tutto buio intorno a lui.
Anzi, buio non era la parola esatta. Era nero, più della notte, più del fondo
dell’oceano. Galleggiava nel buio come se si trovasse in una macchia di colore.
Una sensazione che a Soul era familiare.
« Il… il sangue nero? »
Eppure no. Non era come quella volta che Maka aveva deciso di cedere alla follia per affrontare Chrona. Non ne era risucchiato,
non c’era nessun demone rosso a tormentarlo, non c’era niente di niente, anzi,
era quasi rassicurante rimanere lì, a nuotare nel buio…
Soul…
Giusto! La voce che lo stava chiamando! Era lei ad averlo portato lì,
ne era certo! E ora che poteva ascoltarla con più attenzione, non aveva dubbi
su chi appartenesse.
« Maka? »
Il ragazzo si voltò più volte, ma non vide nessuno.
Pensa
a me… immaginami e apparirò affianco a te…
Pensare a Maka?
Soul chiuse gli occhi e la rivide, con i capelli biondi legati e la
divisa di scuola, mentre si voltava e gli sorrideva.
Aprì gli occhi. Lei era lì, così come l’aveva immaginata. Ma era vera.
« Maka! »
« Soul! Non hai idea di quanto sia felice di
vederti! »
Soul non riuscì a spiaccicare parola, ma avrebbe davvero voluto dirle
che per lui era lo stesso. Dannazione, la sua reazione non era per niente figa!
« Ti stai chiedendo dove siamo, vero? »
Soul annuì, ancora un po’ troppo emozionato per parlare.
« Siamo in un angolino dei tuoi sogni. »
« Quindi… sto sognando? »
« Il tuo corpo sta dormendo, in questo momento, ma questo
discorso è reale. Io sono reale! Lo capisci? Lo vedi? »
Soul la guardò preoccupata. Non l’aveva mai vista così agitata.
« E come è possibile? »
« Il sangue nero, Soul… ci lega e ci legherà
sempre, temo! Ma una volta tanto potrà esserci utile… »
Era solo il sangue nero a permettere quell’incredibile discorso?
Davvero? Solo quello?
« Cosa ti è successo, Maka? Dove sei? »
« Sono prigioniera, Soul, proprio come la zia di
Simon aveva predetto. »
« Ho letto la lettera, ma non aveva molto senso… »
« Uscendo da Death City e continuando a dirigersi
verso ovest si giunge in un deserto. Continuando in quella direzione per un
paio di giorni a piedi, all’improvviso si vede spuntare un castello di pietre
nere e fredde come il ghiaccio… lo si può vedere solo
quando si è già in trappola! »
« In trappola? Ma cosa… »
« C’è un uomo che si veste e parla in modo desueto,
ma che ha a disposizione un’arma potentissima… so che ti sembrerà assurdo, ma
la mia anima ora è prigioniera di un cubo di Rubik! »
« Eh? »
Forse era veramente un sogno. Forse l’ansia di quei giorni stava
avendo seri effetti collaterali sulla sua psiche. Di sicuro come minimo aveva
capito male.
« E non si vuole fermare a me! Vuole anche Lucy,
Kevin, il Kishin, Kid e Lord Shinigami! »
Soul iniziò a grattarsi la testa:« Ammettiamo
per un attimo che tutta questa storia sia vera… cosa se ne fa di tutte queste
persone? E perché proprio loro? »
« La donna… l’arma che si trasforma in cubo di Rubik può possedere i corpi a cui ruba l’anima… e con essi
anche i loro poteri! Te lo immagini cosa succederebbe se una persona senza
alcuno scrupolo potesse usufruire liberamente del sonnifero di Lucy? O, ancora
peggio, del veleno di Kevin? E con i poteri di shinigami
di Kid o di suo padre… »
Soul realizzò velocemente:« … si potrebbe
conquistare il mondo! »
« E ringrazia che non hanno ancora scoperto che il
Kishin ha perso la follia e tutti i suoi poteri! »
« Ma come ha fatto? »
« Se ho capito bene, ha posseduto prima un insetto
e tramite quello ha toccato chi gli interessava… sfiorando la persona offre al
suo padrone la possibilità di completare il cubo e imprigionare l’anima dei
prescelti! »
Soul la guardò:« E allora perché proprio tu?
»
Maka sorrise tristemente:« I miei occhi,
Soul… »
Già, i suoi occhi verdi, gli occhi che avevano
il potere di vedere le anime… e di stregare il suo cuore…
Soul scosse la testa. Non era il momento di simili pensieri!
Maka riprese:« È già un miracolo che riesca a
parlare con te! »
« Tranquilla, adesso prendo la moto e vengo a
liberarti… »
« NO! È pericoloso! »
« Non è per niente figo
che un’arma lasci il suo maestro in una situazione del genere! »
« C’è un’altra cosa che possiamo fare… ma ho
bisogno di te! »
Il cuore di Soul iniziò a battere forte. Era l’ansia o…
« Ora come ora posso fare ben poco, ma una cosa sì!
Posso togliere loro quello che cercavano in me! »
« Come? »
Maka lo zittì, chiuse gli occhi e appoggiò sulle sue palpebre chiuse
il dito indice e medio della mano destra.
« Chiudi gli occhi, Soul. »
Il ragazzo, seppur perplesso, si ritrovò ad
ubbidire all’inaspettato comando.
Maka ripeté lo stesso gesto sugli occhi di Soul, che sentì le pupille
bruciargli leggermente al leggero tocco della sua maestra
d’armi.
« Cosa mi hai fatto, Maka? »
« Una cosina che mi ha insegnato mia mamma, oltre
alla Caccia alle Streghe…lo scoprirai presto, non ho più molto tempo! Ma in questo modo al tuo risveglio capirai che questo non è
un semplice sogno… un’ultima cosa! »
Soul deglutì. Aveva una brutta sensazione.
« Non fidarti di me, qualsiasi cosa ti dica o ti faccia
d’ora in poi! »
« Eh? »
L’immagine di Maka iniziò a tremolare:« Non
dimenticare, Soul… non fidarti di me! Ricorda, Soul… »
« MAKA!!! »
Il ragazzo cercò inutilmente di afferrarla.
Ricorda…
Ricorda…
Soul si svegliò di soprassalto.
Si ritrovò seduto sul letto, completamente sudato e col fiatone. Non
ricordava praticamente nulla del sogno, ma aveva gli
occhi che gli bruciavano.
« Sono proprio ridotto male se mi metto a piangere
nel sonno… »
Erano le nove del mattino quando Soul uscì di
casa. Era arrabbiato con Lord Shinigami perché il giorno prima aveva vietato a
lui e a tutti gli altri di uscire da Death City per cercare Maka. Avevano già
esplorato ogni centimetro quadrato della città senza risultati e proprio non
era da lui rimanere lì senza fare nulla!
Nervoso, Soul continuava a passarsi la mano fra i capelli. C’era
un’altra cosa che lo rendeva inquieto: una voce che sembrava rimbombargli nel
cervello…
Ricorda…
Ma cos’è che doveva ricordare?
« YAHOOOOOOOOO!!! SALUTATE LA VOSTRA DIVINITÁ, MISERI
MORTALI! IL SOLE CHE ILLUMINA LE VOSTRE TRISTI VITE È QUI! »
« Ciao, Black Star… »
« Ehi,
Soul! Come va? »
Il ragazzo sospirò:« Come vuoi che… »
Soul si strofinò gli occhi. Forse era davvero un po’ stanco, per un
attimo gli era sembrato che…
Black Star gli si avvicinò:« Tutto bene,
amico? »
Soul lo guardò di sfuggita per poi scappare senza dire una parola.
Il ragazzo dai capelli albini si rifugiò in un vicolo cieco stringendo
gli occhi con tutte le sue forze. Appoggiò la schiena al muro e cercò di respirare
profondamente per calmarsi.
Non poteva aver visto ciò che aveva visto.
Era assolutamente impossibile!
Eppure…
Lentamente, Soul riaprì gli occhi e sbirciò la gente che passava. A
un’occhiata superficiale sembrava tutto normale, ma non appena concentrava lo
sguardo su un passante… eccolo, di nuovo!
Soul rimase con la bocca spalancata a osservare meravigliato le
leggerissime fiammelle azzurre nel petto dei passanti, proprio come era accaduto poco prima con Black Star.
« Vedo… vedo le anime come… »
Maka!
Un flash nella sua mente e il sogno ritornò
chiaro e nitido nei suoi ricordi.
Era vero, dunque, era tutto vero! Maka gli aveva ceduto la sua vista
per togliere ai suoi aguzzini l’unico vantaggio che l’anima della ragazza poteva dare loro. Pazzesco… eppure era l’unica spiegazione
possibile.
Il ragazzo continuò a guardarsi intorno come se vedesse Death City per
la prima volta.
« Maka… dunque è così che vedi il mondo… posso
vedere il mondo con i tuoi occhi… »
« Soul! »
« AH! »
Il ragazzo sobbalzò. D’accordo, era una reazione molto
poco adatta a un figo come lui, ma stava
vivendo decisamente troppe emozioni tutte insieme!
« S-Simon! Sei tu? Mi
hai fatto prendere un colpo… »
Il violinista lo guardò molto preoccupato sistemandoci la visiera del
cappellino bianco che indossava:« Black Star mi ha
detto che sei scappato via dopo averlo incontrato… lui sostiene che sia a causa
della sua magnificenza, ma credo che i motivi siano ben altri! Cos’hai? »
Soul lo guardò con occhi sbarrati. Cosa doveva
dirgli? Gli avrebbe creduto o, molto più probabilmente, lo avrebbe preso per
pazzo?
Per di più, continuando a guardarlo, ora poteva vedere anche la sua
anima, azzurra, fluttuante, che si muoveva in modo armonico nell’aria…
osservandola con più attenzione, però, poté notare che la punta tremava
leggermente.
Era preoccupato?
Per lui?
Il tremore aumentò. Soul non sapeva spiegare come, ma sentiva
istintivamente che ora Simon non era più preoccupato.
Era spaventato.
« Soul… da quando i tuoi occhi sono verdi??? »
« Eh? Davvero? »
Il ragazzo si specchiò nel vetro di una finestra. Il volto era il suo,
così come i capelli albini e l’aria un po’ strafottente, ma gli occhi erano
indubbiamente quelli di…
« … Maka… Soul, tu… hai gli occhi di Maka? »
Soul si voltò verso l’amico.
Sì, gli avrebbe creduto, dopotutto…
Lucy ringraziò che né Simon né Kevin fossero in casa. Non sapeva quale
avrebbe potuto essere la loro reazione se avessero visto un Kishin
tranquillamente seduto sul loro divano.
« Grazie. »
« Per cosa? »
« Per aver zittito il tuo orologio, stanotte… »
Lucy sorrise:« Figurati! Per così poco… »
« Non so perché mi succede. »
« Capita a tutti di avere delle fobie immotivate,
non è così strano… »
I due si guardarono negli occhi. Sapevano entrambi che invece era
molto strano, non tanto la fobia in sé, ma il fatto che si fosse presentata all’improvviso, senza un motivo apparente che
potesse scatenarla.
« Piuttosto… ti sei accorta di quell’altra cosa, vero? »
Lucy annuì. Prese un fazzoletto dalla tasca, si bendò e iniziò a
girare su se stessa fino a perdere l’orientamento. Poi, senza alcuna esitazione,
si voltò verso il Kishin e gli puntò l’indice.
« Dovunque siamo, a qualsiasi distanza e in
qualsiasi situazione, sappiamo esattamente in che direzione si trova l’altro… »
« Ma non la distanza. »
Lucy si sbendò:« Perché? Tu sei sul divano,
no? »
La ragazza si guardò intorno e dovette rendersi conto che invece il
demone era davanti alla cucina:« Ho provato a
spostarmi senza fare rumore e tu non te ne sei accorta… hai capito lo stesso
dove mi trovavo, ma non che ero più lontano di prima. E credo che a me succeda le stessa cosa… il pezzo di anima dell’altro richiama
l’originale… »
« Sia come sia, la situazione non cambia! »
Il Kishin sorrise:« E invece saperlo potrebbe
venirci utile, un giorno o l’altro… »
Lucy lo guardò di storto:« Perché? »
Il demone la guardò con tenerezza:« Fai un
lavoro pericoloso, ragazzina, non dimenticarlo mai… ma adesso basta con questi
discorsi! Piuttosto, spiegami cos’è quest’aggeggio, così smetto di fare brutte
figure con Marie! »
La ragazza sospirò osservando l’uomo girare tutto intorno
all’elettrodomestico:« Quello è un televisore, Kishin…
»
« Capisco… è incredibile, eppure… »
Soul si sentì un po’ più leggero. Era bello avere un amico con cui
confidarsi!
Simon gli indicò di nuovo gli occhi:« Adesso
però sono tornati del tuo solito colore! Forse diventano verdi solo se ti
concentri su una persona per vederle l’anima… »
Soul si specchiò nuovamente nel vetro e il riflesso gli restituì lo
sguardo curioso dei suoi occhi rossi.
Il violinista lo guardò ancora per un po’, poi esclamò:« Ho capito! Ecco cosa intendeva la zia! »
« Eh? »
« Ricordi? “Il
verde, Simon, sarà il segnale, verde e non rosso e
potrai andare”… parlava dei tuoi occhi, Soul! »
Il ragazzo lo guardò di storto:« Cos’è, tua
zia mi ha preso per un semaforo? Sappi che non è per nulla figo!
E poi… andare dove? »
« Questo non lo so, ma dopotutto la lettera non è
finita… comunque tu per ora prendi questo! Meglio che per ora la gente non
sappia di questa tua nuova capacità! »
Soul prese con delicatezza il capellino bianco di Simon:« Sì, hai ragione… anche se forse andrebbero meglio un paio
di lenti a contatto oppure degli occhiali da sole scuri! »
« Abbi pazienza, per ora ho solo questo e… »
Soul non ebbe quasi il tempo d’indossarlo che i due ragazzi alzarono
lo sguardo e notarono che qualcosa si stava muovendo nell’aria, una leggera
polverina che si addensò formando la figura di…
« Kevin! Santo cielo, ma
sai che è pericolosissimo volare sotto forma di veleno??? Potevi ucciderci per
sbaglio! »
« Già, ed essere uccisi da un amico non sarebbe per
nulla figo! Ma Lord
Shinigami non te l’aveva vietato? »
Il ragazzo dai capelli rossi si appoggiò sulle sue stesse ginocchia
per riprendere fiato:« Scusate, ma volando vi avrei
raggiunti prima… Soul devi venire con me! Subito! »
« Ok, basta che mi guidi a piedi! »
I tre ragazzi iniziarono a correre. Kevin era troppo agitato per accorgersi che Soul non alzava lo sguardo dal terreno e
che Simon non lo perdeva d’occhio neanche un secondo.
Kevin li trascinò fino alle porte
di Death City. Lì una persona li attendeva.
« Soul! Simon! Kevin vi ha trovati!
»
Simon sorrise, ma Soul no, anche
se non aveva atteso altro per quattro giorni.
« Bentornata, Maka! »
Soul, senza farsi notare, si
piantò le unghie nel palmo della mano. Quanto avrebbe voluto crederci, anche
solo far finta di crederci!
Ma non poteva. Proprio non poteva.
« Ciao, Maka… »
Quelle due parole gli costarono
più fatica di tutta quella corsa.
Avrebbe voluto chiudere gli occhi
e fingere di non vedere.
Ma vedeva.
« Soul! Ti sono mancata? »
Sì, Maka gli era mancata, e gli mancava ancora.
Perché la persona di fronte a
lui, con quell’anima rosso sangue, di sicuro non era la sua
maestra d’armi.
Soul:« Sai, ora che
ho gli occhi di Maka, finalmente ho capito una cosa importante… »
Simon:« Cosa? »
Soul:« Maka… è… »
Simon:« Sì? »
Soul Eater, Polvere incantata, 21 capitolo: Di generazione in generazione! Apriamo la
seconda busta?
Soul:« …È MIOPE!!! Sono anni che le dico di
andare da un oculista, ma lei dice sempre: ”È solo una tua fissa, Soul, io non
ho bisogno degli occhiali!”! Maledetta vanità femminile,
è così poco figa… »
Simon:« … ok… glielo
diremo quando torna, va bene… »
Soul:« E ora che ho
un super potere, mi tocca anche fallato! Tutto questo è molto
poco figo… »
Ciao
a tutti! Ho finito la sessione di esami di giugno, mi è andata
straordinariamente bene (27 e 28) e in questa settimana di riposo che ho deciso
di prendermi festeggio pubblicando un nuovo capitolo, di cui sinceramente vado
molto fiera! A me è piaciuto molto… poi ora ricevo una marea di commenti che mi
dicono che faceva schifo, ma pazienza!
Come
al solito ringrazio Jan Itor
19 (nella speranza che questo capitolo ti abbia chiarito un po’ le idee!), Sakurax16,
Tokorothx3 (continuano a farti i complimenti per il disegno!), Mitzune_chan e Blue Rock, che si
è recuperata il capitolo che si era persa!
Spero
di poter presto aggiornare e che anche questo capitolo vi sia piaciuto!
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata
92